martedì 25 settembre 2007

L'AUTUNNO CALDO: PENSIONI, PRECARIETA', DIRITTI. - Incontro con GIORGIO CREMASCHI



L'AUTUNNO CALDO: PENSIONI, PRECARIETA', DIRITTI


MERCOLEDI' 3 OTTOBRE ORE 21

CUNEO, Centro Incontri della Provincia, SALA "FALCO"

Interverranno:

GIORGIO CREMASCHI, segreteria FIOM-CGIL

SERGIO DALMASSO, Consigliere Regionale Rifondazione Comunista

Nel corso della serata verranno raccolte le adesioni per la manifestazione del 20 ottobre

venerdì 21 settembre 2007

40 anni senza il "Che" - Iniziative a Cuneo e Racconigi


Comunicato dei Giovani Comunisti sul Liceo Classico di Cuneo

I/Le Giovani Comunisti/e di Cuneo esprimono la loro massima solidarietà ai ragazzi del Liceo Classico che martedì scorso hanno espresso il loro dissenso al preside della scuola, il quale la settimana scorsa per guadagnarsi un’intera pagina su La Stampa, ha elencato le sue proposte per migliorare la scuola: proibire ai ragazzi di baciarsi nell’intervallo, regolamento rigido nell’abbigliamento delle ragazze e vietare ogni contatto tra i ragazzi del Classico e quelli dello Scientifico.
E neanche una parola sulla necessità di una riforma scolastica più dignitosa che sostituisca quella della Moratti, neanche una parola sul taglio di 14mila classi provocato dalla finanziaria 2007, silenzio assoluto sul fatto che mancano i soldi per pagare i supplenti e gli insegnanti di sostegno…
La dignità della scuola non si misura da quanti baci si danno gli studenti durante l’intervallo o dai centimetri di pancia scoperti, ma dal modello culturale che si vuole insegnare e costruire. Purtroppo le sparate del signor preside appartengono a quella ondata oscurantista che ci sta asfissiando, si costringono i ragazzi nelle scuole ad obbedire ciecamente a regole sempre più "aziendali" e si proibisce ogni dimostrazione di affetto fra chi si vuole bene, siano essi omosessuali o non. Amarsi è anormale per il signor preside?
Consigliamo al signor preside di ascoltare gli studenti, che con tutta la loro fantasia ed intelligenza hanno usato le parole di Catullo, uno che non sopportava i moralismi di allora, figuriamoci quelli di oggi.
Noi da sempre proponiamo un’altra scuola per costruire un’alternativa di società, una scuola laica, pubblica ed antifascista.
La nostra scuola non insegna a reprimere, la nostra scuola vuole essere libera, con i nostri corpi, con i nostri desideri, con le nostre migliori qualità.


Pacchetto sicurezza



©
VAURO

giovedì 20 settembre 2007

Il protocollo di intesa sulla previdenza ed il precariato non va bene. Va cambiato. Per questo il 20 ottobre saremo a Roma.

L’allargamento della platea dei lavori usuranti o pesanti, la diminuzione delle finestre per chi si pensiona con 40 anni di contributi, l’impegno a garantire una pensione non inferiore al 60% del salario per chi si pensiona a 63 anni con 35 di contributi non sono misure sufficienti ad attenuare il nostro giudizio sull’accordo.

L’accordo calpesta il programma elettorale dell’Unione, delude le attese e crea una profonda sfiducia tra i lavoratori, i pensionati e i precari.

Non cancella la legge 30 e conferma la precarietà, non cancella lo scalone come si attendevano i lavoratori, non rivaluta le pensioni logorate dal costo della vita e si limita ad aumentare di 80 centesimi al giorno le pensioni di quanti hanno un reddito inferiore a 650 euro al mese e compiuto 64 anni.

Non stabilisce il diritto al minimo di pensione nemmeno per quanti avranno maturato 15 anni di contributi.
Incentiva il lavoro straordinario che viene esentato dagli oneri contributivi.
Non prevede l’unificazione degli Enti previdenziali,non contiene misure né per recuperare i 35 miliardi di crediti che l’INPS vanta dalle aziende né per combattere l’evasione contributiva che sfiora i 40 miliardi l’anno. Ignora molti privilegi presenti nel sistema pensionistico e le conseguenti pensioni d’oro.
Non cancella la commistione tra previdenza e assistenza.

L’accordo si può e si deve modificare: per farlo ci sono le risorse, l’INPS chiuderà il bilancio 2007 con un attivo di almeno 4 miliardi.

Rifondazione Comunista presenterà in Parlamento precise proposte per sconfiggere il lavoro precario, cancellare lo Staff-leasing ed il lavoro a chiamata, ridurre la possibilità di accendere contratti a termine e la loro non ripetibilità,misure per combattere il lavoro straordinario ed approvare la legge di riforma del mercato del lavoro firmata da 100 parlamentari.
Proponiamo inoltre un significativo aumento delle pensioni minime ed una rivalutazione delle pensioni logorate dal costo della vita,rendendo al contempo certo che si andrà in pensione con non meno del 60% del salario, prevedendo in ogni caso un minimo di pensione.
Pensiamo che occorra rendere effettivo il sistema delle quote eliminando il vincolo
dell’età e degli anni di contributi,salvaguardare il diritto delle lavoratrici alla pensione di vecchiaia a 60 anni,riconoscendo il diritto ai benefici previsti per i lavori usuranti e pesanti cancellando il limite di 5.000 riconosciute all’anno.

