mercoledì 30 giugno 2010

DIBATTITO PUBBLICO AD ALBA

Giovedì 1 luglio alle 21 ad Alba (CN) 
Paolo Ferrero e Oliviero Beha
presentano i loro libri.




Giovedì 1 luglio alle 21 ad Alba (CN), presso la cooperativa libraria “La Torre”, piazza Pertinace n°8/D Paolo Ferrero, segretario Nazionale di Rifondazione Comunista e Oliviero Beha presentano i loro libri. Ferrero ha scritto “Quel che il futuro dirà di noi”, uscito per Derive e Approdi, mentre Beha ha scritto “Dopo di lui il diluvio”, uscito per Chiarelettere.



Nel suo libro, Paolo Ferrero cerca di sollevare domande e di rispondere al quesito “la sinistra comunista ha ancora qualcosa da dire?”. Il neoliberismo che sembrava trionfante è precipitato nella più grave crisi della storia, e nessuno sa come uscirne. Siamo di nuovo al bivio socialismo o barbarie? eppure, gli eredi della tradizione comunista escono sconfitti dalle tornate elettorali, e sono quasi scomparsi dalla scena politica. Ferrero invita a liberarsi presto della sindrome da assunzione del punto di vista dell’avversario, riconquistando l’autonomia culturale e politica indispensabile per rappresentare una vera alternativa politica, per rompere le trappole del bipolarismo e del populismo che hanno permesso l’ascesa del berlusconismo.

Oliviero Beha, con “Dopo di lui il diluvio”, ci dice che, forse, siamo diventati nel frattempo «post-italiani», cioè un qualcosa privo di identità che si stenta a definire. Eppure questo «capolinea» al termine di una corsa acefala e distruttiva, con un count down forse alle ultime o penultime battute, può e deve essere anche un segnale di ripartenza. Cambiando treno, capostazione, amministratore delegato della metafora, ma forse non solo, magari anche alla lettera giacché le Ferrovie marcano vistosamente la «modernità» di un ceto viaggiante ad Alta Velocità e di una massa di pendolari praticamente a piedi. Una nuova classe dirigente sarebbe meglio per tutti. Ma dov’è? Se finisce per «autoconsunzione» quello che è diventato il Cavaliere Inarrestabile, nei due sensi, della giustizia e della dinamica verso il declino a sua volta apparentemente irrefrenabile, che cosa ci aspetta? Rutelli e Montezemolo, due a caso, correi di questo declino? Per mollare definitivamente forse c’è sempre tempo…

martedì 29 giugno 2010

ANTICOMUNISMO

L’anticomunismo avvelena l’Europa
di Ivan Melnikov*

 

Intervento di Ivan Melnikov, vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa alla sessione ordinaria dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

Traduzione e nota di Mauro Gemma per l’Ernesto online
Intervento di Ivan Melnikov, vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa alla sessione ordinaria dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.

Caro Presidente, cari colleghi,

Desidero richiamare la vostra attenzione su fatti che non possono assolutamente essere tollerati nella fase attuale dello sviluppo dell’umanità. L’isteria anticomunista sta dilagando in diversi paesi europei.

I governi di Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Lituania e di altri paesi stanno cercando di riscrivere la storia. Si noti che questi fenomeni sono accompagnati da una crescita impetuosa di sentimenti nazionalisti e xenofobi. Per esempio, lo slogan adottato dagli estremisti ungheresi del partito “Per una migliore Ungheria” è simile a qualcosa come: “L’Ungheria solo per gli ungheresi”.

Oggi nel cuore dell’Europa, a Strasburgo, celebriamo il 65° anniversario della Vittoria sulla Germania nazista. Il ricordo dei milioni di vittime della Seconda Guerra Mondiale, degli eroi della resistenza antinazista, dei comunisti e dei membri di altri partiti e movimenti, dei combattenti senza partito di molti paesi, non mi consente di rimanere in silenzio.

IN PIAZZA CON LA C.G.I.L.


Finanziaria 2010: venerdì 2 luglio sciopero e manifestazione C.G.I.L. a Cuneo



RITROVO ORE 14.30 PIAZZA EUROPA


 
La manovra finanziaria proposta dal governo è inadeguata sia per far fronte all’emergenza della spesa pubblica sia nel rilanciare l’economia e il lavoro, sia nel far fronte all’emergenza sociale (disoccupazione, redditi, consumi) sempre più allarmante.

La manovra taglia oltre 12 miliardi a Enti Locali e Regioni: questo implicherà meno servizi sociali per i cittadini o aumento delle tariffe per usufruirne nonché la riduzione di unità del personale e il licenziamento di 40.000 precari di Comuni, Provincie e Regioni.

Per rispettare questa manovra i Comuni non hanno altro modo se non tagliare le spese: secondo stime ANCI Cuneo sarà costretta a risparmiare 8 milioni e 670 mila euro nel 2011 e l’anno successivo dovrà spendere ancor meno, con un patto di stabilità sempre più stretto, che impedisce ogni sorta di “welfare” da parte dell’Ente Locale.

Le spese per la sanità verranno ridotte di circa 1,5 miliardi nel biennio.

