venerdì 30 novembre 2007

In Rifondazione adesso la discussione è aperta

In Rifondazione adesso la discussione è aperta

di Anubi D’Avossa Lussurgiu


«Basta»: è la parola chiave per capire cosa accade nella maggiore forza di sinistra della coalizione sulla quale sinora, sino al voto di ieri sera compreso, si è sorretto il governo Prodi. In Rifondazione comunista, pur con conclusioni e ragionamenti diversi fra il gruppo dirigente del partito come fra i più che nel gruppo della Camera hanno scelto il sì alla fiducia e dall’altra parte quanti hanno proposto il voto contrario, quel concetto, «basta», è trasversale.
Lo esprime lo stesso segretario nazionale Franco Giordano nella dichiarazione di voto, con le parole «una fase si è definitivamente chiusa» riferite al senso della «verifica» richiesta per gennaio e dalla quale «dipenderà la nostra collocazione politica». Che dunque non è più scontata, intendendo la collocazione nel governo: può rideterminarsi, diversamente. E infatti il «basta» echeggia anche, stavolta nel senso della constatazione oggettiva, in altre parole di Giordano, quelle che riguardano il giudizio sulla subalternità a Confindustria esibita dal governo: «Non siete liberi: quando la politica non è libera, è una politica morta».


E’ il riflesso, d’altronde, della discussione nel gruppo dirigente, che proprio Giordano definisce «vera». Serrata, insomma. Come d’obbligo nella situazione attuale. La cui asprezza è stata registrata, soggettivamente, proprio dal confronto apertosi l’altro ieri nel gruppo del Prc a Montecitorio. Un’asprezza che, votata la fiducia da tutti “per disciplina collettiva”, con l’eccezione di Salvatore Cannavò che per Sinistra critica ha annunciato anche il no di Franco Turigliatto al Senato, resta adesso tutta da affrontare nelle prossime scelte. A partire, con un gioco di parole, dalla verifica della “verifica”.
Sulla richiesta della verifica «politico-programmatica» per gennaio, è chiaro che chi ritiene fosse già matura e motivabile una rottura non condivide la dilazione temporale, sia pure aperta anche alla possibilità d’una crisi. E come tutti i media ieri riportavano questo riguarda, conti della votazione nel gruppo martedì alla mano, almeno dieci degli eletti del Prc a Montecitorio. Detto ciò, l’impegno rappresentato dal carattere ultimativo delle parole del segretario del partito ieri in Aula è stato registrato: e con molta condivisione, anche emotiva e anche fra quanti nel gruppo avevano sostenuto la possibilità di votare “no” alla fiducia. Dunque l’atmosfera è quella, come si può capire piuttosto intensa, d’una attesa attenta ed attiva da parte di tutti: perché riguarda il destino stesso del Prc, maggiore forza di quella sinistra che discute di unità ma che al contempo deve rispondere al problema, ormai in primo piano, del bilancio dell’esperienza governativa.


Distintamente, Cannavò ha messo agli atti con la sua dichiarazione di voto di valutare la fiducia di ieri come l’«esito fallimentare di una strategia sbagliata che si illudeva che non Prodi “il Paese sarebbe cambiato davvero”», ne trae il giudizio che «per la Sinistra è una Caporetto» e «per Rifondazione si chiude il senso stesso della propria esistenza» e coerentemente definisce il proprio “no” una «frattura con l’appartenenza al mio gruppo». Ma sia quanti avevano nella riunione dell’altro ieri sostenuto il “no” per conformarsi poi alla scelta della maggioranza sia quanti l’avevano appunto ratificata votando per la proposta di “sì” per «vincolo sociale» avanzata dalla segreteria, ieri si interrogavano sullo stesso problema. E cioè: come si fa, ora, a realizzare la verifica promessa?
Tra i primi con il dubbio, quando non una certezza manifestata polemicamente, che si tratti di uno strumento spuntato. In Aula prende la parola a sua volta un esponente della minoranza de “l’Ernesto” come Gian Luigi Pegolo, a dire che già l’imposizione della fiducia «vuol dire che sono venute meno le condizioni minime che giustificavano la presenza del mio partito e delle altre forze di sinistra nel governo». Ma anche oltre i confini delle minoranza c’è chi chiede la messa all’ordine del giorno d’un bilancio politico netto. E l’indipendente Francesco Caruso, personalmente, la mette così, con un po’ di colore: «Per quel che mi riguarda il governo Prodi d’ora in poi si può considerare a pieno titolo un precario con il contratto a termine scaduto».
Poi, fra quanti alla verifica danno credito, ci sono le domande aperte sui mezzi per imporla ed ottenerla «vera». E’ d’altra parte quanto viene dibattuto nel confronto in corso nel gruppo dirigente del partito. Che dalla segreteria vedrà la composizione di un “dispositivo” da porre alla discussione della direzione nazionale, convocata per lunedì prossimo. Mentre ci sono organismi territoriali che cominciano a prendere la parola: come la segreteria regionale del Prc lombardo, che sulla «verifica» afferma che «non può attendere gennaio ma deve svilupparsi immediatamente». Ora o a gennaio, una esponente della maggioranza di partito come Elettra Deiana, convinta della decisione formale, chiosa a sua volta: «Per me si potrebbe e si dovrebbe, per imporre la verifica, anche sospendere l’intera delegazione del Prc nel governo». E Peppe De Cristofaro torna al senso di quel «basta» diversamente condiviso: «Oltre il programma, a non esistere più è l’Unione. E l’effetto destabilizzante della nascita del Pd non è un rischio, c’è già».

Cineforum in rosso - La dolce vita

Cineforum in rosso

lunedì 3 dicembre - ore 21 - LA DOLCE VITA

di Federico Fellini. 1960. ITALIA-FRANCIA.

Attori: Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux, Alain Cuny, Annibale Ninchi, Enzo Cerusico, Valeria Ciangottini, Lex Barker, Jacques Sernas, Nadia Gray, Polidor, Laura Betti, Adriano Celentano, Gianfranco Mingozzi

Durata: 173’

Roma. Una statua di Gesù sorvola la città, trasportata da un elicottero. All’uscita da un club indiano, Marcello Rubini, giornalista che scrive su riviste scandalistiche, accompagna la ricca Maddalena a fare un giro con la macchina. Annoiata della sua vita di donna famosa, la donna chiede a Marcello di avere un rapporto in casa di una prostituta che hanno incontrato in strada ed accompagnato a casa. Al mattino, di ritorno a casa, Marcello trova la sua convivente Emma che ha tentato il suicidio ma, portandola in tempo in ospedale evita la sua morte. La relazione dei due è spesso interrotta da scenate di gelosia di Emma, come quando ad una conferenza stampa di Sylvia, una grossa diva americana, Marcello è costretto a stare al telefono. La sera, in un locale dove tutti gli attori alzano il gomito, la star americana è offesa da Robin, un suo collega, compagno e connazionale, e decide di allontanarsi dal locale. Marcello si offre di accompagnarla e si ritrova all’alba nella fontana di Trevi con lei. Al ritorno in albergo Robin è lì ad aspettarli e prima schiaffeggia Sylvia e poi aggredisce lo stesso Marcello, il tutto sotto i flash dei paparazzi. Una sera Marcello si lascia accompagnare da Emma per fare un servizio su un luogo dove due bambini hanno visto l’apparizione della Madonna ma quando incomincia a diluviare tutti i presenti si danno alla fuga non senza aver distrutto un alberello credendolo sacro. La stessa Emma partecipa al suggestivo scempio, innamorata di Marcello, domandando alla Madonna di avere in miracolo l’amore corrisposto di quello. Ad un party a casa dell’amico Steiner, frequentata da artisti delle diverse discipline, Marcello confessa la sua indecisione tra la via del giornalismo e quella letteratura, dove egli non è ancora riuscito a sfondare. L’amico si offre di trovargli la strada ma Marcello rifiuta. Una sera giunge a Roma per impegni il padre di Marcello il quale gli domanda di poter visitare il locale Cha Cha Cha dove si può ammirare il cabaret. Qui incontrano la ballerina francese Fanny, amica di Marcello, e dopo aver consumato diversi alcolici decidono di fare una spaghettata a casa della donna. L’anziano padre avverte un malessere ma decide ugualmente di partire all’alba per fare ritorno a casa, a Cesena. Alcune sere più tardi, durante il solito passeggio fra i locali mondani, Marcello riesce ad intrufolarsi in un gruppo che lo porta ad una festa di ricconi annoiati e monarchici alcolizzati. Qui incontra di nuovo Maddalena la quale gli confessa che vorrebbe essere spostata da lui ma a fine serata, Marcello si ritrova a dare la caccia ai fantasmi in una villa del ‘500 ed infine ad avere un rapporto con una contessa. Emma intanto, continua a rinfacciargli che lui non l’ama come vorrebbe e Marcello, che non vuole corrispondere in egual misura, l’abbandona sul ciglio della strada. All’alba la passa a riprendere lì dove l’aveva lasciata e tornano a casa insieme. Al mattino è svegliato da una telefonata che gli annuncia il suicidio dell’amico Steiner, che ha anche ucciso i suoi due figli. Marcello si offre, quella mattina stessa, di andare incontro alla moglie, ancora ignara di tutto. Trascorre del tempo, Marcello ha interrotto la sua relazione con Emma ed è diventato un agente pubblicitario che scrive buone recensioni sugli attori in base a quanto questi sono disposti a pagare. Ad una festa, per noia, una ragazza inscena uno spogliarello ma visto che la situazione non si scalda, tocca a Marcello proporre una serie di accoppiamenti per ravvivare la serata. All’alba, sulla spiaggia, tutti gli ospiti assistono alla pesca di una grossa manta rimasta impigliata nelle reti. Marcello, assordato dalle onde, non recepisce il richiamo di una giovane ragazza dalla quale è rimasto colpito un giorno, una cameriera di una trattoria sul mare.

