martedì 29 gennaio 2008

9 Febbraio - Assemblea Nazionale


Convocazione del Comitato Politico Federale di Cuneo

Ai membri del Comitato Politico
Ai Compagni Eletti nella istituzioni


Il Comitato Politico Federale di Cuneo è convocato per
VENERDI' 1 FEBBRAIO ALLE ORE 21
presso
LA FEDERAZIONE DI CUNEO, via Saluzzo 28

con il seguente Ordine del Giorno:

- Dibattito sulla fase politica dopo la fine del governo di centro-sinistra e prospettive future (campagna elettorale, MANIFESTAZIONE MIGRANTI DEL 16 FEBBRAIO..)

- Sinistra d'Alternativa in provincia (resoconto incontri avvenuti)

-Distribuzione tessere 2008

Prego tutti i Compagni interessati di partecipare, RICORDO CHE I COMITATI POLITICI SONO APERTI A TUTTI GLI ISCRITTI.

Fabio Panero
Segretario Provinciale Rifondazione Comunista

Livio Marengo è il nuovo Segretario di Rifondazione Comunista a Saluzzo


In seguito alle dimissioni di Guido Del Zoppo che ha lasciato il PRC per aderire al movimento politico Sinistra Critica del Senatore Turigliatto, il Circolo di Rifondazione Comunista di Saluzzo ha rinnovato il proprio Direttivo nel corso di una partecipata assemblea degli iscritti tenutasi giovedì 24 gennaio, con la presenza del Segretario Provinciale del PRC cuneese Fabio Panero.
Il nuovo Segretario politico del Circolo PRC di Saluzzo è Livio Marengo, figura storica della Sinistra Saluzzese, membro della direzione provinciale di Rifondazione Comunista, fanno parte del nuovo Direttivo di Circolo Giovanni Donnatuono e Antonio Pasero.

Fabio Panero
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista

Cineforum in rosso - Febbraio 2008

Ecco il programma del Cineforum in Rosso di Febbraio
c/o il circolo "R.Luxemburg" in V.Saluzzo 28 a Cuneo.

martedì 5 febbraio - ore 21
99 AMARANTO

martedì 12 febbraio - ore 21
LA BANDA DEGLI ONESTI

lunedì 18 febbraio - ore 21
FRONTE DEL PORTO

lunedì 25 febbraio - ore 21
FABBRICA

Ingresso libero!
Se lo girate in giro mi fate un grosso favore

A presto

Nello


Assemblea ACEM

Alla fine, come era logico che fosse, il campanile è prevalso, in questo periodo pare di moda anche a livello nazionale. I sindaci, indiscutibilmente sovrani, hanno detto un chiaro e fermo no ai rifiuti di Napoli nell’assemblea ACEM di mercoledì scorso. Così continueremo, ammesso che la Provincia ci autorizzi, a ritirare rifiuti industriali oppure resteremo in attesa di quelli di Torino e Cuneo. Il consiglio di amministrazione aveva dato una disponibilità tecnica, peraltro ovvia, ma non ha in alcun modo portato alle logiche conseguenze la sua scelta. (ammesso che di scelta si possa parlare). Le dimissioni, si sa, sono un fatto sempre più raro in questa nazione e comunque la solidarietà non è un motivo sufficiente per darle o chiederle.
Malgrado tutto ritengo utile rivolgermi ancora un’ultima volta ai cittadini per chiedere loro uno sforzo di riflessione.
Tra il 1998 ed il 2000 vi fu una commissione parlamentare di inchiesta relativamente alla gestione della discarica di Pianura, presieduta da Massimo Scalia, allora parlamentare dei Verdi ed oggi tornato ad insegnare fisica all’università di Roma. In una recente intervista su Repubblica del 22 gennaio 2008 egli ha dichiarato:
"Otto anni fa, nel nostro lavoro di indagine, accertammo in modo incontrovertibile che a Pianura erano finiti sicuramente i fanghi velenosi dell'Acna di Cengio. Un quantitativo rilevante, che purtroppo non riuscimmo a definire con esattezza perché buona parte della documentazione che riguardava i trasporti o era andata distrutta o era incompleta. Quei fanghi, ovviamente, sono ancora lì, a Pianura. E se nessuno metterà mano continueranno ad avvelenare la terra e l'acqua. Per sempre".
La commissione presieduta da Scalia determinò, nelle sue conclusioni, che i quantitativi stoccati a Pianura tra il 1997 e gennaio 2000 sono valutabili tra le 800.000 ed i 3.000.000 di tonnellate, senza alcuna certezza.
Stefano Leoni è stato da fine dicembre 1999 al 2005 il commissario speciale del governo per la bonifica dell’Acna di Cengio, nel medesimo articolo intervistato dice: "Se dovessi dire cosa c'era all'Acna quando siamo arrivati nel '99, farei prima a dire cosa mancava. La fabbrica aveva prodotto per decenni prima esplosivi, quindi vernici. Inventariammo qualcosa come 280 categorie di composti chimici. Le classi di sostanze venefiche che rilevammo erano praticamente al completo. E delle più pericolose: diossine; ammine (composti organici derivanti dall'ammoniaca e contenenti azoto, ndr); composti dello zolfo, del cianuro. Purtroppo non riuscimmo ad accertare cosa era stato portato via prima del nostro arrivo. E dove. Sentimmo di fanghi trasferiti in Campania, incredibilmente a bordo di camion. Addirittura di navi fatte affondare".
La regia del traffico di rifiuti da Cengio a Pianura fu della camorra. Tutto fu possibile a causa della inefficienza dei sistemi di controllo pubblici italiani non soltanto campani e, ovviamente, con la connivenza della classe politica. Oggi la popolazione di quel posto, che ha la diossina nel proprio corpo, oltre che nell’ambiente e negli animali circostanti si oppone ad ogni riapertura del sito. Soltanto il sequestro della magistratura ha salvato Pianura dall’essere inclusa nel piano militare del commissario De Gennaro, che a me ricorda i fatti del 22 luglio 2001 a Genova e non il santo protettore di Napoli.
Forse anche solo queste minime informazioni rendono comprensibile perché oggi parlare di impiantistica relativa ai rifiuti in Campania provoca la sollevazione popolare anche se si tratta di rifiuti urbani e non industriali. La classe politica in quei luoghi ha perso ogni credibilità nel merito. Ovviamente le dimissioni di Bassolino e di Rosa Russo Iervolino non appartengono alla cultura politica italiana di ambo gli schieramenti che preferisce i metodi polizieschi, tipici di una democrazia agonizzante.
Da noi i sindaci, tutti, sia quelli che fanno riferimento al presidente Costa che quelli che si riconoscono nel consigliere regionale Ferraris, con la sola esclusione di Dogliani, hanno deliberato di rifiutare 2.500 tonnellate di rifiuti urbani (non industriali tossico nocivi come quelli che sono partiti da Cengio) provenienti dal napoletano. Di fronte a questo provo un certo senso di disgusto, con pieno rispetto per la democrazia sono sempre più convinto che il comune denominatore tra Cuneo e Napoli sia semplicemente: ogni popolo ha il governo che si merita. Richiederei soltanto ai Sindaci di avere la capacità di domandarsi il perché del solo voto non favorevole e ad andare a vedere a Dogliani come viene gestito, con impegno continuo, il complesso problema dei rifiuti, che richiede, per essere risolto, non le scorciatoie ed il populismo ma una costante attenzione ed il coraggio di scelte anche impopolari, come le stesse raccolte differenziate a volte sono in questa nazione impazzita. Sarebbe anche opportuno, per coerenza loro, che i nostri solerti amministratori richiedessero di revocare la decisione assunta a dicembre dall’ACEM di inviare 10.000 tonnellate anno al forno di Parona, in provincia di Pavia. Se è giusto e doveroso che ognuno si gestisca la propria immondizia non è corretto che noi andiamo a produrre diossine e altri composti tossici bruciando la nostra a casa di altri cittadini padani.

Michele Bertolino
responsabile del settore rifiuti di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta

GEMELLAGGIO CENGIO PIANURA

Anche i fanghi dell'Acna di Cengio tra i veleni sepolti sotto quella collina

di CARLO BONINI



sabato 26 gennaio 2008

IL CENTRO MODERATO FA CADERE IL GOVERNO

La crisi della politica ha toccato il fondo.

Si è consumata, infatti, una vera congiura di Palazzo senza alcuna relazione con i problemi reali vissuti da milioni di persone in questo Paese.

Il governo non cade sui salari che sono troppo bassi o su un altro contenuto importante. Il governo cade perché, alla fine, i cosiddetti moderati hanno scavalcato il fosso e hanno deciso di accodarsi alla corte di Berlusconi.
Non casualmente il governo cade nel momento che, anche grazie alla battaglia fatta dalla sinistra e dai sindacati, era stata posta all’ordine del giorno una verifica sulle politiche economiche e sociali per ridistribuire a salari e pensioni le risorse derivanti dal risanamento dei conti e dal recupero dell’evasione fiscale.
Non si tratta di poca cosa ma di ben 12 miliardi di euro, il valore di una intera finanziaria.

Il governo cade perché, finalmente, si era arrivati alla decisione di tassare le rendite finanziarie al 20%, almeno come è nella media europea.
Nessuno dimentichi, infatti, che mentre imprenditori e grandi manager prendono migliaia di euro di aumenti attraverso le stock options, tassate al 12,5%, i lavoratori, dopo lotte e scioperi che costano sacrifici e soldi, prendono poche decine di euro che sono tassate almeno al 27%. Per questo avevamo chiesto, tra l’altro, la detassazione degli aumenti derivanti dai contratti nazionali.

Questo centro moderato è contro l’Europa perché, non solo vuole impedire la redistribuzione del reddito e la tassazione delle rendite speculative, ma vuole impedire l’affermazione di diritti che vengono riconosciuti nei Paesi più avanzati d’Europa, come le Unioni Civili, e addirittura vuole levare diritti fondamentali alle donne come la legge sull’aborto.

