domenica 30 novembre 2008

ARMANDO PETRINI E’ IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC


ARMANDO PETRINI E’ IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE DEL PRC

Si è svolto oggi il 3° Congresso Regionale di Rifondazione Comunista. Al termine dei lavori Armando Petrini è stato eletto segretario regionale. Petrini succede ad Alberto Deambrogio, in carica da quasi 5 anni.

Armando Petrini, nato a Torino nel 1967, è ricercatore in Discipline dello spettacolo all’Università di Torino. Iscritto al PRC dal 1991, ha fatto parte dell’esecutivo nazionale del Dipartimento università ed è stato membro della Segreteria provinciale di Torino con l’incarico cultura e università. Attualmente svolge il ruolo di Coordinatore della Segreteria provinciale di Torino.

"Concludiamo finalmente – afferma il neosegretario Petrini - una lunga stagione congressuale avviatasi prima dell’estate. Un percorso importante, necessario per riflettere e discutere fra noi, in particolar modo dopo il disastro elettorale dell’aprile scorso. Ora però è assolutamente necessario uscire da una fase che è stata anche di eccessivo ripiegamento del partito su se stesso e rilanciare con forza e con determinazione la nostra iniziativa politica”.

“La drammatica crisi economica, che coinvolge duramente anche il Piemonte, ci impone con ancora più urgenza di essere presenti fra i lavoratori e nelle fasce più deboli della società con la nostra proposta politica. Ed è fra l’altro proprio la crisi economica –che è ben più di una semplice crisi congiunturale- a dimostrare quanto la nostra iniziativa e la nostra proposta fossero lungimiranti. Con buona pace di chi pensava che Rifondazione comunista e il suo progetto politico fossero ormai irrimediabilmente destinati a finire in soffitta”.

“Le disastrose politiche del governo Berlusconi – penso in particolare al lavoro, alla scuola- innescano, come era in parte prevedibile, una dura e salutare reazione da parte di chi si sente colpito da misure pesantemente sbagliate e profondamente ingiuste. Le dure proteste di questi giorni –ricordo l’Onda studentesca e lo sciopero generale del 12 dicembre prossimo- dimostrano non solo che contrastare le politiche della destra e di Confindustria è possibile, ma anche che ad essere assente in Italia non è tanto il conflitto sociale quanto, soprattutto, la sua rappresentanza politica", conclude Petrini.

Torino, 30 Novembre 2008

mercoledì 26 novembre 2008

Incontro sul futuro della scuola a Madonna dell'olmo

Martedì 2 dicembre alle ore 21
presso il salone della pro loco di Madonna dell'Olmo
si terrà un incontro pubblico dal titolo
COSA ACCADRA' ALLE SCUOLE DELLE NOSTRE FRAZIONI IN SEGUITO AL DECRETO GELMINI?
L'incontro è organizzato dai Comitati di Quartiere dell'oltre Stura che promuovono un confronto tra amministratori locali, rappresentanti scolastici e famiglie.
1) sarebbe importante partecipare per far sentire la voce di chi è contro questa riforma e perchè (con le annesse ricadute sul territorio): amministratori, comitato famiglie, studenti, etc.
2) ho fatto stampare dei volantini che sono reperibili nella stamperia comunale per poter diffondre capillarmente l'invito.
UNA BUONA OCCASIONE PER NON FAR CADRE L'ATTENZIONE SUL MONDO DELLA SCUOLA.
Fabio Panero

venerdì 21 novembre 2008

Cineforum in Rosso

LUNEDI' 24 NOVEMBRE
ORE 21
PORCI CON LE ALI


Regia di Paolo Pietrangeli

Nella Roma degli anni '70, nell'ambito della piccola borghesia di sinistra, due giovanissimi militanti (F. Bianchi e C. Mancinelli Scotti, figlia di Elsa Martinelli) fanno più l'amore che l'impegno politico. Pur seguendo piuttosto fedelmente la vicenda del romanzo best seller (1976) di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, l'opera prima del cantautore P. Pietrangeli cerca di: 1) mettersi dalla parte di “loro” (i giovani, gli “orfani del PCI”), raccontandone sbandamento, malessere, confusione vitalistica in modi riduttivi e superficiali; 2) mettersi dalla parte degli “altri” (adulti, padri), auspicando tra le righe l'incontro, la riconciliazione, il superamento delle contraddizioni. L'equivoco ibridismo ideologico si ripropone a livello stilistico, in altalena tra un Godard orecchiato e un Lizzani ricalcato. I due autori del romanzo si dissociarono. Il film non ebbe nemmeno una piccola parte del successo di scandalo goduto dal libro (firmato con lo pseudonimo di Rocco e Antonia) anche perché, vietato ai minori di 18 anni, fu sequestrato. Canzoni di Giovanna Marini.

(Tratto dal dizionario Morandini)

giovedì 20 novembre 2008

L'intervista di Veltroni cui ha risposto Paolo Ferrero

LA RISPOSTA A GALLI DELLA LOGGIA

Non siamo nostalgici

Caro direttore, 
la coscienza storica è essenziale al dibattito pubblico e alla politica. A patto però che non sia utilizzata per leggere il presente, e il futuro con le categorie del passato. Mi è parso incorrere in questo vizio l'editoriale di una persona che stimo come Ernesto Galli della Loggia, pubblicato sul Corriere di ieri. Galli rimprovera al Pd e al suo segretario di aver abbandonato l'ambizione, la vocazione «maggioritaria» e di essere ritornato, dopo la sconfitta elettorale, alla nostalgia dell'unità delle sinistre: ricalcando in questo modo la cultura che fu del Pci e la linea del «niente nemici a sinistra», da sempre pietra tombale di ogni riformismo. Gli argomenti empirici che Galli riesce a produrre a sostegno della sua tesi «continuista» sono in realtà alquanto discutibili.

Egli stesso se ne rende conto, quando scrive, in calce all'elenco dei capi d'accusa, che «di per sé, naturalmente, nessuna di queste scelte è una scelta esplicita per l'unità delle sinistre ». Solo una ideologia della insuperabilità dei limiti storici, culturali prima ancora che politici, della sinistra italiana, può trasformare questi incerti argomenti nel giudizio netto e definitivo pronunciato da Galli. In effetti, la storia di questo primo anno di vita del Pd è assai diversa e racconta del sorgere e del progressivo affermarsi e radicarsi, per la prima volta nella storia d'Italia, di un moderno riformismo di popolo, dalle dimensioni di massa, largamente prevalenti nel campo del centrosinistra. Ciò è avvenuto e continua a verificarsi, non in astratto, ma dentro e attraverso la lotta politica, con le sue inevitabili contraddizioni e tortuosità, certamente, ma anche con le sue innegabili rotture e inequivocabili discontinuità. Con la sua nascita e la sua affermazione elettorale, che lo ha portato di un balzo, pur nella sconfitta, alle dimensioni dei grandi partiti riformisti e democratici dell'Occidente, il Pd ha risolto la lunga «contesa a sinistra»: grazie alla convergenza di tutti i riformisti in una casa comune, il centrosinistra è stato liberato non solo dalla egemonia del comunismo, finita con il 1989, ma anche dal complesso unionista del «niente nemici a sinistra», che per troppo tempo aveva impedito al riformismo di dispiegare compiutamente la sua cultura di governo e il suo progetto di cambiamento della società italiana.

