mercoledì 30 aprile 2008

RIPARTIRE DA RIFONDAZIONE COMUNISTA

LETTERA APERTA AGLI ISCRITTI, AGLI EX-ISCRITTI, AI SIMPATIZZANTI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA.

Caro Compagno, cara Compagna,

di fronte al disastro politico elettorale che ha colpito la Sinistra e Rifondazione Comunista in Italia (e nella nostra provincia, dove l’estrema destra neo-fascista prende più consensi della Sinistra Arcobaleno, Critica,Comunista, etc.!!!..) POCHE PAROLE E, SPERO, CHIARE.

Ritengo che ripartire da Rifondazione Comunista - che deve continuare a vivere per l’oggi e per il domani, cambiare per non ripetere gli errori che ci hanno portato a questo disastro - è condizione assolutamente necessaria per poter ricominciare a lavorare ad un processo di unità della sinistra che - evitando scorciatoie politiciste ed organizzative - riesca a ricostruire una lettura credibile della società italiana, un qualche grado di radicamento sociale e un senso concreto dell’utilità sociale della sinistra in questo nostro paese.

Più Rifondazione Comunista vuol dire più Sinistra: qui si tratta di decidere se gettare a mare un progetto politico e organizzativo oppure se ripartire da dove ci siamo persi, con idee chiare.

Non è il momento della rassegnazione, ma è il momento della lotta. Ci sono migliaia di compagne e compagni in Italia che non vogliono che scompaia Rifondazione Comunista. Io sono tra quelli.

Il Congresso si terrà a luglio: ognuno, in quella sede, liberamente dirà ciò che pensa del futuro.

Ora si tratta di rimettersi in piedi: per me ripartendo da Rifondazione Comunista.

Il mio invito è a partecipare ad un’

ASSEMBLEA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

CUNEO,

SABATO 10 MAGGIO ALLE ORE 15

Presso LA SALA EX-I.A.C.P. VIA AMEDEO ROSSI 22

(CENTRO STORICO, DIETRO LA FEDERAZIONE)

SE CI CREDI NON MANCARE!

Fabio Panero,

Segretario Provinciale Rifondazione Comunista

Proposte di sensibilizzazione ecologica

Venerdì 2 maggio per chi fosse interessato alle 18.30 ci troviamo presso lo studio del fotografo Marco Sasia a Cuneo, accanto al Municipio (dove avevamo fatto le foto per le amministrative) per discutere di un progetto che vorremmo proporre all'amministrazione cittadina su rifiuti, sensibiliazzazione ecologica e ambientale attraverso i linguaggi espressivi della musica e del teatro.
Per saperne di più PARTECIPA!
Fabio Panero e Liliana Meinero

WALTER SANTO SUBITO!

Tra saluti romani e croci celtiche, nella "notte nera" per Alemanno c'era un cartello che recitava testualmente:
"Con le Primarie ha fatto cadere il governo Prodi,
con le elezioni politiche ha cacciato i Comunisti dal Parlamento,
candidando Rutelli ha perso Roma:

WALTER SANTO SUBITO!".

PrimoMaggio 2008


lunedì 28 aprile 2008

1 MAGGIO A VALDIERI

- Giuliano Giuliani torna a Cuneo il 29 aprile, alla sera alle ore 20 sarà a VALDIERI alle ore 20,00 per la proiezione del film "MORIRE DI LAVORO" presso la Sala Incontri Ente Parco Alpi Marittime.

- 1 MAGGIO: sempre a Valdieri una bella giornata per la festa dei lavoratori: dalle 9.00 del mattino mostra mercato di contadini e artigiani della montagna, e della Coop. "Lavoro e non solo" di Corleone operante sui terreni sequestrati alla mafia, video, camminata sui sentieri della Resistenza.
13.00 PRANZO (SU PRENOTAZIONE) PRESSO LA PROLOCO (tel 0171/67888, 0171266845)
POMERIGGIO: animazioni teatrali di strada.

Demolito il teorema: «Il fatto non sussiste». Tra gli imputati Caruso e Casarini. Il Pm Fiordalisi aveva chiesto 50 anni di carcere

Cosenza, assoluzione per il Sud Ribelle
Contestare il G8 non fu sovversione

Doveva essere il giorno di Fiordalisi, a Cosenza. Invece è stata una sera di festa. Il teorema di quel pm, confezionato dai Ros del generale Ganzer, non ha retto nemmeno alla prova del primo grado: il fatto non sussiste. Il Sud Ribelle non è una combriccola di cospiratori sovversivi e violenti. Nemmeno alla luce di vecchi arnesi - le leggi speciali di quando Cossiga si scriveva con la K - o vecchissimi come il codice Rocco, ministro di Mussolini. Tutti assolti i 13 no global sotto inchiesta da sette anni per associazione sovversiva finalizzata a contestare il G8 del 2001. Si tratta di disobbedienti, Cobas, attivisti e mediattivisti calabresi, campani e pugliesi. Francesco Caruso, Luca Casarini (unico non meridionale), Claudio Fiordalisi, Alfonso de Vito, Francesco Cirillo e suo figlio Emiliano, Antonino Campennì (parte lesa nel processo napoletano per le violenze di polizia al Global forum), Salvatore Stasi, Peppe Fonzino, Anna Curcio (teste dell'accusa al processo Diaz), Lidia Azzarita, Vittoria Oliva, Michele Santagata. Per loro era stato chiesto mezzo secolo di galera più altri 26 anni di libertà vigilata.
«Adesso chi ha disposto questo assurdo teorema dovrebbe rispondere con la propria carriera», commenta a caldo Francesco Caruso, già deputato Prc, destinatario di una delle pene più alte: 6 anni più 3 di libertà vigilata.
C'era tensione ieri mattina, quando è iniziata l'udienza con le ultime tre arringhe difensive in un tribunale blindato fuori e dentro Palazzo di Giustizia, moltissimi gli agenti in borghese. Quando la corte è rientrata dopo nemmeno un'ora di camera di consiglio è stato chiaro che il teorema era crollato. Erano le 19. Allora sono stati cori e abbracci con gli attivisti a saltare anche sulle sedie lanciando slogan in ricordo di Carlo Giuliani. «Sembrava una curva dello stadio! - esclama Fiordalisi, leader degli ultras - la notizia è che a Cosenza esiste un giudice. Questa è la seconda sentenza dell'anno». Sotto il tribunale, dove si trasferisce la festa, uno striscione ricordava Peppino Mazzotta, uno dei difensori cosentini morto nel corso del processo.
«E' una buona notizia - commenta Paolo Ferrero - la protesta sociale non è un fatto di ordine pubblico». «Crolla il tentativo di criminalizzare con un teorema, il movimento di Genova e il conflitto in generale», ricorda Graziella Mascia, già deputata e teste della difesa a Cosenza.
Fiordalisi, certo, ricorrerà in appello. Ma intanto oggi, 25 aprile, la festa è doppia.

checchino antonini

da Liberazione 25/04/2008

giovedì 24 aprile 2008

25 APRILE



ORA E SEMPRE, RESISTENZA!

ASSEMBLEA CON PAOLO FERRERO

A tutte/i le/i compagni interessate/i segnalo che
mercoledì 30 aprile, alle ore 18.00
a Torino presso il salone ATC – Corso Dante 14
si terrà un'assemblea con il Compagno
Paolo Ferrero
Fabio Panero

mercoledì 23 aprile 2008

Intervento di Fabio Panero al consiglio comunale di Cuneo del 22 aprile 2008

Signor Presidente, ricordo innanzi tutto a chi sostiene che solo ora ci ricordiamo del Dalai Lama che pochi mesi fa quando venne in visita ufficiale in Italia venne ricevuto ufficialmente dalle più alte cariche dello stato (compreso il Presidente della Camera Fausto Bertinotti, oggi extraparlamentare) e dalla Presidenza e dal Consiglio Regionale del Piemonte, con grande risalto sui mass media.
Mi sono alzato in piedi, cari colleghi per dire a tutti che non stò né con la repressione cinese, naturalmente, né con i monaci (mi spaventano tutte le teocrazie) ma sto CON IL POPOLO TIBETANO: STO CON IL DIRITTO AI POPOLI ALLA RIBELLIONE: E’ DIRITTO E DOVERE DI OGNI POPOLO RIBELLARSI E AUTODETERMINARSI
STO CON TUTTI QUELLI CHE SI RIBELLANO AL PASSAGGIO DELLA TORCIA OLIMPICA (SI PUO’ DISCUTERE SE ERA GIUSTO O NO A PARIGI, strapparla dalle mani dei tedofori, MA LA RIVOLUZIONE NON è UN PRANZO DI GALA, come diceva un leader politico cinese oggi anche lui poco citato)
Sono felice che oggi si rivaluti l’importanza della contestazione alla fiaccola olimpica!
Quando nel 2006 alcuni di noi fecero la stessa cosa in Italia ed a Cuneo vennero trattati come pericolosi terroristi!
Le Olimpiadi rappresentano "da sempre un simbolo di pace, fratellanza, giustizia," la fiaccola olimpica era male accompagnata, sponsorizzata dalla Coca Cola, accusata, da varie associazioni per i diritti umani, IERI COME OGGI di fare strage quotidiana di sindacalisti e di non rispettare i più basilari diritti dei lavoratori in paesi come la Colombia e l’India; o peggio ancora dalla General Electric, finanziatrice della guerra in Iraq.
Eppure il vero spirito olimpico è quello di interrompere i conflitti bellici, legato a un’antica aspirazione di fratellanza e di valori non commerciali.
In quei giorni il sindaco di Torino, Governo e Toroc assunsero posizioni autoritarie nei confronti di tutte le forme di dissenso e di critica sul giocattolo olimpico. Qualcuno a Cuneo il 2 febbraio del 2006 finì anche in Questura! La fiaccola olimpica è stata accompagnata per 11.000 km da contestazioni pacifiche di migliaia di persone al simbolo di un’Olimpiade che ha contribuito alla devastazione delle valli Susa e Chisone, che ha visto Torino, capitale italiana della cassa integrazione, al centro di una speculazione edilizia, costata quattro morti sul lavoro nei cantieri olimpici, sperpero di denaro pubblico e scusa per approvare la repressiva legge Fini sulle droghe (con due canne vado in galera, mentre in Parlamento finalmente senza Comunisti siedono pluricondannati e inquisiti per mafia)
Al peggio non c’è limite, se pensiamo che il governo Berlusconi di allora (a volte ritornano più forti di prima) per alimentare quel pozzo senza fine del finanziamento olimpico di ben 6.000 miliardi di vecchie lire deve ricorrere al gioco d’azzardo con una serie di "gratta e vinci".
OGGI NEL MONDO: QUANTI POPOLI LOTTANO PER I LORO DIRITTI
(PALESTINA, CECENIA, I KURDI , in America Latina per la prima volta i popoli per decenni calpestati dal tallone dei Marines statunitensi, ora tenuti in scacco in Iraq, votano liberamente e votano A SINISTRA! E CHE SINISTRA!)