Nel corso di questi mesi quelle stesse forze sono state la zavorra che ha impedito un rinnovamento del Paese, attraverso il sistematico svuotamento del programma concordato. Permeabili a poteri finanziari e imprenditoriali, in cerca permanente di legittimazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, quelle forze risultano incompatibili per l'oggi e per il domani a ogni ipotesi di governo alternativo della società italiana.

Si apre una nuova stagione politica !

Ora e' tempo di costruire la Sinistra unita e plurale, aperta ai Movimenti ed alla società civile. Per dare alle giovani generazioni, alle lavoratrici e ai lavoratori di questo paese una rappresentanza reale e una speranza concreta di trasformazione.

In questo processo il ruolo di Rifondazione Comunista è fondamentale.

Fabio Panero
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista

giovedì 24 gennaio 2008

Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita

La dichiarazione di voto di Giordano

Signor Presidente, è stata giusta e abbiamo, dunque, apprezzato la scelta di aprire la discussione in Parlamento. È segno di rispetto per le istituzioni democratiche ed è in questo luogo che, in maniera trasparente, ciascuno definisce le proprie responsabilità.In queste ore vi è tanto bisogno di segnali semplici e chiari, come da tempo andiamo sostenendo. Vi è un'inaffidabilità del centro moderato della nostra coalizione ed è in questo ventre molle che matura la rottura di un legame e di un mandato elettorale. Persino le modalità danno il segno di una giravolta, che parla di antiche forme di trasformismo. Nel giro di ventiquattr'ore si passa dal Governo all'appoggio esterno e dall'appoggio esterno all'opposizione. C'è una ragione di programma su cui si decide la rottura? Eppure, ci sarebbero tra di noi ragioni di confronto, di merito, visto che proprio da queste aree si è sempre teso a svuotare il programma concordato dall'Unione. Non è andata così su temi socialmente più sensibili o sui diritti civili?
Tuttavia, l'elemento di rottura avviene su un tema, quello della giustizia, grandemente delicato, ma in forme del tutto paradossali. Non entriamo nel merito di una vicenda personale su cui ci siamo già unitariamente espressi. Il paradosso è che viene depositata una relazione, frutto di un lavoro comune e condivisibile di mesi. In quel lavoro siamo entrati con il nostro bagaglio di cultura giuridica e garantista e, al contrario, contraddittoriamente si agitano giudizi sulla magistratura che alimentano conflitti istituzionali. Vogliamo ripeterlo qui solennemente ancora una volta: per noi il rispetto per l'autonomia e l'indipendenza della magistratura è un valore inviolabile (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Contrastiamo la logica cavalcata dalle destre qui e fuori di qui, di autoassoluzione ex post di una classe dirigente già giudicata in maniera definitiva e su cui è già stato espresso un giudizio politico dalla società italiana. Fa parte di un degrado della politica inaccettabile. Ha dell'incredibile, signori della destra, che un presidente di regione, Salvatore Cuffaro, festeggi una condanna a cinque anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver favorito mafiosi condannati a loro volta a quattordici anni di reclusione e che decide di continuare a svolgere quel ruolo, con una logica di impunità di ceto che dovrebbe fare indignare! Un bidello - mio padre e mia madre erano bidelli - con la stessa condanna perde il lavoro! Un imprenditore non potrebbe partecipare ad un appalto in Italia ed in Europa perché non gli consegnano il certificato antimafia. Non può continuare a governare un presidente di regione in queste condizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani)!
Noi contrasteremo fino in fondo un'idea di giustizia che si vuole perseguire: debole, riverente e sottomessa con i potenti e forte, intransigente e spietata con i deboli, i disperati, gli ultimi. Dalle cronache politiche di questi giorni emerge una grande questione morale, che si impasta con la crisi sociale e alimenta disaffezione e distacco. La politica del Paese non può essere solo quella dei trasformismi di oggi, non può essere quella di Totò Cuffaro, c'è una passione di giovani lavoratrici e lavoratori che vogliono contare e cambiare. Su questa passione costruiremo la sinistra.Proviamo a spiegare meglio questa crisi: in un passaggio economico dirimente c'è una parte del Paese, tanta parte di famiglie del Mezzogiorno, che vedono i propri figli diplomati e laureati tornare ad emigrare: giovani senza reddito, precari, tanta parte di lavoro dipendente che ha i salari più bassi d'Europa. Qualche giorno fa vi è stato un segnale positivo con lo sblocco del contratto dei metalmeccanici, un primo passo in direzione di chi sperava che finalmente era giunto il momento buono per loro. Era l'oggetto del nostro confronto, vero signor Presidente del Consiglio?
Ci sono ingenti risorse da redistribuire; qualcuno ha pensato bene di bloccare questa possibilità, perché ci sono appetiti di soggetti forti, che vogliano ipotecare a proprio vantaggio tali risorse. Così come è tornato puntuale il monito delle gerarchie ecclesiastiche sui diritti di civiltà, da quello dell'autodeterminazione delle donne, con la legge n. 194 del 1978 da rimettere in discussione, a quelli del riconoscimento giuridico per le coppie di fatto di qualsiasi orientamento sessuale, che già esistono in tutta Europa, tranne che in Italia.Spieghiamola questa crisi! C'è un'emergenza democratica e istituzionale; ci sono riforme sospese che pesano come un macigno. Oggi qui il Presidente Napolitano ci ha parlato magistralmente, interpretando limpidamente e correttamente quei bisogni. C'è una legge elettorale fatta dalle destre, fatta da voi, che ha alimentato questa instabilità e ha determinato una grande frammentazione: ha dato un peso sconsiderato persino a partiti costituiti da singoli individui! E alle porte c'è un referendum che amplifica questa rissa e questa frammentazione. Si vuole negare per caso qui, da parte di qualcuno, l'urgenza di mettere mano rapidamente a questi temi?
C'è bisogno della ricostruzione di un profilo riformatore, di una idea alta di Governo democratico della società. Il ritrarsi di una politica alternativa della società ha determinato il prevalere di logiche di mercato competitive, logiche contrappositive; ha alimentato spaesamenti e solitudini, una perdita di socialità e di umanità, una sensazione di insicurezza alimentata dalla «fabbrica della paura», una crisi drammatica di senso della politica. Da queste vicende emerge la necessità di investire, qui ora, sulla sinistra unita e plurale, una sinistra che faccia dell'autonomia la sua forza per tenere aperto un profilo di alternativa, una cultura della trasformazione.La vicenda italiana, in questi giorni convulsi di agitazione nei palazzi, non può esaurirsi nel pericoloso ed aggressivo populismo e liberismo delle destre, in opzioni centriste ed elitarie. Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita, innovata ed in grado di rispondere a speranze e passioni, in grado di essere un punto di riferimento morale ed intellettuale del Paese. Con questo impegno votiamo questa fiducia e con questa bussola e determinazione lavoreremo nella società italiana.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA GIULIANO GIULIANI

"Le armi non le abbiamo ancora, ma si fa presto a trovarle", ha detto Umberto Bossi. Se una frase simile l’avesse detta uno sprovveduto che si dichiara anarcoinsurrezionalista lo avrebbero rinchiuso e gettato la chiave. La dice uno che con la testa non ci stava tanto neanche prima dell’ictus e al TG2 dicono che "è andato sopra le righe". Con nazisti, neanche troppo neo, del tipo Borghezio e Gentilini la frase non è da sottovalutare.
In ogni caso la situazione mi pare grave davvero e sollecita, a tutti i livelli, confronti e discussioni sulle cose da fare per prepararsi a una campagna elettorale assai più impegnativa di quella che padri e nonni combatterono nel ’53 contro la legge truffa, e che richiede decisioni rapide e molto volontariato.
Personalmente credo che il processo avviato con la "cosa rossa" vada reso operante ai vari livelli.
Un caro saluto a tutti,

Giuliano Giuliani

E' nata la MastelCard

Siamo orgogliosi di potervi presentare in anteprima mondiale la prima carta di credito emessa da un blog: la MastelCard. Si tratta di un prodotto innovativo, giovane e dinamico che permetterà a coloro che la richiederanno di usufruire di tutti, ma proprio tutti i privilegi del Ministro, gratis e senza spese di spedizione! Verrà distribuita in tre versioni: Basic, Gold e Platinum.





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Platinum:
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La MastelCard è una carta personalizzabile. Scrivete tra i commenti l'uso che ne vorreste fare; cercheremo di venirvi incontro.




martedì 22 gennaio 2008

Morto il partigiano Boldrini, lo storico "comandante Bulow"



Nato a Ravenna il 6 settembre 1915, morto a Ravenna il 22 gennaio 2008 Medaglia d’Oro al Valor militare, Presidente onorario dell'ANPI.

Le operazioni belliche erano ancora in corso quando, il 4 febbraio 1945, il generale Mac Creery, comandante dell’VIII Armata, appuntò sul petto del "comandante Bulow" (questo il nome di battaglia di Boldrini) la Medaglia d’Oro al Valor militare. La cerimonia si svolse sulla piazza di Ravenna liberata proprio dalle formazioni di Bulow, che da quel momento si sarebbero aggregate alle armate anglo-americane sino alla resa totale dei nazifascisti.Impossibile dire di Boldrini in poche righe, a cominciare dall’educazione all’amore per la libertà ricevuta dal padre, una popolare figura di internazionalista romagnolo, sino alle sue gesta nella Resistenza e sino all’attività politica e parlamentare nel dopoguerra.