E ciò è avvenuto non con operazioni a tavolino, ma dando battaglia, al cospetto degli elettori, proprio sui due fronti di cui parla Galli: quello dell'avversario di centrodestra, l'asse Pdl-Lega, e quello del competitore a sinistra, radunato da Bertinotti sotto le insegne dell'Arcobaleno. All'indomani delle elezioni, il Pd ha affrontato a viso aperto, anche attraverso un tormentato dibattito interno, la tentazione del richiamo della foresta: tornare all'unionismo frontista, o impostare la propria opposizione nel segno dell'antiberlusconismo giustizialista. La tentazione è stata vinta: abbiamo detto no a piazza Navona e no al referendum sul lodo Alfano. Abbiamo scelto di sfidare la maggioranza e il governo su un altro terreno, quello delle grandi questioni economiche e sociali: dai salari al fisco, dal welfare alla scuola e all' Università. Su questi temi abbiamo chiamato alla mobilitazione il nostro popolo e abbiamo dato vita, al Circo Massimo, alla più grande manifestazione riformista della storia d'Italia: una manifestazione convocata contro la politica economica e sociale del governo, palesemente inadeguata ad affrontare con determinazione i grandi problemi dell'Italia, e in nome di una piattaforma alternativa, al tempo stesso radicale, nei suoi principi e valori, e moderata nel gradualismo dei suoi obiettivi, come è proprio di ogni vero riformismo.

Attorno a questa piattaforma, che punta a sgravi fiscali per salari, stipendi e pensioni, finanziati con tagli selettivi alla spesa pubblica, a un nuovo sistema di ammortizzatori sociali, fondato su un chiaro superamento dell'attuale dualismo tra garantiti e precari, a misure di sostegno al credito per le piccole imprese, al rilancio della scuola, dell'Università e della ricerca, attraverso riforme che premino il merito e la qualità, il Pd lavora alla costruzione di una larga coalizione sociale, ad una nuova alleanza tra lavoro e impresa, grande e piccola, tra lavoratori dipendenti e autonomi, tra lavoro e sapere: una coalizione orientata al futuro e alle giovani generazioni. E' lungo questa via che il Pd sta costruendo, dandosi il tempo che è necessario sotto il cielo di ogni paese democratico, quella che Galli chiama «una linea politica d'opposizione capace di tenere insieme, e di rendere egualmente visibili, il profilo riformista del suo partito da un lato, e dall'altro la chiarezza del quotidiano contrasto rispetto al governo ».

Un contrasto, quello col centrodestra, che non è solo programmatico, ma anche culturale e ideale. Il Pd scommette sulle risorse morali, prima ancora che materiali, della società aperta, di un mercato regolato, della democrazia liberale e quindi della divisione dei poteri e del potere. Dall'altra parte, si scommette invece sulla concentrazione del potere, sulla cultura della delega, sul primato della forza sulle regole. Non è un caso se, come ha notato a più riprese il Corriere, il Pd guarda da tempo alla esperienza dei democratici americani e alla straordinaria novità rappresentata da Barack Obama. Così come non è un caso se con il governo Berlusconi si è stabilita una inedita «special relationship» con la Russia di Putin. Davvero la storia non è un eterno ritorno dell'identico.

Walter Veltroni
19 novembre 2008

PD. VELTRONI HA RAGIONE. PD ROMPE CON STORIA E TRADIZIONE SINISTRA ITALIANA

PD. VELTRONI HA RAGIONE. PD ROMPE CON STORIA E TRADIZIONE SINISTRA ITALIANA PER SUA VOCAZIONE CONFINDUSTRIALE. NECESSARI RILANCIARE PRC E SINISTRA POPOLARE E AUTONOMA.

Novembre 19, 2008

Leggo che il segretario del Pd Walter Veltroni, in una lettera inviata al Corriere della Sera e pubblicata oggi, sostiene che il Pd avrebbe "risolto la lunga contesa a sinistra" e si sarebbe "liberato" non solo "dalla egemonia del comunismo", ma anche "del complesso unionista del
'niente nemici a sinistra' ".

Posso effettivamente testimoniare che il Pd di Veltroni ha completamente rotto i ponti con la storia e la tradizione politica della sinistra italiana. Infatti, il Pd è un partito confindustriale per vocazione e per collocazione politica e sociale, fatto effettivamente del tutto nuovo e inedito, nella lunga storia della sinistra italiana.

Non si tratta, tuttavia, di una differenza positiva, visto che apre uno spazio politico enorme quanto drammatico alla possibilità che il disagio sociale ed economico che vivono le classi lavoratrici e i ceti popolari del nostro Paese si trasformi presto in una vera guerra tra
poveri.

Proprio per questo motivo e a differenza del mio amico Nichi Vendola, ritengo necessario rilanciare l'azione e la presenza di Rifondazione comunista, nella società italiana, in qualità di motore di una sinistra popolare, a vocazione maggioritaria e, dunque, autonoma dal Pd.

PAOLO FERRERO

Segretario Nazionale Rifondazione Comunista

mercoledì 19 novembre 2008

La riforma Gelmini spiegata al mio vicino di casa

Segnaliamo questa presentazione in power point della riforma Gelmini. Era stata fatta per lo sciopero del 30 ottobre, crediamo sia utile farla girare ancora oggi, spiega in modo semplice cosa succederà alla scuola pubblica dopo la cura Gelmini.

martedì 18 novembre 2008

Venerdì 21 novembre dalle 9 alle 13.00 presso il mercato cittadino di Bra piazza Carlo Alberto raccolta firme contro il "lodo alfano" e volantinaggio di Rifondazione Comunista sullo sciopero generale del 12 dicembre
 
 
Sabato 22 Novembre la Carovana Nazionale Antimafia farà tappa a Cuneo
Questi gli appuntamenti con Francesco Forgione (ex Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia):
 
ore 11,00:  Istituto Magistrale De Amicis, corso Brunet 12
ASSEMBLEA CON GLI STUDENTI Francesco Forgione incontra gli studenti di Cuneo

ore 17,00: Libreria Janus, piazza Europa

PRESENTAZIONE LIBRO “’NDRANGHETA” Francesco Forgione presenta il libro tratto dall’ultima relazione della commissione parlamentare antimafia.

Ore 20,30: Salone parrocchiale San Paolo 
CENA DELLA LEGALITA’ con Francesco Forgione e intrattenimento finale con i “Diverba”. 

costo 10 euro menu: antipasti, polenta, spezzatino, formaggi, dolce e TANTO VINO.

Il ricavato della cena sarà gentilmente devoluto ai progetti di Libera sui beni confiscati.

Prenotazione obbligatoria entro venerdì 21 al 3473300525 (Gianluca) - liberacuneo@libero.it. Altre informazioni su http://liberacuneo.blogspot.com

A proposito di "casta rossa"

Penso sia importante girare questa lettera di Claudio Grassi che riassume le decisioni della Direzione Nazionale per far sapere quello che avviene all'interno di Rifondazione Comunista (all'onor della cronaca quando si tratta di screditarci). Un piccolo contributo di coerenza e di trasparenza.
Il vantaggio della rete è che ciò che non interessa si può cestinare senza sprecare carta.
 