Sono stato definito da un collega "un anormale": ebbene è vero!
Io sono gay, sono rom, sono immigrato, frequento Centri Sociali, insomma sono qualcosa che dà fastidio, ma che grazie a tutti quelli che in questo paese si sono RIBELLATI, ieri (25 aprile e 1 maggio, per me il periodo più importante dell’anno, altri hanno Natale, il Santo Patrono, Carnevale) e oggi HO DIRITTO DI PAROLA, continuerò personalmente a non piegare la testa, anzi con orgoglio dico SONO COMUNISTA, e voterò tutti gli O.d.G. che stanno dalla parte di chi si ribella!

martedì 22 aprile 2008

La vittoria di Lugo in Paraguay

di Manfredo Pavoni Gay
da Carta quotidiano del 21 aprile

Moratti: "Non partecipo al 25 Aprile" Alghero, vietata Bella Ciao in corteo

di GIOVANNA CASADIO
su la Repubblica del 22/04/2008

ROMA - A memoria, non si ricorda che il sindaco di Milano, capitale della Resistenza, abbia dato forfait alla manifestazione del 25 aprile. Niente corteo per Letizia Moratti, benché da candidato sindaco nel 2006 se ne fece un gran pezzo spingendo la carrozzella del padre partigiano, né discorso dal palco da dove, lo scorso anno, aveva concluso con un "Viva la Resistenza". Fu fischiata ma anche abbracciata da Fausto Bertinotti, il leader comunista presidente della Camera. Un anno fa. Ora il sindaco Moratti fa sapere: "Non sarò a Milano, ma la giunta sarà rappresentata alle celebrazioni della Liberazione". Non è la stessa cosa, ma Moratti è "fuori città", anche il primo Maggio. L'Anpi, l'associazione dei partigiani, con un comunicato si dice "rammaricata". E la polemica a Milano monta anche sul volantino per la Liberazione in cui si parla di "rischi" che l'Italia attuale corre per "la tenuta del sistema democratico". La Uil dissente, il segretario della Lombardia Walter Galbusera osserva: "Non è un giudizio politico corretto". Un 25 aprile che per la Sinistra, ormai extraparlamentare, e per il Pd sconfitto da Berlusconi e dalla Lega, si carica di significato. A Roma, s'intreccia con la vigilia del ballottaggio tra Francesco Rutelli e Gianni Alemanno. Il manifesto rilancerà l'appello di Valentino Parlato: "Tutti a Porta San Paolo, il 25 aprile per una manifestazione tutt'altro che rituale visto il voto che ci sarà due giorni dopo". Mentre lo spareggio per il Campidoglio tiene con il fiato sospeso il centrosinistra, si mobilitano anche i centri sociali. Da Indymedia parte un tam-tam. Assemblea al centro "Cortocircuito" ieri con Francesco Caruso, il no-global ex deputato del Prc e Andrea Alzetta alias Tarzan. La parola d'ordine, preparando la partecipazione dei movimenti alla manifestazione di Roma, è: "Ricominciamo da qui, ora e sempre Resistenza". Qualcosa di simile al 25 aprile del 1994, dopo la prima vittoria di Berlusconi. Quattordici anni fa, il manifesto aveva chiamato alla mobilitazione a Milano; adesso, a Roma. Alberto Asor Rosa tuttavia pensa che non ci sarà "quella gigantesca presenza del '94. Oggi lo spirito è più ripiegato, deluso frustrato". Non c'è stato neppure il tempo per prepararlo un grande appuntamento. A dare la misura, c'è la stanchezza di Bertinotti, che ha deciso di non partecipare a nessuno degli appuntamenti, almeno finora. La resa dei conti a Rifondazione nel comitato politico, ha lasciato i segni. Paolo Ferrero, che ha battuto il segretario Franco Giordano, sarà a Milano "la manifestazione storicamente più importante". Da lui parte l'invito a mobilitarsi contro una "destra razzista, che ricorda i movimenti filonazisti degli Anni Venti: noi siamo abituati a un 25 aprile contro la nostalgia del fascismo", però questa volta è peggio, sostiene, è in atto "una rivoluzione conservatrice", con rigurgiti "pericolosi". Non si può non esserci, aggiunge Giovanni Berlinguer di Sd: "Ho letto delle posizioni del Pdl e della Lega che chiedono di cancellare dai libri di storia la Resistenza, questo mi indigna. Essere in piazza per la Liberazione è un modo per riaprire una strada che sul piano parlamentare è stata bloccata". Ad Alghero, dove il sindaco ha vietato di cantare "Bella ciao" ci sarà un "contro corteo" ed è scontro tra il primo cittadino forzista Marco Tedde, Antonello Cabras per il Pd e la Sinistra. Manifestazioni in tutt'Italia, Il presidente Giorgio Napolitano sarà a Genova, dopo la cerimonia all'altare della Patria a Roma con i ministri Parisi e Amato, dove sarà anche Walter Veltroni. Rutelli forse concluderà con un comizio la sua campagna il 25 aprile, Veltroni sarà con lui. Gianni Cuperlo alla Risiera di San Sabba. Rosy Bindi a Sant'Anna di Stazzema. Al corteo romano dell'Anpi, saranno presenti molti leader del centrosinistra e sindacalisti. Giordano osserva che è la prima occasione, con il primo Maggio, per "ridare vita e forza alla sinistra. Fini ha detto che il 13 e 14 aprile è stata la liberazione dell'Italia. No. Dopo un voto tanto drammaticamente spostato a destra, va ricordato che la nostra Liberazione è il 25 aprile e non bisogna consegnare Roma alla destra di Alemanno". Ugualmente, Giovanni Russo Spena chiama alla mobilitazione in nome dei valori fondanti della democrazia

Documenti e interventi del CPN del 19 e 20 apirle

Qui sotto potete trovare tutte le mozioni e gli interventi del CPN compressi in un file in formato .zip

lunedì 21 aprile 2008

PRC: LA SEGRETERIA SI DIMETTE, CONGRESSO 17-20 LUGLIO

La segreteria nazionale di Rifondazione Comunista guidata da Franco Giordano si è ufficialmente dimessa dalla guida del partito.
Il comitato politico nazionale ha approvato a larga maggioranza un dispositivo che accoglie le dimissioni del gruppo dirigente ed elegge proporzionalmente ai consensi ricevuti dai documenti presentati un comitato di garanzia per dare continuità all'ordinaria attività del partito. Il comitato sarà composto, viste le votazioni, da sei rappresentanti della nuova maggioranza guidata da Ferrero, cinque componenti del gruppo rappresentato dall' ex segretario Franco Giordano ed un esponente della minoranza dell' Ernesto.
Il dispositivo prevede la convocazione del prossimo comitato politico per il 3 d 4 maggio mentre il congresso straordinario del partito si terrà dal 17 al 20 luglio.

Prossimi Appuntamenti

MERCOLEDI' 23 APRILE ALLE ORE 17.30 presso la sala di S.Giovanni a Cuneo, via Roma 4 l'Isitituto Storico della Resisitenza inaugura la mostra "LIBERAZIONI" intervengono Marco Revelli, Livio Berardo e l'attore teatrale Luca Occelli
MERCOLEDI' 23 ALLE ORE 21, presso la sede di Rifondazione Comunista di Cuneo, via Saluzzo 28 è convocato il Comitato Politico Provinciale del PRC e della Sinistra (APERTO A TUTTI QUELLI CHE HANNO VOGLIA DI PARTECIPARE)
"Inutile" ricordare la fiaccolata del 24 aprile (ritrovo alle 20.30 in piazza Duccio Galimberti)
SABATO 10 MAGGIO alle ore 15 a Cuneo, presso la sala ex-I.A.C.P. in via Amedeo Rossi 22 è convocata un'assemblea degli iscritti, simpatizzanti, etc. di Rifondazione Comunista della provincia di Cuneo