Di Arrigo Boldrini, parlamentare per diverse legislature e presidente nazionale dell’ANPI, ha scritto a suo tempo Gian Carlo Pajetta: "È un eroe. Non è il soldato che ha compiuto un giorno un atto disperato, supremo, di valore. Non è un ufficiale che ha avuto un’idea geniale in una battaglia decisiva. È il compagno che ha fatto giorno per giorno il suo lavoro, il suo dovere; il partigiano che ha messo insieme il distaccamento, ne ha fatto una brigata, ha trovato le armi, ha raccolto gli uomini, li ha condotti, li conduce al fuoco".Al 14° Congresso nazionale dell’ANPI – che si è tenuto a Chianciano Terme dal 24 al 26 febbraio 2006 – per la prima volta dalla costituzione dell’Associazione che ha sempre guidato, non era presente, "Bulow". Motivi di salute gli hanno impedito di partecipare all’assemblea che, con una "standing ovation", ha acclamato Arrigo Boldrini Presidente onorario.

Mastella lascia la maggioranza - "E' venuto il momento di dire basta"


"Lavoreremo con tutte le forze che vogliono prendere in mano la bandiera della libertà"(!?)



Mastella lascia la maggioranza" "E' venuto il momento di dire basta"
"Se ci sarà da votare sulla fiducia voteremo contro. L'esperienza di questo centrosinistra è finita". Lo dice il leader dell'Udeur Clemente Mastella in una conferenza stampa. "Ringrazio Prodi per lo splendido (ma và!?) e prestigioso incarico di ministro, anche se è stato drammatico (POVERINO..). Il rapporto umano con lui - aggiunge Mastella - rimane e rimarrà sempre, ma l'esperienza politica del centrosinistra è chiusa". L'ex ministro ha detto che ora lavorerà per le elezioni anticipate.


L'Udeur, ha spiegato Mastella, lavorerà "con tutte le forze che saranno disponibili a prendere in mano la bandiera della libertà e della giustizia (!!!) senza le quali non c'è politica che non sia avvilente pratica politicante".


Ma Mastella punta il dito anche sulla "mancata solidarietà di amici e alleati".

SONDAGGIO: SECONDO TE CON CHI SI PRESENTERA' MASTELLA ALLE PROSSIME ELEZIONI?

lunedì 21 gennaio 2008

Manifestazione migranti

Manifestazione a Cuneo il 16 febbraio,
presidi a Bra il 2 e 9 di febbraio,
riunione del Forum per una legge giusta sull'immigrazione il 31 gennaio a Fossano.

Anche a Cuneo il mondo dell'immigrazione, deluso dalle promesse mancate della politica, riprende la parola in prima persona.
Lo fa con la manifestazione provinciale (che si preannuncia assai ampia e plurale) per i diritti dei migranti che si terrà a Cuneo il 16 febbraio con partenza da Piazza Europa alle ore 15,30 e arrivo in Piazza del Municipio.
Lo fa a Bra, dove invece c'è da difendersi dall'iniziativa leghista, intenzionata a riproporre anche in provincia di Cuneo il veleno razzista che già diffonde a piene mani nel nord est, con una lettera aperta alla cittadinanza e con i sit-in di sabato 2 e sabato 9 febbraio che si terranno dalle 15,30 alle19 in via Cavour.
Lo fa con la riunione del Forum per una legge giusta sull'immigrazione che si terrà a Fossano giovedì 31 gennaio alle ore 21 alla Cascina Sacerdote di Via dello Stagno, 2 per organizzare la partecipazione alla manifestazione del 16 a Cuneo ivi compresa l'organizzazione di pullman che favoriscano la partecipazioni dei migranti dalle varie località.

sabato 19 gennaio 2008

LO SAI CHE IN ITALIA C'E' LA BOMBA ATOMICA?

Dal 19 al 26 c'è la raccolta firme in tutta Italia
Nel 1975 l’Italia ha ratificato il Trattato di Non Proliferazione nucleare impegnandosi (art. 2) a non produrre né ad accettare mai sul proprio territorio armi nucleari. In Italia, invece, abbiamo 90 testate atomiche nelle basi di Aviano e Ghedi.
Secondo il diritto internazionale, l’Italia le deve rifiutare. Accade che per la propria appartenenza alla NATO, l’Italia accetti di ospitarle sul proprio territorio. Canada, Grecia, Danimarca, Austria ed Islanda hanno chiesto ed ottenuto di non ospitare ordigni atomici della NATO, pur continuandone a far parte.
Anche l’Italia può ottenere la rimozione delle armi nucleari dal proprio territorio, unendosi ai 160 paesi dove è già vietato avere od ospitare armi nucleari.In tutto il mondo ci sono circa 30.000 testate nucleari, capaci di distruggere la terra ben più di una volta sola.
Riteniamo che questo sia il tempo di promuovere la pace piuttosto che le guerre, di promuovere il disarmo piuttosto che la corsa al riarmo, che sia il tempo di ribadire che mai più esploderà un’atomica.
La Sinistra, L’Arcobaleno aderisce alla campagna "un futuro senza atomiche", partecipando alla raccolta di firme per presentare una legge di iniziativa popolare. Per un’Italia ed un’Europa senza armi nucleari. Per un futuro senza guerre.
Dal 19 al 26 c'è la raccolta firme in tutta Italia e per ulteriori informazioni visita il sito




BUON COMPLEANNO FALCE E MARTELLO!




21 gennaio 1921-21 gennaio 2008
87° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA del PARTITO COMUNISTA D'ITALIA


I simboli sono materia incandescente e vanno maneggiati con cura: non sono un’espressione contingente, il fugace deposito di una realtà che sta altrove. Essi incarnano la sostanza viva di vicende, storie, sentimenti, emozioni, ragionamenti, conflitti. Sono la concrezione, espressa in segni, di un intero, complesso mondo umano.
Per molti, che oggi vivono quotidianamente l’impegno politico, la falce ed il martello rinviano alla storia del movimento operaio e ai partiti che ad esso hanno fatto riferimento. Rinviano ai comunisti. Per molti di noi, "falce e martello" parlano del presente e del futuro dell’umanità. Sono un campanello d’allarme per i potenti: attenzione, questo stato di cose – così ingiusto – non è né il migliore né l’unico possibile. E sono, per chi subisce il giogo, un segnale di possibile riscatto.
La falce ed il martello sono gli inossidabili attrezzi di un "altro mondo possibile". Simboli, appunto: significanti, evocativi non solo per i "dannati della terra" relegati ai margini del pianeta ma anche per chi oggi lavora – per lo più precario - sulla tastiera di un computer o al telefono di un call center.

BUON COMPLEANNO FALCE E MARTELLO!

DALMASSO (PRC): ODG PER SALVAGUARDIA ISTITUTI STORICI PER LA RESISTENZA

La sinistra regionale ha fatto approvare un ordine del giorno in Consiglio Regionale per la salvaguardia degli Istituti Storici per la Resistenza in Piemonte.
La legge finanziaria 2008 stabilisce che i comuni possano far parte di una sola forma associativa (ad esclusione di acqua, gas, ecc.) e entro il 31 marzo 2008, nel caso facciano parte di più consorzi, devono necessariamente adeguarsi e scegliere a quale consorzio continuare ad aderire e recedere da tutti gli altri.
In Piemonte gli Istituti storici per la Resistenza di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara (che comprende anche il Vco) rivestono proprio la forma giuridica del consorzio.
Di tali quattro consorzi fanno parte una pluralità di Comuni, la maggior parte dei quali con una popolazione residente inferiori a 1000 abitanti; la scelta della forma consortile fu fatta proprio per permettere una collaborazione fra comuni grandi e piccoli che da soli non avrebbero avuto le risorse necessarie da investire.
Qualora questi quattro consorzi dovessero necessariamente assumere una nuova veste giuridica, come previsto dalla Finanziaria, vi è il fondato rischio che alcuni dei soggetti, soprattutto i comuni più grandi, decidano di non aderire al nuovo soggetto o di aderirvi in misura economica minore rispetto a quanto avviene ora.
L’ordine del giorno approvato oggi in Consiglio Regionale impegna la Giunta ad intervenire, in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinché il termine del 31 marzo 2008 sia prorogato al 31 dicembre, così da concedere un lasso di tempo congruo ad addivenire ad una soluzione legislativa del problema.
"Si tratta di un atto significativo – commenta Sergio Dalmasso, consigliere regionale del Prc – per difendere l’importanza del ruolo e dell’attività da sempre svolta dagli istituti storici per la resistenza e la società contemporanea in Piemonte.
"La norma messa in Finanziaria è stata atta in maniera affrettata per semplici motivi di spesa, ma non ha tenuto conto delle necessità dei comuni che non possono essere cancellate da un giorno all’altro: l’odg cerca di mettere una pezza a questo errore".