Autentico capolavoro del maestro. Cinico, spregiudicato, tagliente, grottesco, comico, irriverente, La dolce vita è un successo mondiale per semplicità, estetica e coraggio, ma soprattutto per l’assoluta profondità che con una leggerezza surreale Fellini riesce a raggiungere. Il soggetto, ancora una volta, è dello stesso regista, fortemente personale nel suo sguardo disincantato sul processo di mondanità che stava investendo la capitale laziale negli anni cha cavalcano il boom, e sul quale intervengono come al solito le brillanti collaborazioni, come nella sceneggiatura, di Ennio Flaiano e Tullio Pinelli. Intelligente, la costruzione si basa su diversi piani, tra immagini che appaiono reali, altre che sono effetto di una montatura giornalistica e che si trasformano in cinegiornali, contaminando la pellicola di tracce di falsità (la doppia uscita della diva dall’aereo; i paparazzi che costruiscono lo scandalo; il cinegiornale che racconta la vita attraverso il commento dell’immagine). Quella che Fellini racconta è l’altra immagine del cinema, del benessere, il lato mediocre di una vita che si adagia sugli allori aristocratici e borghesi, sempre immeritevoli secondo il maestro, è che costringono l’uomo alla noia, alla costruzione delle notizie e degli eventi tramite l’immagine di un giornalismo falso, fatto di parassitivismo e accomodanza, di nevrosi e gioie momentanee, di infelici sogni irrealizzabili e mancanze. Non mancano invece, in questa triste commedia, gli spunti della vis comica del regista, sottili come la posizione dei dettagli (il medico che si allaccia la scarpa sul lavandino è in secondo piano), sempre pertinenti. Il personaggio di Marcello è quello di un uomo che ha accettato, malinconicamente, questa strada, forse convinto che sia l’unica, ma consapevole del fatto che non è quella giusta. Il suo sforzo per un cambiamento sia personale che collettivo è minimo (quando decide di impegnarsi nella scrittura si lascia distrarre dalla giovane cameriere bionda) e dopo la morte dell’amico Steiner, si fa ancora più cinico, irreparabile (non riesce più a sentire il richiamo della cameriera). In confronto a quello che non sembra essere un lavoro, il reporter scandalistico, tutto il resto appare comunque un’illusione, tanto che tra monarchici ed attori, come dice il terzogenito del casato presentandolo alla nonna che finge di dormire per non parlare con gli ospiti, Marcello appare come l’unico che lavora seriamente. Oltre i personaggi, Roma, una capitale che per un attimo, nelle panoramiche dall’alto delle sequenze iniziali, si mostra come un immenso cantiere, e che man mano si chiude in strade svuotate dai suoi abitanti, in lussuose ville per ricchi alcolizzati, in locali notturni, in lunghe rincorse di paparazzi. È la Roma dei castelli privati, del clubs alla moda, e per pochi istanti anche quella dei romani e delle loro illusioni (la scena dell’apparizione della Madonna smorza ogni illusione con la morte di un anziano portato lì per ricevere il miracolo). Solo l’attento sguardo provinciale e modesto del maestro riminense poteva descrivere una capitale in questi termini, raccontando ogni suo luogo attraverso lunghe partecipazioni dei personaggi alla scena, senza sovrapporre situazioni in un montaggio frenetico di avvenimenti ed eventi, in modo che ogni scena è soprattutto una pausa che affonda nell’immagine corale che pian paino si tesse. Assolutamente divino il suo passaggio nella storia del cinema, La dolce vita diventa subito una pietra miliare della settima arte; si parlò di affresco, allora, e come tale fu accolto in tutto il mondo (Di Giammatteo – Dizionario del cinema italiano). Non mancano i riferimenti al circo, grande passione di Fellini (musiche ed attori del cabaret vestiti da leoni o da tristi pagliacci). Musiche di Nino Rota, consolidano una collaborazione iniziata già nel 1952 con Lo sceicco bianco. Osteggiato dalla Chiesa (Gesù trasportato da un elicottero; la scena dell’apparizione rappresentata come una grande buffonata mediatica e che si conclude con lo zio delle bambine che durante il temporale porta a casa i fanciulli gridando “Ha detto la Madonna che se qui ci non costruite una chiesa non smetterà di piovere!” mentre tutti si lanciano a distruggere l’ultimo alberello presente sul terreno) la pellicola raggiunse comunque i più alti riconoscimenti di pubblico e critica mondiale, nonostante i fischi alla prima milanese e gli articoli di Oscar Luigi Scalfaro su L’osservatore romano, i cui titoli furono “Basta!” e “Sconcia vita” (il Mereghetti – Dizionario dei film 2000). Palma d'oro a Cannes e Oscar ai costumi di Piero Ghepardi, e che hanno fatto scuola in tutto il mondo del made in italy durante quegli anni. Tre Nastri d'argento nel 1961 al soggetto originale, a Marcello Mastroianni e Piero Gherardi per la scenografia. Adriano Celentano interpreta se stesso, è il cantante di rock n’ roll. Il film lanciò, anche a livello internazionale, il termine “paparazzo” (Morandini 2003 – Dizionario dei film).

Bucci Mario

giovedì 29 novembre 2007

UN COMMENTO ALLA "CAPORETTO DELLA SINISTRA" SUL WELFARE

Aspettando la Befana
(da "Il Manifesto" del 28 novembre)
Loris Campetti

Eravamo stati ottimisti al manifesto, denunciando la perdita di ogni connotato di sinistra da parte del nascente Partito democratico che si colloca, come recita il suo programma, in una posizione equidistante tra capitale e lavoro. Dovevamo capirlo proprio leggendo il programma del Pd, in cui i lavoratori vengono sostituiti dai consumatori: l'azionista di riferimento del nuovo che avanza è l'impresa, il capitale. Così si spiega la irricevibile conclusione del tormentone welfare, dettata direttamente dalla Confindustria. Prendiamocela pure con Dini e il suo manipolo di senatori che per il governo a centralità Pd contano più dei 150 parlamentari della sinistra, ma chi muove i fili che animano il rospo, se non Luca Cordero di Montezemolo?
Il faticoso lavoro della commissione lavoro della Camera per costruire mediazioni difficili tra spinte divergenti, è stato rottamato dall'ala che comanda nel governo. Per salvare, o per dannare se stesso? Il testo su cui Prodi impone la fiducia è praticamente lo stesso sottoposto al voto dei lavoratori, quello sottoscritto dalle parti sociali ma contestato da settori della Cgil, dalla Fiom, dai sindacati di base e bocciato nelle più importanti fabbriche italiane.
Le forze a sinistra del Pd si erano impegnate a svolgere un confronto serrato in parlamento, avevano strappato qualche miglioramento al testo per i lavoratori «usurati», aumentandone la platea, e per i giovani precarizzati, ponendo un tetto alla possibilità infinita di rinnovo dei contratti a termine. Tutto spazzato via. Anche le richieste e le residue speranze delle centinaia di migliaia di persone che il 20 ottobre avevano manifestato a Roma per chiedere un'inversione di tendenza sulla precarietà sono state spazzate via. Uomini e donne che offrivano allo zoppicante Prodi una sponda, una via d'uscita, hanno perso su tutti i fronti. E con loro, però, hanno perso le forze politiche che alla riuscita della manifestazione contro la precarietà avevano contribuito. Rifondazione innanzitutto, e il Pdci, ma anche Sd e Verdi rischiano di perdere, insieme alla battaglia contro la precarietà, la loro base sociale. Ma il governo è un mezzo, o un fine? Il Prc rinvia la verifica a gennaio: ma le cose per la sinistra andranno meglio, dopo la Befana? E ancora: è peggio restare senza ministro, viceministra e sottosegretari, o senza base sociale?
Tutti, in Italia, denunciano il livello miserabile dei salari dei lavoratori dipendenti, dagli economisti liberisti a Padoa Schioppa. Lo denuncia anche l'Ue: nel Belpaese si lavora di più e si guadagna di meno che nel resto d'Europa. Però, milioni di lavoratori restano senza soldi e senza contratti, mentre infuria l'offensiva padronale per cancellare quelli nazionali e legare gli aumenti agli utili aziendali. Tutti in Italia denunciano gli effetti devastanti della precarietà, ma quando si tratta di votare, la maggioranza eletta per porvi un argine si fa incantare dalle sirene confindustriali e dai ruggiti dei rospi, fino a confondersi con il suo teorico antagonista, il governo Berlusconi.
Un altro regalo alla odiata antipolitica.

mercoledì 28 novembre 2007

La città che cambia

I Gruppi Consiliari Comunali di

Rifondazione Comunista

e "La città aperta"

organizzano congiuntamente

un dibattito pubblico dal titolo:

"LA CITTA’ CHE CAMBIA ED IL SUO TERRITORIO:

IL NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE DI CUNEO"

CUNEO, GIOVEDI’ 29 NOVEMBRE ORE 21

CENTRO INCONTRI della PROVINCIA, SALA "FALCO"




Introduce: LILIANA MEINERO,
Consigliera Comunale “La Città Aperta”, Presidente Commissione Ambiente, Lavori Pubblici, Mobilità.

