
E COME DIREBBE MARIO BREGA(NELLA FOTO): A REGAZZI', IO NON SO' COMUNISTA COSI', SO' COMUNISTA COSII!!
Il Consiglio Comunale Comunale di Cuneo dice NO all'acquisto dei caccia F-35 e propone di utilizzare i fondi per la ricostruzione dell'Abruzzo: questa in sintesi la richiesta dell'Ordine del Giorno presentato da Rifondazione Comunista ( riprodotto integralmente di seguito) e sostenuto convintamente da tutti i gruppi di maggioranza nel corso della seduta del 24 giugno.
Il centro-destra in città rivendica invece la scelta del governo Berlusconi: meglio comprare cacciabombardieri da attacco nucleare (che neppure l'amministrazione Obama vuole più) invece di destinare i soldi alla ricostruzione.
Mentre per acquistare i caccia F35 il governo (e l’opposizione di comune accordo) hanno approvato la spesa per 14 miliardi di euro pochi giorni dopo il sisma, per le popolazioni colpite dall’Abruzzo occorre affidarsi alla fortuna: dal 18 maggio è partito "Gratta Quiz" il Gratta e vinci dedicato all'Abruzzo per "ricostruire insieme" (non è uno scherzo di cattivo gusto, basta consultare il sito del Ministero delle Finanze alla voce consorzio lotterie nazionali) quindi i terremotati potranno sempre tentare la fortuna....
Ma il caldo estivo gioca altri brutti scherzi: nel corso della stessa serata tutti i gruppi consiliari votano all'unanimità un altro Ordine del Giorno proposto dalla maggioranza di centro-sinistra di adesione alla campagna nazionale "NON AVERE PAURA, APRITI AGLI ALTRI, APRI AI DIRITTI" la campagna nazionale proposta da associazioni, sindacati, confessioni religiose ed Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati contro il razzismo.
Votano tutti quei partiti, Lega Nord compresa, che fino a pochi giorni prima durante la campagna elettorale per le amministrative ed europee, hanno cavalcato xenofobia e razzismo, tutti quei partiti di governo che hanno istaurato le ronde, votato il decreto sicurezza, rispedito i clandestini dal loro nuovo amico Gheddafi (senza preoccuparsi della fine che questi essere umani hanno fatto) ma percarità a Cuneo città nessuno è razzista. Ci mancherebbe. Il fantasmino giallo simbolo della campagna, indossato ieri sera da alcuni Consiglieri di maggioranza, è stato disegnato da un bimbo Rom del progetto Dado di Settimo torinese (case di edilizia popolare autocostruite, inserimento sociale, lavorativo e scolastico per gli assegnatari, insomma un progetto all'avanguardia) progetto dutamente contestato da una manifestazione questa volta del leghista cattivo Borghezio (che strano..), certo,ormai in politica la coerenza non è più un valore però ci vuole un bel coraggio!
Ho accennato al video, girato sul web la scorsa settimana, che mostra l'agonia di un uomo di origine rumena colpito a morte da una raffica di mitraglia mentre camminava con la fisarmonica in mano, a Napoli. La moglie ha implorato aiuto, ma nessuno si è avvicinato per soccorrerlo e anzi qualcuno diceva: «Zingaro, tornatene in Romania»: in campagna elettorale "battendo" piazze e mercati della nostra città abbiamo sentito ( se ve ne era bisogno) quale è la dura realtà purtroppo, ed il voto amministrativo lo ha confermato.
Fabio Panero, Consigliere Comunale di Rifondazione Comunista a Cuneo
ODG TERREMOTO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUNEO
Considerato il tragico evento sismico che nella notte del 6 aprile ha causato considerevoli perdite umane nella Città de L’Aquila e nel territorio circostante;
Rilevato che anche nella provincia de L’Aquila e nelle restanti province della Regione si segnalano gravi danni sia alle abitazioni civili che al patrimonio immobiliare pubblico;
Considerato che tutte le forze politiche, sociali e civili dell’intera nazione sono impegnate nella risoluzione delle innumerevoli problematiche conseguenti all’emergenza in atto;
Considerato che una gran parte del patrimonio immobiliare complessivo della Regione Abruzzo costituito da strutture che non rispondono ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa antisismica;
Ritenuto che, conseguentemente, si evidenzi la necessità di reperire ingenti risorse da destinare sia alla ricostruzione che alla messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti;
CONSIDERATO
che il Governo Italiano - dopo aver acquisito il parere positivo delle Commissioni competenti di Camera e Senato, in data 8 aprile 2009 si appresta ad acquistare 131 caccia bombardieri Joint Strike Fighters (F35) assumendo un impegno per il nostro Paese fino al 2026, con una spesa di quasi 14 miliardi di euro;
ritenendo si tratti di una decisione incomprensibile in questo momento caratterizzato, da un lato, da una crisi economica gravissima, in cui mancano risorse adeguate per gli ammortizzatori sociali per i disoccupati e vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all'università e alle politiche sociali, dall’altro, dalla assoluta emergenza causata dal terremoto in Abruzzo che ha determinato l’esigenza di reperire ingenti risorse finanziarie da destinare alla ricostruzione e alla messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici e privati;
valutando che, per le caratteristiche proprie degli F35 (aerei di attacco che possono trasportare anche ordigni nucleari), questi aerei sono incompatibili con le autentiche missioni di pace del nostro Paese e dunque in sostanziale contrasto con l’art. 11 della Costituzione;
considerato che il suddetto parere delle Commissioni di Camera e Senato autorizza ma non obbliga il Governo a firmare il contratto definitivo entro il 31/12/2009 con
CHIEDE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E
AL GOVERNO ITALIANO
di fare una scelta di pace, di solidarietà e di responsabilità e, dunque,
di non dare corso alla prosecuzione del programma e
di destinare le cospicue risorse recuperate alla società, all’ambiente, al lavoro riconoscendo come prioritaria proprio l’esigenza di dare una risposta concreta, immediata e risolutiva all’emergenza terremoto in Abruzzo ed al bisogno di ingenti fondi da destinare alla ricostruzione, alla messa insicurezza di edifici privati e pubblici e al sostegno e rilancio dell’economia abruzzese e nazionale.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUNEO
CHIEDE
· il superamento dei vincoli del patto di stabilità per i Comuni e le Province d’Abruzzo, per facilitare gli interventi di adeguamento sismico e messa in sicurezza di tutti gli edifici pubblici;
STABILISCE
di inviare copia della presente delibera al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, al Sottosegretario Dr. Bertolaso, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, al Presidente della Giunta della Regione Abruzzo, ai Presidenti delle altre Province abruzzesi, al Sindaco del Comune de L’Aquila.