Torino, 17 Gennaio 2007

venerdì 18 gennaio 2008

Comunicato No Pope

I Giovani Comunisti della Provincia di Cuneo hanno accolto con soddisfazione e preoccupazione il rifiuto del Papa a presenziare l'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza di Roma.
Soddisfazione perchè è stata una vittoria dei professori, dei collettivi universitari e delle tante associazioni gltb che lottano per la laicità dello stato e dei saperi, alla luce dei continui attacchi alla libertà sessuale delle persone e della limitazione della ricerca e sperimentazioni, che rivendicano giustamente i manifestanti, per motivi 'etici'.
Ma manteniamo forte preoccupazione per l'isteria collettiva che ha assalito i mezzi di comunicazione, sempre più asserviti ai voleri del Vaticano.
Dire che è "stato impedito" al papa di parlare è vittimismo gratuito quando primo è stato il Papa a rifiutare l'invito, e secondo il messaggio del pontefice trova spazi estremamente superiore sia alle voci critiche sia alle altre confessioni religiose.
Risibili sono le accuse di intolleranza mosse dal Vaticano, in altri tempi si direbbe "Da quale pulpito?".
Da quello che ha beatificato centinaia di "martiri" franchisti, da chi accusa di omicidio chi sceglie di abortire, da chi ha recentemente affermato che gli animali e i non battezzati non entreranno in paradiso, da chi considera l'omosessualità una malattia da curare?
Intollerante è chi rifiuta il dissenso.
Intanto la destra integralista e quella "moderata" ha subito convocato l'adunata in piazza San Pietro questa domenica, la paura che la nostra democrazia rischi di diventare una teocrazia modello Iraniano non è più tanto infondata.
Giovani Comunisti/e Provincia di Cuneo

giovedì 17 gennaio 2008

Assemblea degli iscritti del Circolo "Neruda"

GIOVEDI' 24 GENNAIO alle ore 21 assemblea degli iscritti del Circolo "Neruda" di Saluzzo-Barge in piazza Cavour 31 a Saluzzo per il rinnovo del Segretario di Circolo e del Direttivo.
Fabio Panero
segretario provinciale Rifondazione Comunista

La "Cosa Rossa" si muove anche in provincia

MARTEDI' 22 GENNAIO alle ore 21 riunione della Sinistra a Savigliano, presso il Circolo di Rifondazione Comunista "Salvador Allende", via S.Pietro 22. Sono invitati tutti i referenti e simpattizanti di Sinistra Democratica, Verdi, Comunisti Italiani, associazioni e movimenti impegnati nella costruzione della Sinistra a Savigliano.

Fabio Panero
segretario provinciale Rifondazione Comunista

Documento sulla verifica

Pubblichiamo il testo della verifica inviato al Presidente del Consiglio da parte dei partiti che compongono la Sinistra l’Arcobaleno.
I contenuti e le proposte della Sinistra hanno la caratteristica di agire subito sui temi della precarietà, del salario, dei diritti civili e della pace e sono contenuti rivendicativi precisi per scrivere l’agenda politica del 2008.
Sulla base delle risposte che avremo procederemo alle consultazioni

martedì 15 gennaio 2008

COMUNICATO STAMPA - Rifiuti in Campania

La tragedia campana è la conseguenza di 14 anni di commissariamento e la mancanza di assunzioni di responsabilità di quei amministratori. Aiutiamo quella popolazione chiedendo loro di pretendere una diversa gestione dei rifiuti, basata sulla prevenzione, la raccolta differenziata spinta, finalizzata al compostaggio e al riciclaggio, cosa finora non fatta.

In questi giorni abbiamo duramente criticato la politica degli amministratori della Campania nel gestire i rifiuti. Ancora una volta ribadiamo che questa emergenza come altre precedenti sono state provocate dalla scelta di puntare tutto sugli impianti tecnologici, riempiendo la regione di milioni di "ecoballe" accumulate per alimentare futuri inceneritori.
La mancanza di una gestione del ciclo dei rifiuti centrata principalmente sulla prevenzione e la raccolta differenziata finalizzata a compostaggio e riciclaggio hanno creato le attuali condizioni. Più volte abbiamo ricordato che quella regione ha bisogno di almeno venti impianti di compostaggio da realizzare con la massima urgenza per accogliere la parte putrescibile del rifiuto, principale causa del maggiore disagio per quei cittadini.
In questo momento è il disastro ambientale e igienico per la popolazione di Napoli ed in particolare per le periferie più povere, a prevalere.
Per questo invitando alla massima mobilitazione del movimento ambientalista e delle forze politiche della sinistra per costringere quelle amministrazioni ad assumere le proprie responsabilità e avviare una gestione del ciclo dei rifiuti in stretto rapporto con i cittadini.
Riteniamo doveroso rispondere all’emergenza terribile che colpisce quella popolazione. Pertanto condividiamo la scelta dell’assessore regionale De Ruggiero che ha dato la disponibilità ad accogliere 5.000 tonnellate di rifiuti urbani nella nostra regione.
Vogliamo ricordare che quella quantità equivale al rifiuto urbano indifferenziato mandato a smaltimento in una decina di giorni nella nostra Regione, oppure aumentare dello 0,2 % la nostra raccolta differenziata. E’ impossibile da fare?
Siamo perplessi per la risposta negativa preannunciata da alcune Province ed in particolare quella di Cuneo, dove la posizione della Giunta Costa non regge in merito a presunte inadeguatezze tecniche dei nostri siti in Provincia: in recenti articoli apparsi sulla stampa locale il sito di Magliano Alpi è descritto come assolutamente compatibile, senza sovraccarichi, per l'eventuale arrivo dei rifiuti della Campania. In realtà la maggioranza di centro-destra che guida la Provincia sembra più preoccupata di far quadrare i conti con la Lega da poco entrata in Giunta che di dare reali risposte alla drammatica emergenza dei rifiuti.
Per anni la Campania è stata la "pattumiera d’Italia" (compresi i rifuti tossici della cuneese Acna di Cengio) ed in particolare di tutto il nord Italia, con centinaia di discariche più o meno abusive.
Non facciamo pagare la colpa degli amministratori alla popolazione.
Non possiamo dire "tanto a noi non ci riguarda".

Sergio Dalmasso
Consigliere Regionale di Rifondazione Comunista
Ivan Di Giambattista
Consigliere Provinciale di Rifondazione Comunista
Fabio Panero
Segretario Provinciale e Consigliere Comunale a Cuneo di Rifondazione Comunista

CAMBIO PROGRAMMAZIONE CINEFORUM

Cineforum in Rosso Gennaio 2008
c/o il circolo "R.Luxemburg" in V.Saluzzo 28 a Cuneo
lunedì 21 gennaio - ore 21
OLD BOY
Old Boy è un film del regista sudcoreano Park Chan-wook, vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2004.
Fa parte della cosiddetta "trilogia della vendetta" del regista, iniziata nel 2002 da Mr. Vendetta e conclusa nel 2005 da Lady Vendetta.
Tratto dal manga omonimo di Garon Tsuchiya, il film alterna momenti di violenza cruda a momenti di lirismo malinconico. Choi Min-sik interpreta un uomo costretto a subire dolori che sembrano non finire mai, messo a dura prova dai disgraziati eventi che gli capitano.
Oltre ad una violenza fisica trattata freddamente, ma che comunque non supera mai certi limiti, la storia si basa su colpi di scena a tinte forti, che risultano più dolorosi delle ferite sanguinanti dei corpi. La storia si basa sulla vendetta, quella del protagonista verso i propri carcerieri e quella dei carcerieri contro di lui. (tratto da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Old_Boy)

Il documentario "99 amaranto" verrà proiettato a Febbraio.

lunedì 14 gennaio 2008

A Napoli servirebbe un "esercito" pacifico

di Imma Barbarossa*

La soluzione proposta dal governo per Napoli non è la più indicata. Sul merito della raccolta dei rifiuti sono già interventi esperti e tecnici (sul "Manifesto" e su "Liberazione", tra gli altri) che da anni propongono soluzioni radicali e nello stesso tempo equilibrate anche a livello europeo, e quindi mi aggiungo a loro, oltre che sottoscrivere la nota del Forum Ambientalista pubblicata su "Liberazione" del 10 gennaio.
Qui mi interessa sottolineare il carattere provocatorio della "imposizione" delle discariche, la militarizzazione del territorio e soprattutto della nomina del supercommisario De Gennaro, "parcheggiato" come capo di gabinetto del ministro Amato in attesa che "la nottata" di Genova cadesse nell'oblio, e quindi fosse lanciato verso incarichi prestigiosi. L'informazione televisiva ha presentato meritoriamente un flash in cui il super prefetto ammetteva "esagerazioni" nel comportamento di alcuni esponenti della Polizia a Genova e prometteva che tali comportamenti se accertati, sarebbero stati puniti.
Nell'attesa sono stati tutti promossi con onore a incarichi di responsabilità.
Sicuramente in questo caso il Prefetto non è stato di parola. La nomina di questo alto dirigente, che nel suo eccellente curriculum non ha esperienza di raccolta di rifiuti, di tutela del territorio e della salute dei suoi abitanti, ma invece meriti per lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, mira ad avviso mio (ma non solo mio) a suggerire l'interpretazione che fra i manifestanti ci siano solo esponenti della malavita, "terroristi" (eco-anarchici o eco-comunisti?) e ultras dello stato.
Il buon senso ci consiglia di credere che non è così.
Di fronte ai gravi errori dei governi regionali di centrosinistra, c'è in Campania una società civile che va ascoltata, consultata non convinta con la forza (e magari con i ricatti) ad accettare discariche in luoghi già martoriati e inquinati per decenni.
L'unico elemento positivo della proposta del governo, l'"imposizione" della raccolta differenziata avrebbe bisogno di un "esercito" pacifico di "consiglieri" che, in accordo con le amministrazioni locali e i comitati di cittadini, diffondano la cultura (e la necessità) della raccolta differenziata, la riduzione delle confezioni e buste di plastica, con le relative strutture diffuse nei quartieri.
Le municipalità potrebbero essere i soggetti, vicini alla popolazione e più adatti a questa "riscossa" civile e partecipata" della splendida città di Napoli, del suo territorio, della sua popolazione dotata di antica civiltà.
Le scuole, le comunità, le parrocchie dovrebbero essere consultate, chiamate, coinvolte.
Se ne vuole fare un problema di ordine pubblico?
Certo, in questo clima di pacchetti sicurezza, la scelta dell'uomo forte è più che adatta.