Un intervento sui conti pubblici con una riduzione della spesa e del debito è necessario di fronte all’attacco speculativo che i mercati finanziari hanno portato all’euro e ai titoli del debito pubblico dei paesi europei più indebitati come l’Italia.
Ma questo non può essere l’unico strumento della politica economica italiana ed europea.
Il governo italiano ha la pesante responsabilità di aver per tanti mesi sottovalutato la crisi, di aver diffuso inutile ottimismo, di aver affidato le speranze di uscita dalla crisi nella ripresa dell’economia mondiale.
Con misure come lo scudo fiscale e la cancellazione della tracciabilità dei pagamenti il governo ha contribuito alla crescita dell’evasione fiscale.
La manovra finanziaria  da una parte propone mere operazioni di marketing come le minime riduzioni degli stipendi dei membri del Governo, dall’altra è caratterizzata dai tagli ai servizi dei cittadini e dalla salvaguardia dei privilegi degli speculatori e dei detentori dei
redditi più alti.
In questa situazione di emergenza economica ridurre la spesa pubblica è possibile, ma intervenendo sulle spese sbagliate come la spesa militare, le grandi opere (come il ponte sullo stretto di Messina ela TAV), gli sprechi.
Servono investimenti nel rilancio dell’economia: nelle energie pulite, nell’innovazione, nella ricerca.

Per questo motivo è importante partecipare alla manifestazione del 2 luglio a Cuneo si terrà una manifestazione  indetta dalla CGIL contro la "manovra finanziaria" .
E' davvero importante partecipare e farsi sentire, questa volta più che mai!!!
E' davvero importante che i Comunisti siano presenti alla manifestazione!

RITROVO ORE 14.30 PIAZZA EUROPA (CUNEO)

mercoledì 23 giugno 2010

Nuovi Comunisti


Nel Consiglio comunale del capoluogo approvato un ordine del giorno contro la manovra, primo firmatario il PRC

Il sindaco Valmaggia: " Chi non è d’accordo viene apostrofato come comunista: magistrato comunista, giornalista comunista…Allora anche io sono un sindaco comunista”.

 Il sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia

Una nutrita pattuglia di sindaci ed amministratori cuneesi ha accolto l’invito del Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani Sergio Chiamparino ed all’alba di questa mattina ha lasciato la Granda per Roma dove, alle 12, davanti al Senato inizia la manifestazione contro la Manovra Finanziaria. Iniquo ed insostenibile sono gli aggettivi che ricorrono in questi giorni nelle dichiarazioni di sindaci ed assessori e negli ordini del giorno votati dai Consigli comunali di mezza Italia per definire le scelte del Governo. E’ il caso del capoluogo che, con 21 voti favorevoli, 1 astenuto e 9 ‘no’, ha approvato ieri un ordine del giorno ricalcante in gran parte le posizione dell’ANCI esprimendo giudizi negativi su provvedimenti “che colpiscono i cittadini e non la ricchezza e gli speculatori ed aggravano la situazione degli enti locali e regioni che si vedrebbero protagoniste del federalismo”. Il documento prevedeva anche la Convocazione di un Consiglio comunale aperto che si svolgerà a metà luglio con la partecipazione di rappresentanti delle forze economiche e sociali.
Nel frattempo il Vicesindaco Giancarlo Boselli e l’assessore al Bilancio Patrizia Manassero sono partiti per la capitale per rappresentare il disagio di Cuneo nei confronti dei minacciati tagli. Molto netta la presa di posizione del Sindaco Alberto Valmaggia che si è detto stupito della mancata adesione dell’opposizione ad un documento elaborato all’unisono da Comuni governati da Giunte di centrodestra e centrosinistra. “E’ un Ordine del Giorno istituzionale e condiviso da enti con orientamenti politici diversi – ha detto il primo cittadino -. Pensavo non ci fosse nessun problema a votarlo all’unanimità. Il problema vero – ha poi proseguito – è il debito pubblico, pari al 120% del prodotti interno lordo ed uguale al doppio di quello di altri paesi europei. Si pensava che la manovra aggredisse questo problema. E invece no. Nel frattempo si distrae l’opinione pubblica con iniziative come quella delle imprese in un giorno o lo scudo fiscale, un condono mascherato e vergognoso. E poi chi non è d’accordo viene apostrofato come comunista: magistrato comunista, giornalista comunista…Allora anche io sono un sindaco comunista”.
(Da Targato CN, di Piero Lunati)


IL TESTO INTEGRALE DELL'ORDINE DEL GIORNO PROSTO DA RIFONDAZIONE COMUNISTA E SOSTTOSCRITTO DAGLI ALTRI GRUPPI DI MAGGIORANZA.

Ordine del Giorno  sulla Manovra Finanziaria

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUNEO

PRESO ATTO
La manovra finanziaria proposta dal governo è inadeguata sia per far fronte all’emergenza della spesa pubblica sia nel rilanciare l’economia e il lavoro, sia nel far fronte all’emergenza sociale (disoccupazione, redditi, consumi) sempre più allarmante.

La manovra taglia oltre 12 miliardi a Enti Locali e Regioni: questo implicherà meno servizi sociali per i cittadini o aumento delle tariffe per usufruirne nonché la riduzione di unità del personale e il licenziamento di 40.000 precari di Comuni, Provincie e Regioni.