Fabio Panero
 
 
Non esistono stanze dorate, partiamo da noi
 
 
Claudio Grassi,
responsabile nazionale Organizzazione Prc
 
Quella di martedì è stata una riunione importante per la Direzione nazionale. Non soltanto perché il partito, con grande responsabilità, ha ribadito l'impegno a lavorare affinché Liberazione possa sopravvivere e rilanciarsi, divenendo parte essenziale del progetto di ricostruzione del Prc e del suo insediamento territoriale. Ma anche perché essa ha approvato il nuovo regolamento economico e organizzativo del partito.

Ne aveva già dato notizia
lo scorso 5 novembre il manifesto, anticipando i contenuti di un testo votato soltanto nel corso di quest'ultima riunione. Qual è la ratio complessiva del regolamento e quali innovazioni introduce?

La logica che sottende
il regolamento è semplice: chiarire sin dagli atti relativi alla nostra organizzazione interna il senso di una svolta necessaria. E cioè che il partito cambia e, in sintonia con i deliberati della conferenza d'organizzazione di Carrara, prova a riporre al centro della propria attività un costume di sobrietà, equilibrio, austerità. Non si dà svolta politica (a sinistra, come ha chiarito il congresso) senza una svolta nei comportamenti concreti, finanche nell'etica complessiva del nostro partito.

La crisi economica investe
tutti e investe - come sa bene chiunque paghi di tasca propria i soldi necessari per tenere aperte sul territorio le sedi dei nostri circoli - anche Rifondazione Comunista. E investe Rifondazione Comunista a maggior ragione in una congiuntura (che a dire il vero dura da diversi anni) in cui il partito si deve ogni anno far carico di ripianare i debiti del suo quotidiano (solo per il 2008 il Prc verserà, tra ricapitalizzazione e copertura delle perdite, circa 3 milioni e 800 mila euro: oltre il 30% del suo bilancio annuale).

Di fronte a questa situazione
cosa abbiamo deciso di fare? Cercare di salvaguardare i posti di lavoro dei dipendenti del partito, garantendo livelli salariali più che dignitosi, diminuendo ampiamente le spese non essenziali e gli stipendi più alti.

Provvedimenti molto concreti,
che a mio avviso sono la cifra di una nuova consapevolezza che ha maturato il partito, anche rispetto a se stesso: l'indennità di funzione del segretario nazionale passa da 5.300 euro a 3.000; quella dei membri della segreteria da 2.500 a 2.200. I parlamentari che verranno eletti (ce lo auguriamo…) nella prossima legislatura verseranno al partito l'intero ammontare del loro stipendio ad eccezione di 3.200 euro (e non soltanto il 55%, come stabiliva il regolamento precedente) e, al termine della legislatura, verseranno il 50% della propria indennità di fine mandato (e non più il 30%). I consiglieri regionali e gli eventuali assessori regionali, i consiglieri provinciali e gli eventuali assessori provinciali, che in precedenza versavano al partito il 55% dei propri emolumenti, ora percepiranno, al massimo, 2.200 euro al mese.
Tutto questo determina una condizione per cui il disequilibrio tra lo stipendio dell'impiegato neo-assunto con funzioni di segreteria e quello del segretario nazionale del partito è notevolmente più contenuto rispetto al passato. Brutalizzando: se nelle grandi aziende italiane il rapporto tra lo stipendio di un top manager e il salario di un operaio è di 1 a 130, da oggi nel nostro partito il rapporto tra lo stipendio più alto e quello più basso sarà di 1 a 2.

Contestualmente,
si è deciso di introdurre criteri più tassativi e rigidi per i rimborsi validi per le iniziative sui territori, scoraggiando e impedendo lo spreco di risorse così vitali per lo stato attuale delle nostre finanze.

Infine, per consentire
un aumento equilibrato delle entrate si sono introdotte soglie minime per le quote di iscrizione secondo un criterio di progressività: 20 euro per giovani, studenti, cassaintegrati, disoccupati e pensionati al minimo e 40 euro per tutti gli altri. Si tratta di un provvedimento importante per tre ragioni: perché riafferma la centralità del principio dell'auto-finanziamento, instradando nei fatti il partito nella direzione dell'autonomia dai ceti istituzionali (un partito che dipende soltanto o essenzialmente dagli eletti è un partito non autonomo nelle sue scelte politiche), perché chiede un maggiore coinvolgimento dei propri iscritti (creando un vincolo più forte tra i compagni e i circoli territoriali), e perché bandisce lo scempio che purtroppo il partito ha dovuto subire negli ultimi anni derivante dalla iscrizione in massa alle vigilie dei congressi di centinaia di compagne e compagni con quote di adesione irrisorie.

Non passa certo da qui
, in misura prevalente, il nostro reinsediamento sociale e la sfida della opposizione politica e sociale al governo delle destre e a Confindustria. Tuttavia da oggi i nostri detrattori hanno un argomento in meno. Non esistono, per noi comunisti, stanze dorate della politica separate dalla società che tutti viviamo (e soffriamo) ogni giorno. Proviamo a partire anche da qui, dal nostro piccolo.

Intervento conclusivo di Paolo Ferrero alla Direzione Nazionale


Riunione del 12 Novembre 2008

Innanzitutto ribadisco la piena disponibilità ad incontrare i lavoratori di Liberazione , giornalisti e poligrafici, in ogni occasione che lo riterranno opportuno. Ritengo sbagliato che sia io a chiedere l'assemblea con i lavoratori perché i lavoratori hanno i loro rappresentanti sindacali e in nessun modo voglio mettere in campo delle pratiche che scavalchino i legittimi rappresentanti dei lavoratori: sarebbe un comportamento antisindacale. Quindi la difficile vicenda della crisi di Liberazione va affrontata nel pieno rispetto dei ruoli e delle prerogative delle parti in causa - partito, società editrice Mrc, rappresentanze dei lavoratori, lavoratori - senza interferenze che avrebbero l'unico effetto di peggiorare la situazione. In questo quadro ribadisco la mia piena disponibilità ad incontrare i lavoratori ogni volta che questi lo reputino necessario. Detto questo, voglio portare a conoscenza della Direzione che nei colloqui con il Comitato di Redazione e con le rappresentanze sindacali dei lavoratori è emerso un problema di relazioni sindacali con l'editore Mrc del giornale Liberazione.
Ho raccolto una diffusa critica di scarsità di chiarezza e di mancanza di informazioni da parte del CdA della società editrice Mrc verso gli organi sindacali dei giornalisti e dei poligrafici di Liberazione . Questa critica alla società editrice deve essere presa in seria considerazione e per questo chiedo al CdA della società editrice Mrc di attivare relazioni sindacali cristalline. I rappresentanti sindacali devono essere messi nella condizione di avere tutti gli elementi che i contratti nazionali di lavoro garantiscono ai lavoratori. E considererei scandaloso, oltre che inaccettabile, che una società di cui il Partito della Rifondazione Comunista è proprietario, non faccia non dico di più, ma nemmeno il minimo definito sul piano sindacale. Questo deve essere garantito e chiedo quindi al CdA dell'Mrc un salto di qualità nella cura delle relazioni sindacali, così come ho chiesto ai lavoratori che facciano presente ogni problema al Partito in modo da intervenire immediatamente sulla nostra società al fine di risolverlo immediatamente. Dico questo per una questione di rispetto nei confronti dei lavoratori, dei giornalisti e del sindacato ma anche per rispetto verso il partito. Credo infatti che il Prc abbia tutto l'interesse a ricercare una soluzione trasarente dei problemi di Liberazione e lo dico perché penso che questa soluzione sarà tanto migliore se tutte le risorse ed i saperi che ci sono al giornale possono essere attivati.