Documento approvato dal CPN del PRC

La sconfitta elettorale che abbiamo subito nelle elezioni del 13 e 14 aprile ha dimensioni storiche.
Per la prima volta nell'Italia repubblicana la sinistra non è rappresentata in Parlamento.
Tutto questo mentre la destra populista di Berlusconi vince con grande consenso popolare e al suo interno una forza xenofoba come la Lega raddoppia i suoi consensi cambiando ulteriormente il panorama politico del nord Italia.
Le cause della nostra sconfitta vanno indagate a fondo perché riguardano l'essenziale, cioè il nostro rapporto con la società, con i mutamenti sociali di fondo. Non si esce dalla situazione in cui siamo senza un approfondito lavoro di inchiesta, di lettura partecipata delle dinamiche sociali. Questo lavoro dovrà caratterizzare il nostro impegno politico nella prossima fase.
Riteniamo infatti che il punto centrale che ha pesato sul negativo risultato elettorale è il fatto che nel concreto contesto politico, istituzionale e sociale, non è stata riconosciuto l'utilità sociale della sinistra. E' quindi sulla nostra utilità sociale, sul ruolo che la sinistra ha nella società che occorre riflettere e proporre per rientrare in gioco.
Nell'immediato non si può non vedere come abbia pesato negativamente la nostra incapacità di utilizzare la presenza in maggioranza e la partecipazione al governo per dare una risposta ai principali problemi sociali del paese. La risicata vittoria del 2006 non chiedeva solo, per avere un senso, la sconfitta di Berlusconi, ma anche la sconfitta delle politiche berlusconiane. Il governo e la maggioranza nel loro operare concreto non hanno risposto a questa esigenza e si sono al contrario piegati alle esigenze dei poteri forti su tutte le principali questioni sociali: redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà, tassazione delle rendite, laicità dello stato per non fare che alcuni esempi. La nostra azione politica si è mostrata inefficace e in questo contesto è maturata la non percezione dell'utilità sociale della sinistra.
Si è così consumata una crisi, la cui profondità non abbiamo saputo vedere, del nostro rapporto con il paese reale e in particolare con i movimenti e con le lotte. L'utilità dell'esperienza di governo come possibilità per invertire le politiche degli ultimi quindici anni si è rivelata, alla luce dei fatti, impossibile da realizzare e la nostra permanenza nel governo si è trasformata in un problema sia per noi che per i movimenti. A questo si è sommato il sistema elettorale bipolare e la campagna mediatica sul voto utile portata avanti non solo dai PD e PdL ma dal complesso dei mezzi di comunicazione di massa. Le elezioni sono state cioè un punto di passaggio per la costruzione di quel bipolarismo tra simili che è l'obiettivo delle classi dominanti di questo paese da almeno un quindicennio. Rendere le istituzioni impermeabili al conflitto sociale e rendere la politica uno strumento inservibile per l'emancipazione degli strati subalterni è l'obiettivo di questo bipolarismo che ha agito pesantemente nella campagna elettorale.
E' evidente inoltre che il modo in cui ci siamo presentati alle elezioni non ha funzionato.
Di questo mancato funzionamento si danno letture tra di loro diverse e persino diametralmente opposte, ma il punto politico fondamentale è che comunque l'operazione è fallita, e che agli occhi di tutti è risultata una operazione politicista che non ha intercettato la crisi sociale. Il complesso di questi elementi, l'incapacità a trasmettere l'utilità sociale di una nostra affermazione, ha fatto si che noi abbiamo perso voti in tutte le direzioni: verso il non voto da parte di chi pensa che "siete tutti uguali". Verso il PD da parte di chi, pur condividendo i nostri contenuti, ha ritenuto quello un voto più utile per battere Berlusconi. Addirittura verso la Lega da parte di ceti proletari che sentendosi non difesi dalla sinistra hanno pensato che visto che non si riescono a cambiare con un'azione generale le cose più importanti, almeno si migliorano le cose "a casa propria".

Ripartire dal sociale.
Questa sconfitta storica non è avvenuta in una fase di stabilizzazione economica e sociale. Noi non siamo dentro un ciclo di crescita economica che riduce le contraddizioni sociali. Al contrario siamo in una fase di crisi, con una insicurezza sociale e personale che sfiora l'angoscia. In quel sentirsi soli di fronte al pericolo è stato sconfitto il nostro progetto e la destra ha vinto le elezioni. Il punto è però che queste contraddizioni nella prossima fase sono destinate ad aumentare. Problemi di salario, precarietà, casa, ristrutturazione mercantile del welfare, aggressione del territorio e sua militarizzazione, sono destinati ad aumentare. Il nodo è se di fronte a questo inasprirsi della crisi sociale sarà la destra populista a farla da padrona con la proposta della guerra tra i poveri e la costruzione di capri espiatori, oppure se saremo in grado di ricostruire forme di solidarietà, di conflitto, di movimento, capaci di ricostruire una identità e una utilità sociale della sinistra.
A partire da questo punto di fondo occorre definire attraverso quali strumenti si riorganizza il campo politico della sinistra. E' infatti evidente che il rischio che stiamo correndo è che, dopo la sconfitta nella società, ci sia la disgregazione del tessuto militante e l' evaporazione della sinistra politica in una babele di linguaggi e di proposte. Il punto non è quindi l'accelerazione non si sa bene vero che cosa, ma la definizione di percorsi concreti, che ridiano un senso di appartenenza ad una comunità e che siano efficaci socialmente.
1 - In primo luogo occorre rilanciare il PRC come corpo collettivo. Il tema della rifondazione comunista non sta dietro di noi ma dinnanzi a noi nella sua dimensione di progetto politico, culturale, sociale e nella sua dimensione comunitaria. Riattivare il Partito della Rifondazione Comunista come progetto politico necessario alla sinistra in Italia per l'oggi e per il domani è un punto decisivo da cui non si può prescindere, in tutti i suoi aspetti, dal tesseramento all'iniziativa sociale, politica e culturale. Riattivare il Partito della Rifondazione Comunista dando certezze alle donne e agli uomini che hanno scelto di appartenere a questa comunità e dunque sgombrando il campo dalle ipotesi di dissolvenza e superamento, che hanno connotato la fase che abbiamo alle spalle, si sono esplicitate durante la campagna elettorale, contribuendo al disorientamento e alla demotivazione. Riattivare Rifondazione Comunista, riaffermando un'etica della politica, nella coerenza tra ciò che si enuncia e ciò che si pratica come nel quotidiano esercizio e rafforzamento della democrazia interna, rilanciando il percorso di Carrara. Riattivare il conflitto di genere dentro il partito, perché diventi realmente un soggetto sessuato in cui le donne non siano né fiori all'occhiello, né quote. Un partito che assuma il femminismo come punto di vista da cui rileggere il mondo e si faccia attraversare quotidianamente dalla critica delle donne alla politica. Occorre sapere con precisione che il PRC è strumento indispensabile ma non sufficiente per la ricostruzione di una ampia sinistra anticapitalista in questo paese. Indispensabile e non sufficiente: i due termini non delineano uno spazio geometrico ma una cultura politica da cui siano banditi tanto il settarismo quanto il liquidazionismo.
2 - Contemporaneamente occorre porsi il compito di riaggregare il campo della sinistra. La domanda di unità che è emersa nel corso della campagna elettorale e che emerge oggi va raccolta perché è una grande risorsa per uscire dalla sconfitta. Il PRC è indispensabile ma non sufficiente, sia perché la sinistra politica è più ampia dei soli comunisti, sia perché le forme concrete di impegno a sinistra vanno ben oltre quelle codificate dall'appartenenza ad un partito. Movimenti, comitati, collettivi, associazioni, militanza sindacale, vertenze territoriali ed ambientali: mille sono i modi in cui si fa politica oggi a sinistra. Pensiamo solo a cos'è il No Dal Molin a Vicenza o il No TAV in Val di Susa. Aggregare quindi il campo della sinistra a partire dalla valorizzazione di ciò che, a tutti i livelli, esiste e delle esperienze innovative che in questi anni ci sono state: basti pensare alla Sinistra Europea che proprio su questa idea è nata e ha fatto i suoi primi passi in questi anni. Ripartire dalla costruzione di spazi comuni della sinistra, di forme concrete di lavoro di inchiesta, di lavoro politico sociale e culturale sul territorio per costruire un percorso, non fagocitato da scadenze elettorali, che punti alla costruzione. dell'unità possibile di tutte le forze disponibili sulla base di contenuti, obiettivi, pratiche realmente condivisi. Un percorso unitario rivolto a tutti coloro che hanno sostenuto la Sinistra Arcobaleno e non solo. Un processo di aggregazione unitario che eviti la spaccatura tra chi propone la costituente della sinistra e chi propone la costituente comunista. Sono due proposte che frammenterebbero ulteriormente la sinistra, avrebbero effetti disgregatori nello stesso corpo di Rifondazione, il cui progetto politico è per noi prioritario rilanciare, dividerebbero la nostra gente sulla base di riferimenti ideologici privi di una consistente base politica. Due proposte che non affrontano il nodo principale: come ricostruire l'utilità sociale della sinistra.
Occorre partire subito con un percorso di riaggregazione, le cui forme e modalità saranno riconsegnate alla libera discussione di tutte e di tutti nel percorso congressuale, che non commetta gli errori di politicismo e di verticismo che abbiamo avuto nella fase precedente. La sinistra può nascere solo come strumento di partecipazione, solo se le sue organizzazioni sono guidate dai principi democratici e dalla trasparenza, senza il predominio degli apparati, con le loro logiche di cooptazione. Per questo indichiamo la costruzione di una discussione, sia interna al partito che coinvolgente tutta l'area della sinistra arcobaleno, come priorità politica delle prossime settimane. Occorre riprendere la discussione.Indichiamo parimenti la partecipazione a tutte le manifestazioni del 25 aprile e del 1° maggio presenti sul territorio con u messaggio chiaro:La destra populista cresce sui bassi salari, sulla precarietà, sulla mancanza di case e di servizi.Costruiamo l'opposizione sociale al governo Berlusconi.
Imma Barbarossa, Roberta Fantozzi, Loredana Fraleone, Fabio Amato, Ugo Boghetta, Bianca Bracci Torsi, Stefania Brai, Alberto Burgio, Maria Campese, Giovanna Capelli, Guido Cappelloni, Carlo Cartocci, Bruno Casati, Aurelio Crippa, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Claudio Grassi, Ramon Mantovani, Laura Marchetti, Citto Maselli, Giovanni Russo Spena, Bruno Steri, Luigi Vinci