Per rispettare questa manovra i Comuni non hanno altro modo se non tagliare le spese: secondo stime ANCI Cuneo sarà costretta a risparmiare 8 milioni e 670 mila euro nel 2011 e l’anno successivo dovrà spendere ancor meno, con un patto di stabilità sempre più stretto, che impedisce ogni sorta di “welfare” da parte dell’Ente Locale.

Le spese per la sanità verranno ridotte di circa 1,5 miliardi nel biennio, il Governo spera di trovare altri 5 miliardi con un nuovo condono edilizio, l’ennesimo premio a chi viola la legge.
NEL RIBADIRE CHE
Un intervento sui conti pubblici con una riduzione della spesa e del debito è necessario di fronte all’attacco speculativo che i mercati finanziari hanno portato all’euro e ai titoli del debito pubblico dei paesi europei più indebitati come l’Italia.
Ma questo non può essere l’unico strumento della politica economica italiana ed europea.
Il governo italiano ha la pesante responsabilità di aver per tanti mesi sottovalutato la crisi, di aver diffuso inutile ottimismo, di aver affidato le speranze di uscita dalla crisi nella ripresa dell’economia mondiale.
Con misure come lo scudo fiscale e la cancellazione della tracciabilità dei pagamenti il governo ha contribuito alla crescita dell’evasione fiscale.
La manovra finanziaria  da una parte propone mere operazioni di marketing come le minime riduzioni degli stipendi dei membri del Governo, dall’altra è caratterizzata dai tagli ai servizi dei cittadini e dalla salvaguardia dei privilegi degli speculatori e dei detentori dei
redditi più alti.
NEL RIBADIRE INOLTRE CHE

In questa situazione di emergenza economica ridurre la spesa pubblica è possibile, ma intervenendo sulle spese sbagliate come la spesa militare, le grandi opere (come il ponte sullo stretto di Messina), gli sprechi.
Servono investimenti nel rilancio dell’economia: nelle energie pulite, nell’innovazione, nella ricerca.

ESPRIME

Un giudizio negativo sulla manovra Finanziaria proposta dal Governo: è una manovra iniqua, che colpisce i lavoratori e i cittadini e non colpisce la ricchezza e gli speculatori.






SI IMPEGNA AD INVIARE

Il presente o.d.g. ai parlamentari del Piemonte.



Fabio Panero, Consigliere Comunale di Rifondazione Comunista

APPUNTAMENTI


  • GIOVEDI' 24
 
MONDIALI IN ROSSO
-ore 16:00 presso il Circolo "Rosa Luxemburg" di Cuneo (via Saluzzo 28) MONDIALI SUDAFRICA 2010  
 
-ore 18.00 riunione Commissione lavoro su "accordo Munters"(sempre in via Saluzzo 28 a Cuneo)
 
  • VENERDI' 25
 
-tutto il giorno (ritrovo ore 9 del mattino) lavoro volvontario risistemazione vecchia sede in via Saluzzo 28 a Cuneo (servono volontari)
 
  • SABATO 26
 
dalle 9 del mattino a Cuneo (piazza Galimberti angolo via Roma lato Duomo) ed a Alba in piazza Pertinace banchetto dei Gruppi di Acquisto Popolare con la distribuzione del pane a un euro al kg agli associati.
Da un anno Rifondazione Comunista è impegnata in questa inziativa concreta per resistere al carovita: la crisi svuota il portafogli?
Resitere al carovita si può, aderendo ai Gruppi di Acquisto Popolari.

martedì 22 giugno 2010

Intervista a Citto Maselli

Alla sinistra serve un’idea e ai giovani serve la sinistra
Nella foto "Citto" Maselli a Cuneo in occasione della presentazione del film "Le Ombre Rosse" tra l'Assessore alla Cultura del Comune di Cuneo Alessandro Spedale e il Presidente della Commissione Cultura 
Fabio Panero.



Intervista a Citto Maselli
(da L'Unità del 1 luglio)

A quel lago di simboli che si è divertito a collezionare nel suo film più recente, «Le ombre rosse», Citto Maselli - uno dei grandi padri del nostro cinema - ha incollato un finale didascalico. Due ragazze (e un ragazzo), un fabbricato alla periferia delle periferie, un metro a nastro in mano, prendono misure, larghezza, lunghezza. Cercano un posto, un luogo, una situazione da nutrire con i corpi e con i pensieri, con azioni solidali. Ma lontano, via dalla pazza folla, dove l’urbanesimo, anima della nostra civiltà, degrada e sfuma il rigore della sua ottica concentrazionaria. Il film chiude, mentre si prende atto della fine di un’era, di una esperienza collettiva eccitante - il decollo e il tramonto di un centro sociale - con i segni dell’allestimento di un Natale che verrà. Sono giovani e sono soprattutto donne, non si sa cosa sappiano fare di «socialmente rilevante», non si conoscono le loro abilità misurate sui bisogni del mercato, ma si sa che scommettono sulla vita a dispetto della loro invisibilità. Così l’allegoria frana sul reale: è esattamente ciò che sta accadendo a milioni di ragazzi, soprattutto in Italia.