Per quanto riguarda le responsabilità
della segreteria, l'ho detto ai giornalisti e ai lavoratori poligrafici in assemblea, e lo ripeto qui: la segreteria ha fatto tutto quanto era in suo potere. A metà ottobre il Cpn ha chiesto alla società editrice di fornire i dati su Liberazione nel più breve tempo possibile. Ho convocato la riunione della direzione il 10 di ottobre, quando abbiamo avuto i dati ufficiali dalla società editrice; abbiamo deciso in quella sede che entro il 30 dello stesso mese ci dovesse essere una proposta da parte del Consiglio di Amministrazione della società editrice Mrc; la proposta l'abbiamo avuta dopo e la direzione è stata fissata oggi per questo motivo. Lo dico perché la segreteria è stata assolutamente attenta a non perdere tempo, perché la situazione è drammatica e prima si assumono delle decisioni prima si risolve la questione.

Adesso sappiamo che la situazione
di Liberazione è drammatica perché per mesi non era chiara l'effettiva entità del deficit del 2008. Adesso abbiamo oltre ai dati del consiglio di amministrazione, la certificazione dei medesimi, e sappiamo che per il 2008 è previsto un deficit pari a circa 3 milioni e trecentomila euro. Che vuol dire concretamente, che per ogni copia di Liberazione che viene venduta, chi la compera paga 1 euro e Rifondazione comunista ne paga un po' più di uno e mezzo. Un disastro dal punto di vista finanziario.

C'è una condizione molto negativa
anche dal punto di vista delle vendite, e i dati del distributore nazionale Sodip confermano il fatto che non c'è nessun elemento di controtendenza: continuiamo a perdere copie. Il direttore di Liberazione ha scritto qualche settimana fa che ci trovavamo di fronte ad una ripresa delle vendite. Dai dati ufficiali questa ripresa non emerge. Penso quindi che bisognerebbe smetterla, tra di noi e nella comunicazione all'esterno, di far finata che la situazione sia tutto sommato non molto brutta. La situazione che abbiamo ereditato è disastrosa.

In questo quadro molto
difficile noi oggi facciamo solo un pezzo dell'operazione, e cioè mettiamo in condizione la società editrice Mrc di non portare i libri in tribunale, in cambio di una contropartita. E cioè che si determini una condizione in cui nel 2009 non ci siano altri deficit. Per un motivo semplicissimo: che se il deficit si dovesse ripetere, anche in misura ridotta, questo metterebbe in discussione l'esistenza stessa di Rifondazione comunista. Le entrate di Rifondazione sono quelle che sono e abbiamo deciso stamane di aumentare la quota delle tessere e di ridurre lo stipendio ai dirigenti. La nostra situazione economica non ci permette di coprire altri buchi nel bilancio di Liberazione . Quindi noi oggi applichiamo quanto abbiamo deciso unanimemente in questa direzione e cioè che il bilancio del 2009 deve stare in pari e nello stesso tempo decidiamo la ricapitalizzazione della società Mrc, cioè facciamo un investimento molto forte sul fatto che il giornale prosegua.

Lo dico in maniera
che sia inequivocabile. Prendiamo la decisione di far continuare il giornale e il Partito fa un investimento enorme sul giornale, come non facciamo per nessun altro settore di lavoro. Questo lo facciamo a prescindere dal giudizio sulla linea politica del giornale. Lo dico forte e chiaro perché non ci siano equivoci: la salvezza del giornale e il destino dei lavoratori che vi operano sono all'origine della scelta che facciamo oggi. Lo dico perché sia chiaro rispetto agli striscioni che ho visto sulla "liquidazione comunista": questo gruppo dirigente sceglie di non liquidare Liberazione e di investirci una somma molto ingente. Oggi decidiamo a partire dal fatto che ci sono decine di lavoratori impiegati a Liberazione.

Se così non fosse, la discussione, per quanto mi riguarda, avrebbe tutte altre caratteristiche: sarebbe incentrata sul rapporto costi/benefici, in termini politici e cioè sul piano del rapporto tra costi economici dell'impresa editoriale e benefici politici. Non abbiamo fatto questa discussione proprio in virtù dellla responsabilità che sentiamo nei confronti dei lavoratori di Liberazione .

C'è poi un problema di rilancio del giornale,
perché attualmente serve a poco. Il problema del rilancio del giornale è un problema politico prima che economico; non è solo un problema di campagne promozionali, è un problema di sintonia con il corpo del partito. Io penso che sia giusta la richiesta avanzata da alcuni compagni di discuterne in Comitato politico nazionale, sede deputata a discutere delle politiche editoriali del partito. Va fatta una discussione approfondita sul giornale e vanno assunti degli orientamenti chiari. Penso che sia bene oggi decidere sul piano economico e questo Partito garantisce al giornale di proseguire, dopo di che il Partito farà una discussione su quello che è l'indirizzo auspicato del giornale.

L'ultima cosa è la proposta, in linea con quanto discusso con i lavoratori, che il vincolo sull'accordo, sia un vincolo politico, e non un vincolo formale. Lo dico perché non possiamo assumere delle decisioni che fra di loro possono entrare in contraddizione. Nella direzione scorsa abbiamo votato all'unanimità che il bilancio di Liberazione debba prevedere il pareggio di bilancio nel 2009. A questo vincolo non possiamo derogare per nessuna ragione. Il vincolo all'accordo deve quindi essere politico e non formale.
Per queste ragioni vi invito a votare l'ordine del giorno che ha presentatato la segreteria.

A Ruota Libera e conferenza regionale lavoratori

su questo sito potrai vedere le interviste fatte a lavoratrici e lavoratori in giro par il Piemonte (anche a Cuneo di fronte all'ospedale)

Il video verrà presentato

SABATO 22 E DOMENICA 23 NOVEMBRE: CONFERENZA REGIONALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

Teatro 7, corso Regio Parco 146, Torino.

SABATO 22 NOVEMBRE

ORE 9.30 Apertura dei lavori

Introduzione  di Juri BOSSUTO, Presidente Regionale della Commissione Lavoro

ORE 10.00 Relazione sulla situazione economica-produttiva-occupazionale in Piemonte di Vittorio FERRERO, economista Ires Piemonte

ORE 10.30 Inizio delle sessioni tematiche:

1) La crisi produttiva e il caso Fiat. Impatto a livello regionale della recessione economico-produttiva;la situazione del Gruppo Fiat, ieri motore della ripresa nazionale, oggi sull’orlo di una nuova crisi. Analisi e proposte di soluzioni con un punto di vista ambientale.

