mercoledì 30 settembre 2009
INAUGURATO IL CIRCOLO DI GARESSIO
Martedi' 29 settembre presso la sala della Comunistà montana Alta Val Tanaro è rinato il Circolo di Rifondazione Comunista di Garessio: gli iscritti all'unanimità hanno deciso di intitolarlo a Lucia Canova, grande figura del movimento operaio, fondatrice del P.C.I. nel 1921, iscritta a Rifondazione Comunista nel 1991 negli ultimi anni di vita.
Dopo anni di crisi e difficoltà Rifondazione Comunista torna ad avere un Circolo in Val Tanaro e a essere presente nella vita politica e amministrativa della Valle anche con un giovane Consigliere Comunale a Garessio ed un assessore in un altro Comune.
Buona la partecipazione degli iscritti alla prima assemblea costitutiva che ha eletto all'unanimità come Segretario politico del Circolo "Lucia Canova" Claudio Borgna, 53 anni, operaio in mobilità dopo che la cartiera di Ormea è stata chiusa dopo una lunga lotta.
Alla serata, che si è conclusa con un momento di festa, erano presenti il Consigliere Regionale Sergio Dalmasso, il segretario provinciale Fabio Panero, il coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti Nello Fierro, oltre a molti altri Compagni venuti da altri centri della provincia per festeggiare insieme ai Compagni di Garessio.
Al termine dell'elezione del Segretario del Circolo è arrivata anche una telefonata di congratulazioni al neo-eletto Claudio Borgna da parte del Segretario Nazionale del PRC Paolo Ferrero.
Nelle immagini alcuni momenti della serata.
martedì 29 settembre 2009
Il muro è crollato davvero
di Paolo Ferrero
L’affermazione della Linke e il crollo dei socialdemocratici nelle elezioni tedesche ci parlano con chiarezza del fallimento della sinistra moderata e della possibilità di costruire una sinistra anticapitalista in Europa. Il voto tedesco viene confermato dalle elezioni Portoghesi dove i socialisti che erano al governo perdono la maggioranza assoluta a le forze della sinistra di alternativa, Bloco de Esquerda e CdU (unione elettorale dei comunisti con i verdi), sorpassano il 17% crescendo di tre punti percentuali.
Dopo il crollo delle socialdemocrazie nelle elezioni europee, l’SPD esce sconfitta dall’esperienza della coalizione con la CDU. Non si tratta di una sconfitta tattica: è l’impianto strategico che ha guidato le socialdemocrazie nella costruzione dell’Europa, da Maastricht in avanti, che cade sotto i colpi della crisi. E’ la linea politica della sinistra moderata degli ultimi vent’anni che con ogni evidenza non regge più. Dentro la crisi, larghi strati di lavoratori chiedono di farla finita con le politiche moderate che vengono giustamente ritenute le responsabili della crisi e del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Parallelamente cresce la sinistra di alternativa che , come afferma Oskar Lafontaine a proposito della Linke “è l’unico partito contro il sistema attuale”. Non quindi una sinistra appiattita sulla socialdemocrazia o incapace di pronunciarsi in termini chiari contro la guerra: cresce una sinistra vera, che pone un’alternativa di sistema a partire da un proprio disegno strategico anticapitalista. La stessa cosa vale per il Portogallo, dove la polemica tra la sinistra e il governo socialista ha caratterizzato la campagna elettorale.
Vi è un terzo aspetto da sottolineare. Da queste elezioni esce sconfitta l’idea di riorganizzare le forze politiche attorno ad uno schema bipolare. In Germania oggi vi sono 5 partiti al di sopra del 10% e la stessa CDU che ha vinto le elezioni lo ha fatto perdendo voti. Se l’alternanza tra simili o la grande coalizione – con il corollario dei tentativi di distruzione della sinistra - erano formule per noi sbagliate ma che corrispondevano ad un sentire comune nella fase della crescita economica, la crisi sta mettendo in crisi questo progetto. Parti significative dalla popolazione non si riconoscono più nel “buonsenso” delle classi dominanti. Ovviamente affinché questa perdita di credibilità delle ipotesi centriste possa dare risultati positivi è necessario costruire una sinistra degna di questo nome, in grado di rappresentare un punto di riferimento serio e credibile. Altrimenti la strada è quella della delusione, del non voto, della ricerca a destra di una alternativa.