Invitiamo i lavoratori, pensionati, precari a far sentire la propria voce partecipando in massa al referendum indetto da CGIL, CISL, UIL ed alla manifestazione del 20 ottobre a Roma, per la quale la Federazione cuneese di Rifondazione Comunista organizza dei bus.

Per informazioni o adesioni: 0171/66274 mail: prccuneo@libero.it


Fabio Panero
segretario provinciale
Rifondazione Comunista

martedì 18 settembre 2007

Rifondazione e il crocefisso di S.Francesco

Succede a Cuneo:
nel 2005 il compianto direttore del Museo Civico di Cuneo Livio Mano scoprì nel corso di una campagna di catalogazione che il crocefisso del 1400 opera della scultore Giacomino d'Ormea CHE ORIGINARIAMENTE VENNE CREATO PER LA CHIESA DI S.FRANCESCO (oggi sede del Museo Civico) era finito nella chiesa parrocchiale di Borgo S.Giuseppe.

Esposto in S.Francesco per la mostra "La carità svelata" ora l'originale deve essere restituito alla parrocchia, mentre in museo civico verrà (spero) esposta almeno una copia.


Per una volta che si poteva esporre un pezzo unico (ripeto concepito originariamente per S.Francesco) patrimonio di TUTTA LA CITTA' macchè niente da fare.


Poi raccontano le barzellette su Cuneo...

PRC: i nostri impegni per cercare di salvare lo stabilimento di Moretta

La situazione dela Lactalis (ex Locatelli) di Moretta è sempre più preoccupante: la scadenza del 31 ottobre - giorno in cui la multinazionale francese ha deciso di trasferire la produzione in Lombardia – si avvicina e non si intravedono sbocchi concreti.

In questo quadro davvero cupo vi sono alcuni piccoli segnali di speranza. Innanzitutto la significativa presenza della Presidente della Regione Bresso al presidio del lavoratori: la Regione non molla e cercherà di favorire una soluzione cercando un imprenditore o eventualmente sostenendo iniziative diverse come la creazione di una cooperativa di lavoratori.

Altro segnale di fiducia: la grande partecipazione e condivisione della lotta di tutto il paese così come che si è manifestata nella fiaccolata di venerdì sera. Moretta e i produttori di latte della zona sono vicini ai lavoratori e pronti a supportarli.


Rifondazione Comunista si impegna in diverse direzioni per:
- Sostenere tutte le iniziativa di lotta dei dipendenti

- Pungolare gli enti locali (Regione e Provincia) affinché traducano in fatti gli impegni presi al presidio e mettano in pratica tutte le pressioni del caso per tentare di trovare una soluzione

- Giocare un ruolo forte ai vari livelli istituzionali per mantenere questo tipo di struttura produttiva a Moretta.

- Sostenere la "filiera corta" per dare risposte ai produttori locali, in tal senso è in preparazione una proposta di legge regionale che favorisca un rapporto diretto tra produttori e consumatori

- Dare un segnale politico alle multinazionali: bisogna invertire la tendenza dei colossi industriali che sfruttano il territorio, le sue risorse ed i lavoratori e ai primi problemi o esigenze di riorganizzazione chiudono i battenti o de localizzano mettendo in forte difficoltà l’economia locale



Cuneo, 17/09/2007


Gian Piero Clement, Consigliere Regionale PRC
Sergio Dalmasso, Consigliere Regionale PRC
Ivan Di Giambattista, Consigliere Provinciale PRC
Fabio Panero, Consigliere Comunale di Cuneo PRC