Relatore Francesco GARIBALDO, sociologo, vice-presidente comitato “Partecipazione e Democrazia” dell’Associazione Internazionale di Sociologia. Coordinatore: Giorgio COMELLA, Capogruppo Regionale Sinistra Democratica.

2) La tutela delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori (fissi e precari) e del loro reddito.

Relatrice Antonella STIRATI,  docente di economia politica, Facoltà di Economia “Federico Caffè”, Università Roma 3. Coordinatore: Gian Piero CLEMENT, Capogruppo Regionale Rifondazione Comunista.

3) Diritto del lavoro nel pubblico impiego dopo il libro verde di Sacconi e le campagne di Brunetta.

Relatore Massimo ROCCELLA, docente di diritto del lavoro Università di Torino. Coordinatrice  Paola Barassi, Consigliera Regionale Uniti a Sinistra.

ORE 13- Buffet

ORE 14- Ripresa dei lavori nei gruppi (termine lavori orientativamente ore 17.00)

DOMENICA 23 NOVEMBRE

ORE 10: Relazioni conclusive dei gruppi con: Francesco GARIBALDO; Massimo ROCCELLA; Antonella STIRATI.

A seguire video proiezione della carovana “A ruota libera” e  dibattito conclusivo su lavoro, reddito dei lavoratori e ricchezza del Paese con: Carlo PODDA, Segretario  Generale Funzione Pubblica Cgil, Giorgio AIRAUDO, Segretario provinciale FIOM, Gian Piero CLEMENT, Capogruppo Regioanle PRC, Giorgio COMELLA,  Capogruppo Regionale SD, Enrico MORICONI, Capogruppo Regionale Uniti a Sinistra, Luca ROBOTTI, Capogruppo Regioanle Pdci. Coordina Marina CASSI, giornalista “La Stampa”.

Termine lavori 12,30.

Immagini della cena russa













"ESCI PARTITO DALLE TUE STANZE.."




"ESCI PARTITO DALLE TUE STANZE.." LA FEDERAZIONE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DI CUNEO IN PIAZZA CONTRO CAROVITA E LODO ALFANO.

Uno dei banchetti di raccolta firme per il referendum contro il "Lodo Alfano" e contro il carovita.
Nelle foto il Consigliere Regionale Sergio Dalmasso, il Consigliere Provinciale Ivan Di Giambattista, il Coordinatore dei Giovani Comunisti Nello Fierro, Gabriele Curti ed il Segretario di Federazione Fabio Panero impegnato in un "comizio volante" in Piazza Duccio Galimberti a Cuneo nell'ambito dell'iniziativa "300 piazze contro il carovita".

lunedì 17 novembre 2008

Comunicato stampa Collettivo "Le primule rosse"

COMUNICATO STAMPA

“Le Primule Rosse”


Collettivo Donne della sinistra di Cuneo

25 NOVEMBRE

GIORNATA INTERNAZIONALE

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE


Era il 1960 e nella Repubblica Dominicana da ormai 30 anni era salito al potere il Generale Rafael Leonidas Trujillo, appoggiato dal governo Statunitense.

Molte famiglie Dominicane persero tutti i loro beni che furono dapprima nazionalizzati e divennero poi proprietà privata del Generale.

E fu proprio da una di queste famiglie cadute in rovina che nacquero Patria Mercedes, Minerva Argentina e Antonia Maria Teresa Mirabal.

Le tre sorelle crearono e guidarono un movimento democratico per la lotta contro il regime di Trujillo, chiamato “14 di giugno”, all’interno del quale ebbero il soprannome di “Farfalle”.

Furono più volte incarcerate e torturate dalla polizia di regime, fino a che, il 25 novembre 1960, Trujillo inviò un manipolo ad intercettare la macchina sulla quale viaggiavano, dopo essersi recate a far visita ai mariti in prigione.

Le sorelle Mirabal, totalmente disarmate, furono portate in una piantagione di canne da zucchero, dove vennero pugnalate e strangolate.

Il Generale Trujillo morì in un attentato il 30 maggio 1961. Durante gli anni di potere riuscì ad accumulare, affamando la popolazione della Repubblica Dominicana, circa 800 milioni di dollari dell’epoca, tutti messi al sicuro in banche estere.

Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite scelse, per onorare la tragica e valorosa morte delle sorelle Mirabal, il 25 novembre come Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.

Per combattere tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne

Per non tollerare ne’ rimanere in silenzio rispetto alla violenza contro le donne

Per riappropriarsi della propria dignità e per rivendicare il ruolo di protagoniste nella società il Collettivo Donne della Sinistra "Primule Rosse" di Cuneo organizza

“ESSERE LIBERE- LIBERE DI ESSERE”

PRESIDIO IN LARGO AUDIFREDI

(Piazza del Municipio)

dalle ore 15.00 alle ore 18.00


PERFORMANCE TEATRALE E
ANIMAZIONI IN AREA DEL MERCATO00



(In caso di maltempo si svolgerà presso la Provincia- Sala Falco)


Partecipano: Telefono donna – Comitato Chiapas – Le donne della sinistra critica – Rifondazione Comunista – CGIL – Presidio Daniele Polimeni / Libera Cuneo – Giovani comunisti – Figli della luce/Arcigay – Laboratorio politico donne per la città, città per le donne – Città aperta – Verdi per la pace – Democrazia e partecipazione – Donne COBAS – Associazione THEES Onlus – Amnesty International “Antenna di Cuneo” - Mente in Pace.

venerdì 14 novembre 2008

PROCESSO DIAZ, NOI SENZA GIUSTIZIA, LORO SENZA PACE

Siamo tanti, tantissimi, tutti noi che eravamo a Genova, a sapere la verità sui fatti della Diaz. Perciò non dobbiamo lasciarli in pace, non dobbiamo mollare fino a quando la verità sarà affermata, e sarà fatta giustizia.

di Fiorino Iatorno, consigliere comunale Prc a Siena, fra i responsabili del Genoa Social Forum nel 2001


Ricordo ancora quella sera alla Diaz. Ricordo le grida, i genovesi dai balconi che urlavano contro i poliziotti ed i carabinieri, l’elicottero che volava troppo basso sulla Pascoli, i lampeggianti azzurri dei cellulari e delle volanti che ilLuminavano gli uomini in blu, i poliziotti in borghese con la maglietta del GSF e la bandana tirata sul viso che brandivano i manganelli. Tutti gli assolti - tranne uno - che si affannavano, parlavano, davano ordini ed entravano ed uscivano dalla Diaz.