Queste elezioni mettono anche la parola fine ad una discussione tutta italiana sulla persistenza o meno delle due sinistre e sulla validità di questa divisione. Non solo in tutta Europa abbiamo due sinistre ma è del tutto evidente che la socialdemocrazia non è in grado di fuoriuscire per linee interne dal suo indirizzo socialiberista. Questa è precisamente l’illusione che abbiamo coltivato noi in Italia quando siamo andati al governo ed è questo errore grossolano che ci ha portato alla sconfitta. Le elezioni tedesche ci parlano quindi della possibilità e della necessità di costruire una sinistra di alternativa su scala nazionale e continentale, come hanno saputo fare i nostri compagni latinoamericani. Autonomia dalle forze moderate e progetto strategico alternativo al socialiberismo sono i pilastri su cui costruire questa sinistra.
Da queste brevi considerazioni derivano a mio parere anche i nostri compiti.
In primo luogo la necessità di costruire la federazione della sinistra di alternativa, dei comunisti, della sinistra vera. Un polo della sinistra, autonomo e strategicamente alternativo al PD. Vogliamo costruire questa federazione coinvolgendo tutti i compagni e le compagne disponibili, iscritti o non iscritti ai partiti, attivi nei sindacati, nei comitati, nelle associazioni, nei movimenti. Proponiamo di cominciare da subito e dal basso, in ogni quartiere, in ogni città, questo processo costituente di uno spazio pubblico della sinistra non pentita. La costruzione della federazione è tutt’uno con la costruzione di un movimento di massa per l’uscita da sinistra dalla crisi capitalistica, contro il berlusconismo ma anche contro le politiche padronali e moderate decise al G20 di Pittsburg.
In secondo luogo dobbiamo rilanciare la battaglia contro il bipolarismo. Questo sistema elettorale garantisce a Berlusconi una rendita di posizione enorme: pur essendo minoranza nel paese ha la maggioranza assoluta dei parlamentari; inoltre il sistema bipolare è finalizzato a stritolare la sinistra. Non è un caso che Germania e Portogallo abbiano sistemi elettorali proporzionali, ove la sinistra è potuta crescere al di fuori del ricatto del voto utile. La campagna contro questo bipolarismo degli affari deve essere ripresa con forza e diventare un tratto costitutivo della nostra proposta politica.
lunedì 21 settembre 2009
lettera: riceviamo e pubblichiamo
Cari compagni, credo che non sia necessario informarvi che sono una donna di sinistra, militante del partito che si rappresenta con la falce e martello da 55 anni. Mai, e poi mai , neanche in momenti duri quando con la mia militanza mettevo in pericolo la mia vita e quella di miei figli, ho abbandonato le sue file.
Non racconto questo per essere considerata una eroina seno per dirvi, che sono sicura che in una stessa situazione tutti voi, vi avrete comportato nello stesso modo.
Non scrivo questa lettera per raccontarvi la mia storia, ma per cercare il vostro appoggio e solidarietà in una battaglia che mi imbatterò e che affronterò con tutte le difficile conseguenze.
Sono decisa a costituirmi parte civile contro il Ministro Bruneta, querelandolo per le sue parole offensive contro noi, persone di sinistra.
Quella sinistra “elitaria e parassitaria che vada a morire ammazzata” parole forte da un uomo debole che, a mancanza di argomenti politici usa un linguaggio degno della casta alla quale appartiene.
In quanto a “sinistra per bene” possiamo pensare che si riferiva a noi…perché mai abbiamo occupato posti di potere per rubare o beneficiare i nostri amici, i cosiddetti “furbetti del quartieri”.