venerdì 18 aprile 2008

"FOTOGRAMMI DI LIBERTA'" a VALDIERI

SABATO 26 APRILE 2008
VALDIERI
MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA E DEL TERRITORIO
ORE 21.00
"FOTOGRAMMI DI LIBERTA"
In occasione della ricorrenza della Festa della Liberazione e in concomitanza del 60° anniversario della Costituzione Italiana sabato 26 aprile alle ore 21.00 a Valdieri presso il Museo Diffuso della Resistenza e del Territorio verranno presentate tre mostre fotografiche tematiche legate al periodo della Liberazione e ai principi della nostra Costituzione.
Sotto un unico titolo emblematico "FOTOGRAMMI DI LIBERTA" sarà inaugurata questo trittico di produzioni fotografiche, la prima inedita dedicata all’ Ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini immortalato in vari momenti del suo indelebile settennato; ogni immagine sarà accompagnata da una celebre citazione del Presidente più amato dagli italiani seguita dalla propria didascalia di presentazione. Una decina di gigantografie in bianco e nero faranno rivivere "Un Grande Presidente – Sandro Pertini" titolo con la quale viene introdotta la mostra che,accompagnata da un sottofondo di brani musicali che hanno segnato gli anni dal 1978 al 1985.
Sempre in questa sede sarà possibile visionare altre due mostre già conosciute, ma sempre di grande effetto; una che ripercorrerà la vita della famiglia Bianco nelle varie fasi della Lotta di Liberazione prima, durante e dopo la guerra. In "Una Famiglia Partigiana" si rivivrà il periodo della liberazione di cui Livio e Alberto Bianco con le rispettive compagne furono i principali fautori e segnarono con Duccio Galimberti le sorti dell’Italia ridando agli italiani la libertà e la democrazia. A chiudere questa rassegna "Ali Spezzate- incidenti aerei sulle marittime durante il secondo conflitto mondiale" realizzata da Sergio Costagli, profondo conoscitore di questa pagina di storia che ha realizzato numerosi lavori su questo argomento.
Contestualmente sulla piazza del municipio,"Piazza della Resistenza", si esibirà un gruppo di giovani musicisti che proporranno brani di musica popolare con particolari riferimenti alla tradizione celtica. L’iniziativa è organizzata dal Comune di Valdieri e dalla Comunità Montana Valli Gesso e Vermenagna con la collaborazione ormai consolidata del Comune di Borgo S. Dalmazzo, della sezione ANPI della cittadina, dell’Istituto Storico e dell’A.r.c.i. seguiti da una serie di insostituibili collaboratori. Oltre ad essere un momento dedicato alla riscoperta della Memoria Storica e di omaggio a personaggi e fatti che hanno segnato la storia del nostro paese questa serata sarà il momento per una riflessione sui valori della democrazia, della libertà e della pace che sono le basi per il futuro dell’umanità.
Per informazioni è possibile contattare il Comune di Valdieri
0171-97109 o 348-7392896.

25 APRILE a VALDIERI




mercoledì 16 aprile 2008

Prc, l'ora della verità. Fine settimana Cpn, a luglio il congresso

Segreteria burrascosa per Rifondazione. Convocati gli organismi dirigenti: venerdì la direzione, fine settimana Cpn, a luglio il congresso. Al quale il Prc arriva diviso. Giordano: proseguire nella costruzione del soggetto unico. Ferrero: non sciogliere il partito

di Romina Velchi

Cinque ore di discussione: tanto è durata, nella sede nazionale, la segreteria più difficile di Rifondazione comunista, convocata già lunedì sera quando la dimensione del disastro elettorale era ormai evidente. Facce scure e volti tirati di chi non ha dormito. Lo tsunami che ha spazzato via la Sinistra arcobaleno, una tragedia umana oltre che politica, ha conseguenze immediate: la convocazione urgente degli organismi dirigenti (direzione venerdì e comitato politico sabato e domenica), e congresso anticipato a luglio.
Sul tavolo numeri impietosi: 3,2% al Senato; 3,1% alla Camera. Cioè zero senatori e zero deputati: tre milioni di voti spariti nel nulla. Ma non è solo (si fa per dire) questo. E' che il disastro è omogeneo, da Nord a Sud; non si è salvata, praticamente, nessuna roccaforte rossa, né vecchia né nuova, né piccola, né grande. Anche se, va detto, il voto locale (comuni e province) sta restituendo una fotografia meno drammatica. Una debacle tale da suscitare, a destra e a sinistra, reazioni di stupore e preoccupazione per l'assenza dal parlamento di un forza "estrema". Goffredo Bettini, braccio destro di Veltroni, sostiene che "il fatto che la sinistra non sia in Parlamento non è positivo per la dialettica democratica. Un pezzo dell'Italia non è rappresentata e questo è un problema" (davvero curioso che lo dica lui); c'è persino chi evoca scenari di nuovo terrorismo. Ma intanto la Lega può vantarsi di essere "il partito nuovo dei lavoratori".
C'è di che discutere: colpa del voto utile? Della partecipazione al governo Prodi? Il segretario Franco Giordano non ha dubbi: le cause della sconfitta sono principalmente due, "la morsa bipolare" e, soprattutto, "il prezzo altissimo pagato al governo Prodi" che si è rivelato "impermeabile" alle nostre istanze. Per non dire "delle resistenze" che sono venute dal Partito democratico. C'è spazio anche per stigmatizzare il "processo di americanizzazione" della politica italiana da parte di un Pd che però non ha sfondato al centro, né scalfito il dominio della Lega e di Berlusconi.
Ma il tema della discussione, a viale del Policlinico, ieri era un altro: e ora? Sarà anche vero che "anche i comunisti sono capaci di discutere civilmente" (è l'unico commentato fatto da Paolo Ferrero), ma il gruppo dirigente è ormai diviso a metà e lo scontro è stato acceso. "Abbiamo avviato una discussione - spiega "neutro" Giordano - e vogliamo che sia collettiva, aperta anche alle altre forze della Sinistra arcobaleno". Allo scopo si individueranno anche momenti ad hoc. Non ci saranno dimissioni - chieste a gran voce dal deputato uscente Ramon Mantovani, ma su cui si è dibattuto a lungo anche nella riunione della segreteria - anche se, assicura Giordano, "c'è bisogno di un bagno di umiltà: l'intero gruppo dirigente si metterà in discussione". Per altro la richiesta di dimissioni potrebbe essere avanzata nel prossimo Cpn. Giordano, tentato di lasciare, è rimasto al suo posto convinto da Bertinotti, il quale, come per altro aveva già annunciato, invece si è dimesso dal ruolo di leader dell'Arcobaleno: "A lui, che è un protagonista importante nella sinistra italiana - afferma Giordano - va tutta la nostra solidarietà".
Nel gruppo dirigente si vanno delineando, in modo netto, linee diverse su come uscire dall'impasse. Linee che, alla luce del risultato elettorale e col congresso alle porte, fatalmente si radicalizzeranno, tanto che nessuno più dubita che le mozioni saranno almeno due. Da una parte c'è la posizione di Giordano: insistere sulla strada di un partito unico della sinistra, sulla fase costituente con chi ci sta. "E' necessario trovare una modalità di aggregazione delle forze di sinistra - spiega il segretario del Prc - persino coinvolgendo quei singoli che hanno votato per il Pd", convinti di frenare la riscossa di Berlusconi. Secondo Giordano, anche se il Pdci ha deciso di sottrarsi, il "processo dell'unità a sinistra è irreversibile". Solo che "va radicato nel territorio, va costruito nei luoghi di lavoro; insomma, va riempito, va reso denso". Viceversa, tornare "a quello che eravamo prima", significa non reggere la sfida". D'accordo con lui Gennaro Migliore e Alfonso Gianni: "Il progetto della Sinistra unitaria vuole riaffermare la presenza della sinistra nel Paese - dice il primo - Rifondazione può e deve mettersi al servizio di questo progetto, che va oltre la discussione interna, e che invece deve parlare direttamente a tutta la società italiana"; "Dobbiamo pensare ad un percorso - concorda il secondo - da iniziarsi subito, di rifondazione della sinistra, nel quale le forze partitiche superino le loro specifiche forme organizzate ed alla quale concorrano le esperienze e i protagonismi della sinistra diffusa nel nostro territorio".
Dall'altra parte la linea che fa capo a Paolo Ferrero e a Giovanni Russo Spena, contraria al partito unico e allo scioglimento del Prc. Bisogna "partire dal conflitto sociale", spiega Russo Spena, il quale pensa ad "un soggetto unitario e plurale", anzi "un coordinamento delle diverse realtà e soggettività, con due portavoce, un uomo e una donna", anche prevedendo un "doppio tesseramento". Insomma, sul "modello della Sinistra europea" con l'obiettivo di costruire "una sinistra di ispirazione sociale". E se Roberta Fantozzi, Imma Barbarossa e Loredana Fraleone sottolineano che "non si può prescindere da un rafforzamento di Rifondazione", Russo Spena invita a schivare i due pericoli: il ""ridateci la falce e martello", errore ideologico e "sciogliamo tutti i partiti e andiamo al partito unico" errore politicista. Per altro senza il Pdci, e magari i Verdi, non capirei cosa voglia dire partito unico". Nell'immediato, siccome non si deve "sostituire un leader sconfitto con un altro leader", Russo Spena si augura che sia "il segretario a prendere la guida del percorso" verso una sinistra unitaria e plurale. Se, invece, "la discussione sarà da un lato il partito unico e dall'altro un percorso più articolato, io sicuramente scriverò una mozione per il percorso più articolato".
E' convocata per sabato 19 aprile alle ore 17.00 la riunione del Cpn al Centro Frentani, Via dei Frentani 4, Roma. I lavori proseguiranno nella giornata di domenica con inizio alle 9.30