Dicono che un ragazzo su tre non troverà lavoro, nessun lavoro in questo paese. Almeno finché le condizioni non cambieranno. Uno su tre fa paura perché muta il dna sociale che abbiamo fin qui conosciuto. Da decenni, da «Gli sbandati» e non solo, hai sempre dedicato uno sguardo d’affetto ai giovani. Un cineasta è anche un po’ uno stregone...
Quel finale di film dice anche altro: per esempio che la politica, quel che resta della politica in anni recenti non ha saputo dare non dico modelli ma strumenti, «utensili» adatti a costruire una vita in cui i ruoli individuali e collettivi non siano imposti dal mercato, dal consumo. C’è una fondamentale differenza tra essere schiacciati dai grandi meccanismi di una durissima ristrutturazione «capitalistica » in una crisi psicologica ed esistenziale senza uscita e affrontarla, invece, con consapevolezza, collettivamente, con azioni che puntellano una nuova forte soggettività politica. In altre parole: la sinistra non ha saputo fornire ai giovani motivi sufficienti per lottare, resistere, inventare strade nuove. Benché Rifondazione Comunista, il partito cui appartengo, si muova con le forze di cui dispone, proprio in questa direzione. E questa insufficienza, se permetti, non racconta di una banale crisi della sinistra, ma di una sua crisi profonda, terribile.

Lo si capisce scorrendo la drammaturgia del tuo film. La sinistra tutta ne esce a pezzi, nessuno si salva: i partiti, gli intellettuali, figure ingrigite da una mediocrità senza respiro, interne a un gioco da cui sono state adottate con l’ambizione e il miraggio della «modernità». E si salvano solo i ragazzi del centro sociale....
Condivido un recentissimo richiamo di Alfredo Reichlin: alla sinistra serve un’idea. È un po’ un’astrazione, nelle corde di Reichlin, ma mi pare che anche solo porsi di fronte a questo bisogno, affermare che esiste e che corrisponde al vuoto di oggi, significa assumersi una responsabilità all’altezza della storia che stiamo vivendo.

Forse, però, sostenere che ci serve un’idea non è una tenera ammissione di impotenza? E questa ammissione non ha qualcosa in comune con il febbrile riposizionamento del “territorio” in testa alla top ten delle questioni di cui deve farsi oggi carico la sinistra? Cosa ci è successo?
So che Togliatti decise già nel 1941 di organizzare il Partito Comunista scartando il metodo della cooptazione diretta in base alla affidabilità burocratica dei comunisti come imponeva lo schema della Terza Internazionale. Impartì direttive affinché la selezione fosse affidata a dei dati «storici», e cioè alla generosità e alla efficacia della lotta messa in pratica nelle fabbriche, sempre e comunque nei territori. Poi, vorrei ricordare qual è il valore insostituibile del marxismo: l’idea di una società
conflittuata come garanzia di democrazia e di crescita. Marxismo non come modello, quindi, ma metodo, tra l’altro inevitabile in una relazione di potere vissuta con consapevolezza. Dov’è finita questa cultura?

Verrebbe da chiederlo a chi si è assunto la responsabilità di far naufragare i due governi di centrosinistra.Non saranno stati i migliori governi del mondo ma alla luce di quel che ha messo in campo l’era berlusconiana non si può negare che testimoniavano un’altra cultura e proponevano un’altra Italia...
Ma se non àncori il fare quotidiano, anche quello politico, ad una visione complessiva che entra in conflitto con l’esistente, devi attendere che tramonti una esperienza di governo e che salga al potere un oligarca amorale come Berlusconi per comprendere che era meglio proseguire sulla vecchia strada. E comunque se la cultura che animava quei governi è la stessa che da anni muove le opposizioni di sinistra, mi pare che non siamo di fronte alla chiave, oppure come dice Reichlin all’«idea» che può aprire nuove porte, nuove vie d’uscita. Anche per quel trenta per cento di ragazzi italiani condannati a vivere senza lavoro.

Alla sinistra per non perdersi sarebbe forse bastato riuscire a mettere in campo la legge sul conflitto di interessi; non era nemmeno indispensabile farla passare, visto che i numeri pare non ci fossero; ma doveva «morire» su quella iniziativa di pura giustizia molto annunciata...
Sì, e quei giovani che ora sono nel tritacarne avrebbero in tasca almeno il valore morale di un impegno storico di democrazia, di una coerenza limpida; ma sui principi, appunto, non si dovrebbe transigere. E ora la sinistra avrebbe cose da dire nei territori e saprebbe, certamente meglio di ora, cosa vuol dire lottare per un ideale che vale tutte le tue energie, e conoscerebbe il valore della lotta, dello stare in piedi, di una prospettiva di società alternativa.

Invece, dici con«Le ombre rosse», i ragazzi se la devono inventare da sé la nuova casa...
Una casa, un partito, un progetto nato dai bisogni delle loro condizioni materiali. L’estromissione pressocché totale dal mondo del lavoro allora produrrà nuova consapevolezza e nuova cultura. Quando, provati e demoralizzati, spulceranno la storia, troveranno forza in quel che hanno prodotto il Movimento dei lavoratori e il Partito Comunista italiano, perché qualcuno a sinistra se ne vergogna ma è storia bellissima e forte, soprattutto in Italia, in quella vicenda che gli ortodossi francesi del Pcf chiamarono «déviation italienne».

giovedì 17 giugno 2010

Figli dell’officina, quaderno n. 43 del CIPEC, Cuneo, 2010.