Perché siamo stati sempre al fianco dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti e perché il PRC è l’ unica entità politica alla quale nessuno può contestare la sua moralità.
Spero che, attraverso questo passa parola si faccia avanti un coraggioso avvocato che voglia accompagnarmi in questa mia ferma pressa di posizione, contro un personaggio pericoloso e aggressivo.
Concludo, (come sempre) mettendo qualche frase su Cuba: ieri alla Piazza della Rivoluzione il movimento “Paz sin Fronteras” ha radunato un milione cinquecento mila persone per cantare per
Da meditare, portando avanti le nostre battaglie e HASTA
Inès
venerdì 18 settembre 2009
MANIFESTAZIONE SABATO 19 SETTEMBRE
giovedì 17 settembre 2009
ANCORA MORTI IN AFGHANISTAN
Nel parlamento italiano nessuna voce si alza contro la missione militare.
Riemerge ora, in tutta la sua verità, la denuncia contro la guerra afghana che già dal 2001 ha portato avanti il movimento italiano contro la guerra. Esso – emarginato, inascoltato e in rotta di collisione con le politiche governative fino allo scontro avvenuto con il Governo Prodi – affermava che la guerra USA in Afghanistan non era affatto la risposta all’attacco alle Torri Gemelle. Era ben altro. Attraverso l’obiettivo dichiarato di catturare Bin Laden, Bush scatenava la vera guerra: quella per il controllo mondiale del petrolio e delle fonti primarie di energia.Nella fase del governo Prodi, il movimento ( con alla testa Alex Zanotelli, Gino Strada, le aree più avanzate del movimento operaio e sindacale – confederale e di base - , le donne, gli uomini, le ragazze e i ragazzi dello “spirito di Genova”) non venne ascoltato. Questo errore drammatico non solo ha prodotto una grave ed ancora aperta ferita tra movimenti , partiti comunisti e sinistra, ma ha avuto anche come conseguenza la “militarizzazione” della politica estera, lo sdoganamento della guerra come strumento delle relazioni internazionali, il dilagare del bellicismo e l’esplodere delle spese militari.
MANIFESTAZIONI SABATO 19 SETTEMBRE
“Non sono d'accordo con te, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee.” Voltaire.
PULLMAN DA CUNEO PER RAGGIUNGERE LA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLA FNSI
costo 5 euro
Partenza Venerdì sera. Rientro Sabato notte.
INFO: 3343038810
Siete tutti invitati a partecipare e a spargere la voce
Per aiutare, proporre, domandare INFO:3295350325
martedì 15 settembre 2009
lunedì 14 settembre 2009
ROMA LADRONA!
ALLA FACCIA DI ROMA LADRONA!!
Renzo Bossi: incarico da 12.000 euro al mese
La lega, si sa, è sempre stata contraria all'odioso nepotismo di "Roma Ladrona" ed assolutamente estranea al clientelismo tipico della cara e vecchia Dc (e diciamo pure di ogni partito politico esistente).
Il partito del Carroccio, anche questo è risaputo, ha sempre fatto della coerenza la sua più gran virtù e, difatti, Calderoli si è subito precipitato a far la pace con
Non solo: il Senatùr ha pensato proprio a tutto e, per sistemare al meglio il suo ram(pollo), ha fatto in modo che, l'altro campione leghista di ottime prediche e pessimi razzolamenti Francesco Speroni, nominasse suo portaborse in Europa indovinate chi? Ma è semplice: Renzo Bossi.
Lo stipendio mensile di questo diplomato che è già "Team Manager" della Nazionale Padana sarà di "soli" 12.000 euro. Ma non scandalizzatevi, signori: non prendetevala se voi, poveri plurilaureati 30enni, dovete vivere con 1000 euro al mese e, questa "trota" (così lo definisce affettuosamente il papà) guadagnerà 12 volte di più.
Lo riassiumiamo di seguito per buona pace dei lettori.
-Bocciato tre volte all'esame di stato
-Team manager della Nazionale Padana
-Inventore e promotore di "Rimbalza il clandestino"
Insomma: 12.000 euro netti mensili strameritati.
