
martedì 29 gennaio 2008
Convocazione del Comitato Politico Federale di Cuneo
Ai Compagni Eletti nella istituzioni
Il Comitato Politico Federale di Cuneo è convocato per
VENERDI' 1 FEBBRAIO ALLE ORE 21
presso
LA FEDERAZIONE DI CUNEO, via Saluzzo 28
con il seguente Ordine del Giorno:
- Dibattito sulla fase politica dopo la fine del governo di centro-sinistra e prospettive future (campagna elettorale, MANIFESTAZIONE MIGRANTI DEL 16 FEBBRAIO..)
- Sinistra d'Alternativa in provincia (resoconto incontri avvenuti)
-Distribuzione tessere 2008
Prego tutti i Compagni interessati di partecipare, RICORDO CHE I COMITATI POLITICI SONO APERTI A TUTTI GLI ISCRITTI.
Fabio Panero
Segretario Provinciale Rifondazione Comunista
Livio Marengo è il nuovo Segretario di Rifondazione Comunista a Saluzzo

Il nuovo Segretario politico del Circolo PRC di Saluzzo è Livio Marengo, figura storica della Sinistra Saluzzese, membro della direzione provinciale di Rifondazione Comunista, fanno parte del nuovo Direttivo di Circolo Giovanni Donnatuono e Antonio Pasero.
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista
Cineforum in rosso - Febbraio 2008
c/o il circolo "R.Luxemburg" in V.Saluzzo 28 a Cuneo.
99 AMARANTO
LA BANDA DEGLI ONESTI
FABBRICA
Ingresso libero!
Se lo girate in giro mi fate un grosso favore
A presto
Nello
Assemblea ACEM
Malgrado tutto ritengo utile rivolgermi ancora un’ultima volta ai cittadini per chiedere loro uno sforzo di riflessione.
Tra il 1998 ed il 2000 vi fu una commissione parlamentare di inchiesta relativamente alla gestione della discarica di Pianura, presieduta da Massimo Scalia, allora parlamentare dei Verdi ed oggi tornato ad insegnare fisica all’università di Roma. In una recente intervista su Repubblica del 22 gennaio 2008 egli ha dichiarato:
"Otto anni fa, nel nostro lavoro di indagine, accertammo in modo incontrovertibile che a Pianura erano finiti sicuramente i fanghi velenosi dell'Acna di Cengio. Un quantitativo rilevante, che purtroppo non riuscimmo a definire con esattezza perché buona parte della documentazione che riguardava i trasporti o era andata distrutta o era incompleta. Quei fanghi, ovviamente, sono ancora lì, a Pianura. E se nessuno metterà mano continueranno ad avvelenare la terra e l'acqua. Per sempre".
La commissione presieduta da Scalia determinò, nelle sue conclusioni, che i quantitativi stoccati a Pianura tra il 1997 e gennaio 2000 sono valutabili tra le 800.000 ed i 3.000.000 di tonnellate, senza alcuna certezza.
Stefano Leoni è stato da fine dicembre 1999 al 2005 il commissario speciale del governo per la bonifica dell’Acna di Cengio, nel medesimo articolo intervistato dice: "Se dovessi dire cosa c'era all'Acna quando siamo arrivati nel '99, farei prima a dire cosa mancava. La fabbrica aveva prodotto per decenni prima esplosivi, quindi vernici. Inventariammo qualcosa come 280 categorie di composti chimici. Le classi di sostanze venefiche che rilevammo erano praticamente al completo. E delle più pericolose: diossine; ammine (composti organici derivanti dall'ammoniaca e contenenti azoto, ndr); composti dello zolfo, del cianuro. Purtroppo non riuscimmo ad accertare cosa era stato portato via prima del nostro arrivo. E dove. Sentimmo di fanghi trasferiti in Campania, incredibilmente a bordo di camion. Addirittura di navi fatte affondare".
La regia del traffico di rifiuti da Cengio a Pianura fu della camorra. Tutto fu possibile a causa della inefficienza dei sistemi di controllo pubblici italiani non soltanto campani e, ovviamente, con la connivenza della classe politica. Oggi la popolazione di quel posto, che ha la diossina nel proprio corpo, oltre che nell’ambiente e negli animali circostanti si oppone ad ogni riapertura del sito. Soltanto il sequestro della magistratura ha salvato Pianura dall’essere inclusa nel piano militare del commissario De Gennaro, che a me ricorda i fatti del 22 luglio 2001 a Genova e non il santo protettore di Napoli.
Forse anche solo queste minime informazioni rendono comprensibile perché oggi parlare di impiantistica relativa ai rifiuti in Campania provoca la sollevazione popolare anche se si tratta di rifiuti urbani e non industriali. La classe politica in quei luoghi ha perso ogni credibilità nel merito. Ovviamente le dimissioni di Bassolino e di Rosa Russo Iervolino non appartengono alla cultura politica italiana di ambo gli schieramenti che preferisce i metodi polizieschi, tipici di una democrazia agonizzante.
Da noi i sindaci, tutti, sia quelli che fanno riferimento al presidente Costa che quelli che si riconoscono nel consigliere regionale Ferraris, con la sola esclusione di Dogliani, hanno deliberato di rifiutare 2.500 tonnellate di rifiuti urbani (non industriali tossico nocivi come quelli che sono partiti da Cengio) provenienti dal napoletano. Di fronte a questo provo un certo senso di disgusto, con pieno rispetto per la democrazia sono sempre più convinto che il comune denominatore tra Cuneo e Napoli sia semplicemente: ogni popolo ha il governo che si merita. Richiederei soltanto ai Sindaci di avere la capacità di domandarsi il perché del solo voto non favorevole e ad andare a vedere a Dogliani come viene gestito, con impegno continuo, il complesso problema dei rifiuti, che richiede, per essere risolto, non le scorciatoie ed il populismo ma una costante attenzione ed il coraggio di scelte anche impopolari, come le stesse raccolte differenziate a volte sono in questa nazione impazzita. Sarebbe anche opportuno, per coerenza loro, che i nostri solerti amministratori richiedessero di revocare la decisione assunta a dicembre dall’ACEM di inviare 10.000 tonnellate anno al forno di Parona, in provincia di Pavia. Se è giusto e doveroso che ognuno si gestisca la propria immondizia non è corretto che noi andiamo a produrre diossine e altri composti tossici bruciando la nostra a casa di altri cittadini padani.
Michele Bertolino
responsabile del settore rifiuti di Legambiente Piemonte Valle d’Aosta
GEMELLAGGIO CENGIO PIANURA
di CARLO BONINI
sabato 26 gennaio 2008
IL CENTRO MODERATO FA CADERE IL GOVERNO
Si è consumata, infatti, una vera congiura di Palazzo senza alcuna relazione con i problemi reali vissuti da milioni di persone in questo Paese.
Il governo non cade sui salari che sono troppo bassi o su un altro contenuto importante. Il governo cade perché, alla fine, i cosiddetti moderati hanno scavalcato il fosso e hanno deciso di accodarsi alla corte di Berlusconi.
Non casualmente il governo cade nel momento che, anche grazie alla battaglia fatta dalla sinistra e dai sindacati, era stata posta all’ordine del giorno una verifica sulle politiche economiche e sociali per ridistribuire a salari e pensioni le risorse derivanti dal risanamento dei conti e dal recupero dell’evasione fiscale.