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di Paolo Ferrero Le elezioni ci consegnano un panorama decisamente spostato a destra. A Livello europeo assistiamo alla vittoria delle forze conservatrici, ad una pericolosa crescita delle forze razziste e al crollo delle socialdemocrazie. Le forze della sinistra europea tengono con alcuni elementi di crescita ma certo non sfondano. Per adesso la crisi quindi lavora a destra, il disagio sociale si esprime principalmente fuori dalla politica – attraverso il non voto – o dentro una logica di guerra tra i poveri egemonizzata dalla destra . In Italia assistiamo ad una sconfitta del tentativo berlusconiano di sfondamento costituzionale che ha voluto trasformare le elezioni in referendum sulla sua persona. Il plebiscito non c’è stato. La sconfitta dell’estremismo berlusconiano non si traduce però nella sconfitta delle destre che complessivamente non perdono voti. La tenuta delle destre con la vittoria della sua ala razzista e populista si accompagna ad una redistribuzione di voti nell’ambito delle opposizioni: sconfitta secca del PD, raddoppio dell’Italia dei Valori, raddoppio dell’area di sinistra che però non elegge in quanto divisa in tre. Come la Lega capitalizza a destra, Di Pietro capitalizza a sinistra sulla base di un antiberlusconismo tanto urlato quanto inconsistente sui contenuti economici e sociali. In questo contesto due sono le urgenze su cui lavorare. In primo luogo la costruzione di una forte opposizione sociale, politica e culturale non solo a Berlusconi ma alla politica del governo, di confindustria, delle banche e – quando serve – al Vaticano. Occorre rompere la pace sociale che si traduce in disperazione individuale ed in impotenza di fronte alla crisi. Di fronte alla perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro vi è una drammatica assenza di iniziativa politica e sindacale che noi dobbiamo provare a forzare. Occorre ricostruire un sano conflitto sociale per evitare che la crisi continui a produrre unicamente guerre tra i poveri e che la destra estrema continui a rafforzarsi proprio a partire dalla crisi. Su questo è necessario un salto di qualità fortissimo nel lavoro politico del partito che deve essere riorganizzato dalla testa ai piedi nella direzione del lavoro sociale, della costruzione e della generalizzazione del conflitto. Occorre passare decisamente dall’opposizione urlata ma parolaia all’opposizione sociale nel paese, alla mobilitazione contro i contenuti concreti delle politiche governative. In secondo luogo occorre avviare una iniziativa specificatamente politica sul terreno dell’unità della sinistra. L’unità della sinistra anticapitalista che abbiamo proposto e realizzato solo parzialmente nella consultazione elettorale deve essere rilanciato. Non abbiamo potuto realizzare questo obiettivo nelle elezioni europee perché vi è chi ha preferito il rapporto con gli epigoni di Craxi all’unità della sinistra di alternativa ma non ci dobbiamo dare per vinti. Proponiamo perciò di costruire un polo della sinistra di alternativa, che a partire dal coordinamento delle forze che hanno dato vita alla lista anticapitalista e comunista si ponga l’obiettivo di costruire una rete di relazioni stabili tra tutte le forze politiche, culturali e sociali disponibili a lavorare per l’alternativa. Confronto e lavoro comune tra le forze comuniste e processo di aggregazione della sinistra di alternativa non sono processi alternativi ma due facce della stessa medaglia. Dobbiamo agire con forza questa prospettiva partendo dall’aggregazione a cui abbiamo dato vita alle europee per allargarla. Per costruire un processo di aggregazione della sinistra italiana non subalterna al PD così come abbiamo costruito una sinistra europea non subalterna alle socialdemocrazie. Non abbiamo raggiunto il risultato che ci prefiggevamo alle europee ma abbiamo rimesso in moto il partito e lo abbiamo ridislocato nell’iniziativa politica. Si tratta ora di valorizzare il lavoro fatto producendo un salto di qualità sia nella costruzione dell’opposizione sociale che nell’iniziativa unitaria a sinistra. Dentro una crisi che stà cambiando tutto è possibile operare per un suo sbocco a sinistra. Questo è il compito dei comunisti oggi. |