RESIDIO DI PAESANA
Un pomeriggio stupendo, un centinaio di persone disposte a contestare la Lega nel suo covo!
Molti giovani, musica, balli anche un breve corteo e tanti cori "razzisti" indirizzati a tutti quelli col fazzoletto verde: a dimostazione che "esserci è ancora possibile".
Oreste Delfino
sabato 12 settembre 2009
martedì 8 settembre 2009
PRESIDIO A PAESANA VENERDI' 11 SETTEMBRE
Appello antirazzista:
le valli cuneesi rifiutino il razzismo
Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri (don Lorenzo Milani).
Il prossimo 11 settembre, sulle nostre montagne,
· propone e sostiene la divisione dell’Italia (ricordate
· fa parte di un governo che ha peggiorato le condizioni di chi lavora, dei pensionati, distrugge la scuola pubblica, toglie risorse ai comuni di montagna, che attacca la libertà di stampa e di espressione, che partecipa a guerre in altri continenti
· che fa le campagne elettorali respingendo barche di disperati e disperate che scappano dalle guerre, mandandoli in Libia nei campi di concentramento (accordo Berlusconi- Gheddafi).
Le nostre valli hanno alle spalle una storia di grande autonomia rispetto ai poteri statali e religiosi, hanno combattuto, 60 anni fa, contro il fascismo e il nazismo, quei mostri che, con il razzismo, avevano distrutto l’Europa, hanno protetto centinaia di ebrei che fuggivano dalle persecuzioni.
Hanno conosciuto la fame e la miseria, quando uomini e donne le lasciavano per cercare lavoro in Francia o nelle Americhe ed erano oggetto di razzismo e discriminazione, hanno conosciuto e conoscono l’abbandono e l’emarginazione, frutto di scelte politiche ed economiche sbagliate, di scelte urbanistiche insensate e di rapina.
Le valli e la montagna non hanno inventato le frontiere i confini. La lingua occitana si parla nelle vallate italiane come nelle vallate francesi. Sopra Pian del re c’è il buco del viso che ci parla della comunicazione, del dialogo tra i popoli. Le divisioni non le abbiamo create ma le abbiamo subite quando insensati nazionalismi hanno portato la guerra e costretto i giovani ad uccidere e ad essere uccisi.
La cultura e la tradizione delle nostre valli rifiuta l’intolleranza, e il razzismo. La lotta partigiana ha segnato l’impegno di queste valli per costruire una terra libera per uomini e donne liberi; l’odio razziale e le barriere hanno portato alla guerra: noi vogliamo una società basata sulla giustizia sociale, sulla libertà, dove l’autodeterminazione dei popoli e la valorizzazione delle nostre culture e della nostra lingua non significhi odio e nazionalismo ma rispetto delle diversità.
Invitiamo, quindi, tutti gli uomini e le donne che credono in questi valori a partecipare
VENERDI’ 11 settembre, dalle ore 15 alle ore 19
Al presidio che si terrà
a PAESANA, piazza VITTORIO VENETO (di fronte alla PRO Loco)
Ognuno, ognuna porti strumenti musicali e prodotti tipici per una festa, popolare, antirazzista, per uomini e donne liberi in una terra libera.
I proponenti:
"Le primule rosse", collettivo donne della Sinistra di Cuneo,
Paolo Ferrero, segretario nazionale Rifondazione Comunista, Nello Fierro, Giovani Comunisti Cuneo, Sergio Dalmasso, Consigliere Regionale PRC del Piemonte, Fabio Panero, segretario provinciale e consigliere comunale a Cuneo di Rifondazione Comunista, Livio Marengo, segretario Rifondazione Comunista di Saluzzo.