Luigi Poggiali, Figli dell’officina, quaderno n. 43 del CIPEC, Cuneo, 2010.

Il CIPEC (Centro di iniziativa politica e culturale) è stata, negli anni ’80, associazione nazionale, vicina a Democrazia Proletaria, ed ha svolto lavoro di dibattito e di formazione culturale, volto in particolar modo a recuperare e proporre un marxismo spesso sconosciuto o minoritario (Lukacs, Korsch, Bloch, Althusser…), a ricercare un filo rosso spezzato, a legare prassi politica a riflessione teorica.
Non so se, oggi, la sigla viva in luoghi diversi dal cuneese, ma qui il lavoro procede da 25 anni con convegni, seminari, dibattiti. Tra gli ospiti, Geymonat, Moscato, Spinella, Bellofiore, Collotti- Pischel, Dinucci, Pirella, Santarelli, Melandri, Cortesi, La Valle, Girardi, Ferrero, Magri, Amodei, Capanna, Agnoletto, Menapace…, a testimonianza del tentativo di coniugare temi diversi, di legare il pensiero marxista con ecologia politica, pensiero di genere, pace e problemi globali, e soprattutto della volontà di non slegare la cultura dall’impegno politico e sociale.
La pubblicazione di quaderni di ricerca è altro aspetto, complementare, di questa attività. In numero, prima di tre, oggi di due all’anno, hanno raccolto testimonianze di militanti politici e sindacali, episodi della vita dei partiti e sindacati locali, pubblicato ricerche e scritti su figure e pagine della storia del movimento operaio non solamente locale.
Figli dell’officina, al centro del quaderno n. 43, è uno scritto (un centinaio di cartelle battute a macchina) di Luigi Poggiali, livornese, per decenni operaio nelle fabbriche del torinese, oggi, a più di settant’anni, abitante in un paese di montagna della provincia di Cuneo.
Poggiali ci racconta il biennio ’68-’69 a Torino, dal punto di vista di un operaio immigrato nella maggiore città operaia italiana. Le prime pagine ci raccontano del primo maggio 1969 in cui le dinamiche delle fabbriche si intrecciano alla dimensione internazionale. Le immagini di Mao, Ho Chi Min, Guevara, la certezza nella vittoria del Vietnam si sommano alle lotte studentesche e alla ripresa di quelle operaie su scala non solamente nazionale. Già qui emerge la scelta “operaista”, a favore dei gruppi, dell’autore che esprime le critiche al “revisionismo” del PCI e la certezza nell’auto organizzazione della classe che salti la mediazione sindacale.
Continuo l’incontro con gli studenti, con le proposte delle singole organizzazioni. La contestazione al comizio del generale De Lorenzo, l’eco del maggio francese, le prime assemblee operai- studenti, con la babele di proposte, linguaggi e l’esprimersi di una dimensione politica e personale (la simpatia per una studentessa, frenata dalla timidezza e dalle troppe differenze sociali e culturali).
Quindi, il “giorno più lungo”, il 3 luglio 1969, con gli scontri di corso Traiano: le tensioni del lavoro operaio si sommano a quelle del quartiere proletario, al problema della casa, degli affitti, dei prezzi. La scelta dell’autore è univoca e netta. La sua vita è frenetica, vissuta di corsa, tra assemblee, volantini, documenti, discussioni teoriche, problemi quotidiani.
Pochi giorni dopo gli scontri, si tiene a Torino l’assemblea nazionale delle avanguardie operaie, Nascono, su due diverse analisi della fase e due differenti proposte strategiche, Lotta Continua e Potere operaio:
Il Professore era subito entrato in contatto con il nucleo di avanguardia del Movimento studentesco e si era messo d’impegno, attraverso le assemblee studenti- operai, per avere i collegamenti tra fabbrica e fabbrica e tra fabbrica e scuola. Prendeva in mano la situazione… (pg. 27).
Le ferie, nella sua Toscana, servono a Luigi per ritrovare la dimensione del paese e della campagna, quasi una pausa “bucolica” dopo tante tensioni. In uno scritto in cui l’elemento letterario è soverchiato dalla cronaca politica, dal continuo richiamo ai fatti, queste pagine sembrano richiamare non solo gli affetti familiari, ma la novellistica toscana fra ‘800 e ‘900.
Il rientro in fabbrica, l’autunno, le manifestazioni, il contratto sono narrati più velocemente e interrotti bruscamente dalle due pagine finali che sintetizzano la fine di una stagione, la scomparsa dei gruppi, la caduta del “socialismo reale”, i morti della Thissen.
A questo, Luigi Poggiali, contrappone il permanere della speranza, della certezza di essere stato dalla parte giusta e la fiducia, ancora in questo difficile 2010, nel comunismo che immagina:
Come il sole quando sorge il mattino, su un mondo privo di nubi, nella luce del riscatto sociale.
Un piccolo contributo, certo, ma da non sottovalutare. Una tessera di mosaico nella conoscenza di una grande stagione politica.
Sergio Dalmasso

Consiglio Comunale di Cuneo

Sopralluogo a Roata Rossi



Questa mattina giovedì 17 giugno il ViceSindaco Giancarlo Boselli ed il Consigliere Fabio Panero hanno effettuato un sopralluogo nella Frazione di Roata Rossi nell’area dove sorgerà il nuovo spazio verde al servizio della scuola e della popolazione.


