lunedì 9 luglio 2007

PREVENIRE E’ MEGLIO CHE SPIARE

Savigliano, 06/07/2007

Al sindaco di Savigliano
Dott. Aldo Comina

PREVENIRE E’ MEGLIO CHE SPIARE

Caro Aldo,
nelle ultime settimane si è riacceso un ampio dibattito in merito all’installazione di telecamere nella nostra città. Come ben sappiamo l’opposizione, in assenza di veri e propri argomenti contro l’operato dell’amministrazione, tenta di cavalcare le paure e le angosce dei cittadini, sbandierando il tema della sicurezza.
Preoccupati che questa tematica possa essere affrontata con eccessiva superficialità dovuta all’allarmismo venutosi a creare e che la proposta delle telecamere non sia il frutto di una attenta indagine sull’argomento, abbiamo deciso di rivolgerci direttamente a te, convinti che ascolterai le nostre ragioni come hai sempre dimostrato di fare in questi anni.
La nostra contrarietà all’installazione di telecamere non nasce da un rifiuto ideologico ma dalla convinzione che si tratti di un’azione inefficace, inopportuna e iniqua oltre che non prevista dal programma elettorale con cui ci siamo presentati ai cittadini saviglianesi.
Il legislatore, al momento dell’assegnazione delle competenze ai comuni, non ci pare abbia voluto individuare l’Ente locale quale titolare dei servizi di sicurezza, compiti in mano alle questure e pertanto diretti dal ministero dell’interno. Questo fatto, da solo, dovrebbe dissuaderci dall’intraprendere una simile iniziativa. Tuttavia sappiamo che sono ormai numerosi i comuni che hanno deliberato l’installazione di telecamere di videosorveglianza, convinti che queste possano avere una qualche utilità.
I favorevoli alle telecamere vedono in questa iniziativa un utile deterrente contro la criminalità e gli atti vandalici.
A nostro avviso bisognerebbe distinguere fra i due fenomeni.
Da un lato la criminalità, ovvero i tentativi di furto e rapina ai danni di negozi e abitazioni, e dall’altro gli atti vandalici contro il patrimonio sia esso pubblico che privato. Se per il primo è giusto intraprendere un’azione volta a smascherare gli autori di questi gesti, ci chiediamo - in ogni caso - quante telecamere dovrebbero essere installate in città al fine di dissuadere i rapinatori. Oppure pensiamo che soltanto il centro cittadino meriti attenzione sulla sicurezza e che i commercianti e i residenti delle periferie non meritino pari dignità? E anche riuscissimo a coprire l’intero territorio comunale con telecamere il prezzo da pagare in termini di privacy non sarebbe forse un po’ troppo elevato? Francamente ci sentiremmo un po’ a disagio nell’uscire di casa e trovarci di fronte un occhio vigile che ci spia nell’andare dal panettiere o al supermercato e trovare sempre uno zoom che controlla i nostri spostamenti o, peggio ancora, uscire con la compagna - magari a fare due passi nel parco Graneris - sentendoci continuamente osservati. Il prezzo da pagare non sarebbe forse eccessivo? I dati relativi alla criminalità fornitici dalla polizia municipale e che tu stesso conosci francamente non sono tali da destare eccessiva preoccupazione e soprattutto non mostrano una tendenza crescente rispetto agli anni passati.
Diverso è il tema del vandalismo che andrebbe associato ai fenomeni di bullismo e di violenza addebitabili principalmente a gruppi giovanili. In questo caso non pensi sia meglio intraprendere un’azione tesa a individuare le cause che portano sempre più giovani ad assumere atteggiamenti violenti senza un’apparente scopo preciso? Si parla spesso di una generazione disorientata, della perdita di valori, numerosi convegni e dibattiti evidenziano un disagio diffuso fra le giovani leve. Probabilmente è facile riempire pagine con questi argomenti senza tuttavia giungere a soluzioni univoche. Ciononostante l’idea che un giovane su cento possa finire in guai giudiziari per un atto vandalico grazie a un servizio di videsorveglianza non ci pare molto utile nè per arrestare un fenomeno che nasce da pulsioni irrazionali nè tantomeno per "educarlo" al senso civico.
A ben vedere i compiti che il legislatore affida ai comuni sono quelli dell’assistenza e della prevenzione sociale, come dimostra l’esistenza stessa del Consorzio Monviso Solidale, un Ente in continua carenza di mezzi economici e che sempre più dipende dal finanziamento locale. In questi anni non sono però mancate esperienze positive come la nascita del Centro Famiglie o il progetto di Educativa di Strada, che è stato capace di coinvolgere, anche finanziariamente, una Parrocchia e ben due associazioni di genitori. In cantiere ci sono proposte valide come il "Progetto Periferie" o la pista da skateboard, che però non sappiamo ancora se saremo in grado di finanziare. Noi proponiamo di dar loro la priorità. Tante sono le possibilità e le potenzialità in mano a un’amministrazione anche se spesso fanno meno notizia… d’altronde fa più rumore un cassonetto bruciato che un ragazzo persuaso a non bruciarlo.
Restiamo convinti che, in qualità di amministratori, dobbiamo perseguire progetti ambiziosi e di ampio respiro e non fermarci all’emergenza sbandierata… E’ per questo che ti chiediamo di ragionare e pensare a quale sia il vero pubblico interesse nella nostra città e se non sia meglio suggerire a Marco Butteri che, anziché perdere il suo tempo in inutili ronde notturne, faccia servizio di volontariato nella locale pronta accoglienza gestita dall’associazione Papa Giovanni, che da tempo trova difficoltà nel reclutare personale volontario. Siamo certi che trascorrere il proprio tempo libero con le persone in difficoltà sia ben più appagante che aggirarsi per le strade di notte con il rischio di spaventare i passanti.

Cordialmente

Alberto Mana
David Valderrama

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