Prime adesioni:
Emanuel Parracone (Sindaco di Valdieri),Ivan Di Giambattista, Norma Moszkowski, Diego Berra, Claudia Bottini, Alberto Collidà, Ignazio Fino, Anna Voena, Dini Franco, Mario Monaco, Gabriella Barberis Germano Modena, Alice Conforti ,Paolo Gay, Barbara Brunetto, Nicola Mattei, Luca Dalmasso, Armando Petrini, Elisabeth Garneri, Cristina Frongia, Patrizia Barello, Alberto Deambrogio ,Walter Franco,Renzo David,Marilena Pagliasso,Ezio Zubbini, Pinuccia Cane, Danilo Giusti,Gigi Garelli, Oresta Delfino, Marco Gattinoni, Barge Michele Sirchia, Josetta Saffirio, Fabia Bessone, Giancarlo Murino, Gianfranco (Paco) Conforti, Fabrizio Ascheri, Elisa Gondolo, Centro-Lista Civica di Cuneo, Costanza Lerda, Ezio Bertaina, Giovanna Cassarà, Lella Graziano, Giuseppe Sarno, Luciana Fossati, Claudio Borgna, Enrico Cabutto, Paolo Contini, Sergio Parola, Elena Cometti, Armando Vanotto,
Emanuel Parracone (Sindaco di Valdieri),Ivan Di Giambattista, Norma Moszkowski, Diego Berra, Claudia Bottini, Alberto Collidà, Ignazio Fino, Anna Voena, Dini Franco, Mario Monaco, Gabriella Barberis Germano Modena, Alice Conforti ,Paolo Gay, Barbara Brunetto, Nicola Mattei, Luca Dalmasso, Armando Petrini, Elisabeth Garneri, Cristina Frongia, Patrizia Barello, Alberto Deambrogio ,Walter Franco,Renzo David,Marilena Pagliasso,Ezio Zubbini, Pinuccia Cane, Danilo Giusti,Gigi Garelli, Oresta Delfino, Marco Gattinoni, Barge Michele Sirchia, Josetta Saffirio, Fabia Bessone, Giancarlo Murino, Gianfranco (Paco) Conforti, Fabrizio Ascheri, Elisa Gondolo, Centro-Lista Civica di Cuneo, Costanza Lerda, Ezio Bertaina, Giovanna Cassarà, Lella Graziano, Giuseppe Sarno, Luciana Fossati, Claudio Borgna, Enrico Cabutto, Paolo Contini, Sergio Parola, Elena Cometti, Armando Vanotto, Elisabetta Prezia, Raffaele Gaeta, Simone Hardt.
lunedì 7 settembre 2009
Il Cuore nero del bravo Borghezio
www.osservatoriodemocratico.org
Mario Borghezio è atteso per oggi a Milano. Motivo: un convegno dal titolo "Che razza di scuola sarà" nella sede di Cuore nero, in via Pareto 14. Con lui anche Davide Di Stefano, il responsabile nazionale del Blocco studentesco.
Le simpatie dell'europarlamentare della Lega per l'estrema destra sono arcinote. Non solo per via dei suoi trascorsi in Ordine nuovo. Fu anche arrestato il 12 luglio 1976 a Ventimiglia, sorpreso a trasportare volantini inneggianti all'assassinio del magistrato Vittorio Occorsio, freddato a Roma solo due giorni prima da una sventagliata di mitra proprio da un nucleo di On capitanato da Pierluigi Concutelli. Occorsio era il giudice che aveva avviato il procedimento giudiziario per ricostituzione del partito fascista nei confronti del gruppo che, a seguito del processo, nel novembre 1973, venne sciolto.
Più recentemente Mario Borghezio, nel 2002, tra luglio e settembre, prima partecipò a un paio di convegni di Forza nuova contro l'Islam e l'antifascismo, definito «maschera e arma di comunismo e poteri forti», poi tra ottobre e novembre si rese protagonista di un giro di comizi con la formazione di Roberto Fiore toccando importanti città italiane, tra le altre, Milano, in piazza del Duomo, titolo della manifestazione "Orgoglio Padano, orgoglio Cristiano", e Roma, in piazza S.S. Apostoli, raduno celebratosi con il segretario nazionale di Fn in persona e conclusosi con tanto di saluti romani, costringendo la stessa Digos ad avviare un'indagine.