lunedì 17 settembre 2007

Politica e privilegi: parliamone

Il libro "La casta" è stato il più venduto in Italia negli ultimi mesi, il tema dei privilegi dei politici di professione è presente nei discorsi quotidiani di tutti/e ed è stato al centro del Vaffa day di Grillo.
Facciamo due conti: Un/a parlamentare guadagna dai 12.000 ai 15.000 euro mensili più benefit (ingressi gratuiti a cinema, teatri, stati, gratuità dei mezzi pubblici di trasporto…). A suo carico il soggiorno a Roma, molto oneroso. Pensione dopo una legislatura (5 anni), con possibilità, se viene sciolta dopo la metà, di riscattare il periodo mancante.
I consiglieri regionali guadagnano cifre diverse da regione a regione. In Piemonte, il lordo supera i 9.000 euro a cui aggiungere i gettoni di presenza e i rimborsi chilometrici (tariffe superiori a quelle ACI). Benefit: rimborso di spese di trasporto per 11 viaggi annui in Italia, ingresso gratuito alle partite di Juve e Toro, sei biglietti al Regio, tesserino per gli autobus a Torino.
Assessori (14) e presidente hanno indennità superiori, come i capigruppo e i presidenti di commissione.
E’ giusto che le persone "normali" protestino, gridino allo scandalo, chiedano ai partiti (lo ha ribadito anche Rosi Bindi, da cui su molti temi dissento, ma che è persona seria) una vera riforma, tante volte promessa.
Ai circa mille parlamentari, alle centinaia di consiglieri/e regionali, si aggiunge una pletora di amministratori, funzionari di partito, clienti nominati da questo o quello che appare all’esterno eccessiva ed oppressiva (si sente spesso dire, in modo semplicistico, che senza queste spese i conti italiani andrebbero a posto). Il tanto voluto (dalla demagogia del maggioritario) spoil system (chi vince prende tutto e nomina chi gli pare- scusate, chi ha la sua fiducia-) ha ancora peggiorato le cose.
Alcune considerazioni:
- Lo stipendio (indennità) dei consiglieri regionali è legato a quello dei parlamentari, che, a sua volta è legato a quello dei Magistrati. Modificandosi questo, gli altri cambiano a catena.
- Sono eccessivi anche stipendi e benefit in tanti enti pubblici di cui mai si parla. Anni fa, Rifondazione ha lanciato una legge popolare per fissare a dieci il rapporto massimo fra le retribuzioni (se la minima è 1.000, la massima non può superare i 10.000). le firme sono rimaste nei cassetti delle Camere.
- La protesta della gente si dovrebbe rivolgere anche ai facili guadagni e alle sperequazioni che sempre più vengono lette come naturali. I guadagni del signor Corona o di Schumacher o dei capitalisti, le parcelle e i redditi di tanti professionisti paiono frutto del merito, gli stipendi dei ministri di privilegi.
- Lo statuto di Rifondazione impone giustamente agli eletti di versare il 55% delle indennità. Abbiamo, quindi, privilegi, ma minori rispetto ad altri.
Proponiamo:
- che il numero dei parlamentari venga dimezzato. Non sarebbe sufficiente, come proponemmo anni fa, un sola Camera?
- Che il numero dei consiglieri regionali non venga deciso dalle singole regioni, ma centralmente in base alla popolazione. In Piemonte (4.3000.000 abitanti) non ne basterebbero 40? Così pure dovrebbe essere fissato per legge il numero degli assessorati.
- Limitazione anche del numero delle commissioni consiliari. In Piemonte non ne basterebbero sei?
- Riduzione, non a ciance, delle indennità e dei benefit, anche per i nominati in Enti, società partecipate…
- Seria revisione di tutti gli enti locali. Circoscrizioni, comuni, unioni di comuni, piccoli comuni, unione comuni montani, province, comunità montane, comunità collinari, città metropolitane, regioni, conferenza delle autonomie locali, conferenza stato- regioni, stato. Come orientarsi? Chi decide e su che cosa? Perché non snellire drasticamente?
Sarebbe opportuno anche dare il buon esempio.
Lo statuto di Rifondazione limita a due i mandati elettivi a pieno tempo (parlamento, regione). Cioè, non si può essere eletti per più di due volte. Applichiamolo per tutti/e.
Molte regioni, anche di centro sinistra (Lazio, Calabria…), hanno moltiplicato assessorati, commissioni, consulenze.
Il governo Prodi ha sfiorato il record per il numero di ministri e sottosegretari. E le donne, nonostante le promesse elettorali, sono poche. Non sarebbero sufficienti quindici ministeri, come nella Francia del destro Sarkozy? Rifondazione ha un solo ministro. Toccherebbe ad altri (al futuro Partito democratico) dimagrire un po’. Perché non lo facciamo anziché proporre altri nuovi ministeri?
Forse la lettera è un po’ lunga, ma il tema è serio e credo che serva conoscerlo e agire senza perdere altro tempo.


Sergio Dalmasso
Consigliere regionale PRC

IMMOBILISMO .....


SOTTO I NOSTRI MANIFESTI PER LA RACCOLTA FIRME PER LA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL'ACQUA SONO COMPARSI DA QUALCHE TEMPO QUELLI DEL CONSIGLIERE DI FORZA ITALIA SASSONE CHE SPINGE PER FARE INVASI (NATURALMENTE!!) E PARLA DELL'IMMOBILISMO DELLA PROVINCIA DI CUNEO, GOVERNATA DAL CENTRO-DESTRA ( DI CUI SASSONE FA PARTE)
LA DOMANDA SORGE SPONTANEA:
ma l'immobilismo denunciato da Sassone della giunta Costa è forse colpa dell'opposizione?

PROVE TECNICHE DEL PARTITO DEMOCRATICO (SENZA PAROLE..)

21 consiglieri della maggioranza di Centrosinistra alla Provincia di Roma hanno depositato una mozione di sfiducia per Nando Simeone da Vicepresidente del Consiglio Provinciale, praticamente con le stesse motivazioni con cui Alleanza nazionale aveva più volte chiesto le sue dimissioni, ossia attaccando le iniziative di movimento a cui Nando ha preso parte.

giovedì 13 settembre 2007

PERCHE' SIAMO CONTRARI ALL'ACCORDO DEL 23 LUGLIO 2007

PERCHE' SIAMO CONTRARI ALL'ACCORDO DEL 23 LUGLIO 2007
PERCHE' OCCORRE MOBILITARSI PER LA MANIFESTAZIONE DEL 20 OTTOBRE


L’accordo che viene portato alla consultazione da Cgil, Cisl e Uil è complessivamente negativo per le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati, i giovani e i precari. E’ vero che alcuni settori dei pensionati e una parte dei disoccupati hanno qualche guadagno, ma tutto questo è integralmente pagato da tutti gli altri lavoratori e pensionati con l’aumento delle tasse e dei contributi e con il peggioramento dei diritti. Questi infatti sono i contenuti fondamentali dell’accordo:

PENSIONI
Si porta l’età pensionabile a 62 anni, con 35 di contributi o a 61 con 36, a partire dal 2013. Chi ha 40 anni di contributi continuerà a uscire con le “finestre” e anche chi ha la pensione di vecchiaia dovrà aspettare le “finestre”. Così la pensione di vecchiaia delle donne, sale oltre i 60 anni e quella degli uomini oltre i 65.
Il miglior trattamento per chi fa lavori usuranti si rivela una beffa: non più di 5.000 lavoratori all’anno saranno inizialmente esentati dallo scalone, ma poi dovranno andare in pensione con almeno 58 anni d’età e 36 di contributi. Chi non rientra nella quota prefissata e chi è andato a lavorare giovanissimo e ha fatto lavori usuranti e faticosi, dovrà lavorare comunque più di 40 anni, perché non gli verrà riconosciuto alcun diritto.
Si peggiora la riforma Dini sui coefficienti, che verranno tagliati a partire dal 2010 del 6-8%. Da allora ogni tre anni verranno rivisti automaticamente al ribasso, con una scala mobile al rovescio. La commissione tra le parti potrà solo, entro il 2008, decidere le esenzioni. Il limite del 60% per le pensioni più basse dei precari è solo un’ipotesi di studio.
A partire dal 2011, se non saranno fatti risparmi a sufficienza con la ristrutturazione degli enti previdenziali, aumenteranno ancora i contributi sulla busta paga dei dipendenti e per i parasubordinati.
Vengono aumentate le pensioni più basse e l’indennità di disoccupazione, utilizzando i soldi del “tesoretto”, cioè le tasse in più pagate in primo luogo dai lavoratori, che ammontano a oltre 10 miliardi di euro. Di questi solo un miliardo e mezzo tornano a una parte dei pensionati e dei disoccupati.

MERCATO DEL LAVORO E COMPETITIVITÀ
Vengono scandalosamente ridotti i contributi pensionistici per le ore di straordinario. Così si danneggia l’occupazione e anche il bilancio dell’Inps, mentre non ci sono i soldi per cancellare lo scalone.
Viene confermata la Legge 30 e con essa tutta la legislazione che in questi anni ha reso legale e diffusa la precarietà del lavoro. Resta anche il lavoro interinale a tempo indeterminato (staff leasing). I contratti a termine potranno durare anche oltre 36 mesi, senza alcun limite, con procedure conciliative fatte presso gli uffici del lavoro con l’assistenza dei sindacati. Nessun limite per i contratti interinali e per tutte le forme di lavoro precario. Nella sostanza i lavoratori potranno subire all’infinito il succedersi dei vari contratti precari.
Si riducono le tasse sul salario variabile aziendale, a condizione che esso sia totalmente flessibile, cioè possa esserci o non esserci. Nulla si fa sugli aumenti dei contratti nazionali e sul salario garantito su cui, anzi, cresce la pressione fiscale.

AMMORTIZZATORI SOCIALI
Si migliora l’indennità di disoccupazione, ma si rischia un drammatico peggioramento della cassa integrazione che, annuncia il protocollo, nel futuro potrà essere trattata come l’indennità di mobilità e cioè diventare una vera e propria anticamera del licenziamento. Infatti il lavoratore in casa integrazione che dovesse rifiutare un’occupazione qualsiasi, anche a 50 chilometri dal suo posto di lavoro, rischierebbe di perdere la cassa integrazione.
Si rilancia il ruolo degli Enti bilaterali tra sindacato e aziende, per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro. Scelta questa che può dare luogo a un vero e proprio conflitto di interessi nel sindacato, tra la tutela dei diritti dei lavoratori e la certificazione dell’assunzione.
Ai giovani precari che perdono il posto di lavoro invece che garantire il salario e più diritti, si dà la possibilità di farsi prestare dei soldi a tasso agevolato. Soldi che comunque dovranno essere restituiti, magari quando si è ancora disoccupati.

Il bilancio complessivo di questo accordo, tra il dare e l’avere, ha il segno negativo per le lavoratrici, i lavoratori, i pensionati, i precari. Restano ancora tutte le ingiustizie, i privilegi, l’evasione fiscale e contributiva. Resta la vergogna per cui chi lavora duramente dovrà andare in pensione come minimo a 62 anni.

Bocciato l'accordo di luglio. Prodi minimizza: «Era scontato». Giordano: «Sosterremo la Fiom»

Bocciato l'accordo di luglio. Prodi minimizza: «Era scontato». Giordano: «Sosterremo la Fiom»

La Fiom sfida tutti:«Governo, così vai contro i lavoratori»

Fabio Sebastiani, da Liberazione del 12 settembre

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mercoledì 12 settembre 2007

Rifiuti: cartolina dal Circolo di Mondovì


Paesaggi della provincia di Cuneo: dal Circolo PRC di Mondovì arriva questa "cartolina" di via Diaz.
Da "MONDOVIGLIONE" sembra che la raccolta differenziata abbia qualche problemino...
(continua..)

G8, il Blu notte di Lucarelli scatena la Cdl - Unione verso l'inchiesta monocamerale

G8, il Blu notte di Lucarelli scatena la Cdl - Unione verso l'inchiesta monocamerale
(Da Liberazione dell'11 settembre, pagina 8)

Angela Mauro

A sei anni di distanza, quando ancora brucia il ricordo e i fatti sono lontani dall'essere chiari, e la cronaca fornisce indizi sempre più preoccupanti (come la recente pubblicazione delle conversazioni telefoniche sulla linea del 113 nella notte della mattanza alla Diaz), irrompe sulla tv pubblica una puntata del "Blu notte" di Carlo Lucarelli sul G8 di Genova nel 2001. L'omicidio di Carlo Giuliani, i pestaggi e le cariche delle forze dell'ordine, gli oscuri avvenimenti in "salsa cilena" nella caserma di Bolzaneto, la "macelleria" Diaz vengono rientrano dunque a pieno titolo nella serie dei "Misteri italiani" di RaiTre.