Lo ricordo bene, e questi 7 anni non hanno cancellato nessun particolare dalla mia testa. Anzi, quasi in un’operazione di recupero della memoria, più passa il tempo più ricordo particolari. Ricordo Gratteri con il casco blu sulla testa e la fascia tricolore che guidava i poliziotti e dava disposizioni ai suoi attendenti. Lo ricordo bene e mai lo dimenticherò. Ricordo la faccia di tutti i ragazzi e le ragazze che uscivano massacrati dalla Diaz e ricordo la ragazza inglese con i capelli rasta pieni di sangue che mentre viene portata via in barella, mi lascia in mano il suo diario. E ricordo di essere entrato con il compagno Alfio Nicotra subito nella scuola Diaz.
Mi viene ancora la pelle d’oca. Mi viene ancora una rabbia che non diminuisce e che stasera è una marea che mi travolge e mi affoga. L’odore del sangue fortissimo, le macchie di sangue sui termosifoni, i sacchi a pelo e gli zaini completamente svuotati segno di una violenza senza misura. Le impronte rosse di sangue degli anfibi dei maledetti poliziotti su tutto il pavimento. I denti a terra vicino ad un cesso pieno di sangue. Sulle scale le strisce di sangue di qualcuno che è stato trascinato giu. Non sono riuscito a piangere. Non sono riuscito a gridare. Non sono riuscito a non odiare quegli uomini.
Li ho odiati con tutto me stesso ed anche di più. Per circa due mesi ho dormito poco. Sono stato male. Ma ho creduto, ho sempre cercato di credere che la giustizia sarebbe arrivata. Era successo qualcosa di troppo esagerato, una assenza di diritto così forte che non poteva non essere punita. MI era evidente, che Genova, non poteva rimanere senza giustizia. Ed invece eccomi stasera, a scrivere quello che non avrei voluto scrivere. Righe piene di rabbia, di delusione perché i mandanti della carneficina, i mandanti della macelleria cilena - lo ha detto Fournier - sono stati assolti.
Senza giustizia: tutti noi senza giustizia. Domani qualche giornale di sinistra griderà alla vergogna, tanti altri riporteranno la notizia come se si trattasse di normale cronaca giudiziaria e i 13 condannati a qualcuno sembreranno tanti. Invece questa sentenza ci offende, offende le vittime di quella violenza, ma soprattutto offende la nostra Costituzione ed il nostro paese. Ci lascia tremendamente soli e senza giustizia. Senza giustizia è la Diaz, senza giustizia Carlo Giuliani, senza giustizia le vittime delle violenze di quei giorni.
Il messaggio è chiaro: in Italia “servitori dello Stato” possono violare la Costituzione, picchiare liberi cittadini, inventare false prove e stare tranquilli. Anzi di più. Ma è chiaro però, che senza giustizia non c’è pace e mai dovremo accettare l’oblio in cui vogliono cacciare quei giorni ed ammazzare la nostra democrazia. Non possiamo rassegnarci, per l’amore che abbiamo verso la nostra Costituzione, non possiamo accettare questa sentenza e non possiamo accettare che i Gratteri vivano in pace.

Credere nella verità comporta credere nella giustizia. La Verità è quella corale di tanti che erano a Genova per un mondo giusto e che c’erano quella notte, che hanno visto e che hanno sentito i racconti. I Gratteri da oggi e con più intensità, nel rispetto della nostra Costituzione, non possiamo lasciarli in pace. Noi senza giustizia, loro senza pace.

giovedì 13 novembre 2008

17 NOVEMBRE GIORNATA INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO ALLO STUDIO

Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP di Modena

Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena

L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.
Il DL 286/ 98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani. La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di segnalarli all'autorità competente. I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici Pediatri ) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello, ritengono gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro : esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del diritto alla cura. Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i medici debbono attenersi e di cui affermano il primato. Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.

Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.


Vi prego di diffondere e pubblicare su siti- riviste!

Gabriella

martedì 11 novembre 2008

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

Le recenti polemiche tra l’associazione commercianti ed il comune relativamente alla navetta tra la città e Mondovicino inducono ad alcune riflessioni.

Il centro commerciale non è nato come un fungo ma si cominciò a parlarne a metà degli anni novanta. A quei tempi il consiglio comunale votò numerose delibere relative alla costruzione di Mondovicino ed in generale, a parte pochi interventi fuori dal coro,l’approvazione fu unanime, anche da parte di consiglieri che sono poi diventati i rappresentanti, più o meno espliciti, dei commercianti monregalesi nella recente campagna elettorale.

 

Oggi si polemizza sul fatto che l’amministrazione preveda un servizio pubblico di trasporto a carico del comune e quindi dei cittadini, ma la convenzione da chi fu stipulata se non dal comune stesso e quando venne stipulata dove era chi oggi si eleva a paladino del servizio pubblico?

Noi riteniamo che le problematiche di Mondovicino siano altre. Ormai e purtroppo il centro commerciale esiste quindi si deve ragionare su come poterlo integrare nel tessuto cittadino evitando ulteriori danni e possibilmente trasformarlo per quanto possibile in risorsa. La qualità dei posti di lavoro offerti da Mondovicino, il futuro ampliamento in direzione di attrattive per il tempo libero, il tema dei rifiuti prodotti dalla civiltà dei consumi su cui si basa ogni modello di centro commerciale, ci interessano di più delle polemiche di bottega.

Tra gli aspetti positivi del centro commerciale vi sono indubbiamente le centinaia di posti di lavoro che esso ha creato. Spetta al comune capirne la reale portata e l’impatto sul tessuto sociale che essi hanno, il loro tasso di precarietà, la loro stabilità. Spetta al comune difendere le attività commerciali inserite nel tessuto urbano in crisi per la concorrenza creata da Mondovicino anche con aiuti concreti alla loro riqualificazione.

La recente crisi economica, a nostro avviso frutto di un sistema malato e forse agonizzante ha portato autorevoli esponenti politici, come il ministro Tremonti, a dire che bisogne rimettere al centro l’etica ma cosa è l’etica se non una condizione di lavoro decente e stabile?

Dal punto di vista della tutela dell’ambiente il comune potrebbe contrattare con il centro commerciale la presenza di un certo numero di prodotti senza imballaggio o sfusi. Un altro obiettivo di ordine economico-sociale che si potrebbe porre la nostra amministrazione è proporre la distribuzione di un pacchetto di generi essenziali a prezzo bloccato.

Anche i rifiuti possono diventare una risorsa per tutta la città se semplicemente il comune si facesse attore di alcune ipotesi già in cantiere che ne prevedono prioritariamente la riduzione ad esempio lanciando in città un centro di distribuzione dei prodotti in scadenza delle attività alimentari che consenta di utilizzarli in mense ad attività a favore dei meno abbienti. Inoltre compete a Mondovicino avviare una raccolta differenziata seria ed al comune deciderne o meno l’assimilazione ai rifiuti urbani che ovviamente deve essere fatta se solo se si ottengono benefici per l’intera collettività.

Sul futuro siamo scettici. In questi giorni deve essere approvata la variante del Piano Esecutivo presentato da Mondovicino e con essa la realizzazione della multisala cinematografica. Noi, a differenza dei commercianti, siamo contrari sull’opportunità di decidere che gli attuali servizi presenti nel tessuto urbano ossia il cinema Bertola ed il Baretti vengano concentrati a Mondovicino perché questo altro non farebbe che polarizzare ulteriormente verso una struttura esterna le ormai poche attività oggi inserite nel tessuto della città. O forse ci si illude che queste strutture sopravvivano in concorrenza con una multisala nella logica del libero mercato come si fece per le attività commerciali?