Un sodalizio così stretto, quello tra Borghezio e Roberto Fiore, al punto che qualcuno pensò si stesse lavorando a un'alleanza organica. Ma poi, dopo il viaggio a Gerusalemme di Gianfranco Fini, presidente di An, nel novembre 2003, che originò la famosa dichiarazione sul fascismo come "male assoluto", venne anche lo strappo di Alessandra Mussolini che dette vita a quel cartello elettorale con Forza nuova, la Fiamma tricolore ed il Fronte sociale nazionale, che di lì a poco assunse la denominazione di Alternativa sociale. I rapporti si allentarono. Eppure Mario Borghezio, dal canto suo, ce l'aveva messa davvero tutta. Presidente dei cosiddetti Volontari verdi, guidati da tal Max Bastoni, ex missino, noto per l'inqualificabile slogan razzista "Bastoni agli immigrati", aveva propagandato tramite il sito dell'associazione i testi sul "sangue e la razza" di Julius Evola e Franco Freda come «letture consigliabili». Si era anche adoperato affinché venisse adottato all'interno degli stessi Volontari il "Trifos" o "Triskel", una sorta di svastica a tre gambe, già utilizzata dalle Waffen-Ss belghe e in seguito, a livello internazionale, anche da diversi gruppi neonazisti in Europa e in Sud Africa.
Ora ci riprova. Il richiamo deve essere irresistibile. I camerati di Cuore nero sono per altro da tempo in difficoltà, sia a causa di una consistente fuoriuscita di militanti nei mesi scorsi (passata dai media sotto silenzio) transitati direttamente al Popolo delle libertà, sia per lo scarsissimo seguito nelle scuole milanesi ottenuto dal Blocco studentesco. L'aiuto di Borghezio non poteva mancare. D'altronde, solo nel marzo di quest'anno il nostro aveva avuto l'onore di essere inserito in un'inchiesta, trasmessa da Canal Plus in Francia, dedicata all'estrema destra in Europa. Nelle immagini in questione è possibile vedere, ma soprattutto sentire Borghezio, ospite del movimento francese Nissa Rebela, il cui leader Philippe Vardon è già stato condannato Oltralpe per islamofobia e ricostituzione del partito fascista. Non accortosi di come le telecamere lo stessero ancora seguendo e registrando consigliava: «Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. È un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica eccetera eccetera… ma dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi». Mai avuto dubbi in proposito.
da Liberazione (www.liberazione.it)
05/09/2009
sabato 5 settembre 2009
Statalisti, centralisti e patriottici: contro la Lega nessuna esitazione
venerdì 4 settembre 2009
GRUPPO DI ACQUISTO POPOLARE
giovedì 3 settembre 2009
LIBERTA' DI INFORMAZIONE
giovedì 03 settembre 2009 | |
di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc. Prima, la querela al gruppo Repubblica-L’Espresso, “colpevole” di avergli posto dieci domande dieci sulla moralità dei suoi comportamenti privati e pubblici, che devono poter essere sottoposti al giudizio del pubblico. Poi, quella all’Unità, e ai suoi giornalisti, “colpevoli” sempre dello stesso, unico, “delitto”, lesa maestà. E cioè di voler indagare e chiedere conto, al premier, non tanto dei suoi vizi privati, quanto della sua assoluta mancanza di pubbliche virtù. Nel mezzo, la campagna denigratoria, volgare e offensiva condotta dal suo “Giornale” di famiglia - dove ha richiamato in servizio quel Vittorio Feltri che ha dato il peggio di sé, in questi anni, dirigendo Libero – contro il direttore di Avvenire Dino Boffo. Accusato di ogni nefandezza, Boffo, solo con l’obiettivo, neanche mascherato, di “rimettere in riga” quella Chiesa cattolica che ha osato, in questi mesi, prendere posizioni non sempre (o, almeno, non tutte) favorevoli al governo, dal dl sicurezza ai diritti di profughi e migranti. Non è una novità e, direbbero i giornalisti, forse neppure “una notizia”. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha, ed ha sempre avuto, una concezione tutta particolare, e cioè “proprietaria” nel senso classico e peggiore, dell’informazione. Per il premier, i media o sono suoi o non devono disturbare il manovratore. Senza voler risalire alla notte dei tempi, e cioè all’origine del suo impero mediatico (la Fininvest e, poi, Mediaset) e dunque delle sue fortune, basti ricordare che Berlusconi era un membro affiliato della Loggia massonica segreta P2 di Licio Gelli, loggia che puntava a sovvertire l’ordinamento costituzionale anche (o, forse, soprattutto) attraverso il controllo occhiuto e golpista di giornali e Rai-tv. E il Berlusconi della Loggia P2 è lo stesso Berlusconi che, quando l’allora già “Cavaliere nero” stava per accingersi a scendere in politica, la prima cosa che fa è “mettere in riga” i giornali (e le tv, ovvio) in suo possesso. Possesso, peraltro, già allora in “flagranza di reato”, visto che violava le norme della legislazione antitrust. E’ lo stesso Berlusconi che licenzio, dalla sera alla mattina, un giornalista e uno scrittore apertamente di destra ma dalla specchiata indipendenza e libertà come Indro Montanelli. Ed è lo stesso Berlusconi che, tornato al potere per la seconda volta, nel quinquennio 2001-2006, una delle prime cose che fa è il famigerato ‘editto bulgaro’ (in quanto lanciato da Sofia, capitale della Bulgaria, peraltro durante una visita di Stato!) contro Enzo Biagi e il suo “Fatto”, Michele Santoro e il suo “Anno Zero” e, persino, contro il comico e show-man Daniele Luttazzi. Oggi, tornato nuovamente al potere, Berlusconi non ci ha messo molto per ripercorre la strada a lui più congeniale. Quella dell’intimidazione, dell’indebita pressione e del ricatto puro e semplice. Occupata, manu militari, la Rai attraverso il controllo del suo pacchetto azionario, Commissione di Vigilanza e cda Rai, nonostante i due presidenti siano due personalità autonome come Sergio Zavoli e Paolo Garimberti, la prima mossa del governo è stata quella di porre il servizio pubblico sotto occhiuta e odiosa tutela. La campagna elettorale alle Europee, che non ha solo “cancellato” la presenza della nostra lista comunista e anti-capitalista da tutti i tg e dai principali talk-show ma che mirava, anche se vi è riuscita solo in parte, a sopprimere ogni voce politica indipendente e autonoma, ne è stato l’esempio più eclatante. Poi, con le nomine fatta dal nuovo cda Rai, tutto di fedele e stretta osservanza berlusconiana, con qualche spruzzatina di An, mentre l’opposizione era confinata nel ‘recinto’ Tg3, siamo arrivati alla “normalizzazione”, alla “democratura”, cioè al regime. Un regime che non sopporta stecche né voci fuori dal coro, come dimostra in modo lampante il Tg1. Un telegiornale che, pur forte di riconosciute e storiche professionalità, è stato ridotto a farsi megafono del premier, sfiorando spesso il ridicolo. Come nelle ultime settimane, quando i palesi e giganteschi conflitti tra il governo e la Chiesa sugli sbarchi dei clandestini, i casi “Papi” e D’Addario, per non dire di tutte le conflittualità sociali scoppiate nel Paese contro il mordere della crisi ma anche contro la gestione al ribasso e ‘minimal’ che ne fa il governo, sono stati derubricati a piccoli ‘incidenti’, storie di nessuna importanza. Ormai, il Tg1 è una nuova ‘Eiar’ rediviva, una sorta di moderno cinegiornale Luce. Resta il Tg3, appunto, ma dove si vive sotto costante e continua minaccia. Cosa dobbiamo aspettarci, ancora? Le minacce dirette, a livello fisico, dei giornalisti che ancora osano porre domande scomode, al premier?! Speriamo di no né certo non ce lo auguriamo ma