In un secondo lotto d’intervento è poi prevista la costruzione di un play ground. Ricordiamo che in quell’area sorgeva una vecchia scuola, abbattuta dopo molti anni di attesa per la pericolosa presenza di amianto.


Gli amministratori hanno poi effettuato una ricognizione in tutta la frazione, per parlare con gli abitanti e confrontarsi sulla necessità di altri interventi da effettuare nei prossimi mesi.




Un'immagine del sopralluogo

mercoledì 16 giugno 2010

TAGLI AI SERVIZI SOCIALI DEI COMUNI E AI CONSORZI


PANERO (RIFONDAZIONE COMUNISTA-FDS):TAGLI AI SERVIZI SOCIALI DEI COMUNI E AI CONSORZI, AGLI INSEDIAMENTI PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI, ALLE POLTICHE PER L’INTEGRAZIONE: LE POLITICHE SOCIALI VANNO A PICCO

 

Le manovre sulle politiche sociali della Giunta Cota hanno un segno di esplicita esclusione nei confronti di alcuni gruppi sociali: dal regionalismo rispetto al precariato dei docenti annunciato dall’assessore Cirio ai tagli alle politiche per l’immigrazione e per i progetti rivolti alla popolazione nomade.

Stupisce che la furia leghista coinvolga anche amministratori del Pdl, ma si comprende che occorre confermare quel consenso conquistato disseminando localismo e rifiuto dell’altro.

Quel che non ci si aspettava è il contenimento delle risorse trasferite ai servizi sociali dei comuni e dei consorzi. In Piemonte negli anni si è cercato di contenere il già rilevante taglio esercitato dal livello nazionale integrando con risorse regionali le misure del fondo sociale nazionale. I consorzi, amministrati dal centro destra come dal centro sinistra, attuano politiche di sostegno ai redditi minimi, di aiuto alle famiglie in difficoltà, di protezione dei minori, di riduzione del disagio sociale.

In Consiglio Comunale a Cuneo in molte sedute si è discusso di crisi e disagio chiedendo, da più parti, di potenziare questi servizi.

Risolvere ogni taglio annunciando una razionalizzazione e un’efficienza, nasconde una visione contabile delle politiche sociali indifferente al numero crescente dei casi sociali e alla loro sofferenza.

Anche la riduzione delle risorse destinate agli inserimenti residenziali per gli anziani non autosufficienti e alla psichiatria denotano la schizofrenia di questa maggioranza che in campagna elettorale accusava sull’insufficiente copertura dei posti letto per i non autosufficienti e al governo rallenta gli inserimenti prima con la manovra del 30 aprile della sanità e ora li congela con la riduzione di 4,5 milioni.

POMIGLIANO


SU UN RICATTO INCOSTITUZIONALE NON SI VOTA
 
di Paolo Ferrero, segretario nazionale Rifondazione Comunista
 
 
 
La vicenda di Pomigliano non è questione sindacale, ma politica e rappresenta la principale battaglia oggi in corso nel Paese. Il diktat della Fiat che pretende di derogare dal contratto nazionale e dalle leggi della Repubblica costituisce il principale attacco politico alla Costituzione repubblicana. Berlusconi propone la manomissione dell’articolo 41 e Marchionne la pratica. Di fronte a questo scontro tutta la destra appoggia ovviamente la Fiat in nome della fine del conflitto di classe. Vergognosamente il Pd dice che la Fiat esagera, ma che il ricatto va accettato.
In questo breve riassunto è contenuta la fotografia dello scontro politico nel Paese. Dov’è quel centro sinistra che giustamente si indigna per le nefandezze di Berlusconi? Dove sono i direttori dei quotidiani che giustamente protestano contro le leggi bavaglio? Dove sono i liberali che gridano al golpe quotidianamente? In silenzio.
Perché noi oggi in Italia abbiamo un’opposizione liberale che si schiera a difesa della Costituzione formale senza preoccuparsi della Costituzione reale, senza difendere le basi materiali su cui si regge il compromesso costituzionale. Abbiamo cioè un’opposizione per la quale la democrazia si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche, degli uffici, dei supermercati. Essa si contrappone a Berlusconi ma è subalterna ai poteri forti: a Confindustria come alle banche. Noi riteniamo che questo ricatto di tipo mafioso non sia accettabile. Se passa a Pomigliano è evidente che troverà la strada aperta anche negli altri stabilimenti Fiat e poi in tutti i luoghi di lavoro. Se il rispetto della legge e del diritto di sciopero possono essere aggirati attraverso un violento atto di forza vuol dire che non esistono più. Per questo l’accordo di Pomigliano va rifiutato e non può essere sottoposto a referendum. Nessun cittadino può essere chiamato a votare sul rispetto della Costituzione, tanto più con una pistola puntata alla tempia.
Siamo contro l’arrogante imposizione della Fiat perché difendiamo i diritti dei lavoratori dentro questa globalizzazione neoliberista, progettata proprio per mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. Lo facciamo perchè difendiamo la democrazia in Italia. E’ del tutto evidente che se non ci si oppone a questa proditoria aggressione diventerà assai difficile spiegare ai lavoratori italiani perchè è importante difendere la Costituzione. Noi diciamo forte e chiaro che la difesa della democrazia deve essere tutt’uno con la difesa dei diritti dei lavoratori e sosteniamo la Fiom nella sua battaglia che è anche e sino in fondo la nostra. Rompiamo il muro di silenzio costruito attorno a questa vicenda e denunciamo le responsabilità della Fiat e del governo.

giovedì 10 giugno 2010

MANOVRA 2010

COMUNICATO STAMPA

 
Panero (Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra):la manovra Finanziaria proposta dal Governo è una manovra iniqua, che colpisce i lavoratori e i cittadini e non colpisce la ricchezza e gli speculatori.


