sabato 14 luglio 2012

In ritorno dall'Emilia: il racconto delle BSA.


Come per l'Abruzzo, da Cuneo abbiamo organizzato con un gruppo di compagni e simpatizzanti per raggiungere Cavezzo (MO) raccogliendo vestiti, cibo (anche per celiaci) a lunga conservazione e prodotti per l'igiene, sia ai banchetti dei GAP (Gruppi di Acquisto Popolare), sia ai banchetti finalizzati direttamente alla raccolta del materiale davanti al centro commerciale di San Paolo.
Con un paio di incontri precedenti, abbiamo consolidato il gruppo emigrante – Valerio, Luca, Gabriele, Claudio, Sandra, Jelena e Giancarlo- divisi in tre macchine, per poter caricarle di scatole di prodotti, oltre che di volontari.

Dopo 400 km circa, l'arrivo al campo di Cavezzo dove, diversamente dalla Libera Repubblica di Fossoli (MO) il quale è un campo autogestito con le BSA, è una sede operativa di smistamento e consegna del materiale tramite le Volanti Rosse (o Staffette) che consistono nel portare nei paesi, campagne e frazioni ciò che la gente ha bisogno, stabilendo con loro un rapporto di cooperazione, fiducia e gestione, perché ciò che le BSA fanno è supportare i bisogni della popolazione, con casa inagibile, ma anche aiutare nell'organizzazione di campi autogestiti dalla gente stessa, dal basso e verso il basso.
In Emilia la Protezione Civile non è arrivata ovunque anzi molti paesi e città sono rimaste senza supporto, lacuna riempita dalle BSA, PRC, associazioni locali di volontariato, Emergency, cooperative, Croce Rossa, squadre di psicologi e persone singole.
Alcuni paesi sono stati più colpiti, riportando gravi danni alle case (Cavezzo, Rovereto e paesi limitrofi) e altri meno, dove la gente è dominata dalla paura di rientrare nella propria casa, a seguito del trauma psicologico riportato nel subire le scosse nel momento che si è nella propria abitazione.
Ogni giorno sveglia alle 6.30-7, durante la colazione si organizzano le Staffette dove i volontari mettono a disposizione le proprie auto per gruppi di tre persone, i quali consegnano i prodotti ai contatti presi nelle Staffette precedenti, parlando con le persone che vivono le tende sparse, chiedendo qual è la situazione della propria casa (inagibilità temporanea o definitiva), la loro situazione lavorativa (se con lavoro o in cassa integrazione o disoccupati) e se sapevano di altre persone che avessero bisogno nelle vicinanze. Il problema principale che segue la diffusa assenza della PC nei territori è la mancata presenza di campi che raggruppino le persone, creando piccoli campi (composti da poche tende) negli spazi verdi delle città, nel giardino di casa o nei parchi cittadini; la situazione porta ad un isolamento delle famiglie, ognuna chiusa nel proprio dolore e impotente di reagire alla mancanza di supporto da parte delle Istituzioni. L'importanza di aggregare la gente, obiettivo o mezzo delle BSA, ha come finalità l'autogestione e autoorganizzazione in gruppi e non singolarmente, perché chi è solo si sente impotente, al contrario in gruppo si fa forza l'uno con l'altro organizzandosi nella gestione della vita collettiva (cucina, lavanderia, magazzino, ecc).
Al termine dei due turni di Staffette (uno al mattino e l'altro al pomeriggio) si torna a Cavezzo e dopo cena ci si riunisce in assemblea dove si racconta la propria esperienza della giornata, i problemi e le soddisfazioni, si stila una mappa dei contatti nel raggio di 30 km da Cavezzo e ci si organizza per gli interventi e le Volanti dei giorni seguenti. Le assemblee democratiche (dove non ci sono capi ma ognuno è responsabile di qualcosa nel suo piccolo) sono indispensabili per organizzare le azioni da fare, per esternare le proprie perplessità o certezze, per debriefing di gruppo, per confrontarsi, per sfogarsi, in modo sempre costruttivo.
Le BSA sono nate nel 2009 dal terremoto in Abruzzo, hanno coinvolto moltissimi volontari, creando un gruppo eterogeneo e dinamico di tutte le età e provenienti da tutta Italia (Livorno, Cuneo, Roma, Milano, Bergamo, Viterbo e molti altri), da ambienti di Rifondazione Comunista, centri sociali, Fasce Rosse (nate dall'alluvione in Liguria) e altri ambienti di sinistra, ma anche persone che non si sentono appartenenti ad ambienti politici ma che condividono i principi dell'Autoorganizzazione dal basso e verso il basso, che contraddistingue le Brigate dalle organizzazioni istituzionali con struttura gerarchica e militare che gestisce insediandosi nei territori e mettendo in atto sussistenza e carità cristiana. Inoltre è importante sottolineare che le BSA non 'gestiscono' i campi perché non ci si insediano ma danno il loro 'supporto' ad autogestire il campo da parte dei cittadini stessi.
Questa esperienza ci ha lasciato molto, ci ha insegnato che le parole non bastano a cambiare le cose, le azioni sono la loro concretizzazione e in stato di emergenza (che solo sulla carta è destinato a finire il 29 luglio) non basta spedire il “sms” per devolvere 2 euro a chi sa chi, ma bisogna agire mettendosi in discussione, magari sbagliando e litigando ma sempre confrontandosi in questo laboratorio fatto di cooperazione sempre in movimento, composto da tantissime anime che si relazionano per far fronte alla situazione del dopo-terremoto. Nessuno volontario arriva con l'obiettivo di “salvare il mondo” ma in modo umile si mette in gioco impiegando il proprio tempo, le proprie ferie e le proprie vacanze per cambiare qualcosa in questo mondo o paese, oppure almeno a provarci in prima persona.
Per questo che stiamo organizzando un altro turno di volontari per la seconda metà di Agosto per concretizzare le belle parole, le quali se non divengono azioni rimangono sogni, destinati prima o poi a svanire.

“Uniti siamo tutto, divisi siam canaglia” Brigate di Solidarietà Attiva (brigatesolidarietaattiva.blogspot.com)

Gabriele Curti, Giovani Comunisti Cuneo

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