Intervengono:

MARIELLA OLIVIER,

Direttrice Assessorato Regionale Programmazione Strategica, Politica Territoriale ed Edilizia:

“la politica territoriale della Regione Piemonte”

ALBERTO VALMAGGIA,

Sindaco ed Assessore all’Urbanistica della Città di Cuneo:

“il nuovo Piano Regolatore Generale di Cuneo”.

Presiede e modera: FABIO PANERO,

Consigliere Comunale e segretario provinciale Partito della Rifondazione Comunista


La Cittadinanza è invitata.

Cineforum In Rosso - Dicembre 2007

Sempre nella sede del Circolo R. Luxemburg
a Cuneo, via Saluzzo, 28
Ecco il programma di dicembre
lunedì 3 dicembre - ore 21
LA DOLCE VITA

lunedì 10 dicembre - ore 21
PERCHE' IL SIGNOR R. E' COLTO DA FOLLIA IMPROVVISA?

lunedì 17 dicembre - ore 21
VIAGGIO A KANDAHAR

Un Congresso per il rilancio dei movimenti e dell'autonomia del Prc

Riceviamo e pubblichiamo per conoscenza l'intervento introduttivo e il dispositivo finale approvato dall'incontro nazionale svoltosi il 25 novembre a Firenze, a cui hanno partecipato oltre 500 militanti e dirigenti del Prc, provenienti da tutta Italia, in rappresentanza di gruppi di iscritti/e e di diversi comitati locali di firmatari/ie dell'appello di Firenze, che ha ormai superato le 1.500 adesioni.

Per leggere l'appello, l'elenco completo delle adesioni ed altre informazoni www.appelloprc.org

lunedì 26 novembre 2007

La rabbia e la determinazione delle donne invade Roma

Centomila "parti lese" che dicono basta alla sopraffazione

Si potrebbe intitolare ‘la quiete dopo la tempesta’, visto il diluvio che un’ora prima della manifestazione ha inondato Roma, ma un’ora dopo, a temporale finito quello che si è ‘manifestato’ a piazza Esedra non aveva nulla di quieto, ed ha superato di gran lunga il diluvio: è stata una vera e propria inondazione. Centomila donne hanno invaso la città in un serpentone pieno di vita, di musica, di slogan (finalmente!), e di colori.

Donne arrivate a Roma da tutta Italia, donne unite dietro striscioni che per la maggior parte portavano solo una frase significativa per i contenuti, e non per l’appartenenza ad un’organizzazione o ad un partito. Semmai una firma rappresentativa di un lavoro sul territorio: "gruppo di ascolto maternità e nascita", "coordinamento donne contro la violenza", "compagne femministe e lesbiche di Roma", oppure semplicemente coordinamenti territoriali e collettivi storici, a partire da quello che per primo da Roma ha lanciato la proposta della manifestazione, controviolenzadonne.org, per finire al grande spezzone dell’Udi, che portava sullo striscione lo slogan di allora e purtroppo di ancora: "Per ogni donna stuprata e offesa, siamo tutte parte lesa".
Uno slogan che dagli anni ’70, dal massacro del Circeo, ancora dobbiamo urlare a squarciagola per ottenere l’ascolto, da parte maschile e istituzionale, e la sensibilità che comprenda finalmente che la violenza sulle donne non è una questione di ordine pubblico ma culturale, di secolare sopraffazione del maschile sul femminile e come tale deve essere compresa e trattata, se vogliamo davvero vedere trasformare la nostra in una vera civiltà, fatta di rispetto per l’altro, per il ‘differente’, di ascolto, curiosità, sensibilità, rispetto. L’unica strada per sviluppare civiltà, l’arricchimento attraverso la differenza. Un tema altamente politico, oggi più che mai attuale, e che centomila donne hanno riportato alla ribalta: centomila "parti lese" che dicono basta alla sopraffazione dell’uomo sulla donna, del forte sul debole.
E’ stato ripreso in mano e riteso un filo che ha permesso di sviluppare fra le donne quarant’anni di autocoscienza, consapevolezza, solidarietà, organizzazione, protesta, ribellione, e in tanti casi, ancora singoli, liberazione. E in questa manifestazione abbiamo visto anche l’elemento consistente di questi quarant’anni: il passaggio di testimone fra generazioni. Tantissime donne dello Spi Cgil in questo caso accompagnate dagli uomini, tantissime donne della mia generazione, quella ‘dell’autocoscienza e dei consultori’, e tante, tante giovanissime. Peraltro radicali e agguerrite, perché sono state loro, per lo più, a cacciare dal corteo Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna al grido di 'fuori i fascisti' con le mani alzate nel simbolo femminista, ancora loro a contestare Livia Turco, Barbara Pollastrini e Lea Melandri, costringendole a lasciare il palco di piazza Navona. E ancora loro ad aggredire e spintonare i giornalisti maschi, costringendoli a sospendere la diretta tv.
Violenza in una manifestazione contro la violenza? Sì, perché la rabbia è tanta ed è difficile trasformarla in un discorso pacato, soprattutto se si tratta di evitare che ruoli istituzionali, addirittura governativi pretendano la visibilità sul palco che invece appartiene alle donne che lavorano nella realtà, che creano rete, che si rimboccano le maniche per organizzare le donne. Se le donne ministre vogliono partecipare, devono partecipare da donne, non per i loro ruoli istituzionali. E successivamente, vestendo questi panni, portare nelle sedi parlamentari e governative le istanze condivise in piazza con le altre donne.
La sovrapposizione di ruoli e la sopraffazione fra ruoli – forti e deboli, è la sostanza di una battaglia che ieri è ripresa alta e che dovrà proseguire forte, lasciando esplodere la differenza femminile in tutta la sua capacità di rottura di schemi e modelli dati, perché questo percorso di liberazione è il perno della liberazione di tutti.