Ripartire da Rifondazione Comunista

15 Aprile 2008

Un contributo di Paolo Ferrero

La sconfitta che abbiamo subito alle elezioni è pesantissima. Essa va oltre la semplice registrazione del pessimo risultato della nostra partecipazione al Governo Prodi, o dell’arretramento sociale e culturale cha abbiamo subito negli anni scorsi. C’è di più: c’è che non siamo riusciti a comunicare alla nostra gente il senso della nostra utilità. Questa sconfitta che ha portato alla scomparsa della sinistra dal Parlamento rischia di aggravarsi per il processo di dissoluzione politica del gruppo dirigente della Sinistra Arcobaleno che si caratterizza, nei commenti post voto, per una babele di messaggi che vanno da chi intende entrare nel PD, a chi vuole rilanciare il centro sinistra, a chi vuole fare l’unità coi socialisti, a chi si affida ai giovani, chi ai padri nobili, ecc. Alla sconfitta rischia rapidamente di subentrare il completo disorientamento e la perdita del senso del proprio impegno politico.Non migliori mi paiono le due opposte ipotesi che si sostengono a vicenda: quella di un nuovo partito della sinistra che veda lo scioglimento dei partiti esistenti, e quella dell’unità dei comunisti. Questi progetti si sostengono a vicenda perché alla fine se andassero avanti sarebbero destinati a realizzarsi in parallelo ottenendo l’esito di ridividere la sinistra su basi ideologiche senza alcuna chiarezza sulla linea politica e sulla cultura politica dei soggetti stessi. Questi progetti prevedono nei fatti la distruzione di Rifondazione Comunista e del suo patrimonio di elaborazione, di linea, di militanza. Un disastro politico che - tra l’altro - non farebbe i conti con il problema del reinsediamento sociale della sinistra e con la necessità di fare i conti con la crisi della politica e con le forme assai diversificate di militanza che caratterizzano la sinistra diffusa.Per questo è assolutamente necessario attivare al più presto sedi di discussione politica in tutte le città, per ragionare collettivamente su quanto è successo. Riattivare i percorsi di discussione politica è assolutamente necessario per evitare che la sconfitta determini il ripiegamento e il ritorno a casa delle decine di migliaia di compagni e compagne, con o senza tessera di partito, che hanno generosamente dato il loro impegno nella campagna elettorale.In questa situazione terremotata io ritengo che si debba ripartire da qualche punto fermo. Per questo ritengo necessario, nel contesto di valorizzazione dei rapporti unitari a sinistra, rimettere in pieno funzionamento Rifondazione Comunista, sia come corpo politico collettivo formato da decine di migliaia di compagni e compagne, sia come capacità di proporre un indirizzo politico grazie al quale uscire dal pantano.Per questo è bene che il Congresso sia fatto immediatamente e per questo ho insistito moltissimo per avere la riunione del Comitato Politico Nazionale nelle giornate di sabato e domenica prossimi, dopo l’assemblea di Firenze "per la Sinistra unita e plurale". Una riunione dell’organismo dirigente di Rifondazione è necessaria per riattivare il corpo del partito e il suo gruppo dirigente e per darci una linea da tenere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Senza una direzione politica chiara Rifondazione è destinata ad essere triturata dalla sconfitta elettorale e dalla confusione politica.Ripartire da Rifondazione Comunista - che deve continuare a vivere per l’oggi e per il domani - è condizione assolutamente necessaria per poter ricominciare a lavorare ad un processo di unità della sinistra che - evitando scorciatoie politiciste ed organizzative - riesca a ricostruire una lettura credibile della società italiana, un qualche grado di radicamento sociale e un senso concreto dell’utilità sociale della sinistra in questo nostro paese.

venerdì 11 aprile 2008

Dino Sanlorenzo sui morti della Thyssen



La dignità

di DINO SANLORENZO

Partiu la matin sempre ad bun ura
Butavu la sciarpa an türn al col
Con gli oh ch'as sarü e cun la stòmi mol
Andasia an sai travail ad la malura
Però al travaii a iera. E tuti i dì.
Fasia caud an fonderia e tanta luce. E l'era bel!
Fasiü una cosa special; fasiü l'asel!
E ieru an tanti, ma iera anche mi!
Poi na noit, a l'è ancendiase tut.
E al fò a l'è atacase ai me sumà:
e un, e dui, e tre, e quat, cinq, ses, set
spaventusament, brusa come brichet.
Da cula noit sempre l'ai pensà:
tut i second, tute le ure, tuti i mument
e drinta al cor a chersia al turment
per chi ca iera mort, e chi iera restà.
Però mi iera viv! Ma nen per culpa mia!
Sentia ch'a l'era nen giust, destin canaia!
Per chi lasciava vidua la famiia.
Mentre a vivia indegnament tanta marmaia.
Poi a l'han dime: "Ca staga föra". A serv pi nen!
"Per chiel a ie pi niente da fé. Abia paziensa".
Ma cume? Niente travail, niente salari per mangè,
niente cà, niente famiia, niente sogn, niente speransa.
Pi niente. Ad niente. Mac la disperaziun ca avansa!
E alura sun andait fora; na pianta e na sgabel.
L'ai butame na corda al col e pöi., e pöi.. e pöi: la fin.
L'hai nianca avu al temp ad guardè al ciel.
Lu sai ca l'è nen bel, lu sai ca l'è nen giust.
Ma mi pös nen sperè da iauti la pietà.
E moirü da operai perché a ie pi nen al gust.
S'ad gavü "anche" la tua dignità.

mercoledì 9 aprile 2008

CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE - CAMBIO di PIAZZA


Venerdì 11 aprile
CHIUSURA CAMPAGNA ELETTORALE
ATTENZIONE
CUNEO, PIAZZA VIGINIO dalle 18 alle 24
( ANZICHE' PIAZZETTA MUNICIPIO)

FESTA POPOLARE
musica con gruppi giovanili cuneesi,
a cura dell'associazione 33 giri
interverranno
On. Grazia Francescato,
Presidente dei Verdi per la Pace
e Giuliano Giuliani, papà di Carlo.

ORE 22 CONCERTO FINALE DEI
LOU DALFIN

Interpellanza al Presidente del Consiglio Comunale di Cuneo

PARTITO della RIFONDAZIONE COMUNISTA-SINISTRA EUROPEA
Gruppo Consigliare Comunale, via Saluzzo 28 tel/fax:0171/66274 mailto:mail%3Aprccuneo@libero.it

Alla Cortese attenzione del Signor Presidente del Consiglio Comunale

Interpellanza a risposta orale.
Oggetto: l’offesa personale e le minacce fanno parte dell’agire politico del Consiglio Comunale?
Il sottoscritto Fabio Panero Consigliere Comunale del Gruppo Rifondazione Comunista
Premesso che:
avendo partecipato in qualità di Consigliere Comunale all’interessante seduta di lunedì 7 aprile 2008 della IV° COMMISSIONE Consiliare Permanente con il seguente Ordine del Giorno Anno 2007-Relazione attività della "Istituzione del Comune di Cuneo per la "Sostenibilità Educativa"tenutasi presso la Sala Vinaj, in via Roma n°4 a Cuneo ed iniziata regolamente alle ore 18, come da convocazione

Nel corso dell’illustrazione dei dati dettagliati e complessi da parte del dirigente del settore scolastico ed educativo del Comune di Cuneo con l’ausilio di strumenti multimediali ed a seduta iniziata raggiungeva il consesso il collega Lauria Giuseppe il quale, interrompendo il relatore, chiedeva di modificare l’ordine dei lavori della Commissione Consiliare onde comprendere meglio i dati che venivano illustrati agli altri commissari.

Il sottoscritto si permetteva di osservare che, essendo arrivato puntuale alla convocazione della Commissione in questione, come la maggioranza degli altri Commissari, riusciva a seguire la spiegazione fornita e, come da consuetudine, preferiva lasciare il tempo per il dibattito alla fine, anche per aver tutti i dati a disposizione.

A questo punto il Consigliere Lauria sbottava con affermazioni del tipo:"Io non accetto di prendere lezioni da un ragazzino""Tu non hai un cazzo da fare nella vita, puoi permetterti di arrivare puntuale, io ho tre figli da mantenere e mi sostengo con il mio lavoro" "Io ti aspetto fuori e ti gonfio"
Ripresa la relazione iniziale anche su richiesta di altri colleghi, nel corso del dibattito mi permettevo di chiedere al verbalizzante se anche le frasi offensive nei miei confronti e le minacce erano state scritte nel verbale, a questo punto il collega Lauria ribadiva: "confermo che ti voglio buttare dalla finestra"
Considerato
che nonostante il grande Cicerone, in oratoria un maestro, sosteneva che "il turpiloquio è rafforzativo del concetto", non ritenendo degno di un Consiglio Comunale per il rispetto verso l’Istituzione, i colleghi Consiglieri ed i concittadini che rappresentiamo l’utilizzo dell’offesa e della minaccia come mezzo dell’azione politica (retaggio di un modo di fare politica condannato dalla storia, che da sempre combatto) lungi dal farmi intimorire, anzi rafforzato nella coerenza politica del mio agire politico di Consigliere Comunale
Interpella il Signor Sindaco per chiedere quanto segue:
-l’offesa e la minaccia fanno parte dell’agire politico di questo consesso?
-Davvero è questa l’azione politica che merita la nostra città?
-Le regole del Consiglio Comunale di Cuneo valgono per tutti i quaranta Consiglieri eletti?
Con preghiera di risposta nel prossimo Consiglio Comunale
Cordiali Saluti
Fabio Panero,
Consigliere Comunale PRC-SE
In allegato il verbale della Commissione firmato in originale dal presidente di turno.