Nel 2008 forse sono i servizi che attraggono le persone e non i trasporti.

Proponiamo al Sindaco, qualora riconosca i problemi da noi evidenziati, di avviare un tavolo di confronto pubblico sull’argomento aperto alle forze politiche, sindacali e sociali della città.

 

Cuneo 8 Novembre 2008

 

Partito della Rifondazione Comunista, Fabio Panero

 

Comunisti Italiani, Beppe Sasia

 

Sinistra Democratica, Livio Berardo

 

Michele Bertolino

A grande richiesta… seconda edizione della ormai celeberrima CENA RUSSA!


Care Compagne e cari Compagni,
Come ormai da tradizione, in onore e a memoria del 91° anniversario
della rivoluzione d’ottobre, il Circolo “Rosa Luxemburg” di Cuneo, con
la speciale partecipazione dei Giovani Comunisti, organizza

SABATO 15 NOVEMBRE DALLE ORE 19.30
la seconda edizione della ormai famosissima CENA RUSSA,
presso la sede di Rifondazione Comunista di Cuneo in Via
Saluzzo 28.

menù:
PELMENI
SALSICCIA E PATATE
DOLCE
VODKA RUSSA
BEVANDE
(ABBIAMO UNA SOLUZIONE ANCHE PER I VEGETARIANI, AVVERTITECI SE LO SIETE!)

A SOLI 10 EURO!

E’ NECESSARIO PRENOTARSI AL PIU’ PRESTO AL

3286963894 NICOLA
3343238469 NELLO

OVVIAMENTE L’INVITO E’ ESTESO A TUTTI E TUTTE, CHE SIANO COMPAGNI,
CITTADINI, FRATELLI O PARTIGIANI!

« Signor Presidente, mi lasci parlare con il cuore: viva la
Rivoluzione d’Ottobre, viva Antonio Gramsci, viva Giuseppe Di
Vittorio, viva i morti di Reggio Emilia, viva il Socialismo! »
(il compagno Fosco Giannini al Senato, 25 ottobre 2007)

www.gcpiemonte.org/cuneo

domenica 9 novembre 2008

CINEFORUM::: lunedì 10 novembre ::: Philadelphia ore 21

Dopo la vittoria di Obama un film per ricordare le minoranze discriminate negli Stati Uniti, chi per pregiudizio chi per razzismo... con la speranza che con il nuovo presidente finalmente cambi qualcosa!

Lunedì 10 novembre alle ore 21:
PHILADELPHIA.

trailer: http://www.youtube.com/watch?v=cl4B9AU45P4

Sempre presso il circolo PRC in V.Saluzzo 28 a Cuneo.


Un abbraccio
Nello

Nasce il collettivo “Le Primule Rosse”



“Le Primule Rosse”

Collettivo Donne della sinistra di CuneoVia Saluzzo 28, 12100 Cuneo, presso la sede P R C “Rosa Luxemburg”
In data 28 ottobre si è costituito il Collettivo “Le Primule Rosse”, un’associazione indipendente, a struttura democratica, senza fini di lucro, che raggruppa le donne e tutti coloro che si riconoscono nei principi fondanti l’antifascismo, l’antirazzismo, la democrazia, la solidarietà senza distinzioni di razza, sesso, credo religioso e orientamento sessuale, nel rispetto dei valori della Costituzione.

I suoi scopi principali sono:
· promuovere l’uguaglianza di donne e uomini in tutti i campi, in particolare nel mondo del lavoro e nelle attività politiche, sociali e culturali;
· promuovere la conoscenza e l’informazione riguardo alle leggi di tutela e ai diritti delle donne;
· promuovere la conoscenza della storia delle conquiste femminili e del ruolo che le donne hanno avuto durante la Resistenza e nelle successive lotte per l’affermazione della democrazia;
· combattere ogni forma di violenza, sia essa fisica, verbale, psicologica od economica, nella vita privata e pubblica delle donne;
· difendere il diritto inalienabile quale la tutela della salute e del proprio corpo, impedendo il controllo e la manipolazione del corpo delle donne, riaffermando il principio da più parti minacciato e violato, dell’autodeterminazione.

Il Collettivo intende perseguire i suoi scopi organizzando, in collaborazione con altre associazioni, iniziative di sensibilizzazione a carattere pubblico sul territorio cuneese.

Il Collettivo si è costituito, per ora, come organizzazione spontanea e si riunisce ogni primo martedì del mese presso la sede PRC “Rosa Luxemburg” a Cuneo in via Saluzzo 28.
Indirizzo e-mail primulerosse@yahoo.it

Il prossimo appuntamento è per martedì 11/11/08 per discutere sulle iniziative in corso

Per combattere la violenza contro la donna
25 Novembre 2008
PRESIDIO IN LARGO AUDIFREDDI
(Piazzetta del Municipio)
DALLE ORE 15.00 ALLE ORE 18.00
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scarica lo statuto del Collettivo

scarica il modulo di iscrizione

Considerazioni sul Consiglio Comunale aperto di Cuneo sulla scuola


Nel ricordare che LUNEDI' 17 NOVEMBRE ORE 21 A CUNEO presso il teatro Toselli si terrà un incontro pubblico con i Parlamentari locali sulla riforma Gelmini, mi permetto di inviare alcune considerazioni sul Consiglio Comunale aperto di ieri sera a Cuneo.

