Come per l'Abruzzo, da Cuneo
abbiamo organizzato con un gruppo di compagni e simpatizzanti per raggiungere
Cavezzo (MO) raccogliendo vestiti, cibo (anche per celiaci) a lunga
conservazione e prodotti per l'igiene, sia ai banchetti dei GAP (Gruppi di Acquisto
Popolare), sia ai banchetti finalizzati direttamente alla raccolta del
materiale davanti al centro commerciale di San Paolo.
Con un paio di incontri
precedenti, abbiamo consolidato il gruppo emigrante – Valerio, Luca, Gabriele,
Claudio, Sandra, Jelena e Giancarlo- divisi in tre macchine, per poter
caricarle di scatole di prodotti, oltre che di volontari.
Dopo 400 km circa, l'arrivo
al campo di Cavezzo dove, diversamente dalla Libera Repubblica di Fossoli (MO)
il quale è un campo autogestito con le BSA, è una sede operativa di smistamento
e consegna del materiale tramite le Volanti Rosse (o Staffette) che consistono
nel portare nei paesi, campagne e frazioni ciò che la gente ha bisogno,
stabilendo con loro un rapporto di cooperazione, fiducia e gestione, perché ciò
che le BSA fanno è supportare i bisogni della popolazione, con casa inagibile,
ma anche aiutare nell'organizzazione di campi autogestiti dalla gente stessa,
dal basso e verso il basso.
In Emilia la Protezione
Civile non è arrivata ovunque anzi molti paesi e città sono rimaste senza
supporto, lacuna riempita dalle BSA, PRC, associazioni locali di volontariato,
Emergency, cooperative, Croce Rossa, squadre di psicologi e persone singole.
Alcuni paesi sono stati più
colpiti, riportando gravi danni alle case (Cavezzo, Rovereto e paesi limitrofi)
e altri meno, dove la gente è dominata dalla paura di rientrare nella propria
casa, a seguito del trauma psicologico riportato nel subire le scosse nel
momento che si è nella propria abitazione.
Ogni giorno sveglia alle
6.30-7, durante la colazione si organizzano le Staffette dove i volontari
mettono a disposizione le proprie auto per gruppi di tre persone, i quali
consegnano i prodotti ai contatti presi nelle Staffette precedenti, parlando
con le persone che vivono le tende sparse, chiedendo qual è la situazione della
propria casa (inagibilità temporanea o definitiva), la loro situazione
lavorativa (se con lavoro o in cassa integrazione o disoccupati) e se sapevano
di altre persone che avessero bisogno nelle vicinanze. Il problema principale
che segue la diffusa assenza della PC nei territori è la mancata presenza di
campi che raggruppino le persone, creando piccoli campi (composti da poche
tende) negli spazi verdi delle città, nel giardino di casa o nei parchi cittadini;
la situazione porta ad un isolamento delle famiglie, ognuna chiusa nel proprio
dolore e impotente di reagire alla mancanza di supporto da parte delle
Istituzioni. L'importanza di aggregare la gente, obiettivo o mezzo delle BSA,
ha come finalità l'autogestione e autoorganizzazione in gruppi e non
singolarmente, perché chi è solo si sente impotente, al contrario in gruppo si
fa forza l'uno con l'altro organizzandosi nella gestione della vita collettiva
(cucina, lavanderia, magazzino, ecc).
Al termine dei due turni di
Staffette (uno al mattino e l'altro al pomeriggio) si torna a Cavezzo e dopo
cena ci si riunisce in assemblea dove si racconta la propria esperienza della
giornata, i problemi e le soddisfazioni, si stila una mappa dei contatti nel
raggio di 30 km da Cavezzo e ci si organizza per gli interventi e le Volanti
dei giorni seguenti. Le assemblee democratiche (dove non ci sono capi ma ognuno
è responsabile di qualcosa nel suo piccolo) sono indispensabili per organizzare
le azioni da fare, per esternare le proprie perplessità o certezze, per
debriefing di gruppo, per confrontarsi, per sfogarsi, in modo sempre
costruttivo.
Le BSA sono nate nel 2009 dal
terremoto in Abruzzo, hanno coinvolto moltissimi volontari, creando un gruppo
eterogeneo e dinamico di tutte le età e provenienti da tutta Italia (Livorno,
Cuneo, Roma, Milano, Bergamo, Viterbo e molti altri), da ambienti di
Rifondazione Comunista, centri sociali, Fasce Rosse (nate dall'alluvione in
Liguria) e altri ambienti di sinistra, ma anche persone che non si sentono
appartenenti ad ambienti politici ma che condividono i principi
dell'Autoorganizzazione dal basso e verso il basso, che contraddistingue le
Brigate dalle organizzazioni istituzionali con struttura gerarchica e militare
che gestisce insediandosi nei territori e mettendo in atto sussistenza e carità
cristiana. Inoltre è importante sottolineare che le BSA non 'gestiscono' i
campi perché non ci si insediano ma danno il loro 'supporto' ad autogestire il
campo da parte dei cittadini stessi.
Questa esperienza ci ha
lasciato molto, ci ha insegnato che le parole non bastano a cambiare le cose,
le azioni sono la loro concretizzazione e in stato di emergenza (che solo sulla
carta è destinato a finire il 29 luglio) non basta spedire il “sms” per devolvere
2 euro a chi sa chi, ma bisogna agire mettendosi in discussione, magari
sbagliando e litigando ma sempre confrontandosi in questo laboratorio fatto di
cooperazione sempre in movimento, composto da tantissime anime che si
relazionano per far fronte alla situazione del dopo-terremoto. Nessuno
volontario arriva con l'obiettivo di “salvare il mondo” ma in modo umile si
mette in gioco impiegando il proprio tempo, le proprie ferie e le proprie
vacanze per cambiare qualcosa in questo mondo o paese, oppure almeno a provarci
in prima persona.
Per questo che stiamo
organizzando un altro turno di volontari per la seconda metà di Agosto per
concretizzare le belle parole, le quali se non divengono azioni rimangono
sogni, destinati prima o poi a svanire.
“Uniti siamo tutto, divisi
siam canaglia” Brigate di Solidarietà Attiva
(brigatesolidarietaattiva.blogspot.com)
Gabriele Curti, Giovani
Comunisti Cuneo
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