LEGGE FINANZIARIA 2008 - I RISULTATI OTTENUTI DALLA SINISTRA IN SENATO

di Raffale Tecce*

L'iniziativa unitaria della Sinistra e di Rifondazione Comunista ha fortemente migliorato al Senato il testo della finanziaria 2008 uscito dal Consiglio dei Ministri: infatti, l'approvazione in Aula del decreto "per lo sviluppo e l'equità", avvenuta a fine ottobre e poi l'approvazione in Commissione Bilancio della Legge Finanziaria hanno segnato, con l'accoglimento di alcuni nostri emendamenti, il riconoscimento di alcune priorità fondamentali come la lotta al precariato, a partire dalla pubblica amministrazione, la salvaguardia e l'incremento dei salari dei lavoratori, il Mezzogiorno, una nuova politica per l'ambiente e per il clima, la riduzione dei costi impropri della politica partendo "dall'alto", le politiche di Welfare a tutela dei ceti più deboli e dei loro diritti ed, in questo quadro, una nuova politica per la casa, la scuola e la salute.
Sia chiaro: non c'è spazio per nessun trionfalismo perché in molti casi si tratta di risultati politici importanti come il piano ed il fondo per la stabilizzazione dei precari, dotato però di solo 20 milioni di euro, certamente ancora insufficienti dal punto di vista delle risorse stanziate. Ma proprio il tema della lotta al precariato, al di là dei limiti quantitativi,da una parte segnala una nostra vittoria all'interno della maggioranza di governo, se è vero che alcune componenti ultraliberiste, come quelle rappresentate dal Sen. Dini, proprio contro queste misure avevano lavorato per negare ogni possibilità di spesa pubblica finalizzata al "risarcimento sociale"; dell'altra rivela la vera novità politica: è stato possibile ridare dignità nell'agenda politica della maggioranza ai nostri temi a partire dalla lotta al precariato e per il salario delle lavoratici e dei lavoratori solo dopo il successo della grande manifestazione nazionale del 20 ottobre, che ha peraltro rafforzato l'unità della sinistra (Prc, Sinistra Democratica, Verdi PdCI); infatti al Senato, per la prima volta, queste forze hanno gestito unitariamente la battaglia parlamentare, presentando unitariamente gli emendamenti e definendo insieme le priorità.
Insieme alla lotta al precariato è di particolare importanza il contenuto dell'emendamento proposto dalla sinistra, ed approvato in Commissione, che destina tutto il previsto extragettito 2008 - frutto della continuità nella lotta all'evasione fiscale - " a riduzione della pressione fiscale dei lavoratori dipendenti, a partire dalle fasce di reddito più basse " elevando per le aliquote più basse " la quota di detrazione per le spese di produzione del reddito ".
Con l'approvazione di questo emendamento, finalmente, la questione salariale del mondo del lavoro entra nelle priorità del governo, segnalando una drammatica specificità italiana : salari più bassi del 40% rispetto alla media europea. Specificità evidenziata per altro anche da un arco vasto di forze a partire dal sindacato fino ad arrivare al governatore Draghi.
Importante anche la reintroduzione del credito d'imposta per nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Mezzogiorno, che prevede un importo per ogni nuovo assunto al mese di 333 euro per ogni lavoratore e di 416 euro per ogni lavoratrice.
Finalmente dopo gli anni del neoliberismo di Berlusconi, che aveva fatto diventare il Sud terra di deregulation urbanistica ( accordi di programma) e di precarietà e sottosalario ( contratti d'area ) si apre, seppur timidamente, per il Mezzogiorno una nuova stagione centrata sui diritti dei lavoratori, sulla salvaguardia ambientale del territorio e sull' obiettivo di un piano per lo sviluppo e per il lavoro.
In questo quadro - certo - è negativo il non accoglimento del nostro emendamento sul reddito minimo di inserimento, teso a cofinanziare con 100 milioni le Regioni che hanno concretamente avviato un'esperienza di inclusione sociale attraverso un reddito di cittadinanza.
La sinistra ed il PRC si impegneranno, nella seconda lettura alla Camera, a recuperare questo tema fondamentale come primo passo verso il riconoscimento di un salario sociale, insieme all'individuazione di risorse adeguate per la stabilizzazione di tutti gli LSU delle Regioni e dei Comuni meridionali.
Anche sul tema dei costi impropri della politica è passata, in gran parte, la nostra impostazione, tesa a non tagliare le "risorse della democrazia" (non è passata, infatti, la prevista riduzione di 22000 consiglieri comunali che avrebbe ridotto la rappresentanza democratica), e centrata su
quattro emendamenti approvati: la riduzione dei membri del Governo, la soppressione di enti inutili, la drastica riduzione delle consulenze e la fissazione di un tetto agli stipendi dei manager pubblici, parametrato al primo presidente di Corte di Cassazione, individuando deroghe solo per un massimo di 25 posizioni, definite dalla Presidenza del Consiglio, (e non dai singoli Ministeri) e pubblicizzate su internet per affermare un principio di trasparenza.
Insieme a questi punti sono significative alcune iniziative sul tema della scuola, della sanità e dell'ambiente.
Voglio in particolare segnalare alcuni aspetti di grande valore generale: si conferma l'efficacia delle graduatorie dei docenti precari già prevista nella Legge Finanziaria dello scorso anno per il perseguimento del piano triennale di 150000 assunzioni; viene finalmente abrogato il famigerato art.5 della Legge Moratti sul reclutamento degli insegnanti che prevedeva anche la chiamata diretta; viene aumentato di 100 milioni il fondo per le non autosufficienze; viene prorogata la detrazione del 19% per le spese sostenute per il pagamento delle rette negli asili nido; si autorizzano spese sanitarie finalizzate a potenziare la qualità delle strutture pubbliche, un programma per l'ammodernamento tecnologico, il potenziamento di unità di terapia intensiva neonatale e di risveglio dai comi; ancor più importante è l'abrogazione degli odiosi ticket sulla diagnostica, già azzerati a metà del 2007 con un emendamento del PRC, a tutela del diritto alla salute e dei livelli essenziali di assistenza. Il costo di tale abrogazione, di oltre 800 milioni di euro è stato coperto anche attraverso le risorse provenienti dalla riduzione dei costi della politica.
Infine sul terreno ambientale, e per l'applicazione del protocollo di Kyoto per il clima, si incentiva la produzione elettrica da fonti rinnovabili, anche riordinando la normativa sui certificati verdi e prevedendo un impegno di 40 milioni nel triennio per un piano per l'ammodernamento e la rimotorizzazione delle vecchie locomotive diesel, al fine di abbattere le emissioni inquinanti.
Vanno infine segnalate per il loro valore storico l'istituzione del fondo per le vittime dell'amianto e per il risarcimento di tutti coloro che hanno contratto patologie a seguito dell'esposizione all'amianto e per i loro eredi (30 milioni per il 2008 e 2009 e 22 a decorrere dal 2010) e lo stanziamento di 10 milioni per ciascun anno del triennio 2008-2010 per indennizzo per danni causati dall'esposizione all'uranio impoverito.
Nonostante l'insufficienza delle risorse individuate si tratta di provvedimenti storici perché sono il frutto di grandi lotte dei lavoratori e delle lavoratrici ed hanno pertanto- a nostro avviso- grande valore politico.
L'iniziativa della Sinistra per migliorare la Finanziaria va vista ovviamente assieme ai risultati già ottenuti sul decreto collegato, nella prima lettura al Senato: vanno infatti evidenziate misure innovative e positive come il bonus per gli incapienti (1,9 Mld), la detrazione dell'Irpef per l'affitto della prima casa (300 euro annuali fino a 15493 euro e 150 fino a 30987 euro), l'abbattimento dell'ICI per la prima casa fino a 200 euro per le case non di lusso (previsto in Finanziaria), la detrazione fino a quasi 1000 euro per i giovani tra i 20 e 30 anni che affittano una casa per motivi di studio o di lavoro, una detrazione del 19% per un importo fino a 250 euro per l'acquisto di abbonamenti per il Trasporto Pubblico Locale, la detrazione d'imposta per le spese di autoaggiornamento e formazione sostenute dai docenti di ruolo e non di ruolo con incarichi annuali per un massimo di 93 euro; in questo quadro ha per noi grande valore il piano decennale per l'edilizia residenziale pubblica su cui sono stati stanziati 550 milioni e che dovrebbe permettere la messa a disposizione, a partire dal 2008, di circa 8000 appartamenti all'anno a canone sociale o concordato.
Si tratta di misure espansive importanti che, insieme all'aumento delle pensioni minime già deciso a luglio, vanno nella direzione redistributiva, verso i ceti più deboli, i pensionati, i lavoratori e i giovani.
Si delinea insomma un'impostazione della manovra finanziaria 2008 che, a differenza di quella del 2007 tutta centrata sul risanamento dei conti pubblici, avvia concretamente una fase di risarcimento sociale, attraverso prime misure orientate all'equità e allo sviluppo. Un'impostazione peraltro non meno rigorosa di quella voluta da alcuni tecnocrati di Bruxelles perché conferma i saldi di finanza pubblici previsti nel DPEF nel rapporto tra deficit e PIL al di sotto del 2,5% e l'obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2011, ma che finalmente affronta, o inizia ad affrontare, il problema della crescita economica.
Se è vero, come ha certificato l'Istat , che questa manovra inizia a ridurre il tasso di povertà va ribadito che l'unica reale crescita in questi mesi si è infatti realizzata con l'aumento della domanda interna, tonificando l'economia con le citate misure degli aumenti sulle pensioni minime ed oggi col bonus per gli incapienti.
Insomma la nostra iniziativa, dopo la grande manifestazione del 20 ottobre, ha ottenuto primi risultati, tali da poterci far parlare di una Finanziaria di transizione e di poter lavorare, nei prossimi mesi, per un'ulteriore svolta sul terreno salariale e sociale.


Roma, 6 Novembre 2007

*Senatore – capogruppo Prc-Se in Commissione Bilancio
SE QUALCUNO ANCORA NON SE NE FOSSE ACCORTO:

L’ITALIA E’ IN GUERRA

Kabul, 24.11.07 - Un kamikaze si è fatto saltare in aria accanto a un ponte in costruzione a Kabul, uccidendo nove civili, tra i quali sei bambini e un militare italiano, il maresciallo capo Daniele Paladini. Ferite anche dodici persone, compresi tre militari italiani. I bimbi morti stavano uscendo da una scuola situata nei pressi, allorché sono stati investiti dall'esplosione. L'attentato è avvenuto nella Valle di Pagman, una località ad una ventina di chilometri a nord-ovest da Kabul, mentre era in corso l'inaugurazione di un ponte da parte dei militari del contingente italiano.

Recentissimi dati dicono che il territorio dell’Afghanistan, a sei anni dall’inizio dell’occupazione, è oggi in mano per il 54% alle varie realtà che lottano contro gli occupanti, talebane ma non solo.

In questo contesto le truppe italiane di stanza ad Herat ed a Kabul sono costrette sempre di più ad esporsi nel conflitto.

All’inizio di novembre nell’area di Farah e a Gulistan, forze speciali italiane, elicotteri da combattimento Mangusta mezzi corazzati Dardo dei bersaglieri sono stati impiegati intensamente contro gli insorti. Decine le vittime afgane in questi combattimenti.

DI QUESTO LA STAMPA E LA TV ITALIANE NON HANNO PARLATO.

Sono seguiti due tentativi di attacco diretto contro gli italiani, il primo con una bomba stradale, il secondo con lancio di razzi nell’aeroporto controllato dalle “nostre” truppe.

Omettendo le notizie della precedente offensiva italiana gli attacchi successivi appaiono come “a freddo”, verso truppe impegnate nella “costruzione della pace”.

La guerra è guerra, e l’ulteriore aumento dell’11% di spesa per il comparto militare nella Legge Finanziaria 2008 chiarisce ancora di più le intenzioni di questo esecutivo per il futuro.