giovedì 3 aprile 2008

Rinaldini e 700 sindacalisti Cgil scelgono la Sinistra Arcobaleno


Un appello per il voto dal mondo del lavoro. Tra i firmatari 30 membri del direttivo nazionale
Tra questi il segretario generale della Fiom e il segretario generale della Puglia. Molte le donne

di Fabio Sebastiani


«Autonomia sì, ma non indifferenza e disimpegno rispetto al quadro politico e al risultato elettorale».
Inizia con questa breve ma chiara premessa l'appello che ben settecento dirigenti sindacali della Cgil hanno sottoscritto come sostegno alla "Sinistra l'Arcobaleno". A rimanere sorpresi sono gli stessi promotori, che non si aspettavano una adesione così estesa alla prima uscita. Per il momento la raccolta ha interessato solo la "zona" dei segretari e di alcuni membri dei direttivi. «Si tratta di una operazione molto qualificata - sottolinea Nicola Nicolosi, leader di Lavoro Società - perché tra le firme ci sono sindacalisti che in precedenza non necessariamente hanno aderito alle aree programmatiche tradizionali della sinistra sindacale». Il più grande sindacato italiano, evidentemente, non è poi così granitico come sembra.
Tra i nomi figurano trenta membri del Comitato direttivo nazionale della Cgil: spicca Gianni Rinaldini segretario generale Fiom, Paola Agnello Modica segretaria nazionale confederale, Domenico Pantaleo segretario generale della Cgil pugliese, Ferruccio Danini dello Spi, Carlo Baldini, Dino Greco ed altri.
Tre i concetti-chiave intorno ai quali ruota l'appello: redistribuzione del reddito, "lavoro al centro", lotta alla precarietà e democrazia. Nell'appello viene ricordato come «al centro di questa campagna elettorale debbano stare i temi dell'aumento di salari e pensioni per recuperare l'enorme spostamento della ricchezza verso i profitti e le rendite avvenuto negli ultimi 15 anni». Per questo, continua l'appello: «Sosteniamo le ragioni de La sinistra l'Arcobaleno che, unica nel panorama politico, in un processo di rinnovamento a sinistra, pone al centro del suo programma un radicale cambiamento della società, basato sulla centralità del lavoro e del suo valore e non su una equidistanza tra impresa e lavoro». «Sostenere le ragioni del lavoro significa «sostenere il diritto alla sua rappresentanza nel Parlamento», conclude. Maria Sciancati, segretaria generale della Fiom di Milano, con una lunga militanza sindacale a fianco ai lavoratori dell'Alfa Romeo, non vede solo la scandeza elettorale tra le ragioni che l'hanno indotta a firmare l'appello, ma il problema più generale della ricostruzione della sinsitra. «Di una sinistra - dice - più presente nel nostro paese». «Questa idea che ci sono solo due schieramenti e mi pare la cosa più brutta per la democrazia in un paese», aggiunge. «Questa sinistra ha sempre più bisogno di avvicinanrsi al mondo del lavoro», continua la Sciancati. «Non basta dire che si metta al centro il lavoro. Va sconfitto questo clima che è sempre più di allontanamento dalla poltica e dalla speranza di cambiare le cose». «C'è un mondo del lavoro che per tanto tempo si è sentito solo e abbandonato e continua a sentirsi così. E' passata l'idea che rispondere ai propri bisogno è solo una faccenda individuale. Ci dobbiamo provare a ribaltare questa logica e per provarci dobbiamo costruire un pezzo della sinistra che sia immediatamente riconoscibile».

Il 13 e 14 aprile andremo a votare con la consapevolezza che l'autonomia del sindacato non può essere indifferenza e disimpegno rispetto al quadro politico e al risultato elettorale.
Ancora una volta ci troviamo a contrastare una destra aggressiva, liberista e populista che fa della centralità dell'impresa e degli interessi della finanza e del mercato il paradigma della "riforma del paese".
Nuovi paladini della "modernità" preferiscono inseguirla sul suo stesso terreno: ai cittadini e ai lavoratori non rimarrebbe che scegliere tra due partiti fortemente interclassisti.
Partendo dalla nostra esperienza quotidiana, noi pensiamo, invece, che al centro di questa campagna elettorale debbano stare i temi dell'aumento di salari e pensioni per recuperare l'enorme spostamento della ricchezza verso i profitti e le rendite avvenuto negli ultimi 15 anni; della qualità del sistema produttivo; della stabilità dell'occupazione e la fine del precariato; dell'allargamento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, che subiscono il peggioramento delle condizioni di lavoro, a partire dall'inaccettabile livello di morti e infortuni; di uno sviluppo alternativo, basato sul rispetto dell'ambiente e del territorio.
Sosteniamo le ragioni de La sinistra l'Arcobaleno che, unica nel panorama politico, in un processo di rinnovamento a sinistra, pone al centro del suo programma un radicale cambiamento della società, basato sulla centralità del lavoro e del suo valore e non su una equidistanza tra impresa e lavoro.
Il lavoro degli uomini e delle donne, come riconosciuto nell'art. 1 della Costituzione, ha contribuito alla crescita democratica del Paese e ha "contaminato" i più importanti partiti storici dell'Italia; ha concorso al rafforzamento della democrazia parlamentare; ha rappresentato la liberazione dal bisogno per milioni di persone; ha trasformato il sapere e saper fare della società. Il loro impegno sociale, le loro lotte hanno contribuito al progresso, alla civiltà e allo sviluppo democratico del paese.
La democrazia di questo paese è cresciuta con il lavoro e le "conquiste" sociali. Lo stato sociale, i diritti individuali e collettivi, la politica economica rappresentano l'esito delle conquiste realizzate dal lavoro.
Queste conquiste sono soggette al continuo attacco di coloro che considerano il lavoro, la condizione umana, merce da sottoporre all'esigenza del mercato e della competitività.
Sostenere le ragioni del lavoro significa sostenere il diritto alla sua rappresentanza nel parlamento. Per questo invitiamo le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati a partecipare al voto. Noi, sottoscrittori di questo Appello, votiamo e sosteniamo la Sinistra l'Arcobaleno.