*Resposabile area nuovi diritti e poteri costituzionali - Segr. nazionale Prc-Se

Sulla nomina di De Gennaro

(DA LIBERAZIONE)

Cari compagni, su De Gennaro sono senza parole. Dove arriveremo?
Vittorio Agnoletto*

Cari compagni quando mercoledì ho aperto i giornali sono rimasto sbalordito: Gianni De Gennaro, l'ex capo della polizia, nominato commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania con un convinto sostegno bipartisan. Ho immediatamente sfogliato i quotidiani, certo di trovare una dura presa di distanza da parte di Rifondazione e di tutta "la Sinistra, l'Arcobaleno". Ma poi leggo quanto dichiara Gennaro Migliore al Corriere :
"Noi manteniamo le nostre riserve sull'operato del prefetto De Gennaro a Genova... continueremo a chiedere la Commissione d'inchiesta. Ma in questo momento per noi sono più importanti i contenuti delle decisioni di Palazzo Chigi". Su Repubblica gli fa eco Giovanni Russo Spena: "Manteniamo il nostro giudizio sulle sue responsabilità al G8, ma questa prova difficile a cui è stato chiamato ora può riscattarlo sul piano della professionalità".
Resto senza parole.
Poi immagino la fatica e anche alla sofferenza interiore che deve aver attraversato questi compagni quando hanno rilasciato tali dichiarazioni. Li conosco bene - Giovanni da oltre trent'anni, Gennaro da quasi dieci - e li penso compressi nel difficile ruolo istituzionale che gli è stato affidato, nella responsabilità che sentono pesare sulle loro spalle, stretti tra il tentativo di far sopravvivere questo governo e la coerenza con la loro storia ed il comune sentire di tutti noi, della nostra gente.
Non li invidio. Non voglio sottrarmi a responsabilità che sento collettive, mi sforzo di cercare di capire. Ma non posso non domandarmi fino a dove sia lecito spingersi senza rischiare di perdere per strada le ragioni stesse del nostro percorso, della nostra storia, delle nostre speranze. Più volte parlando con alcuni nostri parlamentari ho ascoltato tutta la loro drammatica sofferenza quando hanno dovuto votare sull'Afghanistan, quando hanno approvato una finanziaria che moltiplica le
spese militari o il recente accordo sul welfare. Non so se questo sia l'unico modo possibile di stare al governo, non ne ho la certezza. Ma se fosse così mi domando quanti rospi dovremo ancora ingerire. Non c'è forse un limite invalicabile oltre al quale rischiamo di trasformare noi stessi in qualcosa d'altro senza averlo mai deciso, scoprendo all'improvviso di aver perso la connessioni e forse anche il linguaggio comune con molta della nostra gente? Provo a sforzarmi ma non ce la faccio. Non riesco proprio a capire la relazione che intercorre tra un ex capo della polizia, affiancato da un militare, il generale di divisione Franco Giannini, e la gestione di un disastro sociale come l'attuale situazione dei rifiuti a Napoli; la polizia e l'esercito per rispondere alle proteste della popolazione esasperata
dall'assenza e dalle ambiguità, per non dire peggio, delle istituzioni locali negli ultimi anni? Ma poi, perché proprio De Gennaro? Possibile che in tutta Italia non vi
fossero altre persone in grado di affrontare una simile difficile situazione? La Costituzione sospesa per tre giorni, Carlo ucciso,migliaia di pacifisti
pestati a sangue, la notte cilena della Diaz, le torture di Bolzaneto e noi "manteniamo le nostre riserve"!? De Gennaro, accusato di istigazione alla falsa testimonianza perché avrebbe indotto l'ex questore di Genova a sistemare le proprie dichiarazioni relative alla mattanza alla scuola Diaz e noi diciamo che ora "può riscattarsi sul piano della professionalità"!? No,non credo proprio sia utile aspettare per veder come va a finire. Oltretutto vi é anche il rischio che, replicando il "modello Genova", anche in Campania ad essere colpita sia la popolazione pacifica di Pianura, che ha deciso di protestare per difendere i suoi diritti e non i provocatori al soldo della camorra.
Cari compagni, caro Giovanni e caro Gennaro, scusatemi ma proprio non riesco a capire. Quel tremendo luglio del 2001 eravamo là insieme, sappiamo tutti di cosa stiamo parlando: Genova non è stata una parentesi, un errore involontario, ma una scelta voluta e consapevole di chi allora era ai vertici della politica e delle forze dell'ordine. E' inaccettabile che chi è accusato di aver tradito la fiducia che lo Stato e il Paese avevano riposto in lui come capo della Polizia, sia prima promosso capogabinetto del ministero dell'Interno e poi riceva un altro incarico di così rilevante responsabilità. E forse nel governo c'è già chi pensa di ringraziarlo ulteriormente per quanto fatto a Genova affidandogli, nel prossimo futuro, il coordinamento dei servizi segreti o la presidenza di Finmeccanica. E allora non ci chiederanno di sostenere pure questa nuova proposta? No, la nostra storia è diversa; su Genova, così come su Porto Alegre abbiamo insieme fondato l'idea che fosse possibile cambiare il mondo e anche il modo di far politica. Indipendentemente dalla nostra temporanea collocazione al governo o all'opposizione. Non c'è ragione di Stato che mi possa far cambiare idea: il maggior responsabile delle violenze di Genova non potrà mai avere la mia fiducia.

*eurodeputato Prc-Se

12/01/2008

Lettera di Lorenzo Guadagnucci

Caro direttore,

anch'io, come Vittorio Agnoletto, sono rimasto senza parole, quando ho saputo della nomina di Gianni De Gennaro a commissario speciale per l'emergenza rifiuti in Campania. Se ho ritrovato la parola e butto giù queste righe, è per esprimere il mio malessere e il mio sconcerto di fronte all'atteggiamento rassegnato e complice tenuto da parlamentari, forze politiche, testate giornalistiche che sono state spesso al nostro fianco nella battaglia etica, politica, giudiziaria seguita alle tragiche giornate del G8 2001. Tutti noi sappiamo quanto sia potente Gianni De Gennaro e quale peso abbia all'interno delle nostre forze dell'ordine: capo della polizia dal 2000 al 2007, è al vertice di una cordata di funzionari e dirigenti che a questo punto dobbiamo ritenere inamovibile. Ma sappiamo anche che la sua continua, inarrestabile ascesa - possibile grazie all'ormai unanime plauso delle forze politiche - comporta il pagamento di un prezzo altissimo: la rinuncia a ricomporre la frattura fra forze dell'ordine e cittadinanza, che si determinò nel luglio 2001 a Genova. E' una frattura assai pericolosa in ogni democrazia, e tanto più in quella italiana, che è fragile, esposta a ricorrenti ondate populiste e incamminata, proprio da quell'estate di sette anni fa, lungo il sentiero dell'autoritarismo.

Caro direttore, sai meglio di me in che modo sciagurato sia stato gestito il dopo Genova nel nostro paese. Anziché ribadire l'assoluta preminenza delle garanzie costituzionali, chiedere scusa alle vittime delle violenze e a tutti i cittadini, rimuovere i vertici delle forze dell'ordine (De Gennaro in testa), istituire una commissione d'inchiesta, si è legittimato il comportamento tenuto dalle forze di sicurezza nelle strade, nelle scuole e nelle caserme di Genova, delegando alla magistratura il compito di accertare eventuali responsabilità penali, ma avendo cura - nel frattempo - di promuovere tutti i maggiori imputati, in modo da far capire da che parte sta lo stato.

Sono cose che sai bene, quindi non può sfuggirti il senso che assume oggi la nomina di De Gennaro a un ruolo così delicato nei contenuti e così visibile e importante nella percezione pubblica. Diciamola tutta: è il trionfo di De Gennaro, un trionfo politico e addirittura morale. Io sono convinto che il dottor De Gennaro abbia una grande carriera alle spalle e in aggiunta non amo personalizzare le questioni politiche, ma non sono così ingenuo da non cogliere la portata dell'esibizione della sua figura - da parte del potere politico - di fronte a un'opinione pubblica allarmata e infuriata. Il potere politico mostra De Gennaro come l'uomo forte, il grande poliziotto, chiamato ancora una volta a 'salvare la patria'. E la mente di tutti corre al 2001: anche allora, dunque, a marzo a Napoli e in estate a Genova, salvò la patria. Questo è il messaggio che passa e perciò, comunque vada a finire coi rifiuti, Gianni De Gennaro sta vivendo la sua apoteosi.

Anch'io, come Vittorio Agnoletto, nel mio piccolo non mi riconosco in quest'operazione, e anzi la contesto, e dico che Gianni De Gennaro avrebbe meglio onorato la sua carriera lasciando il suo incarico il 22 luglio 2001, a G8 appena finito. Ha scelto invece di rimanere, con la complicità dei governanti di allora e di oggi, e di continuare nonostante tutto la sua carriera. Purtroppo non è una questione personale, perché tutti noi paghiamo il prezzo di questa scelta: la frattura del 2001 che non si ricompone, il potere politico che abdica di fronte allo strapotere degli apparati di sicurezza e quindi la democrazia che si inoltra sul cammino senza ritorno dell'autoritarismo. Vogliono farci credere che le crisi economiche, le ingiustizie locali e planetarie, la sovraproduzione di merci e di rifiuti si affrontano con le polizie, gli eserciti, i de gennari: è la stessa risposta che ci diedero nel luglio 2001. Io continuo a ribellarmi a questa follia.

Lorenzo Guadagnucci
(Comitato Verità e Giustizia per Genova)

SIAMO MATTI?

Scuola bus separati per italiani e rom al VII Municipio di Roma. E' questa la decisione, poi rientrata, presa l'11 gennaio a Roma dal consiglio del VII Municipio di Roma, uno dei caposaldi «rossi» della cintura a cavallo tra Prenestina e Casilina, con una mozione presentata da Rifondazione comunista (votata da Sinistra democratica, più tutto il centro destra, contrario il Pd) in cui si chiede all'assessore comunale alla scuola di valutare la richiesta di tornare a separare i bimbi rom dagli altri bimbi sugli scuolabus, richiesta avanzata da un gruppo di genitori mobilitati dopo un litigio avvenuto tra ragazzini. La decisione sembra poi destinata a rimanere lettera morta per l'intervento dei dirigenti di Rifondazione Comunista che hanno costretto il consigliere che ha proposto la mozione alle dimissioni dal partito e hanno annunciato iniziative in zona a favore dei Rom.