L’attentato costato la vita al maresciallo capo Daniele Paladini è il terzo contro gli italiani in pochissimi giorni, e segue un massacro simile costato la vita ad oltre 40 bambini, avvenuto pochi giorni fa durante l’inaugurazione di uno zuccherificio, alla presenza delle autorità del governo fantoccio Karzai e delle truppe NATO.

Perché in questa situazione di guerra aperta le truppe italiane/NATO promuovono iniziative propagandistiche ad esclusivo uso e consumo della stampa occidentale, mettendo così a rischio la vita dei civili afgani, soprattutto bambini?

VIA SUBITO LE TRUPPE ITALIANE DALLA GUERRA AFGANA.

domenica 25 novembre 2007

PARLAMI DI TE.STORIE AL FEMMINILE

venerdì 30 novembre
alle ore 21
a Novello, presso il salone polifunzionale,


si terrà la proiezione del lungometraggio

"PARLAMI DI TE.STORIE AL FEMMINILE"

Il film di Carlo Turco si propone di dar voce alle donne immigrate, di farle comunicare tra differenti provenienze, di cercare di farle conoscere al pubblico italiano nella convinzione che esse rappresentano il motore profondo del processo di integrazione.

con la serata vi proponiamo di favorire un processo di conoscenza reciproca e di discussione al fine di far crollare gli stereotipi che da sempre (e oggi più che mai) circondano gli immigrati.

Per questo motivo Vi chiedo di essere presente per guardare insieme il documentario e per aiutarci a riflettere su cosa vuol dire essere immigrati oggi.

Sperando di poterVI incontrare presto ti porgo un caloroso saluto

Roberto Passone

venerdì 23 novembre 2007

Riunione del Circolo "Pablo Neruda" di Saluzzo e Barge

Caro Compagno/a

Con la presente ti invitiamo a partecipare ad una riunione dei Compagni e delle Compagne di Rifondazione Comunista di Saluzzo e Barge per

MERCOLEDI’ 12 DICEMBRE
ALLE ORE 21
Presso i LOCALI DEL CIRCOLO “Pablo NERUDA”
SALUZZO, piazza Cavour 31

Con il seguente Ordine del Giorno:

1) Dibattito sulla fase politica, in vista del Congresso Nazionale che si aprirà ufficialmente con il Comitato Politico Nazionale del 15e 16 dicembre
2) Situazione locale del Partito, rapporti con la Sinistra Alternativa e situazione economica del Circolo.

Ti chiediamo uno sforzo di partecipazione, la discussione deve coinvolgere tutte e tutti, non mancare!

Fabio Panero
segretario provinciale Rifondazione Comunista

Guido Del Zoppo
segretario Circolo “Pablo Neruda”

Cineforum in Rosso - Mare Dentro

Cineforum in rosso
lunedì 26 novembre - ore 21 -
MARE DENTRO
2004, di Alejandro Amenàbar
(sul tema dell'eutanasia e del libero arbitrio dell'uomo nelle decisioni che riguardano la sua volontà di vita o di morte)
Presso il Circolo di Rifondazione Comunista "R.Luxemburg"
in V. Saluzzo 28 - Cuneo

"Mare dentro", la ribellionedi un anarchico che vuole morirecontro il volere di teologi e preti
Mare dentro , gioiello del giovane regista commercial- autoriale che è il cileno di Spagna Alejandro Amenabar ( Apri gli occhi , The Others ). L'eutanasia, reato (lo è, non solo per i comandamenti ma anche per i codici) per cui un feroce dittatore può riposare in pace accompagnato da una funzione religiosa in pompa magna che al povero Welby (che neanche l'aveva chiesta) viene negata.Il problema dell'eutanasia, senza moralismi faziosi, in quest'opera rappresenta uno schiaffo in pieno viso. Ramon Sampedro, anarchico galiziano, a 26 anni rimane tetraplegico per un tuffo malcalcolato. Per trent'anni rifiuta la sedia a rotelle, autorecludendosi in un mondo di lettura, scrittura, musica e immaginazione. Questi anni sono anche dedicati a una strenua lotta legale per vedersi riconosciuto il diritto a morire, come supremo atto d'amore per la vita. Espressione contraddittoria solo per chi è rinchiuso, lui sì, in regole fondamentaliste e ottuse. Pur privo della carica sdrammatizzante e positiva del prossimo Schnabel de Lo scafandro e la farfalla , ne condivide la forza e l'intensità, oltre che alcune similitudini, come le dirompenti autobiografie dei rispettivi protagonisti.Se Bauby compose un inno alla vita nonostante tutto, il riconoscimento di sè attraverso la sofferenza, Sampedro lasciò come testamento morale Lettere dall'inferno , lucido e drammatico racconto di una condizione che lui vedeva come ingiusta prigionia, privazione di libertà (che cercava infatti nell'arte e nella fantasia) insopportabile per uno come lui, per cui il vero "peccato" era odiare la propria esistenza, non volere la morte. Oltre alla diligente e talentuosa regia di Amenabar (che gli valse il Leone d'Argento), l'anima e il corpo immobile di questo film sono quelli di Javier Bardem, che non a caso ottenne a furor di popolo la Coppa Volpi. Truccato, invecchiato, incanutito e ingobbito, in una parola mortificato, è credibile e commovente e bilancia con la sua interpretazione essenziale anche le tentazioni liriche e retoriche.Il suo lavoro è la sintesi dell'epica che solo cinema e vita possono esprimere, di come i dilemmi morali, etici e politici scompaiano quando si è di fronte a un evento reale, quando la teoria (e la teologia) diventano carta straccia. Sampedro la sua ribellione al sistema (dopo aver cercato di cambiarlo, rispettandolo) la affronta senza mezze misure, come si vedrà nel film, nel modo più drammatico. Fu lo sfogo di chi ha lottato e ha perso perchè erano i suoi avversari ad aver scritto le regole e ad avere le carte migliori. Di chi fa saltare il banco, perchè per di più hanno barato sulla sua pelle. Mare dentro è un lungometraggio didascalico nell'affrontare di petto la tematica del triangolo Stato- Uomo- Chiesa. Bardem- Sampedro è un santo laico che ribadisce la necessaria distinzione tra potere spirituale e temporale a favore di una comunità al servizio del singolo. Non individualista, ma che ascolti le istanze dal basso, a partire da chi è costretto in un letto. Diritto alla vita non vuol dire vietare aborto e eutanasia, privare l'uomo di quella libertà che persino il dio uno e trino riconosce nel sacro principio del libero arbitrio (poco comprensibile, forse, ai Cei boys Bagnasco e Ruini). Lui, che dicono sia onnipotente, dovrebbe sapere che permettere di abortire o di scegliere una morte dignitosa non vuol dire costringere a farlo. Ma purtroppo, ora più che mai, la Chiesa è un monarca capriccioso e dispotico, i cui sudditi hanno solo doveri. In nome del papa re.

mercoledì 21 novembre 2007

Dibattito pubblico "La Città che cambia"



Sacrica la locandina QUI





PERCHE' RIFONDAZIONE COMUNISTA NON HA CONDIVISO L'ENTRATA DEL COMUNE DI CUNEO IN TECNOGRANDA

Nel consiglio comunale del 19 e 20 novembre siamo stati chiamati a votare una delibera che ha sancito l'entrata del comune di cuneo in TECNOGRANDA con 240.000 euro pari al 10% del capitale azionario
TECNOGRANDA è una società partecipata "incubatrice d'impresa" con sede a Dronero: laboratori, macchinari costosissimi pagati con fondi della comunità europea (sviluppo aree depresse) mandata a rotoli dagli azionisti privati.
Ora ci spiegano che TECNOGRANDA può e deve risorgere, cambiare "mission" occuparsi di agroalimentare, fare sistema con la facoltà di agraria di Cuneo.
Tutte cose sacrosante: peccato che come sempre in Italia il privato sperpera, tanto poi paga pantalone.
Troppo facile il paragone con l'aeroporto di CUNEO-LEVALDIGI, con la differenza che il comune di Cuneo in TECNOGRANDA NON c'era!
Insomma dal mio punto di vista l'ennesima partecipata che necessita di iniezione di capitale fresco guarda caso pubblico per sopravvivere.
In sede di dibattito in Commissione Consigliare ci hanno parlato di scommessa (240 MILA EURO!!!) di "money to knowledge" denaro (sempre nostro) in cambio di tecnologia, ed il manager che ora dirige tecnogranda ci viene a vendere molto bene l'ennesimo "prodotto" , vantando esperienza con varie multinazionali tra le quali Barilla, fornendo dati sull'immancabile pareggio del bilancio (questo è il punto!! TECNOGRANDA è in perdita, oltre 500 mila euro).
Io ho detto no grazie, sicuramente mi sbaglierò, sicuramente sono ideologico, MA NON MI SENTO DI ANDARE DAI NOSTRI ELETTORI E CONCITTADINI A CHIEDERE UN SIMILE ESBORSO: IN CAMBIO DI COSA? QUI VIENE IL BELLO: IN COMMISSIONE BILANCIO CI HANNO FATTO CAPIRE TRA LE RIGHE CHE LA CONTROPARTITA SARA' L'IMMANCABILE POSTO IN CONSIGLIO D'AMMINSTRAZIONE DI TECNOGRANDA ANCHE PER QUALCUNO INDICATO DALL'AMMINISTRAZIONE.