Non si tratta di poca cosa ma di ben 12 miliardi di euro, il valore di una intera finanziaria.
Il governo cade perché, finalmente, si era arrivati alla decisione di tassare le rendite finanziarie al 20%, almeno come è nella media europea.
Nessuno dimentichi, infatti, che mentre imprenditori e grandi manager prendono migliaia di euro di aumenti attraverso le stock options, tassate al 12,5%, i lavoratori, dopo lotte e scioperi che costano sacrifici e soldi, prendono poche decine di euro che sono tassate almeno al 27%. Per questo avevamo chiesto, tra l’altro, la detassazione degli aumenti derivanti dai contratti nazionali.
Questo centro moderato è contro l’Europa perché, non solo vuole impedire la redistribuzione del reddito e la tassazione delle rendite speculative, ma vuole impedire l’affermazione di diritti che vengono riconosciuti nei Paesi più avanzati d’Europa, come le Unioni Civili, e addirittura vuole levare diritti fondamentali alle donne come la legge sull’aborto.
Nel corso di questi mesi quelle stesse forze sono state la zavorra che ha impedito un rinnovamento del Paese, attraverso il sistematico svuotamento del programma concordato. Permeabili a poteri finanziari e imprenditoriali, in cerca permanente di legittimazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, quelle forze risultano incompatibili per l'oggi e per il domani a ogni ipotesi di governo alternativo della società italiana.
Si apre una nuova stagione politica !
Ora e' tempo di costruire la Sinistra unita e plurale, aperta ai Movimenti ed alla società civile. Per dare alle giovani generazioni, alle lavoratrici e ai lavoratori di questo paese una rappresentanza reale e una speranza concreta di trasformazione.
In questo processo il ruolo di Rifondazione Comunista è fondamentale.
Fabio Panero
giovedì 24 gennaio 2008
Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita
Signor Presidente, è stata giusta e abbiamo, dunque, apprezzato la scelta di aprire la discussione in Parlamento. È segno di rispetto per le istituzioni democratiche ed è in questo luogo che, in maniera trasparente, ciascuno definisce le proprie responsabilità.In queste ore vi è tanto bisogno di segnali semplici e chiari, come da tempo andiamo sostenendo. Vi è un'inaffidabilità del centro moderato della nostra coalizione ed è in questo ventre molle che matura la rottura di un legame e di un mandato elettorale. Persino le modalità danno il segno di una giravolta, che parla di antiche forme di trasformismo. Nel giro di ventiquattr'ore si passa dal Governo all'appoggio esterno e dall'appoggio esterno all'opposizione. C'è una ragione di programma su cui si decide la rottura? Eppure, ci sarebbero tra di noi ragioni di confronto, di merito, visto che proprio da queste aree si è sempre teso a svuotare il programma concordato dall'Unione. Non è andata così su temi socialmente più sensibili o sui diritti civili?
Tuttavia, l'elemento di rottura avviene su un tema, quello della giustizia, grandemente delicato, ma in forme del tutto paradossali. Non entriamo nel merito di una vicenda personale su cui ci siamo già unitariamente espressi. Il paradosso è che viene depositata una relazione, frutto di un lavoro comune e condivisibile di mesi. In quel lavoro siamo entrati con il nostro bagaglio di cultura giuridica e garantista e, al contrario, contraddittoriamente si agitano giudizi sulla magistratura che alimentano conflitti istituzionali. Vogliamo ripeterlo qui solennemente ancora una volta: per noi il rispetto per l'autonomia e l'indipendenza della magistratura è un valore inviolabile (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Contrastiamo la logica cavalcata dalle destre qui e fuori di qui, di autoassoluzione ex post di una classe dirigente già giudicata in maniera definitiva e su cui è già stato espresso un giudizio politico dalla società italiana. Fa parte di un degrado della politica inaccettabile. Ha dell'incredibile, signori della destra, che un presidente di regione, Salvatore Cuffaro, festeggi una condanna a cinque anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver favorito mafiosi condannati a loro volta a quattordici anni di reclusione e che decide di continuare a svolgere quel ruolo, con una logica di impunità di ceto che dovrebbe fare indignare! Un bidello - mio padre e mia madre erano bidelli - con la stessa condanna perde il lavoro! Un imprenditore non potrebbe partecipare ad un appalto in Italia ed in Europa perché non gli consegnano il certificato antimafia. Non può continuare a governare un presidente di regione in queste condizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani)!
Noi contrasteremo fino in fondo un'idea di giustizia che si vuole perseguire: debole, riverente e sottomessa con i potenti e forte, intransigente e spietata con i deboli, i disperati, gli ultimi. Dalle cronache politiche di questi giorni emerge una grande questione morale, che si impasta con la crisi sociale e alimenta disaffezione e distacco. La politica del Paese non può essere solo quella dei trasformismi di oggi, non può essere quella di Totò Cuffaro, c'è una passione di giovani lavoratrici e lavoratori che vogliono contare e cambiare. Su questa passione costruiremo la sinistra.Proviamo a spiegare meglio questa crisi: in un passaggio economico dirimente c'è una parte del Paese, tanta parte di famiglie del Mezzogiorno, che vedono i propri figli diplomati e laureati tornare ad emigrare: giovani senza reddito, precari, tanta parte di lavoro dipendente che ha i salari più bassi d'Europa. Qualche giorno fa vi è stato un segnale positivo con lo sblocco del contratto dei metalmeccanici, un primo passo in direzione di chi sperava che finalmente era giunto il momento buono per loro. Era l'oggetto del nostro confronto, vero signor Presidente del Consiglio?
Ci sono ingenti risorse da redistribuire; qualcuno ha pensato bene di bloccare questa possibilità, perché ci sono appetiti di soggetti forti, che vogliano ipotecare a proprio vantaggio tali risorse. Così come è tornato puntuale il monito delle gerarchie ecclesiastiche sui diritti di civiltà, da quello dell'autodeterminazione delle donne, con la legge n. 194 del 1978 da rimettere in discussione, a quelli del riconoscimento giuridico per le coppie di fatto di qualsiasi orientamento sessuale, che già esistono in tutta Europa, tranne che in Italia.Spieghiamola questa crisi! C'è un'emergenza democratica e istituzionale; ci sono riforme sospese che pesano come un macigno. Oggi qui il Presidente Napolitano ci ha parlato magistralmente, interpretando limpidamente e correttamente quei bisogni. C'è una legge elettorale fatta dalle destre, fatta da voi, che ha alimentato questa instabilità e ha determinato una grande frammentazione: ha dato un peso sconsiderato persino a partiti costituiti da singoli individui! E alle porte c'è un referendum che amplifica questa rissa e questa frammentazione. Si vuole negare per caso qui, da parte di qualcuno, l'urgenza di mettere mano rapidamente a questi temi?