La manovra finanziaria proposta dal governo è inadeguata sia per far fronte all’emergenza della spesa pubblica sia nel rilanciare l’economia e il lavoro, sia nel far fronte all’emergenza sociale (disoccupazione, redditi, consumi) sempre più allarmante.

La manovra taglia oltre 12 miliardi a Enti Locali e Regioni: questo implicherà meno servizi sociali per i cittadini o aumento delle tariffe per usufruirne nonché la riduzione di unità del personale e il licenziamento di 40.000 precari di Comuni, Provincie e Regioni.

Per rispettare questa manovra i Comuni non hanno altro modo se non tagliare le spese: secondo stime ANCI Cuneo sarà costretta a risparmiare 8 milioni e 670 mila euro nel 2011 e l’anno successivo dovrà spendere ancor meno, con un patto di stabilità sempre più stretto, che impedisce ogni sorta di “welfare” da parte dell’Ente Locale.

Le spese per la sanità verranno ridotte di circa 1,5 miliardi nel biennio, il Governo spera di trovare altri 5 miliardi con un nuovo condono edilizio, l’ennesimo premio a chi viola la legge.

Un intervento sui conti pubblici con una riduzione della spesa e del debito è necessario di fronte all’attacco speculativo che i mercati finanziari hanno portato all’euro e ai titoli del debito pubblico dei paesi europei più indebitati come l’Italia.
Ma questo non può essere l’unico strumento della politica economica italiana ed europea.
Il governo italiano ha la pesante responsabilità di aver per tanti mesi sottovalutato la crisi, di aver diffuso inutile ottimismo, di aver affidato le speranze di uscita dalla crisi nella ripresa dell’economia mondiale.
Con misure come lo scudo fiscale e la cancellazione della tracciabilità dei pagamenti il governo ha contribuito alla crescita dell’evasione fiscale.
La manovra finanziaria  da una parte propone mere operazioni di marketing come le minime riduzioni degli stipendi dei membri del Governo, dall’altra è caratterizzata dai tagli ai servizi dei cittadini e dalla salvaguardia dei privilegi degli speculatori e dei detentori dei
redditi più alti.
In questa situazione di emergenza economica ridurre la spesa pubblica è possibile, ma intervenendo sulle spese sbagliate come la spesa militare, le grandi opere (come il ponte sullo stretto di Messina), gli sprechi.
Servono investimenti nel rilancio dell’economia: nelle energie pulite, nell’innovazione, nella ricerca.

Per queste ragioni è importante partecipare alla manifestazione del 12 giugno a Roma si terrà una manifestazione del pubblico impiego e della scuola, indetta dalla CGIL contro la "manovra correttiva" in via di approvazione.
E' davvero importante partecipare e farsi sentire, questa volta più che mai!!!

BUS della CGIL dalle principali città della Provincia di Cuneo
Per informazioni e adesioni (entro l’8): Sara 349 5035042


Fabio Panero
segretario provnciale Rifondazione Comunista
Consigliere Comunale a Cuneo

mercoledì 9 giugno 2010

5 per mille a sostenere il Partito Sociale

5 per mille a sostenere il Partito Sociale

Cari/e compagni/e,
Come sapete stiamo lavorando in maniera molto intensa alla costruzione del partito sociale.
Per continuare il nostro lavoro di radicamento abbiamo deciso di favorire un processo associativo che prevede la costruzione di un’Associazione di Promozione sociale denominata RAP, Rete per l’Autorganizzazione Popolare.
La rete si sta sviluppando in queste settimane cercando di federare sia le associazioni già esistenti, sia strutturando in forma giuridicamente riconosciuta le iniziative di solidarietà attiva sulle quali siamo impegnati.
A questo riguardo vi segnalo che è quindi possibile, fin da subito, in sede di dichiarazione di denuncia dei redditi destinare un contributo alle nostre attività. 

O.d.G. sui Centri per l'impiego


CENTRI PER L’IMPIEGO
UN ORDINE DEL GIORNO del CONSIGLIERE COMUNALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA FABIO PANERO IN CONSIGLIO COMUNALE A CUNEO CONTRO L'ANNUNCIATA CHIUSURA: PERCHE'?

La premessa: il piano per il lavoro di Rosso

Nelle scorse settimane l’Assessore Regionale al Lavoro, Roberto Rosso, nel prefigurare il tanto annunciato Piano dei 100 giorni per l’occupazione ha dichiarato di non voler rifinanziare i bandi per il sostegno al reddito dei lavoratori cassintegrati, in mobilità e inoccupati e di voler rivedere e superare l’attuale assegnazione di competenze e le concrete modalità di funzionamento dei centri per l’impiego.