Per questi motivi non ho votato un simile provvedimento, applicando una "astensione costruttiva": spero tanto di sbagliarmi!
Fabio Panero
consigliere comunale e segretario provinciale PRC

martedì 20 novembre 2007

Genova, 17 novembre 2007












Dedicata ad Antonio Di Pietro e Clemente Mastella

CANZONE DEL MAGGIO (versione inedita)

Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
se la paura di guardare vi ha fatto guardare
in terra se avete deciso in fretta
che non era la vostra guerra
voi non avete fermato il tempo
gli avete fatto perdere tempo.

E se vi siete detti
non sta succedendo niente,
le fabbriche riapriranno,
arresteranno qualche studente
convinti che fosse un gioco
a cui avremmo giocato poco
voi siete stato lo strumento
per farci perdere un sacco di tempo.

Se avete lasciato fare
ai professionisti dei manganelli
per liberarvi di noi canaglie
di noi teppisti di noi ribelli
lasciandoci in buonafede
sanguinare sui marciapiedi
anche se ora ve ne fregate,
voi quella notte voi c'eravate.

E se nei vostri quartieri
tutto è rimasto come ieri,
se sono rimasti a posto
perfino i sassi nei vostri viali
se avete preso per buone
le "verità" dei vostri giornali
non vi è rimasto nessun argomento
per farci ancora perdere tempo.

Lo conosciamo bene
il vostro finto progresso
il vostro comandamento
"Ama il consumo come te stesso"
e se voi lo avete osservato
fino ad assolvere chi ci ha sparato
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
voi non potete fermare il tempo
gli fate solo perdere tempo.

Fabrizio De André

domenica 18 novembre 2007

Cineforum in Rosso - La Mala Educacion

Cineforum in rosso
lunedì 19 novembre - ore 21 -

LA MALA EDUCACION

2004, di Pedro Almodòvar
(sul tema dell'omosessualità e della diseducazione e coercizione religiosa)

PRESSO IL CIRCOLO PRC "ROSA LUXEMBURG" IN V. SALUZZO 28 - CUNEO

recensione di Vincenzo Patanè

Dopo essere stato presentato a Cannes, esce sugli schermi italiani La mala educación, l’ultimo film di Pedro Almodóvar. Strutturato in tre momenti narrativi – il 1964, in piena repressione franchista, il 1977, con la libertà postdittatura, e il 1980, in anni di sfrenata movida – il film ha una trama particolarmente complessa. Enrique Goded (Fele Martínez), regista in cerca di ispirazione, riceve nel suo ufficio Ángel (Gael García Bernal), un giovane che sostiene di essere in realtà il suo amico d’infanzia Ignacio e che gli propone una sceneggiatura, “La visita”. Questa racconta la loro infanzia in un collegio religioso, il loro amore delicato e forte, e l’espulsione di Enrique da parte del direttore, Padre Manolo, per poter approfittare di Ignacio.

Enrique accetta di girare un film tratto dalla sceneggiatura ed inizia una relazione col giovane, nonostante abbia scoperto che altri non è se non Juan, il fratello di Ignacio, che nel frattempo è morto. Sul set, dove Juan ha la parte del travestito Zahara, compare però l’ormai attempato ex-padre Manolo; questi – succube per tutta la vita delle sue passioni – racconta la sua verità sulla morte di Ignacio e le responsabilità di Juan, che viene dunque allontanato da Enrique.

La mala educación non è un’opera autobiografica, nel senso che il regista spagnolo racconta cose viste in prima persona quando trascorse l’adolescenza in un collegio salesiano, ma non fu egli stesso oggetto di attenzioni. Il film è un melodramma noir, in cui i piani narrativi – passato, presente e finzione cinematografica – si confondono volutamente in un gioco di specchi, in cui realtà e menzogna si mescolano e le storie e le identità si moltiplicano e si accavallano. Così un ruolo è interpretato da più attori, mentre uno stesso attore incarna più ruoli.

Se ne esce forse un po’ frastornati, ma ne vale la pena poichè si tratta di uno dei migliori Almodóvar, molto vicino a La legge del desiderio per temi e spunti. Anche qui il regista riesce a evidenziare l’indissolubile legame fra Eros e Thanatos, l’amore e la morte, celebrando inoltre il suo sfegatato amore per il cinema. E qui pure quasi tutti i personaggi sono maschili, avvinti da passioni indomabili e voraci e imbarcati verso un destino fatale, fatto di sangue e di lacrime, in totale balia del desiderio, “la sola legge per la quale valga la pena di pagare un prezzo, un qualunque prezzo”.

Molti i momenti indimenticabili, a cominciare da quelli del collegio, che costituiscono un fortissimo attacco all’educazione religiosa della Chiesa, fatta di ipocrisia e peccato (ma la Chiesa spagnola non ha replicato, ben sapendo che si tratta della verità). Sono scene tremende: di corridoi austeri e di porte che si richiudono, di incontri notturni e di ricatti, di sguardi maliziosi e di palpeggiamenti, di traumi e di violenze sessuali.

Oppure la scena in cui Zahara è una femme fatale, ammantata in uno splendido vestito color carne, che canta seducentemente la toccante Quizás, quizás, quizás. Mentre Javier Camara, uno dei protagonisti di Parla con lei, canta travestito in un omaggio a Sara Montiel, la Mae West spagnola, un’icona gay degli anni Sessanta.

Certo, pochi registi sanno presentare l’universo gay al grande pubblico senza creare rigetto, nonostante la bramosa attenzione al corpo maschile e le numerose scene forti, dai travestiti ai rapporti fisici. Questi sono mostrati senza remore: c’è di tutto, da penetrazioni ad un pompino, quest’ultimo con il particolare di peli pubici rimasti in bocca. Una fisicità che non contrasta ma dà anzi più vigore all’inesauribile forza della passione, l’energia che muove ogni cosa. Belli i titoli di testa e la musica di Alberto Iglesias. E per quanto riguarda Gael García Bernal, l’attore messicano di Y tu mamá también, forse ancora più bello en travesti, sembra avere le carte in regola per diventare un nuovo Banderas.

Manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne

Care compagne,
sabato 24 novembre ci sarà a Roma la manifestazione nazionale contro la violenza maschile sulle donne.

Come partito siamo impegnat* alla migliore riuscita di questa iniziativa che riteniamo della massima importanza politica, sociale e simbolica in un momento in cui è oramai evidente quanto le violenze sulle donne da parte degli uomini rendano necessario la messa in discussione della cultura patriarcale, il ripensare i rapporti di potere tra i sessi, una assunzione di responsabilità soprattutto maschile.

Crediamo che non si tratti di un fenomeno riconducibile a questione di ordine pubblico, né tantomeno risolvibile con logiche securitarie e con i pacchetti sicurezza, e troviamo insopportabile la strumentalità con cui vengono usati i casi di violenze sulle donne per alimentare razzismo e xenofobia.
È necessaria una forte presa di parola pubblica su questo tema che deve riguardare la politica, la deve interrogare direttamente a partire dalla natura attuale delle relazioni tra i generi nel pubblico e nel privato perché si produca un cambiamento.

La Federazione Provinciale di Torino mette a disposizione n. 30 posti ad € 20,00.= sul treno che partirà dalla Stazione Porta Nuova alle ore 23,50 di venerdì 23/11 (arrivo Roma Tiburtina alle ore 07,53) e che ripartirà da Roma Ostiense alle ore 00,02 di domenica 25/11 (arrivo a Torino Porta Nuova alle ore 08,20).
Considerati i pochi posti a disposizione invito le compagne interessate a contattarmi in federazione al n. 011460471 oppure sul cellulare al n. 3394861094.

Con l'occasione vi ricordo l'assemblea pubblica che si terrà lunedì 19 novembre alle ore 20,30 presso l'Aula Magna dell'Istituto Avogadro di Via Rossini 18 dove verrà diffuso e discusso l'appello nato dall'assemblea che si è tenuta alla Casa Internazionale della Donna di Roma che ha indetto tale manifestazione.

Un abbraccio e a presto.

p. La Segreteria Provinciale
La responsabile dell'organizzazione
Donatella Fornasari
Via Brindisi 18/c
10152 Torino
Tel. 0115695132

Comunicato Stampa - Strada dei Cannoni

Il Consigliere Provinciale del PRC Ivan Di Giambattista
ed il Consigliere Regionale del PRC Sergio Dalmasso
interrogano provincia di Cuneo e Regione
sulla “strada dei cannoni”.



Presso la Provincia di Cuneo è stato il Progetto preliminare inerente la sistemazione della ex strada militare che da Valmala porta fino al colle di Sampeyre e poi prosegue fino a quello della Bicocca (strada dei “cannoni”) per un importo di circa un milione di euro.

Il progetto comprende altresì un collegamento intervallivo tra la valle Maira e la valle Varaita, mediante l’asfaltatura della strada che da Roccabruna, attraverso il colle di Valmala, porta a Valmala, nonché del tratto Lemma- pian Pietro.