Tutto bene quel che finisce bene? Mica tanto. L'episodio segnala una volta di più quanto ci sia da lavorare per superare i problemi e quanto siano radicati i pregiudizi se una proposta, dal taglio inequivocabilmente leghista, viene dall'esponente di un partito che si batte a favore dei migranti con il ministro Ferrero e che proprio a Roma si è speso così tanto per una dignitosa accoglienza dei rom di Ponte Mammolo sgomberati dall' amministrazione comunale.

13 gennaio 2008

E il pruno bruciava


In occasione della giornata della Memoria

sabato 19 gennaio alle ore 21
presso il teatro comunale di Novello
si terrà lo spettacolo teatrale
E IL PRUNO BRUCIAVA
tratto dall'opera di A. Goes.
Vi aspetto.

Roberto Passone

NESSUN MISTERO SUI PROGETTI DELLA CUNEO MEDIEVALE

Ho letto con attenzione l'articolo pubblicato da "La Stampa" del 9 gennaio di Mario Cordero che lamenta una certa reticenza sui progetti relativi a S. Francesco ed alla Cuneo medievale, lettera che si aggiunge all'intervento di Adriano Falco presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in occasione della riapertura del Cinema Monviso, venerdì 21 dicembre, che lamentava ritardi nell'avvio dei lavori di ristrutturazione di S. Francesco (intervento che ho trovato davvero fuori luogo, ma questa è una valutazione personale).

Per quel che mi compete in qualità di Consigliere Comunale Presidente della Quinta Commissione Consiliare Permanente (Cultura, Università, Sport e Manifestazioni, Pari Opportunità) assicuro massima disponibilità: nel mio agire politico traparenza e partecipazione sono due caratteristiche a cui tendo quotidianamente, non vuote dichiarazioni d'intenti.

Vorrei anche ricordare che l'importante progetto di ristrutturazione di S. Francesco e del Museo Civico, progetto finanziato totalmente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, è stato presentato in maniera dettagliata giovedì 20 dicembre con la convocazione congiunta delle Commisioni Cultura e Lavori Pubblici, alla presenza dei progettisti, delgli Assessori alla Cultura Alessandro Spedale ed ai Lavori Pubblici Giancarlo Boselli, dei rispettivi dirigenti dei due settori: a nessuno dei Commissari componenti le Commissioni, siano essi di maggioranza o di opposizione, è sfuggita l'importanza di un tale progetto, infatti il dibattito è stato ampio ed articolato.

Nessuna reticenza quindi, anzi, per quel che mi riguarda massima disponibilità ed attenzione: sono una "matricola", ho molto da imparare, mi ritengo un "amico del Museo Civico" per le lunghe frequentazioni non solo lavorative.

Un progetto così importante deve coinvolgere tutta la città.

Fabio Panero
Consigliere Comunale Rifondazione Comunista
Presidente della Commisione Cultura.

Le cose vanno molto male

Oramai siamo arrivati alla verifica. Lunedì 14 gennaio si riunirà la direzione del PRC. Forse scriverò qualcosa per commentarne gli esiti. Comunque siamo arrivati ad un punto difficile delicato e forse definitivo. Alla fine di novembre il PRC ha deciso di votare la fiducia al governo per il welfare dichiarando, al contempo, la fine del proprio "vincolo politico" con il governo Prodi e annunciando la richiesta di una "verifica" per discutere di un’agenda per realizzare in tempi brevi provvedimenti sulla precarietà, sui salari, sui diritti ecc. Continuo a pensare che sarebbe stato meglio annunciare il voto contrario ed ottenere la verifica immediatamente. Gli organismi dirigenti del partito hanno deciso che dopo la verifica si svolgerà una consultazione referendaria per decidere della nostra permanenza o meno al governo. Poi c’è stata l’assemblea nazionale della sinistra (i famosi Stati Generali) che non ha discusso del tema del governo e non ha, conseguentemente, assunto impegni di alcun tipo, tranne quello di costruire un soggetto unitario e plurale "per pesare di più nella realtà politico-sociale del centrosinistra". Non poteva essere altrimenti visto che tre dei quattro partiti e gran parte dei presenti all’assemblea pensano che si debba stare sempre e comunque in un governo di centrosinistra qualsiasi politica faccia. Poi il governo ha ritirato l’infame decreto sulla sicurezza nonostante l’annuncio del voto favorevole dei gruppi parlamentari della sinistra (altro errore secondo me gravissimo). Salvo poi emanarne un altro ancora peggiore come ha giustamente osservato Giuliano Pisapia in un articolo su Liberazione del 29/12.( www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=29/12/2007 )

Intanto Prodi ha continuato a dichiarare che le cose andavano benissimo, che non ci sarebbe stata una verifica bensì una messa a punto, un tagliando. Così siamo arrivati all’inizio dell’anno e al chiacchiericcio messmediatico sulla verifica. In sostanza il clima torna ad essere quello di una discussione sul come trovare una mediazione, temo al ribasso, per mantenere in vita il governo. I quattro partiti della sinistra al contrario che in autunno hanno una piattaforma comune, è vero, ma non c’è la determinazione necessaria affinché la trattativa con Prodi, Padoa Schioppa e Damiano sia reale. Quale trattativa vera si può fare se, per Mussi Diliberto e Pecoraro Scanio, non è contemplata una possibile rottura? Mentre i temi delle spese militari, della precarietà e dei diritti sono, almeno per il momento, in secondo piano, la questione salariale sconta già impostazioni radicalmente contrapposte. Da una parte le nostre richieste di tassazione delle rendite finanziarie al 20% al fine di finanziare una detassazione generalizzata sui redditi da lavoro dipendente e dall’altra l’attesa della trimestrale di cassa (a fine marzo) per vedere quante risorse eccedenti le previsioni saranno disponibili per intervenire sui salari. Come dire che noi proponiamo una redistribuzione del reddito strutturale e continuativa nel tempo e loro di destinare una parte del nuovo tesoretto per un’elemosina. Ma anche l’elemosina la vorrebbero usare per detassare gli aumenti salariali ottenuti nella contrattazione aziendale legandola agli aumenti di produttività. Così dopo aver incentivato, nel provvedimento sul welfare, le ore straordinarie (che sono causa non secondaria delle morti e degli incidenti sui luoghi di lavoro) ora vorrebbero incentivare la produttività per ora lavorata e assestare un altro duro colpo al contratto nazionale di lavoro. Nel frattempo, come se non bastasse, il governo affronta l’emergenza rifiuti in Campania con De Gennaro e con l’esercito. E in queste ore in cui scrivo le agenzie di stampa sono piene della polemica sulle funzioni dell’esercito che secondo De Gennaro dovrebbe "presidiare le discariche". Come si può vedere le cose non vanno affatto bene. Proprio per niente!

Ramon Mantovani
deputato del PRC

sabato 12 gennaio 2008

FARC-EP: ABBIAMO LIBERATO CLARA E CONSUELO!

Riceviamo e pubblichiamo dal Comando delle FARC-EP

FARC-EP: ABBIAMO LIBERATO CLARA E CONSUELO!

1. Onorando la parola e l’impegno, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, FARC, consegnano oggi al Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez, alla senatrice Piedad Córdoba ed alla comunità internazionale Clara Rojas e Consuelo Gonzáles de Perdomo. Se il bambino Emmanuel non si trova tra le braccia di sua madre, è perché il Presidente Uribe Vélez lo tiene sequestrato a Bogotá. Deve liberarlo, affinché tutti si possa celebrare questo successo.

2. Questa liberazione umanitaria ed unilaterale ha luogo nonostante i bastoni tra le ruote messi dallo stesso Presidente Uribe, che, seguendo le linee di Washington, è un nemico giurato dello scambio di prigionieri e della pace con giustizia sociale. Nonostante le intense operazioni belliche del Plan Patriota, il sequestro delle prove di sopravvivenza, la cattura dei messaggeri umanitari che le portavano, il sequestro del piccolo Emmanuel a Bogotá e l’assurda pretesa di escludere dalla facilitazione la commissione umanitaria internazionale, abbiamo dato questo primo passo che da speranza e che invita a pensare nella possibilità della pace in Colombia.

3. Ora gli sforzi devono essere indirizzati ad ottenere la smilitarizzazione di Pradera e Florida quale scenario di dialogo governo-FARC per l’accordo e la materializzazione dello scambio, che renda possibile la liberazione di tutti i prigionieri in potere delle forze contendenti, sia di quelli detenuti sulle montagne sia dei guerriglieri incarcerati nelle prigioni del regime, compresi Sonia e Simón. La nostra volontà è indiscutibile. Senza dimenticare che nel passato recente abbiamo unilateralmente liberato 304 militari e poliziotti, catturati in combattimento, la consegna di Clara e Consuelo che oggi realizziamo riafferma la nostra disponibilità.

4. In realtà, siamo una forza belligerante in attesa di essere riconosciuta dai governi del mondo. Tale passo appianerebbe il tortuoso cammino alla ricerca della pace del popolo della Colombia. La nostra lotta è legittima; si basa sul diritto universale che hanno tutti popoli del mondo di sollevarsi contro l’oppressione. Il nostro padre, il Libertador Simón Bolívar, ci insegna che “quando il potere è oppressore, la virtù ha il diritto di abbatterlo”, e che “l’uomo virtuoso si solleva contro l’autorità che opprime ed è insopportabile, per sostituirla con una rispettata ed amabile”. E questo è, per l’appunto, l’impegno delle FARC.