C'è bisogno della ricostruzione di un profilo riformatore, di una idea alta di Governo democratico della società. Il ritrarsi di una politica alternativa della società ha determinato il prevalere di logiche di mercato competitive, logiche contrappositive; ha alimentato spaesamenti e solitudini, una perdita di socialità e di umanità, una sensazione di insicurezza alimentata dalla «fabbrica della paura», una crisi drammatica di senso della politica. Da queste vicende emerge la necessità di investire, qui ora, sulla sinistra unita e plurale, una sinistra che faccia dell'autonomia la sua forza per tenere aperto un profilo di alternativa, una cultura della trasformazione.La vicenda italiana, in questi giorni convulsi di agitazione nei palazzi, non può esaurirsi nel pericoloso ed aggressivo populismo e liberismo delle destre, in opzioni centriste ed elitarie. Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita, innovata ed in grado di rispondere a speranze e passioni, in grado di essere un punto di riferimento morale ed intellettuale del Paese. Con questo impegno votiamo questa fiducia e con questa bussola e determinazione lavoreremo nella società italiana.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA GIULIANO GIULIANI
In ogni caso la situazione mi pare grave davvero e sollecita, a tutti i livelli, confronti e discussioni sulle cose da fare per prepararsi a una campagna elettorale assai più impegnativa di quella che padri e nonni combatterono nel ’53 contro la legge truffa, e che richiede decisioni rapide e molto volontariato.
Personalmente credo che il processo avviato con la "cosa rossa" vada reso operante ai vari livelli.
Giuliano Giuliani
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La MastelCard è una carta personalizzabile. Scrivete tra i commenti l'uso che ne vorreste fare; cercheremo di venirvi incontro.
(C) dementemastella.blogspot.com 2008

martedì 22 gennaio 2008
Morto il partigiano Boldrini, lo storico "comandante Bulow"

Le operazioni belliche erano ancora in corso quando, il 4 febbraio 1945, il generale Mac Creery, comandante dell’VIII Armata, appuntò sul petto del "comandante Bulow" (questo il nome di battaglia di Boldrini) la Medaglia d’Oro al Valor militare. La cerimonia si svolse sulla piazza di Ravenna liberata proprio dalle formazioni di Bulow, che da quel momento si sarebbero aggregate alle armate anglo-americane sino alla resa totale dei nazifascisti.Impossibile dire di Boldrini in poche righe, a cominciare dall’educazione all’amore per la libertà ricevuta dal padre, una popolare figura di internazionalista romagnolo, sino alle sue gesta nella Resistenza e sino all’attività politica e parlamentare nel dopoguerra.
Di Arrigo Boldrini, parlamentare per diverse legislature e presidente nazionale dell’ANPI, ha scritto a suo tempo Gian Carlo Pajetta: "È un eroe. Non è il soldato che ha compiuto un giorno un atto disperato, supremo, di valore. Non è un ufficiale che ha avuto un’idea geniale in una battaglia decisiva. È il compagno che ha fatto giorno per giorno il suo lavoro, il suo dovere; il partigiano che ha messo insieme il distaccamento, ne ha fatto una brigata, ha trovato le armi, ha raccolto gli uomini, li ha condotti, li conduce al fuoco".Al 14° Congresso nazionale dell’ANPI – che si è tenuto a Chianciano Terme dal 24 al 26 febbraio 2006 – per la prima volta dalla costituzione dell’Associazione che ha sempre guidato, non era presente, "Bulow". Motivi di salute gli hanno impedito di partecipare all’assemblea che, con una "standing ovation", ha acclamato Arrigo Boldrini Presidente onorario.
Mastella lascia la maggioranza - "E' venuto il momento di dire basta"

Mastella lascia la maggioranza" "E' venuto il momento di dire basta"
"Se ci sarà da votare sulla fiducia voteremo contro. L'esperienza di questo centrosinistra è finita". Lo dice il leader dell'Udeur Clemente Mastella in una conferenza stampa. "Ringrazio Prodi per lo splendido (ma và!?) e prestigioso incarico di ministro, anche se è stato drammatico (POVERINO..). Il rapporto umano con lui - aggiunge Mastella - rimane e rimarrà sempre, ma l'esperienza politica del centrosinistra è chiusa". L'ex ministro ha detto che ora lavorerà per le elezioni anticipate.
Ma Mastella punta il dito anche sulla "mancata solidarietà di amici e alleati".
SONDAGGIO: SECONDO TE CON CHI SI PRESENTERA' MASTELLA ALLE PROSSIME ELEZIONI?
lunedì 21 gennaio 2008
Manifestazione migranti
presidi a Bra il 2 e 9 di febbraio,
riunione del Forum per una legge giusta sull'immigrazione il 31 gennaio a Fossano.
sabato 19 gennaio 2008
LO SAI CHE IN ITALIA C'E' LA BOMBA ATOMICA?
Secondo il diritto internazionale, l’Italia le deve rifiutare. Accade che per la propria appartenenza alla NATO, l’Italia accetti di ospitarle sul proprio territorio. Canada, Grecia, Danimarca, Austria ed Islanda hanno chiesto ed ottenuto di non ospitare ordigni atomici della NATO, pur continuandone a far parte.
Anche l’Italia può ottenere la rimozione delle armi nucleari dal proprio territorio, unendosi ai 160 paesi dove è già vietato avere od ospitare armi nucleari.In tutto il mondo ci sono circa 30.000 testate nucleari, capaci di distruggere la terra ben più di una volta sola.
Riteniamo che questo sia il tempo di promuovere la pace piuttosto che le guerre, di promuovere il disarmo piuttosto che la corsa al riarmo, che sia il tempo di ribadire che mai più esploderà un’atomica.
La Sinistra, L’Arcobaleno aderisce alla campagna "un futuro senza atomiche", partecipando alla raccolta di firme per presentare una legge di iniziativa popolare. Per un’Italia ed un’Europa senza armi nucleari. Per un futuro senza guerre.
Dal 19 al 26 c'è la raccolta firme in tutta Italia e per ulteriori informazioni visita il sito

BUON COMPLEANNO FALCE E MARTELLO!

21 gennaio 1921-21 gennaio 2008
87° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA del PARTITO COMUNISTA D'ITALIA
I simboli sono materia incandescente e vanno maneggiati con cura: non sono un’espressione contingente, il fugace deposito di una realtà che sta altrove. Essi incarnano la sostanza viva di vicende, storie, sentimenti, emozioni, ragionamenti, conflitti. Sono la concrezione, espressa in segni, di un intero, complesso mondo umano.
Per molti, che oggi vivono quotidianamente l’impegno politico, la falce ed il martello rinviano alla storia del movimento operaio e ai partiti che ad esso hanno fatto riferimento. Rinviano ai comunisti. Per molti di noi, "falce e martello" parlano del presente e del futuro dell’umanità. Sono un campanello d’allarme per i potenti: attenzione, questo stato di cose – così ingiusto – non è né il migliore né l’unico possibile. E sono, per chi subisce il giogo, un segnale di possibile riscatto.
La falce ed il martello sono gli inossidabili attrezzi di un "altro mondo possibile". Simboli, appunto: significanti, evocativi non solo per i "dannati della terra" relegati ai margini del pianeta ma anche per chi oggi lavora – per lo più precario - sulla tastiera di un computer o al telefono di un call center.
BUON COMPLEANNO FALCE E MARTELLO!
DALMASSO (PRC): ODG PER SALVAGUARDIA ISTITUTI STORICI PER LA RESISTENZA
La legge finanziaria 2008 stabilisce che i comuni possano far parte di una sola forma associativa (ad esclusione di acqua, gas, ecc.) e entro il 31 marzo 2008, nel caso facciano parte di più consorzi, devono necessariamente adeguarsi e scegliere a quale consorzio continuare ad aderire e recedere da tutti gli altri.
In Piemonte gli Istituti storici per la Resistenza di Alessandria, Asti, Cuneo e Novara (che comprende anche il Vco) rivestono proprio la forma giuridica del consorzio.