La questione è stata oggetto di ampio dibattito sugli organi di informazione, in merito alla sostenibilità ambientale del progetto, in particolare per quanto concerne la strada di collegamento intervallivo che si intende asfaltare e sulla effettiva rispondenza alle ricadute di sviluppo turistico che il progetto dovrebbe innescare.

L’assessora alla montagna della Regione, Bruna Sibille, in nota informativa pubblicata dalla “Stampa” del 19 ottobre 2007 ha tra l’altro affermato che si intende mettere in atto il divieto di percorrere la strada dei “cannoni” con metti motorizzati e vincolare il non ancora deliberato contributo della Regione Piemonte alla garanzia della tutela dell’ambiente attraverso giudizi dati nel merito.

Preso atto dell’alto valore paesistico ambientale dei siti progettuali ed evidenziando la necessità di un ampio confronto sul tema, al fine di esaminare gli aspetti eventualmente non indagati sul progetto preliminare e per approfondire aspetti emersi dalle posizioni espresse sugli organi di stampa i Consiglieri Provinciale e Regionale del Partito della Rifondazione Comunista Ivan Di Giambattista e Sergio Dalmasso interpellano la provincia di Cuneo e l’Assessorato regionale chiedendo l’immediata convocazione della commissione provinciale competente con la partecipazione di tutti i soggetti interessati per approfondire tutte le tematiche evidenziate, quale atto propedeutico alla predisposizione del progetto definitivo e per sapere quali posizioni l’Assessorato regionale intenderebbe portare nella commissione stessa al fine di rispondere alle preoccupazioni di parte della popolazione interessata.

Riunione in sede PRC a Cuneo

MERCOLEDI' 21 NOVEMBRE ALLE ORE 21

presso la sede di Rifondazione di Cuneo invito a partecipare ad una riunione
con il seguente Ordine del Giorno:

-situazione amministrativa a Cuneo ed ultime novità in Consiglio (sperando che il Consiglio Comunale del 19 non si prolunghi anche al terzo giorno)

-organizzazione del dibattito sul Piano Regolatore del 29 novembre

Sono invitati alla riunione tutti quelli che hanno voglia di discutere/partecipare.


Fabio Panero

venerdì 16 novembre 2007

Dibattito Pubblico


IL NUOVO PIANO
SOCIO-SANITARIO REGIONALE:
quali prospettive
per la sanità cuneese

Dibattito pubblico

Mercoledì 19 dicembre
ore 18
Cuneo, Centro Incontri della Provincia
Sala “B” – Corso Dante 42

Interverranno:

SERGIO DALMASSO
Consigliere Regionale Partito della Rifondazione Comunista

ELEONORA ARTESIO
Assessore Regionale Sanità Regione Piemonte

Presiede e modera:
FABIO PANERO
segretario provinciale Partito della Rifondazione Comunista

giovedì 15 novembre 2007

Appello: Il triangolo nero, Violenza, propaganda e deportazione

Il triangolo nero Violenza, propaganda e deportazione.
Un manifesto di scrittori, artisti e intellettuali
contro la violenza su rom, rumeni e donne
sottoscrivete l'appello all'indirizzo:

mercoledì 14 novembre 2007

Scrittori in città 2007 - Tributo a Naviante


L'Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Cuneo
e la Provincia di Cuneo, in occasione di

scrittori in città 2007

presentano il volume di Jorge L. Alma (Cacho Narzole)
Tributo a Naviante. Rivoluzionavi argentini in terra di Langa
con scritti di Michele Calandri, Reno Masoero e Roberto Baravalle
giovedì 15 novembre,
alle ore 21 al Teatro Officina
in via Monsignor Bologna - Cuneo (accanto alla chiesa del Sacro Cuore)

Interverrà, oltre all'autore, Maurizio Chierici, editorialista de "L'Unità", scrittore ed esperto di problemi dell'America Latina

Letture di Luca Occelli

venerdì 9 novembre 2007

17 novembre 2007 - Manifestazione a Genova


Scarica la locandina QUI
Scarica il volantino QUI

LA STORIA SIAMO NOI - IL 17 NOVEMBRE TUTTI A GENOVA!

Perché un evento storico come la mobilitazione contro il G8 del 2001, di straordinaria potenza e di innovazione delle forme di partecipazione politica, non venga riscritto nelle aule di tribunale.

Per impedire che 25 persone a Genova e 13 a Cosenza paghino, con secoli di carcere e milioni di euro, la volontà di rivalsa sul fatto che 300.000 persone scesero in piazza nel 2001 contro i padroni del mondo.

Perché questi processi con imputazioni assurde e anacronistiche comeil reato di "devastazione e saccheggio" e con le loro prossime sentenze, non diventino un'ipoteca sulla libertà di manifestare di tutti imovimenti.

Perché Genova, come nel 2001, si faccia portatrice di un mondo senza frontiere, contro ogni forma di razzismo, contro politiche securitarie ed espulsioni di massa che mettono a rischio le libertà di tutti.

Le promozioni di De Gennaro e di molti altri dirigenti delle forze dell'ordine coinvolti nei fatti di Genova, la sicura prescrizione dei processi contro i poliziotti imputati per il massacro della scuola Diaz e le torture della caserma di Bolzaneto, l'archiviazione del processo per l'omicidio di Carlo Giuliani, così come la bocciatura della commissione parlamentare d'inchiesta sulla gestione dell'ordine pubblico in quelle giornate, rappresentano un'ulteriore offesa ai movimenti e uno schiaffo alla città di Genova.

*Invitiamo a ripartire da Genova per mobilitarci contro chi devasta lanostra storia e saccheggia le nostre vite*

Chiediamo a chi di competenza che siano rimossi tutti gli ostacoli per un accesso a tariffa sociale dei servizi delle F.S. come sempre stato per simili occasioni fino al 2006.

Questo è l'appello che invita alla mobilitazione per il 17 novembre a Genova.

Per Carlo, per la "liberazione dei 25", per noi.

guerrae: Riflettere sulla guerra, raccontare le guerre

Mi permetto di segnalare questo ciclo di incontri (diciamo in veste di presidente della commissione cultura a Cuneo e soprattuto di "amico di Casa Galimberti"..) che coinvolge anche nostri amici e compagni, frutto di un lavoro collettivo di discussione in questi mesi tra tanti amici e compagni...

guerrae: riflettere sulla guerra,
raccontare le guerre
Casa Galimberti (piazza Galimberti 6 Cuneo)
novembre-dicembre 2007
giovedì 29 novembre ore 17.30
Dipingere la Guerra-inaugurazione mostra Franco Biagioni
presentazione progetto guerrae
venerdì 30 ore 16.30
facoltà di agraria a Cuneo (ex-macello)
ASCANIO CELESTINI presenta Scemo di Guerra (ore 21 al Toselli)
sabato 8 dicembre piazza Galimberti The Readers' Corner
10 lettori per 10 leggii, letture sulla guerra
(leggerò anch'io, portate pure verdure da lanciarmi contro)
giovedì 13 dicembre ore 17.30
Casa Galimberti
raccontare la guerra dall'interno
incontro con Arianna Bernabei (la romana!) operatrice umanitaria in Darfur
Saluti Comunisti
Fabio Panero

Il cuore nel passato e lo sguardo nel futuro.

Le forze della sinistra cuneese si incontrano e danno inizio al processo per giungere ad un soggetto politico nuovo.

Il giorno: l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Il luogo: la Società Operaia di mutuo soccorso di Fossano. La scelta del tempo e del luogo per il primo incontro provinciale delle forze politiche della sinistra italiana, forse, non è del tutto casuale. Quando Livio Berardo lo ha ricordato, in apertura di serata, il sorriso si è aperto sul volto della ventina di intervenuti. I discorsi che si sono intrecciati durante la serata del 7 novembre non erano rivolti però al passato, quanto piuttosto al presente ed al futuro. La nascita del Partito Democratico è indubbiamente un elemento di dinamizzazione del sistema politico italiano, ma soprattutto è la situazione sociale e politica, italiana ed internazionale, che esige nuove analisi e nuove risposte. Per questo si sono incontrate le Direzioni provinciali di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica, affrontando i compiti che Berardo ha indicato nella sua introduzione: costruire una nuova forza politica e, contemporaneamente, sostenere questo Governo per far sì che attui il programma previsto.

Il Segretario di Rifondazione, Fabio Panero, ha escluso un’ipotesi che si riduca a trattative tra le segreterie dei Partiti oggi esistenti, e ha sollecitato un grande confronto pubblico, capace di coinvolgere anche tutti coloro che oggi costituiscono la sinistra diffusa, che operano nei movimenti e nell’associazionismo, che si collocano in modo diverso all’interno di un grande progetto di cambiamento economico e sociale.