5. Presidente Chávez, molte grazie. Il mondo non ha dubbi sul fatto che il suo immenso cuore palpita sinceramente per la pace della Colombia e per la redenzione dei popoli. Ringraziamo anche i governi e le personalità del mondo che lo hanno accompagnato, senza riserve, in questo nobile sforzo. E soprattutto, grazie al valoroso popolo venezuelano per il suo appoggio e la sua fratellanza. Ai familiari dei prigionieri ed agli amici dello scambio umanitario, il nostro appello a persistere. Conquisteremo lo scambio.

Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP

Montagne della Colombia, 10 gennaio 2008

venerdì 11 gennaio 2008

Forgione: «La gestione commissariale è utile alla malavita. Va superata»

Il presidente della Commissione Antimafia: "Non si può far lavorare le aziende senza chiedere il certificato antimafia. La politica lavori per bonificarsi dalle connivenze con la criminalità"

di Angela Mauro
In Campania "va superata la gestione commissariale" del trattamento dei rifiuti. Per Francesco Forgione è il punto di partenza per bonificare il campo dalle infiltrazioni della Camorra. Perchè, puntualizza il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, la gestione commissariale, attiva dal '94 su Pianura - il sito protagonista delle proteste di questi giorni - ha dimostrato una sua "utilità per gli affari della Camorra". Lo dimostra anche il fatto che l'azienda cui sono stati affidati i lavori per la riapertura della discarica di Pianura (affidamento diretto, senza gara d'appalto) è priva del certificato antimafia.
L'emergenza rifiuti in Campania mette sempre più in luce il cuore del problema: gli interessi della Camorra nella gestione dei rifiuti in passato e il rischio che la situazione non cambi per il futuro.
Che la Camorra sia stata negli anni uno dei soggetti protagonisti dell'emergenza rifiuti in Campania è un dato acquisito. Lo ha fatto non solo attraverso un suo sistema di imprese addette al trasporto della terra e allo smaltimento dei rifiuti, ma anche attraverso il controllo delle aree destinate alle discariche e gli scambi tra i clan e pezzi del sistema politico che sull'emergenza rifiuti hanno costruito un vero e proprio sistema. Basta pensare al fatto che un libro come quello scritto da Saviano, "Gomorra", nelle librerie ormai da anni, è stato relegato dalla politica a pura letteratura, quando invece è la più grande denuncia del fallimento di un'intera gestione dei rifiuti, quella commissariale e quella politico-amministrativa.
Responsabilità che pesano anche sul centrosinistra?
Pure il centrosinistra ha responsabilità rispetto alle quali deve avviare una riflessione urgente e radicale. E' ancora in tempo per recuperare sulla distanza che separa la gente dalla politica.
Il centrodestra e ora anche Di Pietro chiedono le dimissioni di Bassolino...
Non è compito del presidente della commissione Antimafia rispondere in merito.
Cosa sta facendo l'Antimafia riguardo all'emergenza rifiuti in Campania, dato l'allarme per la presenza della Camorra?
Abbiamo uno scambio continuo con la commissione speciale sul ciclo dei rifiuti, abbiamo chiesto le relazioni che riguardano i rapporti tra la Camorra e il ciclo dei rifiuti, anche quelle dell'audizione svolta dalla commissione con i magistrati della procura distrettuale di Napoli l'estate scorsa. L'allarme è più che reale: negli ultimi dieci anni la maggioranza delle amministrazioni comunali del napoletano è stata sciolta per infiltrazioni della Camorra, la quale riusciva così a mettere le mani non solo sui rifiuti ma anche sulla sanità. Ad ogni modo, bisogna essere onesti e chiamare al senso della responsabilità anche il sistema delle imprese.
Com'è possibile che ancora oggi a Pianura riescano a lavorare aziende senza il certificato antimafia?
Questo denuncia l'utilità che le gestioni commissariali hanno avuto per la Camorra. La loro potenzialità criminogena si manifesta con la possibilità che le gestioni commissariali hanno di affidare lavori senza gara d'appalto per gestire l'emergenza e quando l'importo è di piccola entità. In questi casi, è uso affidarsi alle aziende presenti sul territorio, bypassando i controlli che secondo me sono invece sempre necessari: il certificato antimafia andrebbe sempre chiesto alle aziende in una terra storicamente controllata dalla Camorra. Questo dovrebbe essere il punto cardine nella gestione dei rifiuti in Campania.
Va superata la gestione commissariale? Il ritorno ai poteri ordinari metterebbe al riparo dal rischio di infiltrazioni criminali?
Ora va innanzitutto affrontata la situazione. Anche il governo non può fare lo struzzo e nascondere la testa sotto la sabbia. La gestione commissariale va certamente superata ma con una programmazione che incida nell'immediato e sul lungo periodo. Va imposto un vincolo di trasparenza in tutti gli atti amministrativi, va fatta un'azione di bonifica di tutti i punti di inquinamento da parte della Camorra. E' una questione che riguarda sicuramente la magistratura e le forze dei polizia, ma è anche un tema centrale che la politica deve affrontare in Campania e nel Mezzogiorno. Se la Camorra riesce a fare affari infiltrandosi nel ciclo dei rifiuti o nella sanità il problema non è della magistratura, ma della politica e riguarda in modo trasversale tutti gli schieramenti
Cineforum in Rosso
Gennaio 2008
c/o il circolo "R.Luxemburg" in V.Saluzzo 28 a Cuneo
lunedì 14 gennaio - ore 21
LA PATATA BOLLENTE

Il Gandhi è un operaio con la passione per il pugilato e per l'attività politica. È infatti un convinto comunista, iscritto al PCI. Entra poi in contatto con un ragazzo omosessuale salvandolo da un'aggressione di alcuni teppisti nazifascisti. Scopre pian piano quanto il suo partito sia chiuso sulle questioni della morale sessuale, anche se questa sua nuova amicizia gli creerà dei problemi. Il film è molto divertente, brillante, intelligente e critica un certo tipo di sinistra di allora, ancora chiusa dal punto di vista della sessualità.


trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ll01SIlLZqE

mercoledì 9 gennaio 2008

Senza (ulteriori) parole

Se non ho capito male, il governo ha nominato De Gennaro commissario straordinario per i rifiuti in Campania.
Non capisco se per la nota esperienza del personaggio in termini di "monnezza" o perchè siamo sempre più irrimediabilmente il paese della monnezza.

Giuliano Giuliani

martedì 8 gennaio 2008

Rifondacuneo linkato dal sito nazionale del PRC

Finalmente il nostro blog è collegato direttamente al nuovo sito nazionale del PRC!
Cliccando su www.rifondazione.it se vai su territori - federazione di Cuneo, accedi direttamente al blog (anche molto bello il nuovo sito nazionale!)

Fabio

domenica 6 gennaio 2008

COMMENTI ALL'ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO

PUBBLICHIAMO ALCUNI COMMENTI ALL'ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO, VOTATO DALL'ULTIMO COMITATO POLITICO DEL P.R.C. di CUNEO COME CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE su Partito, Sinistra, Movimenti, Governo.

"Pur "non iscritto" mi sento profondamente coinvolto dall'evolversi della "vita" di PRC ed in generale di tutta la sinistra arcobaleno. Per questo sono molto felice della richiesta di coinvolgimento contenuta all'ultima riga dell'ODG sotto riportato. Tento perciò di entrare nel merito. Il bilancio del primo anno e mezzo del governo Prodi è certamente negativo se raffrontato con i contenuti del programma e le aspettative che aveva creato in ognuno di noi. In assoluto non è così: rispetto al precedente governo delle leggi ad personam, del becero asservimento agli USA ed agli interessi del capitalismo, delle "porcate"...... qualcosa è cambiato. Come ricordo sovente a Fabio, non ci dobbiamo mai dimenticare di essere minoranza nel paese e nel centrosinistra. Si può anche legittimamente pensare che una minoranza abbia maggiori possibilità di esprimersi dall'opposizione ma non è assolutamente scontato che una minoranza al governo sia impedita ad avere un suo ruolo autonomo nella società. L'essere minoranza deve convincerci della necessità di procedere a "piccoli passi" (i più lunghi possibili) compatibili con la forza che si dispone all'interno dell'istituzione. Nella società, insieme con i movimenti, si deve cercare ogni spazio possibile per coinvolgere (includere) il maggior numero di persone. Ma questo è un lavoro molto lungo, lento e non di sicuro risultato che può essere aiutato dai piccoli passi istituzionali. La democrazia dal basso richiede la consapevolezza e l'impegno di molti e non può essere "imposta" da una avanguardia. L'informazione è un mezzo indispensabile per raggiungere la consapevolezza ed in questo senso il tentativo di collaborazione tra Manifesto, Liberazione e Carta culminato con il 20 ottobre è la vera novità a sinistra.
Sul piano istituzionale è fondamentale che la verifica di gennaio punti a riportare al centro il lavoro, la cancellazione delle leggi 30 e Bossi-Fini, la riduzione degli armamenti (non credo sia realistico voler inserire il disarmo nel programma di governo) con la moratoria su Vicenza, l'ambiente, i diritti civili.......... .
A mio avviso però l'obiettivo non può essere quello della uscita dal governo se tutto ciò non troverà immediata realizzazione. Non solo per la paura che altrimenti tornano "gli altri" (anche se non la sottovaluterei), ma soprattutto per il venir meno della possibilità di incidere con i "piccoli passi" sul lato istituzionale a sostegno dell'azione dal basso.
Molta parte dei movimenti (che sono decisamente attivi ma fortemente minoritari) riconosce la necessità di questa doppia azione ed anche quando critica aspramente la politica rappresentativa di sinistra sa di rivolgersi all'unica parte disposta al dialogo.
Mi auguro che le iscritte/i valutino attentamente questo aspetto nella consultazione che i partiti dovranno mettere in atto. Se una parte stesse meditando l'uscita dal partito non sia aprioristicamente convinta di lavorare così per il "bene comune" e non si aspetti una trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti.
Perdonate la mia intromissione, ma ho preso alla lettera la vostra "apertura".
Buon anno a tutti,