Di tali quattro consorzi fanno parte una pluralità di Comuni, la maggior parte dei quali con una popolazione residente inferiori a 1000 abitanti; la scelta della forma consortile fu fatta proprio per permettere una collaborazione fra comuni grandi e piccoli che da soli non avrebbero avuto le risorse necessarie da investire.
Qualora questi quattro consorzi dovessero necessariamente assumere una nuova veste giuridica, come previsto dalla Finanziaria, vi è il fondato rischio che alcuni dei soggetti, soprattutto i comuni più grandi, decidano di non aderire al nuovo soggetto o di aderirvi in misura economica minore rispetto a quanto avviene ora.
L’ordine del giorno approvato oggi in Consiglio Regionale impegna la Giunta ad intervenire, in sede di Conferenza Stato-Regioni, affinché il termine del 31 marzo 2008 sia prorogato al 31 dicembre, così da concedere un lasso di tempo congruo ad addivenire ad una soluzione legislativa del problema.
"Si tratta di un atto significativo – commenta Sergio Dalmasso, consigliere regionale del Prc – per difendere l’importanza del ruolo e dell’attività da sempre svolta dagli istituti storici per la resistenza e la società contemporanea in Piemonte.
"La norma messa in Finanziaria è stata atta in maniera affrettata per semplici motivi di spesa, ma non ha tenuto conto delle necessità dei comuni che non possono essere cancellate da un giorno all’altro: l’odg cerca di mettere una pezza a questo errore".
Torino, 17 Gennaio 2007
venerdì 18 gennaio 2008
Comunicato No Pope

Soddisfazione perchè è stata una vittoria dei professori, dei collettivi universitari e delle tante associazioni gltb che lottano per la laicità dello stato e dei saperi, alla luce dei continui attacchi alla libertà sessuale delle persone e della limitazione della ricerca e sperimentazioni, che rivendicano giustamente i manifestanti, per motivi 'etici'.
Ma manteniamo forte preoccupazione per l'isteria collettiva che ha assalito i mezzi di comunicazione, sempre più asserviti ai voleri del Vaticano.
Dire che è "stato impedito" al papa di parlare è vittimismo gratuito quando primo è stato il Papa a rifiutare l'invito, e secondo il messaggio del pontefice trova spazi estremamente superiore sia alle voci critiche sia alle altre confessioni religiose.
Risibili sono le accuse di intolleranza mosse dal Vaticano, in altri tempi si direbbe "Da quale pulpito?".
Da quello che ha beatificato centinaia di "martiri" franchisti, da chi accusa di omicidio chi sceglie di abortire, da chi ha recentemente affermato che gli animali e i non battezzati non entreranno in paradiso, da chi considera l'omosessualità una malattia da curare?
Intollerante è chi rifiuta il dissenso.
Intanto la destra integralista e quella "moderata" ha subito convocato l'adunata in piazza San Pietro questa domenica, la paura che la nostra democrazia rischi di diventare una teocrazia modello Iraniano non è più tanto infondata.
Giovani Comunisti/e Provincia di Cuneo
giovedì 17 gennaio 2008
Assemblea degli iscritti del Circolo "Neruda"
Fabio Panero
segretario provinciale Rifondazione Comunista
La "Cosa Rossa" si muove anche in provincia
Fabio Panero
segretario provinciale Rifondazione Comunista
Documento sulla verifica
martedì 15 gennaio 2008
COMUNICATO STAMPA - Rifiuti in Campania
In questi giorni abbiamo duramente criticato la politica degli amministratori della Campania nel gestire i rifiuti. Ancora una volta ribadiamo che questa emergenza come altre precedenti sono state provocate dalla scelta di puntare tutto sugli impianti tecnologici, riempiendo la regione di milioni di "ecoballe" accumulate per alimentare futuri inceneritori.
La mancanza di una gestione del ciclo dei rifiuti centrata principalmente sulla prevenzione e la raccolta differenziata finalizzata a compostaggio e riciclaggio hanno creato le attuali condizioni. Più volte abbiamo ricordato che quella regione ha bisogno di almeno venti impianti di compostaggio da realizzare con la massima urgenza per accogliere la parte putrescibile del rifiuto, principale causa del maggiore disagio per quei cittadini.
In questo momento è il disastro ambientale e igienico per la popolazione di Napoli ed in particolare per le periferie più povere, a prevalere.
Per questo invitando alla massima mobilitazione del movimento ambientalista e delle forze politiche della sinistra per costringere quelle amministrazioni ad assumere le proprie responsabilità e avviare una gestione del ciclo dei rifiuti in stretto rapporto con i cittadini.
Riteniamo doveroso rispondere all’emergenza terribile che colpisce quella popolazione. Pertanto condividiamo la scelta dell’assessore regionale De Ruggiero che ha dato la disponibilità ad accogliere 5.000 tonnellate di rifiuti urbani nella nostra regione.
Vogliamo ricordare che quella quantità equivale al rifiuto urbano indifferenziato mandato a smaltimento in una decina di giorni nella nostra Regione, oppure aumentare dello 0,2 % la nostra raccolta differenziata. E’ impossibile da fare?
Siamo perplessi per la risposta negativa preannunciata da alcune Province ed in particolare quella di Cuneo, dove la posizione della Giunta Costa non regge in merito a presunte inadeguatezze tecniche dei nostri siti in Provincia: in recenti articoli apparsi sulla stampa locale il sito di Magliano Alpi è descritto come assolutamente compatibile, senza sovraccarichi, per l'eventuale arrivo dei rifiuti della Campania. In realtà la maggioranza di centro-destra che guida la Provincia sembra più preoccupata di far quadrare i conti con la Lega da poco entrata in Giunta che di dare reali risposte alla drammatica emergenza dei rifiuti.
Per anni la Campania è stata la "pattumiera d’Italia" (compresi i rifuti tossici della cuneese Acna di Cengio) ed in particolare di tutto il nord Italia, con centinaia di discariche più o meno abusive.
Non facciamo pagare la colpa degli amministratori alla popolazione.
Sergio Dalmasso
Ivan Di Giambattista
Fabio Panero
CAMBIO PROGRAMMAZIONE CINEFORUM
OLD BOY
Fa parte della cosiddetta "trilogia della vendetta" del regista, iniziata nel 2002 da Mr. Vendetta e conclusa nel 2005 da Lady Vendetta.
Oltre ad una violenza fisica trattata freddamente, ma che comunque non supera mai certi limiti, la storia si basa su colpi di scena a tinte forti, che risultano più dolorosi delle ferite sanguinanti dei corpi. La storia si basa sulla vendetta, quella del protagonista verso i propri carcerieri e quella dei carcerieri contro di lui. (tratto da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Old_Boy)
lunedì 14 gennaio 2008
A Napoli servirebbe un "esercito" pacifico
Qui mi interessa sottolineare il carattere provocatorio della "imposizione" delle discariche, la militarizzazione del territorio e soprattutto della nomina del supercommisario De Gennaro, "parcheggiato" come capo di gabinetto del ministro Amato in attesa che "la nottata" di Genova cadesse nell'oblio, e quindi fosse lanciato verso incarichi prestigiosi. L'informazione televisiva ha presentato meritoriamente un flash in cui il super prefetto ammetteva "esagerazioni" nel comportamento di alcuni esponenti della Polizia a Genova e prometteva che tali comportamenti se accertati, sarebbero stati puniti.