Tale determinazione sarebbe motivata dalla valutazione di insufficienza se non di inutilità, dei centri per l’impiego il cui superamento consentirebbe la liberazione di risorse da indirizzare verso nuovi progetti, tra cui la dote di 3.000 euro da consegnare a ciascun disoccupato, già titolare di contratto co.co.pro., affinché ricerchi da sé con tale anticipo un datore di lavoro.

I giudizi espressi e le intenzioni annunciate preoccupano sul piano delle relazioni istituzionali nel rapporto con le Province piemontesi, ma soprattutto ignorano e sviliscono le attività dei Centri per l’Impiego di cui, dice Rosso, sarà valutata l’efficacia per numero di avviamenti al lavoro promossi.

venerdì 4 giugno 2010

ELEZIONI SARDE


Sulle elezioni sarde



Un intervento di Claudio Grassi.

 

I risultati delle elezioni amministrative sarde, ed in modo particolare quelli delle elezioni provinciali, mettono in evidenza alcuni dati interessanti su cui ritengo utile articolare delle riflessioni.
L’elemento più rilevante riguarda il centrodestra: in poco più di un anno la coalizione di destra perde una fetta rilevante dell’elettorato che aveva consentito al Presidente Cappellacci di vincere nettamente le elezioni regionali. Il Pdl, in particolare, subisce un crollo verticale dei consensi, passando dal 36,6% delle europee al 16,2% delle recenti elezioni provinciali.
Anche il Pd subisce  un brusco arretramento: dal 35,6% al 20,1%. Rispetto alle elezioni europee non va bene neanche l’Idv, anche se in termini di voti assoluti riesce quasi ad eguagliare il risultato ottenuto alle europee.
Il primo turno assegna complessivamente al centro-sinistra tre province: Sassari, Carbonia Iglesias e Medio Campidano. Il centro-destra vince invece ad Oristano e Olbia Tempio. Saranno infine i ballottaggi nelle province di Cagliari, Nuoro e Ogliastra a definire i nuovi assetti istituzionali.
Già oggi possiamo dire però che, nel complesso, sommando i voti ottenuti dalle coalizioni nelle diverse province, nonostante un recupero delle forze del centro sinistra rispetto alle regionali dell’anno scorso, il centro destra mantiene ancora un vantaggio di circa 34.000 voti.
Passiamo a noi: la Federazione della sinistra si presenta in alleanza con il centrosinistra ovunque e con una  propria lista in 7 province su 8. A Sassari, unica eccezione, è stata presentata una lista unica di sinistra con Prc, Verdi, Partito socialista e Sel, che ha totalizzato il 5,1% ed ha eletto 2 consiglieri. Il Pdci ha presentato a Sassari una propria lista, nella medesima coalizione, ottenendo un buon 3% ed eleggendo 1 consigliere.
Tra le altre province spicca il dato del Medio Campidano in cui la Federazione della Sinistra sfiora l’8% con 2 consiglieri eletti. Il secondo miglior risultato è quello di Nuoro, dove otteniamo il 3,5%. In due casi la Federazione scende sotto il 3%: ad Oristano e ad Olbia Tempio. In tutte le province, tranne queste ultime, la Federazione conquista una presenza istituzionale.
Rispetto alle europee del 2009, in termini di voti assoluti, la Federazione della Sinistra cresce in tre province: Medio Campidano, Olbia Tempio e Ogliastra, mentre a Carbonia Iglesias conferma sostanzialmente i voti di un anno fa. Nelle altre retrocede.

giovedì 3 giugno 2010

GRUPPI DI ACQUISTO POPOLARE

 
 
 ALCUNE DOVEROSE PRECISAZIONI SUI G.A.P.
 
 
 
 
E' quantomeno singolare che il sig. Rigucci, presidente provincialedell'associazione panificatori, ci venga a spiegare che cosa sono iGAP (Gruppi di Acquisto Popolare) e perché il nostro non lo sarebbe.

martedì 1 giugno 2010

Rassegna stampa: A Mondovì chi ha paura dei GAP?

da http://socialgranda.wordpress.com


da LA STAMPA, pag.61 - cronaca di Mondovì-Ceva del 1 giugno 2010

di seguito un articolo apparso su TargatoCN (http://www.targatocn.it/it/zone_mo.php?news_code=85629)
Pane ad 1 euro e Gap? Non a Mondovì: è concorrenza sleale
Sarà per il carovita, sarà per la manovra finanziaria appena approvata, con enormi sacrifici in vista per tutti, fatto sta che si è scatenata la polemica 'sul pane', bene di primaria necessità, tra il Partito della Rifondazione Comunista e il Comune di Mondovì che, nel corso dell'ultimo consiglio comunale, la scorsa settimana, ha approvato una nuova norma che rientra nel regolamento di Polizia Urbana con il quale, di fatto, si "renderà più difficile la vita dei 'Gruppi d'acquisto', i quali per poter svolgere la loro attività nelle aree pubbliche dovranno avere una precisa autorizzazione del Comune" - si legge nel comunicato diffuso da Rifondazione. Il riferimento è alla vendita del pane ad 1,00 al chilo.

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