Oreste"

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"Ho letto la riflessione di Oreste Delfino sulla situazione del Prc e del suo rapporto con il governo del quale fa parte. Sebbene neanch'io sia iscritto al Prc, e nemmeno un elettore (non voto da una decina di anni e ne rivendico la valenza), mi sento comunque profondamente coinvolto dall'evolversi della sinistra, l'arcobaleno lo lascerei agli astronomi.
Per questo non posso trattenermi dal dire la mia, anche se non sono iscritto alla lista (scusate l'intrusione).
Partirei dalla fine, dalla "non scontata trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti". Vorrei ricordare che i movimenti Notav e Nodalmolin non hanno partecipato al 20 ottobre proprio per dare risalto alla loro contrapposizione a questo governo, e dopo l'approvazione del decreto sul welfare molti altri partecipanti a quella manifestazione hanno preso le distanze da questo governo, difficile immaginare che voltino le spalle a chi ora si assumesse la responsabilità di rappresentare le loro istanze anche a costo di uscire dal Prc o dal governo; quindi io a chi nel caso stesse meditando l'uscita dal partito invece che tarpare le ali con motivazioni tutte da verificare, farei un forte augurio.
Detto questo, riprendo dall'inizio ovvero dal paragone col governo Berlusconi. "Qualcosa è cambiato"? Sarà che sono diventato cieco, ma io non vedo molti cambiamenti; forse qualche legge ad personam in meno, ma asservimento agli Usa, agli interessi del capitalismo ed io aggiungerei a quelli della Chiesa del tutto invariati. Gli esempi di tutto ciò sono molteplici tendenti all'infinito: dal cuneo fiscale a tutto vantaggio delle imprese al rifinanziamento delle missioni di guerra, dall'abbandono della legge sui Dico all'aumento delle spese per armamenti, per continuare con la legge truffa sul Tfr, liberalizzazioni a senso unico, stralcio della norma anti-omofobia, scomparsa dal dibattito di un punto fondamentale del programma come la tassazione delle rendite ecc ecc. Se a tutto ciò aggiungiamo leggi addirittura peggiorative rispetto al governo precedente (come il decreto sul welfare) e i vari attacchi del ministro della giustizia alla magistratura (cosa inaudita quando a farlo era il governo Berlusconi) il bilancio forse pende addirittura a favore di quest'ultimo. Certo giudizi così in una discussione per email sono un po limitati e limitanti me ne rendo conto, ma testimoniano secondo me il fatto che non tutto può essere dato per scontato, manco la superiorità di Prodi su Berlusconi.
Il punto che però a mio parere è fondamentale, è come un partito possa presentarsi con un determinato programma agli elettori, raccoglierne la fiducia, per poi tradirla non su un provvedimento o poco più ma in maniera continuativa per un anno e mezzo su temi tra l'altro più disparati. In queste condizioni non si tratta più di tener conto del fatto di essere minoranza e quindi entrare in una certa logica di compromesso, si tratta di non rispettare la fiducia che una parte degli elettori hanno riposto nel Prc. Immagino che chi ha votato Rifondazione, lo abbia fatto in base ai cavalli di battaglia della campagna elettorale: lotta al precariato, aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, redistribuzione del reddito, no alla guerra ecc ecc. Allora la domanda è : è giusto rimanere in un governo che sistematicamente tradisce la fiducia di una buona parte dell'elettorato del Prc su più temi? Per non porre domande anche più esistenziali del tipo: é tutto ciò democratico? Io penso che non sia giusto e neppure democratico ricevere il voto in base a determinati principi per poi, una volta al governo, agire all'esatto contrario. Di più, non risulta neppure utile, anzi nel lungo periodo tutto ciò si rivelerà disastroso.
Per questo non sono per nulla d'accordo quando si dice che in ogni caso, anche se la verifica di gennaio avesse un esito negativo, non si dovrebbe uscire dal governo; al contrario a mio avviso alcuni dei principi del Prc e del suo elettorato (lotta al precariato e redistribuzione del reddito) dovrebbe almeno servire come linea di demarcazione oltre la quale si rischia di scambiare per piccoli passi quel che è soltanto uno strisciare ai piedi del capitale, ed a furia di strisciare si disimpara a camminare dritti.

Valerio Martinengo"

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"Carissimi,
raccolgo le sollecitazioni di Oreste perchè sono convinto che, al di la della formalità, possa far bene anche a Rifondazione conoscere gli umori dei non iscritti che comunque si muovono nell'area del cosiddetto" movimento". Per chiarezza esplicito subito il mio parere sulla permanenza al governo di Rifondazione. Credo che uscire , pur in seguito ad un dibattito e con serie motivazioni, da questo governo sia un errore politico ed un errore tout court per due ordini di motivi :
1) le probabili alternative ( Dini, Veltroni, Berlusconi ) sarebbero senza dubbio peggiori di questo che gia é drammatico,
2) il processo faticoso e contraddittorio di costruzione di una sinistra unita subirebbe un'inevitabile rallentamento se non uno stop.
Per arrivare a questa opinione ho dovuto preventivamente separare la ragionevolezza dall'emotività perlomeno fin dove quest'operazione é possibile. Lo sdegno e l'offesa personale provata alla notizia dei provvedimenti razzisti della maggioranza del governo , la delusione per aver toccato con mano il fatto che il programma elettorale fosse , già nelle intenzioni, aria fritta , la consapevolezza che anche nella scuola ( il mio lavoro) sia continuato il taglio dei fondi, la precarizzazione, la mortificazione della professionalità, l'incentivo alla selezione di classe e l'invasione di "insegnanti" della religione cattolica a fronte di tagli agli organici.... tutte queste cose unite alle tante altre che è inutile continuare a citare non possono che portare a dirci il famoso "tanto peggio , tanto meglio" ; torni pure berlusconi così magari ricominciano le lotte, il movimento riprende slancio e via... .Questo ragionamento, seppure suggestivo, rischia però, di fronte alla complessità della situazione, di essere velleitario se non masochista ( e su questo terreno la sinistra non é seconda a nessuno).
La (mia) ragionevolezza ( mi rendo conto che il fatto di presumerne il possesso possa essere anche presuntuoso e magari non condiviso ma tant'è ) parte da una constatazione: la crisi della politica, del concetto stesso di rappresentatività, o in una parola della democrazia non é un problema italiano. Nella stragrande maggioranza dei paesi dell' Unione europea per non parlare degli USA, della Russia, della Cina e fino a ieri dell'Australia ( i paesi ricchi) ci sono governi liberisti e di destra , dappertutto cresce la povertà e lo sfruttamento fino alla schiavitù, dappertutto la tv è usata come arma di rimbecillimento di massa. Non é un caso che tentativi di uscire dalla dittatura del "pensiero unico" messi in atto in America del sud vengono concordemente ostracizzati o descritti in termini caricaturali dai nostri maitre a penser ex di sinistra ed oggi al soldo della destra.
L'italia quindi non fa eccezione se non per il ricatto del potere vaticano che impedisce qualunque tentativo di avere uno stato laico e dignitoso. Altro motivo è ( a mio parere) la triste constatazione che questo sia un paese che alla moderna insicurezza che porta alla chiusura ed all'egoismo unisce un'anima bigotta e codina che è la cifra della nostra storia nazionale e che con il berlusconismo ed il leghismo ha trovato chi , come dice Ellekappa " ha trsformato i peggiori difetti degli italiani in qualità delle quali vantarsi".
Data questa situazione e l'egemonia ( rileggiamo Gramsci) dell'ideologia liberista questo governo é, nelle condizioni date, il meno peggio ed al suo interno Rifondazione ( meglio; la sinistra) può evitare almeno di peggiorare la situazione.
Altro motivo che mi porta ( per ora ) a considerare un errore l'uscita dal governo é la distinzione che occorre fare fra partiti e movimenti ed il rapporto che dovrebbe esserci fra queste due realtà: la non chiarezza rispetto a questo rapporto può causare( ha causato) equivoci e può portare alla paralisi o alla reciproca scomunica fra realisti e utopisti. Io credo invece che se tutti ( im primis il sottoscritto) ci attenessimo all'insegnamento del colibrì (inprimapersona 15/12) ed imparassimo la difficile arte dell'ascolto......questo si, potrebbe essere utile ( tutto questo vale fino al 2 gennaio quello che capiterà poi ........lo scopriremo solo vivendo).
Saluti

Gino Bertone"

venerdì 4 gennaio 2008

E' nato!

Il Partito di massa, prossimo a venire,
gioisce ed ingrandisce le sue fila:

E' nato un nuovo compagno (si spera..)!
Si chiama

Simone
Parracone

figlio di Emanuel, Sindaco di Valdieri
Felicitazioni al papà, alla mamma ed a tutti i parenti!!


Ivan Di Giambattista

Presentazione libro Guido Viale

Città di Cuneo

Fondazione Nuto Revelli

Mai Tardi – Associazione Amici di Nuto

Bollati Boringhieri editore

invitano la S.V. alla presentazione del libro


Vita e morte dell’automobile

di Guido Viale

Bollati Boringhieri editore


Intervengono

Giorgio Airaudo segretario regionale F.I.O.M.-C.G.I.L.

Maurizio Magnabosco Amministratore Delegato A.M.I.A.T.

Marco Revelli Docente Scienza della Politica Università del Piemonte orientale

Sarà presente l’Autore


SABATO 12 GENNAIO 2008, ORE 17.00

presso

CENTRO INCONTRI DELLA PROVINCIA DI CUNEO

SALA FALCO

CORSO DANTE, 41

CUNEO

P e r i n f o r m a z i o n i

Mai tardi – Associazione Amici di Nuto

Fondazione Nuto Revelli

Tel. 0171-692789

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