Enzo Lisai, Segretario dei Comunisti Italiani, ha posto l’accento sulle difficoltà del mondo del lavoro, sulle fabbriche che chiudono anche nella nostra provincia, sulla necessità di dare vita ad una confederazione della sinistra. Altri hanno invece sostenuto che è fondamentale guardare oltre le forze esistenti, pensare alla sinistra come una realtà variegata e multiforme, non tutta riconducibile alla tradizione del movimento operaio e delle forze storiche che ad esso si sono riferite. Molti intervenuti hanno concordato sui limiti del Partito Democratico: il verticismo (un partito di apparati), il formalismo (prima si crea il contenitore e poi, forse, si parlerà di contenuti) e la delega fiduciaria (un partito senza iscritti e senza tesserati è un’organizzazione in cui non esiste nessuna possibilità di controllo sull’operato dei dirigenti, è la negazione della democrazia diretta che ha sempre caratterizzato i partiti italiani, almeno fino alla nascita di Forza Italia). La forza politica che si vuole creare deve andare esattamente nella direzione opposta. Su questa strada gli ostacoli sono tanti, a partire dall’enorme difficoltà che viene dallo stare in un Governo che è preso in ostaggio dalle forze più conservatrici della coalizione, quelle che stanno facendo di tutto perché il programma de L’Unione non venga attuato: che ne è, infatti, del “superamento della Legge 30”, o del conflitto di interessi, o dei DICO, o di molti altri punti qualificanti non realizzati? Nonostante questo, il dialogo nella sinistra è iniziato e deve procedere. Prossime tappe saranno le iniziative pubbliche che si andranno ad organizzare nei diversi centri della provincia, a partire dal capoluogo. Il processo per giungere alla creazione di una forza politica nuova e credibile, capace di portare a sintesi le differenze senza annullarle, è iniziato.

MA SIAMO PROPRIO SICURI?

La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla di ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore".
Lev Trotzkij

Quanto sta avvenendo in queste ore nel dibattito sulla cosiddetta sicurezza non può che destare preoccupazione e allarme.
Un crimine, per orrendo che sia (e quello di Tor di Quinto sicuramente lo è) rischia di produrre una sorta di ritorsione collettiva, nelle istituzioni e nella società, contro interi gruppi etnici e intere popolazioni, al di fuori da ogni criterio di civiltà, giuridica ed umana.
Non può non indignare il tentativo di “socializzare” la colpa dell’autore del crimine, facendola pagare a migliaia di donne, uomini, bambini, già costretti a vivere in condizioni di indigenza estrema nelle periferie delle nostre città..
Le immagini delle ruspe immediatamente entrate in azione per spianare gli “insediamenti abusivi” e ostentate in tutti i telegiornali, le irruzioni nei “campi nomadi”, le identificazioni di massa, annunciate trionfalmente, come se tra quel crimine e quelle persone scacciate esistesse un nesso diretto, fino all’aggressione squadristica di Tor Bella Monaca, evocano scenari inquietanti, di altri luoghi e di altri tempi. Alludono ad un clima di odio, di ostilità, di paura aggressiva, gonfiatosi su territori, attanagliati dalle incertezze e da un senso di precarietà che induce alla ricerca del capro espiatorio.
Sgonfiare questa bolla di rancore ed emotività, neutralizzarne i veleni, dovrebbe essere il compito della politica. Di chiunque lavori davvero alla costruzione di una condizione di “sicurezza collettiva”.
Ma le vicende di queste ore ci parlano d’altro. Di una politica e di un sistema informativo che, a parte poche eccezioni, finiscono per semplificare e per cavalcare la spirale di odio, individuandola come risorsa capace di assicurare il consenso prodotto dalla paura.
Hanno cominciato Fini e i gruppuscoli della galassia di estrema destra, perfettamente coerenti con le loro culture di origine. Ma gli altri (il Partito Democratico e il Sindaco di Roma), purtroppo, non si sono tirati indietro, hanno inseguito le destre sullo stesso terreno securitario, forse pensando di contendergli lo spazio in una rincorsa sciagurata. Di fatto contribuendo ad alimentare i rancori e a legittimare implicitamente gli umori più lividi. A sdoganare l’ostilità preconcetta verso gli stranieri. Ad incoraggiare chi pensa che si possa fare da sé.
Ma siamo proprio sicuri che è questo il mondo che vogliamo costruire per le future generazioni?

Fabio Panero
consigliere comunale e segretario provinciale Rifondazione Comunista

giovedì 8 novembre 2007

"PARLAMI DI TE" IN TV!

E' con piacere che do notizia che martedì prossimo 13 novembre, la rubrica "Punto donna" su Rai 3 condotta dalla giornalista Ilda Bartoloni alle ore 12,25 (subito dopo il Tg3) dedicherà un servizio di alcuni minuti a "Parlami di te - Storie al femminile" il documentario sulla condizione della donna migrante in Provincia di Cuneo e in Piemonte prodotto dal C.I.C. (Coordinamento Immigrati Cuneo) e girato dal regista fossanese Carlo Turco.
Ricordo ancora che il film si propone di far conoscere e discutere e che dunque per gli interessati a promuovere proiezioni o dibattiti nelle sedi più varie sono a disposizione copie del documentario.

Carlo Masoero

Intervento in Aula di Fosco Giannini, senatore Prc-Se, sulla Rivoluzione d’Ottobre

Intervento in Aula di Fosco Giannini, senatore Prc-Se, sulla Rivoluzione d’Ottobre

(L’intervento è avvenuto tra la contestazione, tentativi di interruzione e le urla continue dell’intero centro-destra)

Signor Presidente, ieri sera, sul Tg2 – “Seconda parte”, ore 20.30, è andato in onda un servizio sulla Rivoluzione d’Ottobre.

Affermo in modo determinato, forte e chiaro che questo servizio è stato una vergogna!

E’ stato esplicitamente detto – Signor Presidente – che la Rivoluzione d’Ottobre è stata solamente un sanguinoso colpo di stato, che ha messo fine alla vera rivoluzione, quella menscevica; che ha prodotto solo nuovo zarismo; che ha gettato la Russia nel sangue e nella violenza; che ha esportato con la forza l’orrore nel mondo; che la Rivoluzione d’Ottobre ha favorito il sorgere del fascismo in Italia; che lo stesso nazismo sarebbe nato per combattere il mostro del comunismo; che la storia avrebbe dimostrato che comunismo e nazismo sono la stessa cosa; che – infine – il comunismo avrebbe “manipolato” i contadini e gli operai italiani.
E per dare forza a tale affermazione, il servizio si è chiuso con le immagini di manifestazioni operaie italiane degli anni ‘50 –‘60 con le bandiere rosse.


Io mi sono alzato in piedi, Signor Presidente, come si alzavano i contadini di Di Vittorio di fronte ai padroni delle terre; mi sono alzato in piedi senza togliermi il cappello per dire a tutti che questo servizio televisivo è contro la democrazia, contro la storia e contro la civiltà.

La Rivoluzione d’Ottobre è stata tra i più grandi eventi della storia dell’umanità. Essa – superando il capitalismo – ha dimostrato, una volta per tutte, a tutti i popoli oppressi, all’intero proletariato mondiale, che i rapporti di produzione capitalistici non sono naturali e dunque eterni ed immutabili.

Ha dimostrato che lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sulla donna non è un destino ineluttabile; che i padroni – come l’aristocrazia francese – non sono figli di Dio!

La Rivoluzione d’Ottobre, Signor Presidente, non favorì il fascismo, ma sconfisse il nazifascismo e spinse masse sterminate – sul piano planetario – a liberarsi dal colonialismo, dallo sfruttamento e dalle dittature fasciste!

E le grandi lotte operaie e contadine di questo Paese furono possibili anche grazie all’ideale acceso dalla Rivoluzione d’Ottobre!

Il comunismo – si è detto – sarebbe uguale al nazifascismo. Si vergognino!

Lo si vede ancora oggi – e sempre si vedrà – la differenza: ancora oggi i fascisti e le destre sono i rappresentanti e i servi fedeli del potere economico e dei signori della guerra; e, come i nazisti di un tempo, hanno in odio i diversi, i Rom, gli immigrati e i comunisti!

Noi, i comunisti e la sinistra, come sempre, per nostra natura ideale, siamo dalla parte della pace e dei lavoratori.

Mi lasci rispondere a tanta vergogna, Signor Presidente, mi lasci parlare con il cuore:

viva la Rivoluzione d’Ottobre!
viva Antonio Gramsci!
viva Giuseppe Di Vittorio!
viva i morti di Reggio Emilia!
viva il socialismo!

Dibattito "Partito, Governo e Movimenti"

Sabato 10 novembre alle ore 16
presso la sala ex-IACP a Cuneo
in via Amedeo Rossi 22
l'Associazione Culturale Sinistra Critica (area programmatica del PRC)
organizza un dibattito dal titolo
"Partito, governo e movimenti"
interverrà il Sen. FRANCO TURIGLIATTO

giovedì 1 novembre 2007

Cineforum in Rosso - Novembre







Cineforum in Rosso - Novembre



Al circolo Rosa Luxemburg, in V.Saluzzo 28 a Cuneo,
ogni lunedì proiezione di un film,
per socializzare e discutere sul tema della serata.



Ecco il programma di novembre:



lunedì 5 novembre - ore 21 - NICHI


lunedì 12 novembre - ore 21 - BRONX


lunedì 19 novembre - ore 21 - LA MALA EDUCACION


lunedì 26 novembre - ore 21 - MARE DENTRO




TUTTI I LUNEDI' - INGRESSO LIBERO!!
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