Nell'attesa sono stati tutti promossi con onore a incarichi di responsabilità.
Sicuramente in questo caso il Prefetto non è stato di parola. La nomina di questo alto dirigente, che nel suo eccellente curriculum non ha esperienza di raccolta di rifiuti, di tutela del territorio e della salute dei suoi abitanti, ma invece meriti per lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo, mira ad avviso mio (ma non solo mio) a suggerire l'interpretazione che fra i manifestanti ci siano solo esponenti della malavita, "terroristi" (eco-anarchici o eco-comunisti?) e ultras dello stato.
Il buon senso ci consiglia di credere che non è così.
Di fronte ai gravi errori dei governi regionali di centrosinistra, c'è in Campania una società civile che va ascoltata, consultata non convinta con la forza (e magari con i ricatti) ad accettare discariche in luoghi già martoriati e inquinati per decenni.
L'unico elemento positivo della proposta del governo, l'"imposizione" della raccolta differenziata avrebbe bisogno di un "esercito" pacifico di "consiglieri" che, in accordo con le amministrazioni locali e i comitati di cittadini, diffondano la cultura (e la necessità) della raccolta differenziata, la riduzione delle confezioni e buste di plastica, con le relative strutture diffuse nei quartieri.
Le municipalità potrebbero essere i soggetti, vicini alla popolazione e più adatti a questa "riscossa" civile e partecipata" della splendida città di Napoli, del suo territorio, della sua popolazione dotata di antica civiltà.
Le scuole, le comunità, le parrocchie dovrebbero essere consultate, chiamate, coinvolte.
Se ne vuole fare un problema di ordine pubblico?
Certo, in questo clima di pacchetti sicurezza, la scelta dell'uomo forte è più che adatta.
*Resposabile area nuovi diritti e poteri costituzionali - Segr. nazionale Prc-Se
Sulla nomina di De Gennaro
Vittorio Agnoletto*
Cari compagni quando mercoledì ho aperto i giornali sono rimasto sbalordito: Gianni De Gennaro, l'ex capo della polizia, nominato commissario straordinario per l'emergenza rifiuti in Campania con un convinto sostegno bipartisan. Ho immediatamente sfogliato i quotidiani, certo di trovare una dura presa di distanza da parte di Rifondazione e di tutta "
"Noi manteniamo le nostre riserve sull'operato del prefetto De Gennaro a Genova... continueremo a chiedere
Resto senza parole.
Poi immagino la fatica e anche alla sofferenza interiore che deve aver attraversato questi compagni quando hanno rilasciato tali dichiarazioni. Li conosco bene - Giovanni da oltre trent'anni, Gennaro da quasi dieci - e li penso compressi nel difficile ruolo istituzionale che gli è stato affidato, nella responsabilità che sentono pesare sulle loro spalle, stretti tra il tentativo di far sopravvivere questo governo e la coerenza con la loro storia ed il comune sentire di tutti noi, della nostra gente.
Non li invidio. Non voglio sottrarmi a responsabilità che sento collettive, mi sforzo di cercare di capire. Ma non posso non domandarmi fino a dove sia lecito spingersi senza rischiare di perdere per strada le ragioni stesse del nostro percorso, della nostra storia, delle nostre speranze. Più volte parlando con alcuni nostri parlamentari ho ascoltato tutta la loro drammatica sofferenza quando hanno dovuto votare sull'Afghanistan, quando hanno approvato una finanziaria che moltiplica le
spese militari o il recente accordo sul welfare. Non so se questo sia l'unico modo possibile di stare al governo, non ne ho la certezza. Ma se fosse così mi domando quanti rospi dovremo ancora ingerire. Non c'è forse un limite invalicabile oltre al quale rischiamo di trasformare noi stessi in qualcosa d'altro senza averlo mai deciso, scoprendo all'improvviso di aver perso la connessioni e forse anche il linguaggio comune con molta della nostra gente? Provo a sforzarmi ma non ce la faccio. Non riesco proprio a capire la relazione che intercorre tra un ex capo della polizia, affiancato da un militare, il generale di divisione Franco Giannini, e la gestione di un disastro sociale come l'attuale situazione dei rifiuti a Napoli; la polizia e l'esercito per rispondere alle proteste della popolazione esasperata
dall'assenza e dalle ambiguità, per non dire peggio, delle istituzioni locali negli ultimi anni? Ma poi, perché proprio De Gennaro? Possibile che in tutta Italia non vi
fossero altre persone in grado di affrontare una simile difficile situazione?
pestati a sangue, la notte cilena della Diaz, le torture di Bolzaneto e noi "manteniamo le nostre riserve"!? De Gennaro, accusato di istigazione alla falsa testimonianza perché avrebbe indotto l'ex questore di Genova a sistemare le proprie dichiarazioni relative alla mattanza alla scuola Diaz e noi diciamo che ora "può riscattarsi sul piano della professionalità
Cari compagni, caro Giovanni e caro Gennaro, scusatemi ma proprio non riesco a capire. Quel tremendo luglio del 2001 eravamo là insieme, sappiamo tutti di cosa stiamo parlando: Genova non è stata una parentesi, un errore involontario, ma una scelta voluta e consapevole di chi allora era ai vertici della politica e delle forze dell'ordine. E' inaccettabile che chi è accusato di aver tradito la fiducia che lo Stato e il Paese avevano riposto in lui come capo della Polizia, sia prima promosso capogabinetto del ministero dell'Interno e poi riceva un altro incarico di così rilevante responsabilità
*eurodeputato Prc-Se
12/01/2008
Lettera di Lorenzo Guadagnucci
Caro direttore,
anch'io, come Vittorio Agnoletto, sono rimasto senza parole, quando ho saputo della nomina di Gianni De Gennaro a commissario speciale per l'emergenza rifiuti in Campania. Se ho ritrovato la parola e butto giù queste righe, è per esprimere il mio malessere e il mio sconcerto di fronte all'atteggiamento rassegnato e complice tenuto da parlamentari, forze politiche, testate giornalistiche che sono state spesso al nostro fianco nella battaglia etica, politica, giudiziaria seguita alle tragiche giornate del G8 2001. Tutti noi sappiamo quanto sia potente Gianni De Gennaro e quale peso abbia all'interno delle nostre forze dell'ordine: capo della polizia dal 2000 al 2007, è al vertice di una cordata di funzionari e dirigenti che a questo punto dobbiamo ritenere inamovibile. Ma sappiamo anche che la sua continua, inarrestabile ascesa - possibile grazie all'ormai unanime plauso delle forze politiche - comporta il pagamento di un prezzo altissimo: la rinuncia a ricomporre la frattura fra forze dell'ordine e cittadinanza, che si determinò nel luglio
Caro direttore, sai meglio di me in che modo sciagurato sia stato gestito il dopo Genova nel nostro paese. Anziché ribadire l'assoluta preminenza delle garanzie costituzionali, chiedere scusa alle vittime delle violenze e a tutti i cittadini, rimuovere i vertici delle forze dell'ordine (De Gennaro in testa), istituire una commissione d'inchiesta, si è legittimato il comportamento tenuto dalle forze di sicurezza nelle strade, nelle scuole e nelle caserme di Genova, delegando alla magistratura il compito di accertare eventuali responsabilità penali, ma avendo cura - nel frattempo - di promuovere tutti i maggiori imputati, in modo da far capire da che parte sta lo stato.