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martedì 11 settembre 2007

No alla criminalizzazione delle lotte e dei movimenti

No alla criminalizzazione delle lotte e dei movimenti

Solidarietà a Nando Simeone
vice-presidente PRC della provincia di Roma

La mozione di sfiducia ("per partecipazione a iniziative e manifestazioni contrarie al decoro dell’Istituzione") dalla carica di Vicepresidente del Consiglio provinciale di Roma proposta da 21 consiglieri della maggioranza di Centrosinistra contro Nando Simeone è un vero e proprio tentativo di attaccare e criminalizzare le lotte e i movimenti che attraversano la nostra città, la provincia e il nostro paese.
Con le stesse motivazioni più di una volta Alleanza nazionale aveva chiesto di togliere l’incarico a Nando Simeone. Ma se non stupiva questo attacco alle istanze dei movimenti da parte di una destra sempre più intollerante e aggressiva, è inquietante che oggi avvenga direttamente dal Centrosinistra, in cui sono sempre più evidenti gli effetti del nuovo partito Democratico.
Ciò che viene contestato a Nando è infatti l’aver sostenuto e costruito insieme a tanti e tante di noi le manifestazioni del movimento contro la guerra come quelle contro Bush del 4 giugno 2004 e quella del 9 giugno di quest’anno, la manifestazione "No Vat" per i diritti civili e l’autodeterminazione, la lotta per l’esistenza del centro sociale Angelo Mai, le numerose iniziative antifasciste e tante altre lotte ancora che attraversano i nostri territori.
Noi esprimiamo la nostra piena solidarietà a Nando Simeone, e non vogliamo restare a guardare di fronte alle tentazioni di eliminare chi – anche nelle Istituzioni – si dimostra permeabile alle istanze dei conflitti sociali.
La volontà di isolare e depotenziare i movimenti è purtroppo presente in aree del Centrosinistra sia a livello nazionale che locale, ma non siamo disposti a farci intimidire da una mozione di sfiducia del Consiglio provinciale.
Di fronte a ciò l’esigenza di un nuovo patto tra le forze sociali e politiche protagoniste delle vertenze e dei conflitti di questa città, e della sua provincia ci pare una necessità da praticare con urgenza.

Per aderire all’appello: n.simeone@provincia.roma.it

Rifondazione comunista contro i tagli al sostegno

Rifondazione comunista contro i tagli al sostegno

Nuovo anno scolastico, ma che belle novità!!

Con l'avvio del nuovo anno scolastico i tagli agli organici, attuati dal Ministero della Pubblica Istruzione, che colpiscono, in maniera particolare, gli insegnanti specializzati nel sostegno, rischiano di mettere seriamente in discussione il diritto allo studio per migliaia di ragazzi disabili.
Nonostante le minimizzazioni del Ministero le notizie che arrivano dai territori descrivono una situazione allarmante che parla di riduzioni generalizzate degli insegnanti di sostegno, in parte dovute alle nuove procedure per la certificazione dell’handicap e in parte legate a mere esigenze di risparmio.
Le associazioni che difendono i diritti dei disabili stanno provando a quantificare la politica dei tagli: il risultato sarebbe di ben 5000 insegnanti di sostegno in meno a fronte di un aumento del 5% degli alunni "certificati" con disabilità.
Sembrerebbe impossibile che questo governo, che pure ha alimentato grandi aspettative di cambiamento nel mondo della scuola, tenga in così poca considerazione la qualità dell’integrazione scolastica e del diritto allo studio per le persone disabili. Eppure i dati confermano questa drammatica realtà che va a sommarsi alle mille difficoltà in cui versa l’istruzione pubblica nel nostro Paese ( e che rendono ancora più odiosa l’annunciata estensione dei finanziamenti alle scuole private).
Per parte nostra e per tutelare i diritti degli alunni disabili nei prossimi giorni presenteremo un’interrogazione parlamentare e non esiteremo a sostenere e ad attivare ricorsi alla magistratura. Non va dimenticato, infatti, che, negli anni passati, alla riduzione dei posti di sostegno imposta dal Ministero hanno fatto seguito le sentenze di più di un tribunale che hanno imposto all’amministrazione scolastica di assegnare agli alunni disabili il massimo delle ore possibili, così come indicato dalle relazioni dei servizi medici.

Verso il 20 ottobre. Rinaldini: «Sinistra rinnovati, unisciti e scendi in piazza»

Parla il segretario della Fiom: "Quella del 20 ottobre è una mobilitazione promossa dal basso. E se così sarà, è indubbio che apre un processo, spinge nella direzione di aggregare la sinistra. Altrimenti le scelte le imporrà Montezemolo"

di Stefano Bocconetti
(da Liberazione dell'8 settembre)

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La Federazione provinciale di Rifondazione Comunista
organizza un bus per la manifestazione del 20 ottobre a Roma
per adesioni: prccuneo@libero.it oppure 0171/66274

venerdì 7 settembre 2007

LAVAVETRI E POLITICI


E’ possibile che molti, anche la maggioranza, dei cittadini di Firenze si sia trovata d’accordo con l’ordinanza contro i lavavetri del proprio assessore al traffico.


E’ anche probabile che parecchi degli italiani apprezzino le politiche dei sindaci "sceriffi" o aspiranti tali contro immigrati e nomadi.


Noi troviamo tutto ciò scandaloso.


Non naturalmente il disagio, che è del tutto comprensibile e condivisibile, dei cittadini e la loro richiesta che ne vengano rimossi i motivi.


Quello che non è accettabile è che chi è eletto, al Parlamento o negli enti locali, per risolvere i problemi si eserciti in provvedimenti di facciata e di puro impatto propagandistico (già contestati da magistratura e forze dell’ordine) invece che andare alla radice della questione: la promessa legge sull’immigrazione che tarda, gli investimenti per i rom che non si vogliono fare, una adeguata politica della casa che stenta a prendere forma.