Fabio Panero

Per la prima volta ho partecipato ad un Consiglio Comunale aperto come amministratore di questa città, in precedenza partecipai ai Consigli aperti su Algat e Alpitour come cittadino. Innanzi tutto esprimo la grande soddisfazione per questo esercizio di democrazia partecipata davvero ben riuscito, su un tema "caldo" come la "riforma" Gelmini, grande merito va a tutti i cittadini cuneesi che hanno deciso di partecipare a questo Consiglio Comunale ed ai gruppi di maggioranza che con un Ordine del Giorno hanno reso possibile questo momento di ascolto e scambio di idee. Da questo Consiglio Comunale ho capito che il decreto Gelmini (trasformato in legge n°169 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre scorso) nessuno lo vuole applicare, neppure la Provincia di centro-destra (il che è tutto dire..) ed è paralizzato. Infatti i decreti attuativi, che dovrebbero dire dove e come tagliare le circa 88mila cattedre e gli oltre 44mila posti di ausiliari, tecnici ed amministrativi (ata), devono essere preceduti dal parere delle competenti commissioni parlamentari sul piano programmatico generale.
Le commissioni, a loro volta, sono bloccate perché non hanno ancora ricevuto il parere della Conferenza delle Regioni.
Alcune istituzioni regionali, tra le quali il Piemonte (che ha recentemente approvato la legge regionale sul Diritto allo Studio), stanno fornendo un contributo importante annunciando ricorsi contro l’art. 64 della legge 133, che fissa l’entità e le modalità dei tagli, così come sull’art. 3 del decreto legge 154, che impone alle Regioni tempi strettissimi per procedere al ridimensionamento della rete scolastica, minacciando in caso contrario il “commissariamento ad acta”.Ho capito che sui piani di dimensionamento, inoltre, un ruolo positivo può essere esercitato da Province e Comuni per contrastare la volontà del governo di ridurre fortemente la diffusione dei servizi scolastici sul territorio nazionale, con vantaggi evidenti per le scuole private, in particolare nel settore dell’infanzia e della scuola elementare. Non si è mai vista una riforma che non implementa le risorse ma le taglia: naturalmente i soldi per "coprire le falle" li metteranno gli Enti Locali (Regioni e Provincie), a casa mia questo si chiama "scarica barile", altro che federalismo.
Intanto l’Onda studentesca non si arresta. Continua a discutere negli Atenei come nelle scuole, fa lezione in piazza, una delegazione di studenti universitari parla all’assemblea della Fiom chiedendo di un grande sciopero generale che, categoria per categoria, blocchi il paese così come è avvenuto in Francia qualche tempo fa. Si preparano le manifestazioni (bellissima quella a Cuneo del 30 così come in tutti i grandi centri della provincia) si va avanti con determinazione e, soprattutto, con le idee chiare: le scuole e gli atenei stanno esplodendo e non basteranno neppure le cariche della polizia o le bastonature dei neofascisti a fermare quest’onda.
Il ministero della pubblica istruzione è in netta difficoltà. La Gelmini licenzia il “padre” della riforma che porta il suo nome: Tito Varrone, capo dell’ufficio legislativo del ministero, assunto sei mesi fa circa, ha dovuto fare i bagagli e lasciare il suo uffici.Berlusconi continua a rettificare in corso d’opera. Il maestro unico sembrerebbe essere diventato prevalente (dove è scritto?); dopo la tirata d’orecchi dei vescovi il premier annulla i tagli (l’unica cosa buona fatta da Tremonti) previsti per le scuole private – 485milioni di euro in tre anni -; Bossi si impunta ed ottiene che le scuole di montagna non saranno toccate (Già perchè i danni di Gelmini&co continuano con il decreto legge 154. All’interno delle disposizione urgenti per il contenimento di regolazioni contabili con le autonomia locali si prevede infatti la riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate, con chiusura delle scuole con meno di 50 allievi ed accorpamento di quelle che non arrivano a 500 (300 se sono in montagna).
Nella nostra provincia applicando alla lettera la Riforma Gelmini le scuole interessate sarebbero 108 dislocate (84 alla scuola primaria, 13 alle medie e 11 alle superiori) su decine di Comuni, ieri sera l'Assessore Provinciale Valsania ha detto che saranno 7: vedremo!
Insomma un governo messo a dura prova dalla forte spallata del Movimento.
Sulle classi separate per Italiani e Stranieri previsto da uno specifico progetto di legge al Senato ed una mozione alla camera dei deputati, entrambe le iniziative sono targate Lega Nord, ripropongono le classi differenziali per le alunne e gli alunni stranieri che non conoscono la lingua italiana. (unico paese al mondo che per insegnare l’italiano a un bambino rumeno lo mettiamo con un senegalese)
ho citato un noto sovversivo,Don Milani, con l'invito a rileggerlo: "Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare.
Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto."

giovedì 6 novembre 2008

LA FESTA E' FINITA: EVVIVA!!

In tempo di vacche magrissime, Rifondazione comunista sta pensando di stringere la cinghia. Durante la direzione politica della scorsa settimana, il segretario Paolo Ferrero e il responsabile dell'organizzazione Claudio Grassi hanno presentato una proposta di regolamento organizzativo che taglia, e di molto, spese e stipendi con rigide prescrizioni per i dipendenti di partito e gli eletti regionali ed europei, visto che di parlamentari italiani al momento non ce n'è neppure uno (ed anche per questo il bilancio si è ristretto). Le nuove regole sono rigide.
Il segretario nazionale che nel regolamento seguito al precedente congresso aveva uno stipendio
corrispondente a quello di un parlamentare (cioè circa 14.000 euro) prenderà 3.500 euro. I membri della segreteria nazionale, il tesoriere, il presidente del Collegio nazionale di garanzia, che prima arrivavano al 45% dei salari di Montecitorio, scenderanno a 2.200 euro. E più o meno lo stesso discorso varrà per gli eventuali deputati e senatori, per i membri del parlamento europeo e per i consiglieri regionali. I primi, che fino ad ora versavano al partito il 55%, dovranno consegnare l'intera busta paga a Viale del Policlinico per poi vedersi restituire 3.200 euro. E i regionali avranno 2.200 e nulla più.
Claudio Grassi rivendica la proposta e anzi alza (o meglio, abbassa) la posta: «Abbiamo proposto la parificazione tra i funzionari, gli eletti e i normali salari delle persone comune.
Gli emolumenti devono essere tutti abbattuti a 2.200 euro. Sul parlamento abbiamo il vantaggio di ragionare sul pulito, chi si candida d'ora in poi conoscerà le regole».

Fuori uno!

RACCOLTA FIRME PER IL REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO

Il Circolo "Rosa Luxemburg" di Cuneo organizza
SABATO (8 NOVEMBRE) DALLE ORE 15.30
IN PIAZZA GALIMBERTI
ANGOLO VIA ROMA LATO DUOMO
UN BANCHETTO DI RACCOLTA FIRME
PER IL REFERENDUM CONTRO IL LODO ALFANO
CON ANNESSO VOLANTINAGGIO

Verrà anche pubblicizzata l'iniziativa del gruppo di acquisto popolare che distribuirà, dal sabato successivo, pane a un euro al kg.

Analoga iniziativa del circolo
"Che Guevara" di Racconigi,
in
collaborazione con i compagni di Racconigifutura,
al mercato di giovedì 13
novembre 2008
a partire dalle ore 09:30


Nicola Mattei
Fabio Panero

lunedì 3 novembre 2008

COMITATO ANTIFASCISTA

In allegato invio il documento politico costitutivo approvato dall'assemblea del COMITATO PER LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE NATA DALLA RESISTENZA.

Per le adesioni (singole, collettive, di gruppi, associazioni, partiti, liste civiche, etc..) scrivere a:
segreteria.sindaco@comune.cuneo.it

oppure:

viviana.bessone@comune.cuneo.it

ATTENZIONE: gli Enti Locali, le associazioni di massa, i partiti politici, etc.. riceveranno una lettera ufficiale da parte del Sindaco di Cuneo città Medaglia d'Oro della Resistenza Presidente del Comitato con l'invito formale ad aderire e la richiesta di designare un rappresentante (ES. il Comune di Boves aderisce al Comitato? Si presenta un Ordine del Giorno in Consiglio Comunale poi il Sindaco designerà un raprresentante. L'A.C.L.I. aderisce? Si riunisce il Direttivo provinciale che designerà un rappresentante, etc. etc.; FA FEDE IL DOCUMENTO IN ALLEGATO)

Se puoi diffondi questa comunicazione.

Per EVENTUALI CHIARIMENTI O PROPOSTE DI LAVORO
CHIAMAMI AL 3477213275
O SCRIVIMI A prccuneo@libero.it

Fabio Panero
segretario provinciale PRC Cuneo

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