Sono cose che sai bene, quindi non può sfuggirti il senso che assume oggi la nomina di De Gennaro a un ruolo così delicato nei contenuti e così visibile e importante nella percezione pubblica. Diciamola tutta: è il trionfo di De Gennaro, un trionfo politico e addirittura morale. Io sono convinto che il dottor De Gennaro abbia una grande carriera alle spalle e in aggiunta non amo personalizzare le questioni politiche, ma non sono così ingenuo da non cogliere la portata dell'esibizione della sua figura - da parte del potere politico - di fronte a un'opinione pubblica allarmata e infuriata. Il potere politico mostra De Gennaro come l'uomo forte, il grande poliziotto, chiamato ancora una volta a 'salvare la patria'. E la mente di tutti corre al 2001: anche allora, dunque, a marzo a Napoli e in estate a Genova, salvò la patria. Questo è il messaggio che passa e perciò, comunque vada a finire coi rifiuti, Gianni De Gennaro sta vivendo la sua apoteosi.
Anch'io, come Vittorio Agnoletto, nel mio piccolo non mi riconosco in quest'operazione, e anzi la contesto, e dico che Gianni De Gennaro avrebbe meglio onorato la sua carriera lasciando il suo incarico il 22 luglio
Lorenzo Guadagnucci
(Comitato Verità e Giustizia per Genova)
SIAMO MATTI?
Scuola bus separati per italiani e rom al VII Municipio di Roma. E' questa la decisione, poi rientrata, presa l'11 gennaio a Roma dal consiglio del VII Municipio di Roma, uno dei caposaldi «rossi» della cintura a cavallo tra Prenestina e Casilina, con una mozione presentata da Rifondazione comunista (votata da Sinistra democratica, più tutto il centro destra, contrario il Pd) in cui si chiede all'assessore comunale alla scuola di valutare la richiesta di tornare a separare i bimbi rom dagli altri bimbi sugli scuolabus, richiesta avanzata da un gruppo di genitori mobilitati dopo un litigio avvenuto tra ragazzini. La decisione sembra poi destinata a rimanere lettera morta per l'intervento dei dirigenti di Rifondazione Comunista che hanno costretto il consigliere che ha proposto la mozione alle dimissioni dal partito e hanno annunciato iniziative in zona a favore dei Rom.
Tutto bene quel che finisce bene? Mica tanto. L'episodio segnala una volta di più quanto ci sia da lavorare per superare i problemi e quanto siano radicati i pregiudizi se una proposta, dal taglio inequivocabilmente leghista, viene dall'esponente di un partito che si batte a favore dei migranti con il ministro Ferrero e che proprio a Roma si è speso così tanto per una dignitosa accoglienza dei rom di Ponte Mammolo sgomberati dall' amministrazione comunale.
13 gennaio 2008
E il pruno bruciava
sabato 19 gennaio alle ore 21
Roberto Passone
NESSUN MISTERO SUI PROGETTI DELLA CUNEO MEDIEVALE
Per quel che mi compete in qualità di Consigliere Comunale Presidente della Quinta Commissione Consiliare Permanente (Cultura, Università, Sport e Manifestazioni, Pari Opportunità) assicuro massima disponibilità: nel mio agire politico traparenza e partecipazione sono due caratteristiche a cui tendo quotidianamente, non vuote dichiarazioni d'intenti.
Vorrei anche ricordare che l'importante progetto di ristrutturazione di S. Francesco e del Museo Civico, progetto finanziato totalmente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, è stato presentato in maniera dettagliata giovedì 20 dicembre con la convocazione congiunta delle Commisioni Cultura e Lavori Pubblici, alla presenza dei progettisti, delgli Assessori alla Cultura Alessandro Spedale ed ai Lavori Pubblici Giancarlo Boselli, dei rispettivi dirigenti dei due settori: a nessuno dei Commissari componenti le Commissioni, siano essi di maggioranza o di opposizione, è sfuggita l'importanza di un tale progetto, infatti il dibattito è stato ampio ed articolato.
Nessuna reticenza quindi, anzi, per quel che mi riguarda massima disponibilità ed attenzione: sono una "matricola", ho molto da imparare, mi ritengo un "amico del Museo Civico" per le lunghe frequentazioni non solo lavorative.
Un progetto così importante deve coinvolgere tutta la città.
Fabio Panero
Presidente della Commisione Cultura.
Le cose vanno molto male
Intanto Prodi ha continuato a dichiarare che le cose andavano benissimo, che non ci sarebbe stata una verifica bensì una messa a punto, un tagliando. Così siamo arrivati all’inizio dell’anno e al chiacchiericcio messmediatico sulla verifica. In sostanza il clima torna ad essere quello di una discussione sul come trovare una mediazione, temo al ribasso, per mantenere in vita il governo. I quattro partiti della sinistra al contrario che in autunno hanno una piattaforma comune, è vero, ma non c’è la determinazione necessaria affinché la trattativa con Prodi, Padoa Schioppa e Damiano sia reale. Quale trattativa vera si può fare se, per Mussi Diliberto e Pecoraro Scanio, non è contemplata una possibile rottura? Mentre i temi delle spese militari, della precarietà e dei diritti sono, almeno per il momento, in secondo piano, la questione salariale sconta già impostazioni radicalmente contrapposte. Da una parte le nostre richieste di tassazione delle rendite finanziarie al 20% al fine di finanziare una detassazione generalizzata sui redditi da lavoro dipendente e dall’altra l’attesa della trimestrale di cassa (a fine marzo) per vedere quante risorse eccedenti le previsioni saranno disponibili per intervenire sui salari. Come dire che noi proponiamo una redistribuzione del reddito strutturale e continuativa nel tempo e loro di destinare una parte del nuovo tesoretto per un’elemosina. Ma anche l’elemosina la vorrebbero usare per detassare gli aumenti salariali ottenuti nella contrattazione aziendale legandola agli aumenti di produttività. Così dopo aver incentivato, nel provvedimento sul welfare, le ore straordinarie (che sono causa non secondaria delle morti e degli incidenti sui luoghi di lavoro) ora vorrebbero incentivare la produttività per ora lavorata e assestare un altro duro colpo al contratto nazionale di lavoro. Nel frattempo, come se non bastasse, il governo affronta l’emergenza rifiuti in Campania con De Gennaro e con l’esercito. E in queste ore in cui scrivo le agenzie di stampa sono piene della polemica sulle funzioni dell’esercito che secondo De Gennaro dovrebbe "presidiare le discariche". Come si può vedere le cose non vanno affatto bene. Proprio per niente!
Ramon Mantovani
sabato 12 gennaio 2008
FARC-EP: ABBIAMO LIBERATO CLARA E CONSUELO!
FARC-EP: ABBIAMO LIBERATO CLARA E CONSUELO!
1. Onorando la parola e l’impegno, le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, FARC, consegnano oggi al Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez, alla senatrice Piedad Córdoba ed alla comunità internazionale Clara Rojas e Consuelo Gonzáles de Perdomo. Se il bambino Emmanuel non si trova tra le braccia di sua madre, è perché il Presidente Uribe Vélez lo tiene sequestrato a Bogotá. Deve liberarlo, affinché tutti si possa celebrare questo successo.