Ci si obietta che esistono casi di comprovata delinquenza: non si ha che da perseguirli con gli strumenti che alla legge non mancano (al contrario di tanti reati di chi soldi ne ha a palate).


Neanche a dire dell’aspetto di puro e semplice gioco politico, di schieramenti e pezzi di partiti, oltre che personale che si svolge sulle spalle di quella che comunque è poverissima gente.


Ancora peggio per quanto riguarda quella che dovrebbe essere un’azione pedagogica della politica: non ha senso che i politici, persone mediamente più acculturate della media dei cittadini italiani, e senz’altro assai più pagate, quando si trovano di fronte ad un problema complesso non trovino di meglio che mettersi a rimorchio dell’emozione immediata dei cittadini invece di individuare e proporre le vie di una difficile ma necessaria sperimentazione di nuove soluzioni.


A Cuneo mancando i lavavetri si multano i parcheggiatori abusivi con una "brillante" azione di polizia e tanta enfasi sui giornali locali.

Dimentichiamo però che in ogni ristorante che si rispetti si mangia, si beve e si paga il conto, ma noi questo conto non lo vogliamo pagare, anzi la sola vista di "chi ci dà fastidio" ci disturba e quindi avanti con il periodico repulisti che colpisce l’ultimo e non chi ci sta dietro.


Fabio Panero,

segretario provinciale Rifondazione Comunista - Cuneo

Riunione GC

Mercoledì 12 settembre alle ore 21

presso la Federazione di Cuneo,
via Saluzzo 28

è convocata una riunione dei Giovani Comunisti/e
con il seguente Ordine del Giorno:

-Ripresa attività

-Volantinaggi a Scuole e Università su riforma Fioroni

-Quarnt'anni morte di Ernesto Guevara
(organizzazione incontro pubblico per il 9 ottobre)

-Tesseramento


Saluti Comnisti!

Chiara Siddi

Ferrero: "Sinistra, non fare la destra"

Ferrero: "Sinistra, non fare la destra"


di Frida Nacinovich
su Liberazione del 07/09/2007
Intervista al ministro della Solidarietà sociale:
"Assurdo mettere sullo stesso piano lotta alla mafia e writers"