l’emergenza democratica, oggi in Italia, ha un solo nome, ‘emergenza informazione’. Ecco perché abbiamo deciso da subito, come Rifondazione comunista, di aderire all’appello promosso dall’associazione di giornalisti “Articolo 21”, associazione – e sito omonimo (www.articolo21.info) già meritoria per mille motivi, a partire dalla campagna giustamente rigorosa e costante che svolge su un dato altamente drammatico, le morti sul lavoro. Ecco perché, nel pieno rispetto della libertà di tutti gli organi d’informazione, di tutti i giornalisti italiani e del loro autonomo e libero sindacato, la Fnsi, saremo al loro fianco, sabato prossimo 19 settembre, in questa battaglia fondamentale, decisiva fatta per avere un’informazione veramente libera. Al premier Berlusconi, quel giorno, diremo, con tutto il fiato che abbiamo in gola, una frase molto semplice. Quella che è diventata un’icona, per ogni giornalista e che viene pronunciata da Humprey Bogart in un film degli anni Trenta, L’ultima minaccia. Film dove il personaggio-giornalista Bogart fa sentire il rumore delle rotative del giornale in stampa al padrone che cerca di mettere le “mani sulla città” e controllare tutti i giornali, e gli urla:
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martedì 1 settembre 2009
LIBERTA' DI INFORMAZIONE
LIBERTA' D'INFORMAZIONE E' IN GRAVE PERICOLO PER COLPA MANIFESTA DI BERLUSCONI. URGENTE OPPORSI SUBITO.
La mobilitazione dell'associazione "Articolo 21" in nome della libertà di manifestazione ed espressione del pensiero, come prevede la Costituzionae italiana e come invece mette seriamente in pericolo il governo Berlusconi, è giusta, doverosa e, aggiungerei, sacrosanta.
Ecco perché, in qualità di segretario del Partito della Rifondazione comunista e a nome di tutto il mio partito, ci tengo particolarmente a rendere noto agli organi d'informazione che il Prc aderisce con forza e convinzione alla mobilitazione e alla manifestazione che promuoverà, nella sua piena autonomia di libera associazione di giornalisti, l'associazione "Articolo 21", che già svolge - e da anni - un ruolo meritorio e indispensabile sia in merito alla difesa della libertà di stampa che di sensibilizzazione sun un argomento drammatico e spesso taciuto, dall'informazione, quello delle "morti bianche".
Come peraltro ha ben scritto il giornalista Edmondo Berselli, nel suo editoriale pubblicato ieri sul quotidiano La Repubblica, giornale che sta subendo un attacco vile e indegno proprio da parte di un premier che peraltro non si tira indietro neanche quando deve 'sollecitare' i giornali di famiglia nel cercare di intimidire persino il giornale della Cei Avvenire, attraverso la vergognosa e disgustosa campagna diffamatoria che sta consumando ai danni del direttore Dino Boffo, il punto centrale del problema sta nel vero e proprio scandalo rappresentato dal premier Berlusconi. Scandalo ormai deflagrato a livello internazionale, come sanno e scrivono tutti i giornali stranieri più influenti e autorevoli, e diventato, oggi, un problema di libertà, oltre ad evidenziare un sostanziale 'conformismo silente'
dei giornali italiani. Gli attacchi a Repubblica, le menzogne del 'Giornale' contro il direttore dell'Avvenire, l'intimidazione alla stampa europea non sono aggressioni episodiche e schizofreniche ma i connotati di una strategia inquietante di prosciugamento dei principi costituzionali.
E puntano a instaurare, in Italia, quel "Sultanato", per dirla con il costituzionalista Giovanni Sartori, che non potendo formalmente cancellare i nostri ordinamenti giuridici li svuota, li sovverte.
Il bersaglio oggi è l'articolo 21 della Costituzione. Ecco perché dobbiamo scendere in piazza per difenderlo. Rifondazione c'è e ci sarà.