2. Questa liberazione umanitaria ed unilaterale ha luogo nonostante i bastoni tra le ruote messi dallo stesso Presidente Uribe, che, seguendo le linee di Washington, è un nemico giurato dello scambio di prigionieri e della pace con giustizia sociale. Nonostante le intense operazioni belliche del Plan Patriota, il sequestro delle prove di sopravvivenza, la cattura dei messaggeri umanitari che le portavano, il sequestro del piccolo Emmanuel a Bogotá e l’assurda pretesa di escludere dalla facilitazione la commissione umanitaria internazionale, abbiamo dato questo primo passo che da speranza e che invita a pensare nella possibilità della pace in Colombia.
3. Ora gli sforzi devono essere indirizzati ad ottenere la smilitarizzazione di Pradera e Florida quale scenario di dialogo governo-FARC per l’accordo e la materializzazione dello scambio, che renda possibile la liberazione di tutti i prigionieri in potere delle forze contendenti, sia di quelli detenuti sulle montagne sia dei guerriglieri incarcerati nelle prigioni del regime, compresi Sonia e Simón. La nostra volontà è indiscutibile. Senza dimenticare che nel passato recente abbiamo unilateralmente liberato 304 militari e poliziotti, catturati in combattimento, la consegna di Clara e Consuelo che oggi realizziamo riafferma la nostra disponibilità.
4. In realtà, siamo una forza belligerante in attesa di essere riconosciuta dai governi del mondo. Tale passo appianerebbe il tortuoso cammino alla ricerca della pace del popolo della Colombia. La nostra lotta è legittima; si basa sul diritto universale che hanno tutti popoli del mondo di sollevarsi contro l’oppressione. Il nostro padre, il Libertador Simón Bolívar, ci insegna che “quando il potere è oppressore, la virtù ha il diritto di abbatterlo”, e che “l’uomo virtuoso si solleva contro l’autorità che opprime ed è insopportabile, per sostituirla con una rispettata ed amabile”. E questo è, per l’appunto, l’impegno delle FARC.
5. Presidente Chávez, molte grazie. Il mondo non ha dubbi sul fatto che il suo immenso cuore palpita sinceramente per la pace della Colombia e per la redenzione dei popoli. Ringraziamo anche i governi e le personalità del mondo che lo hanno accompagnato, senza riserve, in questo nobile sforzo. E soprattutto, grazie al valoroso popolo venezuelano per il suo appoggio e la sua fratellanza. Ai familiari dei prigionieri ed agli amici dello scambio umanitario, il nostro appello a persistere. Conquisteremo lo scambio.
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della Colombia, 10 gennaio 2008
venerdì 11 gennaio 2008
Forgione: «La gestione commissariale è utile alla malavita. Va superata»
di Angela Mauro
Gennaio 2008
c/o il circolo "R.Luxemburg" in V.Saluzzo 28 a Cuneo
lunedì 14 gennaio - ore 21
Il Gandhi è un operaio con la passione per il pugilato e per l'attività politica. È infatti un convinto comunista, iscritto al PCI. Entra poi in contatto con un ragazzo omosessuale salvandolo da un'aggressione di alcuni teppisti nazifascisti. Scopre pian piano quanto il suo partito sia chiuso sulle questioni della morale sessuale, anche se questa sua nuova amicizia gli creerà dei problemi. Il film è molto divertente, brillante, intelligente e critica un certo tipo di sinistra di allora, ancora chiusa dal punto di vista della sessualità.
trailer: http://www.youtube.com/watch?v=ll01SIlLZqE
mercoledì 9 gennaio 2008
Senza (ulteriori) parole
Giuliano Giuliani
martedì 8 gennaio 2008
Rifondacuneo linkato dal sito nazionale del PRC
Cliccando su www.rifondazione.it se vai su territori - federazione di Cuneo, accedi direttamente al blog (anche molto bello il nuovo sito nazionale!)
Fabio
domenica 6 gennaio 2008
COMMENTI ALL'ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO
Sul piano istituzionale è fondamentale che la verifica di gennaio punti a riportare al centro il lavoro, la cancellazione delle leggi 30 e Bossi-Fini, la riduzione degli armamenti (non credo sia realistico voler inserire il disarmo nel programma di governo) con la moratoria su Vicenza, l'ambiente, i diritti civili.......... .
A mio avviso però l'obiettivo non può essere quello della uscita dal governo se tutto ciò non troverà immediata realizzazione. Non solo per la paura che altrimenti tornano "gli altri" (anche se non la sottovaluterei), ma soprattutto per il venir meno della possibilità di incidere con i "piccoli passi" sul lato istituzionale a sostegno dell'azione dal basso.
Molta parte dei movimenti (che sono decisamente attivi ma fortemente minoritari) riconosce la necessità di questa doppia azione ed anche quando critica aspramente la politica rappresentativa di sinistra sa di rivolgersi all'unica parte disposta al dialogo.
Mi auguro che le iscritte/i valutino attentamente questo aspetto nella consultazione che i partiti dovranno mettere in atto. Se una parte stesse meditando l'uscita dal partito non sia aprioristicamente convinta di lavorare così per il "bene comune" e non si aspetti una trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti.
Perdonate la mia intromissione, ma ho preso alla lettera la vostra "apertura".
Buon anno a tutti,
Oreste"
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"Ho letto la riflessione di Oreste Delfino sulla situazione del Prc e del suo rapporto con il governo del quale fa parte. Sebbene neanch'io sia iscritto al Prc, e nemmeno un elettore (non voto da una decina di anni e ne rivendico la valenza), mi sento comunque profondamente coinvolto dall'evolversi della sinistra, l'arcobaleno lo lascerei agli astronomi.
Per questo non posso trattenermi dal dire la mia, anche se non sono iscritto alla lista (scusate l'intrusione).
Partirei dalla fine, dalla "non scontata trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti". Vorrei ricordare che i movimenti Notav e Nodalmolin non hanno partecipato al 20 ottobre proprio per dare risalto alla loro contrapposizione a questo governo, e dopo l'approvazione del decreto sul welfare molti altri partecipanti a quella manifestazione hanno preso le distanze da questo governo, difficile immaginare che voltino le spalle a chi ora si assumesse la responsabilità di rappresentare le loro istanze anche a costo di uscire dal Prc o dal governo; quindi io a chi nel caso stesse meditando l'uscita dal partito invece che tarpare le ali con motivazioni tutte da verificare, farei un forte augurio.
Detto questo, riprendo dall'inizio ovvero dal paragone col governo Berlusconi. "Qualcosa è cambiato"? Sarà che sono diventato cieco, ma io non vedo molti cambiamenti; forse qualche legge ad personam in meno, ma asservimento agli Usa, agli interessi del capitalismo ed io aggiungerei a quelli della Chiesa del tutto invariati. Gli esempi di tutto ciò sono molteplici tendenti all'infinito: dal cuneo fiscale a tutto vantaggio delle imprese al rifinanziamento delle missioni di guerra, dall'abbandono della legge sui Dico all'aumento delle spese per armamenti, per continuare con la legge truffa sul Tfr, liberalizzazioni a senso unico, stralcio della norma anti-omofobia, scomparsa dal dibattito di un punto fondamentale del programma come la tassazione delle rendite ecc ecc. Se a tutto ciò aggiungiamo leggi addirittura peggiorative rispetto al governo precedente (come il decreto sul welfare) e i vari attacchi del ministro della giustizia alla magistratura (cosa inaudita quando a farlo era il governo Berlusconi) il bilancio forse pende addirittura a favore di quest'ultimo. Certo giudizi così in una discussione per email sono un po limitati e limitanti me ne rendo conto, ma testimoniano secondo me il fatto che non tutto può essere dato per scontato, manco la superiorità di Prodi su Berlusconi.