Ministro Ferrero, al vertice ristretto sulla "sicurezza" per intendersi dai lavavetri alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, c'erano i suoi colleghi che si occupano di giustizia, difesa, interni e non c'era lei che lavora sulla solidarietà sociale. Perché l'hanno esclusa visto che di problemi sociali si parla?Incredibilmente non sono stati convocati i ministri che si occupano di questioni sociali. E già questo la dice lunga sull'impostazione politica del vertice. Ieri in Consiglio ho chiesto che qualsiasi discussione veda la presenza di tutti i ministri interessati, Prodi ha assicurato che sarà così.Al momento l'impostazione politica del governo sulla sicurezza sembra tanto chiara quanto "sbilanciata".Ed è assurdo mettere nello stesso calderone la lotta alla 'ndrangheta e chi fa le scritte sui muri in città. Un errore madornale, che trasforma in problemi di ordine pubblico questioni che hanno a che vedere con le forme di convivenza ma che non rientrano nel circuito penale. All'inizio del Novecento il movimento operaio ha vinto una battaglia civile separando le questioni sociali da quelle di ordine pubblico. Lo ripeto: la lotta alla mafia non può essere messa sullo stesso piano dei writers.L'impressione è che la "sicurezza" sia diventato il tema cruciale per chiunque voglia avere responsabilità di governo. Senza guardare troppo per il sottile, mettendo nel mucchio tutto e tutti. L'impressione è anche che il piddì abbia già avviato una specifica campagna elettorale sul tema. Ma non è troppo semplicistico?Sono assolutamente d'accordo con chi dice che le mafie e la criminalità devono essere combattute in maniera più efficace. Così come penso che la microcriminalità di carattere aggressivo vada perseguita. Problemi che niente hanno a che vedere con fenomeni delle metropoli moderne come forme di espressione creativa e povertà. I poveri esistono perché non c'è un'adeguata politica per contrastare la povertà. I poveri cercano di sopravvivere. Criminalizzare i poveri non è solo un'idea di destra, è il contrario di quello che si deve fare e peggiora la situazione. Ghettizzare ancora di più chi non ha soldi rischia di mettere nelle mani della criminalità pezzi di società che vivono lavorando. Mi spiego: i lavavetri di Firenze dovranno pur mangiare, se non lavando i vetri in altri modi. Dividere criminali e questione sociale restringe automaticamente il numero dei criminali. Invece si fa l'opposto, allargando il numero delle persone potenzialmente incriminabili.Il ministro Amato ha dichiarato guerra alla microcriminalità. Ma sono criminali anche i lavavetri e i writers?L'insicurezza delle persone cresce più per la microcriminalità che per la grande criminalità. Con questa argomentazione Amato ha giustificato il fatto di aver messo sullo stesso piano mafiosi e lavavetri. In nome della legalità si affrontano tutti i temi dell'illegalità. E ciò che non è illegale come lavare i vetri lo rendiamo illegale. L'unico risultato che si ottiene è quello di aumentare il numero dei criminali.Intanto dell'emergenza casa e della precarietà quasi nessuno parla più. E se qualcuno parla, la notizia finisce nelle brevi o in taglio basso. Molto basso.L'insicurezza delle persone si rispecchia in un'enorme insicurezza sociale: il lavoro precario, i soldi che non bastano per arrivare a fine mese, la paura del domani, gli sfratti. Dentro la precarietà della vita cresce la crisi delle relazioni sociali. E allora le persone si sentono sole. La gente ha paura, si sente abbandonata. I mass media danno un volto all'insicurezza diffusa parlando di microcriminalità o di chi chiede l'elemosina. C'è stato un vero e proprio processo di costruzione del capro espiatorio, su cui la destra si è esercitata in lungo e in largo. Un messaggio che passa a livello sociale, cui oggi il Partito democratico dà una legittimità dal fronte dell'Unione. Così si attribuisce allo zingaro, all'immigrato, al drogato, al barbone la causa della propria insicurezza. Anche se questo non è vero.Alcuni sociologi osservano, con amarezza, che a questo punto i nuovi nemici da combattere sono diventati i "poveri".Eppure è dimostrato scientificamente che la percezione dell'insicurezza cresce anche dove diminuiscono i reati. Dire che sconfiggi l'insicurezza perseguitando il graffitaro e il parcheggiatore abusivo è una balla. L'insicurezza rimane perché ha altre cause. Costruendo una società su una logica di esclusione e non di inclusione la imbarbarisci.Metti in discussione la categoria della cittadinanza, individuando dei non cittadini e quindi apri la strada al populismo di destra nelle forme più clamorose.Ci sono ricette politiche diverse per rendere più vivibili le città?Dove ci sono aggressioni alle persone vanno represse, ma il grosso del lavoro deve essere la ricostruzione della sicurezza sociale: politiche per la casa, livelli di sostegno in modo da garantire redditi civili, lotta alla precarietà del lavoro, misure per gli anziani non autosufficienti. Insomma, politiche di inclusione. Faccio un esempio: nel comune di Pisa ci sono 6-700 rom stabili. Dodici anni fa solo due bambini andavano a scuola e tutti vivevano nei campi. Dopo un lungo lavoro, fatto dal comune e dall'assessorato alle politiche sociali, 470 persone sono andate ad abitare in case, tutti i bambini rom sono stati mandati a scuola e larga parte degli adulti, dei capi famiglia, ha trovato un impiego. Ovviamente tutto questo non ha fatto notizia. Spesa sociale significa non solo più risorse ma anche più capacità politica.Sergio Cofferati si fa intervistare in tandem con il collega fiorentino Domenici e chiede poteri di polizia per i primi cittadini. Non stanno esagerando?Quella di Cofferati forse è la sparata più grossa di questi giorni, neppure la destra era arrivata a tanto. Noi ci stiamo battendo per ottenere due provvedimenti distinti: uno che riguarda la criminalità in senso proprio e l'altro la vivibilità delle città. Nel primo si migliori la capacità investigativa e repressiva senza fare violenza alla Costituzione, il baricentro del secondo sia l'inclusione sociale.La maggioranza dell'opinione pubblica mostra di gradire. Magari non vuole arrestare i lavavetri ma multarli sì. Ci risiamo con la sinistra popolata di anime belle che finisce a dover combattere da sola contro il senso comune del paese?Penso che se la scelta fosse fra il provvedimento sui rom a Pisa o la persecuzione dei lavavetri a Firenze, vinceremo noi. La forza della campagna in corso è che l'alternativa non viene posta. E quindi bisogna portare avanti una battaglia, anche se oggi non incontra un'opinione pubblica maggioritaria. Una battaglia che coinvolge le forze della sinistra, del volontariato, dell'associazionismo, dalla Caritas all'Arci. Bisogna aprire un fronte nel Pd.

giovedì 6 settembre 2007

“IO NON CI STO”

Care/i compagne/i,
vi chiediamo di sottoscrivere la lettera aperta al Sindaco di Firenze e al Ministro Amato inviando una mail di adesione all'indirizzo: marcello.notarfonso@rifondazione.it

Lettera aperta al Sindaco di Firenze e al Ministro Amato

"IO NON CI STO"

E’ semplicemente aberrante tentare di manipolare l’opinione pubblica confondendo gli effetti della povertà con le sue ragioni, è orribile da parte di un’amministrazione comunale colpire chi viene sfruttato per coprire l’incapacità d’individuare chi sfrutta, è pericoloso per un’amministrazione comunale e per una società amministrata, allenare ed essere allenati al disprezzo della povertà, della solidarietà sociale e dell’umana pietà .

Colpire gli ultimi per ignorare i primi è il metodo più farisaico per fingere d’imporre quella legalità sociale che tutti noi desideriamo.

Arrestare un lavavetri significa cancellare con una finzione scenica una macchia della nostra coscienza di amministratori, incapaci di far fronte al disagio sociale, cosa di nocumento assi più grande dello: "…sversamento delle lavature dei parabrezza" dei lavavetri stessi (per utilizzare le parole dell’assessore Cioni nella delibera fiorentina).

Fare il lavavetri, la prostituta od il manovale in nero, non è un "mestiere", è una scelta obbligata per chi è costretto a fare di necessità umiliazione, senza alcuna virtù.

"Mestierante" è colui che con un’ordinanza si pone il fine di cancellare la consapevolezza che la povertà esiste e volge lo sguardo altrove…Agli Uffizi…A Palazzo D’Accursio… Dipende…

Nell’epoca della caduta dei muri, delle barriere doganali, nell’era del libero commercio e della infinita circolazione delle merci fa riflettere che s’induca alla costruzione di muri nelle menti delle persone… muri comodi entro cui confinare tutto ciò che non piace alle persone: la povertà innanzitutto.
Quella della rimozione è una strategia legittima dal punto di vista freudiano, ma dal punto di vista amministrativo è una colpa.
Crolla il muro di Berlino, ma s’innalzano quelli dei CPT, delle Barriere anti spaccio e si spalancano le porte delle carceri per i lavavetri.