Firmatari


L.Abbascià, M.Abbondi, S.Affinito, R.Agarossi, P.Agnello Modica, D.Aguiari, G.Aiello, G.Airaudo, G.C.Albori, A.Aldini, A.Alfonsi, A.Allamprese, A.Amaro, L.Amato, C.Amato, A.Amendola, A.Amoruso, P.Amoruso, V.Anastasi, A.Apicella, C.Arcangeli, V.Argentato, P.F.Arrigoni, B.Asghari, A.Assirelli, G.Astone, M.Atzei, R.Augello, D.Augscheller, C.Azzetti, G.Bagalà, M.Bagnaschi, C.Baldini, G.Baldoni, F.Ballerini, Mas.Balzarini, Mau.Balzarini, V.Bardi, C.Barone, W.Bartolini, S.Baschieri, S.Basile, B.Basini, G.Bellezza, F.Bellisario, A.M.Belloni, P.Belloni, F.Beltrami, M.Bendoni, P.Benedetti, M.Beneggi, P.Bentivegna, N.Benuzzi, T.Benvenuti, M.Bernabei,, G.Bernardini, M.Bersani, D.Bertino, M.Bertolasio, M.Bertolini, G.Bertoluzza, M.Bertona, A.Bertuzzi, G.F.Besenzoni, S.Biagini, S.Bianchi, S.Bianchin, C.Bianchini, A.Biasioli, S.Bigazzi, E.Bizi, F.Bodria, L.Boldorini, R.Bonati, V.Bondi, R.Bonetti, A.M.Bonifazi, D.Bonometti, M.Bordegari, R.Boretti, S.Borini, M.Borsetti, ,P.Bosi, W.Bossoni, G.Botti, S.Bova, M.Boyer, B.Bozzo, M.Braccini, M.Brancato, A.Breda, M.B.Brioschi, L.Brotini, C.Bruno, F.Bruno, D.Bruschi, M.Bucarini, E.Bucchioni, P.Buccianti, N.Buccione, P.V.Bursich, P.Buttasi, M.Cabrini, M.Cadeddu, C.Caiazza, C.Calitri, V.Calzavara, ,L.Camedda, I.Campaniello, R.Campari, D.Campostori, F.Canale, A.Candiloro, M.Canepa, Mar.Canepa, P.Capello, I.Capitelli, M.Capotorto, A.Cappai, S.Cappellini, G.Capuzzi, A.Caracciolo, G.Carassale, G.Carbone, S.Cardinali, C.Carlei, F.Carletto, G.F.Carniel, N.Carnine, M.Carotta, G.Carrara, A.Carretti, Ad.Caruso, An.Caruso, Ann.Caruso, J.Casa, W.Casavecchia, A.Caselli, A.Cassatella, L.Cassina, L.Castellani, A.Castelli, P.Catacchio, A.Cataldo, C.Cattini, A.Ceci, L.Ceglia, ,F.Celestini, G.Centineo, A.M.Cernigliaro, M.Ceruti, E.Ceschin, U.Cherubini, M.Chiappani, A.Chieregato, G.Chiesura, L.Chini, A.Chinosi, T.Chiodo, G.Chirabino, G.P.Ciambotti, T.Ciardo, S.Cicalese, C.Ciccani, N.Cimmino, A.Cipriani, F.Cisse, M.Cittadino, G.Civiero, G.Clemente, A.Coccia, M.T.Coccini, D.Coco, S.Coda, D.Cogno, M.Coi, C.Colajanni, G.Colazilli, D.Colombetti, P.Coltella, M.P.Cominici, A.Compagnoni, C.Conconi, C.Congiu, P.Conte, A.Contini, I.Contino, M.Converio, C.Cornelli, A.Corona, G.Cremonesi, G.Crimi, R.Criscitiello, D.Criscuolo, B.Crivelli, R.Cuccu, C.Daidone, T.Dal,Borgo, G.F.Dall'Agnese, R.D'Andrea, F.Danini, D.D'Anna, E.Dardanelli, D.D'Aurora, D.David, M.De,Carli, E.De,Caro, L.De,Filippi, G.De,Lorentis, A.De,Rosa, E.De,Tommasis, F.Del,Corso, M.Delfino, G.P.Della,Quercia, V.Dellicicchi, G.Dentato, M.Di Biase, D.Di Blasi, P.Di Lullo, N.Di Matteo, E.Di Michele, M.Di Rocco, G.Di Santo, A.Di Tommaso, F.Di Ventura, F.Dieta, G.Dilullo, E.Dinino, A.D'Orazio, M.Endrizzi, E.Eramo, G.Ermini, P.Esposito, A.Fabbri,, S.Fabiani, A.Falò, G.Fantin, M.Faticanti, T.Fazi, A.Fedeli, A.Fegatelli, M.Ferletti, V.Ferrara, M.Ferrarese, W.Ferrari, A.Ferraro, R.Ferraro, L.Ferraro, E.Festa, A.Filippi, F.Fiordelli, M.Foffo, F.Fontanelli, A.Forti, M.Fossati, S.Fossati, C.Franza, F.Frixa, A.Fruzzetti, G.Fuga, A.Fuiano, V.Fuschini, S.Fusco, E.Gabbi, P.Gabriele, U.Gadler, M.Gaeta, N.Gaeta, L.Galante, C.Gallo, E.Galossi, A.Garzillo, B.Geminian, T.Genchi, A.Genco, G.Genesi, B.Gennaro, M.Gentile, G.Gentile, M.Germano, N.Gervasi, M.Giaccaglia, A.Giacone, R.Giacopello, V.Giammartini, M.Giandinoto, L.Gianessi, A.Giannelli, G.Giannini, G.Giglioni, I.Giordan, R.Giordano, G.Giorgetti, G.Giorgi, G.C.Girardi, R.Giudici, S.Giuliano, G.Giulio Ermini, Z.Giupponi, S.Gorelli, M.Governale, A.Gozza, R.Grassi, V.Greco, D.Greco, S.Gremigni, L.Grimaldi, M.Guadagni, R.Guglielmetti, C.Gullì, D.Hako, N.Iacovino, R.Iacovino, S.Iannace, M.Ianni, M.Ierace, D.Ingrillì, O.Invoglia, S.Ioli, A.Ippolito, M.Iraci, M.A.Isaia, S.Kane, H.R.Khakpour, R.Kneipp, I.La Cioppa, A.La Monica, E.La,Sala, F.Labella, S.Labriola,, A.Lagona, B.Lami, M.Landi, M.Landini, A.Lareno,Faccini, P.Lenna, A.Leo, S.Leonardi, M.Leone, P.Leonesio, S.Leoni, A.Lepore, L.Leuci, S.Lihard, G.Lippi, S.Livorno, L.Lo,giudice, M.Lo,Monaco, L.Locci, P.Loddo, A.Loi, S.Lorefice, L.Losa, M.Luciani, M.Madeo, D.Maffezzoli, M.Maggio, R.Maglietta, L.Magnani, C.Maio, C.Maiocchi, A.Malandra, M.Malerba, L.Malesardi, G.Mamone, V.Manazzale, C.Mandreoli, M.Mandressi, L.Mangani, L.Manià, M.Manieri, G.Marano, A.Maraschin, M.Marcelli, A.Marchitelli, M.Marcianò, M.Marcon, R.Mariani, G.Marinelli, N.Marongiu, R.Marra, A.Marrocu, G.Martina, M.Martinese, M.Martino, A.Martire, S.Maruca, M.Masat, M.Mascoli, E.Masini, I.Massa, G.Mastrogiusppe, R.Mastrosimone, M.Mattiuzzo, M.Mauri, M.P.Mazzasette, G.Mazzoni, G.F.Melone, F.Menaboi, P.Milello, D.Mileo, A.Miniati, G.Mininni, G.Mirabelli,Badenier, S.Mirimao, A.Moiza, A.Molari, G.Molin, M.Monaldi, L.Mongiovi, E.Montagna, M.Montagnani, A.Montagni, P.Montalti, G.Montanini, M.Mora, G.Mora, G.Morabito, E.Morana, A.Morandi, A.Morcavallo, C.Morelli, L.Morganti, A.Moriconi, R.Morsia, A.Motta, A.Mura, C.Mura, P.Muratore, M.Nardini, S.Nassi, A.Ndoja, O.Negrini, C.Nesi, G.Nespola, N.Nicolosi, R.Nonino, S.Nordio, S.Ognibene, G.Oleandro, M.Olivieri, P.Oliviero, O.Olivo, E.Onano, R.Orsini, G.R.Ortolani, F.,Ospazi, F.Ottone, M.C.Pagana, M.E.Pala, G.Palermo, ,E.Palumbo, M.Panarese, G.Pani, D.Pantaleo, G.Paoletti, S.Paolillo, E.Paone, A.Papadimitra, B.Papignani, M.Pappalardo, D.Papparato, S.Papuzzi, M.Passalacqua, D.Pastore, G.Patroncini, L.Patti, D.Pavanello, L.Pedrazzani, M.Pedroni, C.Pelicanò, G.Pellegrino, S.Pellegrino, G.Pellizzato, F.Peroni, E.Perrotti, A.Perugini, F.Petrone, F.Pezzolo, E.Pezzuto, B.Pierozzi, D.Pignat, G.Pilotti, A.Piras, V.Pirito, F.Pirovano, F.Pitisi, A.Poddesu, M.Politi, D.Pompili, G.Praino, G.Prezioso, C.Proietti, T.Pugliese, M.Pugliese, C.Quagliotti, V.Quaranta, R.Quattrocchi,, A.M.Randazzo, M.Randazzo, M.Ranieri, P.Ranieri, D.Raspelli, B.Rastelli, M.Ratti, L.Rava, F.Re,David, E.Regina, L.Ricci, P.Righetti, P.Rinaldi, M.Rinaldi, D.Rinaldi, T.Rinaldini, G.Rinaldini, R.Ripamenti, N.Riva, L.Rivara, D.Rizzo, F.Rocca, R.Romano, A.M.Romano, D.Ronca, R.Ronconi, A.Ronga, R.Rosi, A.Rossa, R.Rossi, D.Rossi, L.Rossi, Li.Rossi, Mar.Rossi, Mau.Rossi, M.C.Rossi, M.Rota, G.Roversi, G.Rubini, G.Rucci, A.Rufini, L.Russo, P.Ruzza, E.Saba, G.C.Saccoman, M.Sai, G.Sala, U.Saleri, S.Salvato, G.Sani, G.Sanna, T.Sanna, E.Sanseverino, G.Santarpino, G.Santoro, V.Santucci, A.Sardiello, E.Sardo, I.Sartogo, C.Scafo, M.Scagliarini, L.Scalia, G.Scaltriti, A.Scarpa, D.Scarpa, M.Scarpa, D.Scarpa, S.Scarpa, S.Scauzillo, F.Schiera, M.Sciancati, M.Scipioni, G.Scira, E.Scoppa, T.Scrimenti, F.Scurpa, G.Seccia, E.Segantini, R.Selles, F.Seren,Rosso, S.Serraino, L.Servo, A.Sgrò, S.Signorile, M.Signorino, V.Silingardi, G.Silvestrini, M.Sinopoli, R.Soccorsi, F.Soffietti, P.Soldini, L.Soresini, A.Sotgiu, A.Spavento, M.Spera, L.Spezia, C.Stacchini, D.Stefanelli, G.Stellino, G.C.Straini, R.Stratoti, N.Stumpo, M.Suberati, D.Sulis, E.Talenti, P.Tamma, B.Tanno, L.Tartaglia, M.Tedino, N.Telora, D.Tennenini, D.Tessari, G.Tiano, A.Tiboni, L.Tinagli, A.M.Tirreno, N.Tius, L.Tocchioni, S.Tonioli, P.Tonon, C.Torricella, V.Toscano, S.Tosini, R.Traiano, G.Tremul, F.Trinchero, F.Trivelli, F.Trunfio, F.Truscia,, M.Tudino, M.Tuosto, R.Turati, V.Turco, A.Turco, G.Turudda, M.Vaccaro, G.F.Valente, G.Vallefuoco, F.Vanzati, G.Varnaccia, S.Vecchi, L.Vecchia, R.Vecchiet, M.Venini, C.Ventrone, M.Verdi, I.Vigliarolo, M.C.Villa, M.Viniero, P.Visentin, T.Vito, M.Vitolo, A.Vitteritti, G.C.Vivana, P.Vivani, N.Zaccardi, V.Zanellato, S.Zappa, E.Zattoni, D.Zilioli, G.L.Zilocchi, G.Zippilli, A.Zonta, G.Zuavi, M.Zucchiatti

Diliberto con Di Stefano e Panero


Qui a fianco i Consiglieri Comunali cuneesi Fabio Di Stefano e Fabio Panero con Oliviero Diliberto, segretario nazionale del PdCI il 2 aprile a Bra, durante il comizio di fronte ai cancelli dell'ABET: dopo la Michelin e l'Alstom di Savigliano, un'altro comizio della Sinistra Arcobaleno di fronte ad una fabbrica della provincia, a testimoniare la centralità del lavoro, quello vero, in carne ed ossa, di questa campagna elettorale.


7 APRILE: GIORNATA TEMATICA SUI PENDOLARI NELLE STAZIONI DI CUNEO, BRA E RACCONIGI.

7 APRILE: GIORNATA TEMATICA SUI PENDOLARI NELLE STAZIONI DI CUNEO, BRA E RACCONIGI.


Lunedì 7 aprile la Sinistra L’Arcobaleno organizza una giornata tematica sul tema dei trasporti con volantinaggi nelle stazioni ferroviarie di Cuneo, Bra e Racconigi.


La riconversione ecologica della società e dell’economia è la strategia del programma de La Sinistra l’Arcobaleno. Necessaria per declinare un nuovo paradigma dello sviluppo non più basato sull’idea quantitativa della crescita, ma sulla qualità.


Contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici è fondamentale per garantire una speranza di futuro. Un terzo delle emissioni inquinanti nel nostro paese è dovuto ai trasporti. E’ prioritario sviluppare un piano dei trasporti che favorisca il passaggio dall’uso smodato delle auto e degli autotreni a mezzi ferroviari e collettivi.

Ogni giorno si sposta un numero di pendolari otto volte superiore ai viaggiatori dei treni a percorrenza nazionale (un milione e seicentomila contro 200 mila circa). Se migliorato può togliere una quota rilevantissima di spostamenti che oggi avvengono in automobile nelle aree metropolitane.


E invece, ogni giorno: ritardi, corse soppresse senza avviso, guasti, sovraffollamento, degrado del materiale rotabile e sporcizia sono diventati la triste normalità dei treni locali. Senza contare il danno economico per i ritardi sui posti di lavoro.

In Piemonte, investimenti sono avvenuti in questi anni nell’acquisto di treni sulla rete gestita da RFI, ma molte linee sono ancora a binario unico, determinando velocità e cadenze dei treni regionali estremamente basse. Occorrono stazioni con parcheggi di interscambio (auto, motorini e bici), facilmente accessibili per i portatori di handicap.

Invece nella Legge di Bilancio mancano risorse per i contratti di servizio delle Regioni, una riduzione del 25% rispetto a quanto previsto per il 2008, pari al taglio di un treno ogni quattro.

- L’Italia ha bisogno di un trasporto ferroviario locale efficiente, con nuovi treni per garantire a tutti i cittadini il diritto ad una mobilità libera e sostenibile;

- Nei prossimi 5 anni occorre acquistare 1000 treni per i pendolari e investire sulle reti ferroviarie urbane;

- Occorrono nuovi chilometri di reti metropolitane e tranviarie, servono mezzi di trasporto pubblici con energia pulita e servizi innovativi per la mobilità sostenibile.

- I soldi ci sono, è sufficiente utilizzare i molti miliardi di euro previsti per la TAV Torino-Lione. Evitando così un grave danno alla Val Susa e potenziando il sistema ferroviario.

Dopo i ministri Lunardi e Di Pietro diciamo basta con le cosiddette Grandi Opere che di grande hanno solo la speculazione finanziaria.

Proponiamo di superare la legge Obiettivo, potenziando la procedura di valutazione di impatto ambientale, per far decidere comuni ed istituzioni locali su progetti che li riguardano e selezionare le opere con criteri ambientalmente sostenibili.

Intervista al Ministro Ferrero

di Romina Velchi

Tutti promettono: "Aumenteremo salari e pensioni". Promessa da marinaio? Il sospetto è lecito, visto che tutti (tranne la Sinistra arcobaleno) dicono che lo faranno dopo il 15 aprile, a urne chiuse, nonostante il fatto che i soldi siano disponibili già ora. Nella peggior tradizione italica, si preferisce utilizzare un problema in modo propagandistico anziché risolverlo? Oppure c'è qualcos'altro sotto? Il consiglio dei ministri ieri ha affrontato il tema, ma solo perché alcuni ministri della Sinistra arcobaleno hanno tirato fuori l'argomento. E non sono mancati momenti di tensione. "E' vero, abbiamo litigato - spiega infatti Paolo Ferrero, ministro della solidarietà, che raggiungiamo al telefono mentre sta andando in Umbria per un'iniziativa elettorale - Pecoraro Scanio ha posto il problema del contenimento delle tariffe, io quello della redistribuzione del tesoretto. Che, alla luce delle dichiarazioni di Visco, è ormai un dato di fatto. Quindi ritengo giusto redistribuire questi soldi ai lavoratori visto che, tra l'altro, lo ha deciso la legge Finanziaria".
Ebbene?
La risposta è stata un atteggiamento interlocutorio da parte di Prodi e una chiusura totale da parte di Padoa Schioppa.
Motivata come?
Che non si è mai fatta una manovra di aggiustamento a marzo e che gli impegni li abbiamo anche con l'Europa e non solo con i lavoratori. La mediazione è stata di avanzare una proposta alla destra, purché si faccia subito e siano loro a dire che non sono d'accordo a dare i soldi alla gente.
Gli altri ministri su che posizioni erano?
Alcuni, anche del Pd, hanno detto di essere d'accordo con me, consapevoli che se tutti i soldi recuperati dall'evasione fiscale vanno ad Almunia, è chiaro che il malcontento dei cittadini cresce. Per quanto mi riguarda io sono per andare avanti. Basta un decreto che modifichi la legge del bilancio dello stato perché prende atto che ci sono state delle entrate maggiori del previsto e che a norma del comma 4, articolo 1 della Finanziaria destini queste risorse a bonus fiscali o quant'altro. Il governo lo può fare quando vuole, anche dopo le elezioni, finché è in carica. Sarebbe inusuale? Forse sì, ma è inusuale anche che la gente non arrivi a fine mese, mentre ci sono soldi che avanzano. Perciò bisognerà continuare a fare pressione politica; far apparire chiaro agli italiani che tutti promettono tutto, ma nonostante ci sia la possibilità concreta di dare dei soldi non lo fanno. E sai perché?
Perché?
Perché darli adesso, così come scritto nella finanziaria, significa darli a tutti, partendo dai redditi più bassi, senza "nulla in cambio", come forma di risarcimento. Invece, sia da una parte che dall'altra (è scritto nei rispettivi programmi) c'è l'idea di usare quelle risorse per fare la riforma della contrattazione. Cioè, mettere i soldi sulla contrattazione di secondo livello, o sulla detassazione degli straordinari. In altre parole vogliono usare quei soldi per ridurre il potere dei lavoratori e per spingerli ad accettare accordi che smontano il contratto nazionale.
Io ti do i soldi, tu mi dai un po' di diritti...
Esatto, questo è.
Il comunicato in cui Confindustria, commentando i dati sull'inflazione, invita a non fare allarmismi paventando "aumenti generalizzati dei salari", va in questa direzione... E' una dichiarazione che fa il paio con quella di Veltroni, secondo il quale i problemi della gente si risolvono attraverso la crescita economica, quando, invece, il problema è la redistribuzione del reddito. A parte il fatto che, a occhio, la crescita economica non ci sarà, è un fatto che essa, da sola, non risolve per nulla il problema degli stipendi. Tanto è vero che in questi anni una crescita c'è stata, mentre i salari sono diminuiti. Il punto è se si affronta il problema dei bassi salari con una politica di redistribuzione da chi ha di più (dai ricchi, dai profitti, dalle rendite) verso il lavoro e le pensioni; oppure se lo si affronta dicendo: chi ha avuto ha avuto, adesso cresciamo di più per dare qualcosina di più. La prima politica è di sinistra; la seconda è di destra.
Questi temi come si incrociano con la campagna elettorale che stai facendo nel Nord-Est?
Sono le cose principali di cui si discute. Perché anche il Nord-Est ha moltissimi lavoratori dipendenti che stanno ai livelli più bassi e sono vittime di uno sfruttamento clamoroso.
In genere, invece, pensiamo al Nord-Est come a una terra ricca, fatta di piccoli e grandi imprenditori...
Non è tutto vero. E' sì una terra ricca, ma ho visitato fabbriche in cui gli stipendi sono 1.050-1.100 euro. C'è un'imprenditorialità diffusa, è vero, ma anche lì bisogna distinguere tra il grande imprenditore e la catena della sub-fornitura: sono piccoli imprenditori, artigiani, strozzati dalle grandi imprese, con fatture pagate anche dopo otto mesi. Appare come imprenditoria, ma in realtà è lavoro: non subordinato, ma economicamente dipendente. Anche quelle sono differenze di classe. Insomma, il difetto è nel manico, nelle grandi imprese che scaricano costi e difficoltà su chi sta sotto. In questo senso, la ricostruzione dei diritti dei lavoratori è una condizione per permettere anche la qualificazione di quell'apparato produttivo.
Il che fa sentire ancora di più l'assenza di una politica industriale pubblica...
Assolutamente. Infatti noi proponiamo misure che si possono fare subito. Per esempio, interventi sulle cooperative, come garantire ai soci lavoratori gli stessi diritti degli altri (ricordo che le cooperative di facchinaggio e di logistica sono tra i peggiori posti di sfruttamento nel Nord-Est). Così come si può mettere un tetto più basso come limite di tempo per il pagamento delle fatture. Poi, ovviamente, ci sono le politiche industriali che richiedono lavoro e tempi lunghi: l'obiettivo è quello di superare il nanismo delle imprese, per renderle in grado di stare sul mercato, e di costruire relazioni tra quel sistema di imprese rafforzato e università e ricerca. Di tutto questo, però, non c'è traccia nei programmi di Pdl e Pd, perché per loro le politiche industriali sono soltanto le liberalizzazioni.
In conclusione, parliamo di noi, della Sinistra... (la linea telefonica cade appena pronunciata la parola...). Dev'essere un tema "scottante" anche per il telefono... (Ferrero ridacchia) Mettiamola così. Intanto, in questo viaggio elettorale vedo, da un lato, che cresce la soddisfazione di essere riusciti a mettere insieme la sinistra e c'è una forte domanda di proseguire dopo il 13 e 14, di dare una prospettiva politica. Parallelamente, c'è, però, la domanda di poter stare in questa sinistra ognuno con la propria identità, i propri percorsi. In questo senso, il nostro problema è se riusciamo a farlo diventare un soggetto politico effettivamente plurale, una vera casa della sinistra, in cui ognuno ci sta comodamente, per quello che è e non perché costretto. Perciò, considero le ipotesi sul partito unico sbagliate: non tengono conto della dialettica che ci caratterizza e che costituisce l'elemento innovativo e positivo di questo progetto.
Stai dicendo che sarebbe addirittura controproducente, perché andrebbe ad annullare una ricchezza?
Sì, io penso di sì.
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