Il punto che però a mio parere è fondamentale, è come un partito possa presentarsi con un determinato programma agli elettori, raccoglierne la fiducia, per poi tradirla non su un provvedimento o poco più ma in maniera continuativa per un anno e mezzo su temi tra l'altro più disparati. In queste condizioni non si tratta più di tener conto del fatto di essere minoranza e quindi entrare in una certa logica di compromesso, si tratta di non rispettare la fiducia che una parte degli elettori hanno riposto nel Prc. Immagino che chi ha votato Rifondazione, lo abbia fatto in base ai cavalli di battaglia della campagna elettorale: lotta al precariato, aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, redistribuzione del reddito, no alla guerra ecc ecc. Allora la domanda è : è giusto rimanere in un governo che sistematicamente tradisce la fiducia di una buona parte dell'elettorato del Prc su più temi? Per non porre domande anche più esistenziali del tipo: é tutto ciò democratico? Io penso che non sia giusto e neppure democratico ricevere il voto in base a determinati principi per poi, una volta al governo, agire all'esatto contrario. Di più, non risulta neppure utile, anzi nel lungo periodo tutto ciò si rivelerà disastroso.
Per questo non sono per nulla d'accordo quando si dice che in ogni caso, anche se la verifica di gennaio avesse un esito negativo, non si dovrebbe uscire dal governo; al contrario a mio avviso alcuni dei principi del Prc e del suo elettorato (lotta al precariato e redistribuzione del reddito) dovrebbe almeno servire come linea di demarcazione oltre la quale si rischia di scambiare per piccoli passi quel che è soltanto uno strisciare ai piedi del capitale, ed a furia di strisciare si disimpara a camminare dritti.
Valerio Martinengo"
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"Carissimi,
raccolgo le sollecitazioni di Oreste perchè sono convinto che, al di la della formalità, possa far bene anche a Rifondazione conoscere gli umori dei non iscritti che comunque si muovono nell'area del cosiddetto" movimento". Per chiarezza esplicito subito il mio parere sulla permanenza al governo di Rifondazione. Credo che uscire , pur in seguito ad un dibattito e con serie motivazioni, da questo governo sia un errore politico ed un errore tout court per due ordini di motivi :
1) le probabili alternative ( Dini, Veltroni, Berlusconi ) sarebbero senza dubbio peggiori di questo che gia é drammatico,
2) il processo faticoso e contraddittorio di costruzione di una sinistra unita subirebbe un'inevitabile rallentamento se non uno stop.
Per arrivare a questa opinione ho dovuto preventivamente separare la ragionevolezza dall'emotività perlomeno fin dove quest'operazione é possibile. Lo sdegno e l'offesa personale provata alla notizia dei provvedimenti razzisti della maggioranza del governo , la delusione per aver toccato con mano il fatto che il programma elettorale fosse , già nelle intenzioni, aria fritta , la consapevolezza che anche nella scuola ( il mio lavoro) sia continuato il taglio dei fondi, la precarizzazione, la mortificazione della professionalità, l'incentivo alla selezione di classe e l'invasione di "insegnanti" della religione cattolica a fronte di tagli agli organici.... tutte queste cose unite alle tante altre che è inutile continuare a citare non possono che portare a dirci il famoso "tanto peggio , tanto meglio" ; torni pure berlusconi così magari ricominciano le lotte, il movimento riprende slancio e via... .Questo ragionamento, seppure suggestivo, rischia però, di fronte alla complessità della situazione, di essere velleitario se non masochista ( e su questo terreno la sinistra non é seconda a nessuno).
La (mia) ragionevolezza ( mi rendo conto che il fatto di presumerne il possesso possa essere anche presuntuoso e magari non condiviso ma tant'è ) parte da una constatazione: la crisi della politica, del concetto stesso di rappresentatività, o in una parola della democrazia non é un problema italiano. Nella stragrande maggioranza dei paesi dell' Unione europea per non parlare degli USA, della Russia, della Cina e fino a ieri dell'Australia ( i paesi ricchi) ci sono governi liberisti e di destra , dappertutto cresce la povertà e lo sfruttamento fino alla schiavitù, dappertutto la tv è usata come arma di rimbecillimento di massa. Non é un caso che tentativi di uscire dalla dittatura del "pensiero unico" messi in atto in America del sud vengono concordemente ostracizzati o descritti in termini caricaturali dai nostri maitre a penser ex di sinistra ed oggi al soldo della destra.
L'italia quindi non fa eccezione se non per il ricatto del potere vaticano che impedisce qualunque tentativo di avere uno stato laico e dignitoso. Altro motivo è ( a mio parere) la triste constatazione che questo sia un paese che alla moderna insicurezza che porta alla chiusura ed all'egoismo unisce un'anima bigotta e codina che è la cifra della nostra storia nazionale e che con il berlusconismo ed il leghismo ha trovato chi , come dice Ellekappa " ha trsformato i peggiori difetti degli italiani in qualità delle quali vantarsi".
Data questa situazione e l'egemonia ( rileggiamo Gramsci) dell'ideologia liberista questo governo é, nelle condizioni date, il meno peggio ed al suo interno Rifondazione ( meglio; la sinistra) può evitare almeno di peggiorare la situazione.
Altro motivo che mi porta ( per ora ) a considerare un errore l'uscita dal governo é la distinzione che occorre fare fra partiti e movimenti ed il rapporto che dovrebbe esserci fra queste due realtà: la non chiarezza rispetto a questo rapporto può causare( ha causato) equivoci e può portare alla paralisi o alla reciproca scomunica fra realisti e utopisti. Io credo invece che se tutti ( im primis il sottoscritto) ci attenessimo all'insegnamento del colibrì (inprimapersona 15/12) ed imparassimo la difficile arte dell'ascolto......questo si, potrebbe essere utile ( tutto questo vale fino al 2 gennaio quello che capiterà poi ........lo scopriremo solo vivendo).
Saluti
Gino Bertone"
venerdì 4 gennaio 2008
E' nato!
gioisce ed ingrandisce le sue fila:
E' nato un nuovo compagno (si spera..)!
Simone Parracone
figlio di Emanuel, Sindaco di Valdieri
Presentazione libro Guido Viale
Città di Cuneo
Fondazione Nuto Revelli
Bollati Boringhieri editore
invitano
Vita e morte dell’automobile
di Guido Viale
Bollati Boringhieri editore
Intervengono
Giorgio Airaudo segretario regionale F.I.O.M.-C.G.I.L.
Maurizio Magnabosco Amministratore Delegato A.M.I.A.T.
Marco Revelli Docente Scienza della Politica Università del Piemonte orientale
Sarà presente l’Autore
SABATO 12 GENNAIO 2008, ORE 17.00
presso
CENTRO INCONTRI DELLA PROVINCIA DI CUNEO
SALA FALCO
CORSO DANTE, 41
CUNEO
P e r i n f o r m a z i o n i
Mai tardi – Associazione Amici di Nuto
Fondazione Nuto Revelli
Tel. 0171-692789