Questa è Libertà, Giustizia, Legalità sociale?

Noi non ci stiamo e voi?

Ci rivolgiamo ad amministratori, parlamentari, cittadine/i
Se condividete le nostre riflessioni, firmate questa lettera aperta

COSTI DELLA POLITICA: L’ACCORDO DELLE MINORANZE A CUNEO COSTA AL CONTRIBUENTE 3.000 EURO

Negli ultimi tempi si dibatte molto sui costi della politica nel nostro paese.
Giovedì 30 agosto sono stato convocato, in qualità di Consigliere Comunale sostanzialmente per la revoca della delibera sull’elezione della Commissione Edilizia in seguito ad un ricorso del Consigliere Lauria Giuseppe e per l’integrazione delle Commissioni Consiliari permanenti, a fronte di un mancato accordo delle diverse minoranze nel Consiglio Comunale di Cuneo.

Sui vari giornali locali si è rimarcata la "pace fatta" in quel Consiglio tra i vari gruppi politici di minoranza (Casa delle Libertà, Lauria,Cuneo per Cuneo e Cuneo attiva) per sottolineare l’accordo arrivato in extremis sulle Commissioni Consiliari, nessuno però ha ricordato che questo scherzetto è costato ai cittadini di Cuneo circa 3.000 euro, tanto pesa sull’erario Comunale una seduta del Consiglio, tra gettoni di presenza dei Consiglieri (36 euro lordi) Vigili Urbani, messi comunali, personale in servizio, etc.

Penso che le modalità di far politica anche all’interno di un Consiglio Comunale possano essere varie, a volte fantasiose: sicuramente non sono per un’azione politica ingessata, lontana dalla gente. Mi sfugge però la finalità di una battaglia sui posti in commissione edilizia (rivotata con gli stessi risultati della votazione precedente: nomi votati a scatola chiusa, con una rigida applicazione del manuale Cancelli) e sui posti nelle diverse Commissioni Consiliari (consultive).

Una battaglia di questo genere, sicuramente utile per "essere sui giornali", mi è però sembrata lontano dai problemi quotidiani dei nostri concittadini che su fronti opposti ci impegniamo a rappresentare.
Ritengo che i costi dei Consigli Comunali abbiano un senso se si prendono decisioni, non per le manie di protagonismo di qualcuno.

Alla fine ha prevalso il buon senso: avrei ritenuto più utile spendere il denaro dei contribuenti in modo più serio e costruttivo.

Fabio Panero, Consigliere Comunale e segretario provinciale Rifondazione Comunista

martedì 4 settembre 2007

I lavavetri di Firenze ed il partito Democratico

L'apprensione strumentale e demagogica scatenata intorno al fenomeno dei lavavetri non è una mattana agostana ma una cartina di tornasole di come il nascente Partito Democratico stia rielaborando in peggio il tema dei diritti sociali e della cittadinanza. L’ordinanza non è purtroppo inedita nelle città governate dal centrosinistra, ma quella del Sindaco di Firenze segna un ulteriore arretramento rispetto al passato e non va considerata un gesto isolato. Dominici, infatti, da presidente dell'Anci va proponendo da tempo il riconoscimento alla polizia municipale delle funzioni di ordine pubblico riservate alle forza di polizia e carabinieri mentre i sindaci più in vista del partito democratico (Cofferati, Chiamparino) fanno a gara con la Lega nella “tolleranza zero” contro i migranti. E’ evidente la rincorsa ai temi cari alla destra più becera ed il tentativo di cavalcare le paure (sapientemente alimentate dai media) dei cittadini, ma nel contempo matura nel PD una cultura politica dell’amministrazione locale fondata sull’esclusione e la diffidenza che contraddice anche interessanti esperienze di accoglienza portate avanti in questi anni dalle giunte di centro-sinistra.
E’ il caso del comune di Modena, città con forti tassi di immigrazione, dove Rifondazione governa dal 2004. Il Sindaco Giorgio Pighi ha sposato la prospettiva di un superamento del CPT voluto dal predecessore, e senza clamore ha gestito il fenomeno dei lavavetri costruendo i diritti di cittadinanza anche per gli sfruttati. Con una azione combinata di servizi sociali, polizia municipale e magistratura, a Modena i minori (ex) lavavetri sono da anni assistiti in case famiglia o in comunità per cui il comune spende 250 mila euro all'anno, a cui si aggiunge l'azione discreta della polizia municipale e l'attività, non a carico del Comune, della magistratura per colpire il racket, che fino a 9 anni fa lucrava sui minori. Oggi alcuni di essi stanno per ottenere la cittadinanza italiana. Stessa cosa avviene in altre città, ma né il ministr o Giuliano Amato nè Walter Veltroni ne hanno tenuto conto nelle loro esternazioni. Al contrario, colpisce l’ambiguità della dichiarazione del ministro degli interni che si dice d'accordo con l'ordinanza di Firenze perché contribuisce alla sensazione di legalità intorno al cittadino. Una sensazione di legalità che non si fonda più evidentemente sulla costruzione di una cittadinanza inclusiva, attraverso l’allargamento e l’universalità dei diritti, ma attraverso la caccia agli ultimi.

Problemi di linea


Durante il mese di agosto, la sede della Federazione ha avuto qualche problema di linea con l'ADSL.
Per questo sia le mail che i posts del blog si sono "diradati".
Speriamo di risolvere il problema col ritorno dalle ferie.
Per qualunque necessità potete contattare la sede per via telefonica.

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