sabato 10 marzo 2007

Convegno: CARCERE E TERRITORIO

CARCERE E TERRITORIO
Convegno a Cuneo, presso il Centro Incontri della Provincia, c.so Dante 42
venerdì 16 marzo ore 21 "sala "Falco" e sabato 17 marzo ore 9.30 sala "B"

Tra i pochi impegni assunti nella campagna elettorale del 2005 (regionali), il maggiore era stato quello di visitare, se eletto, tutte le carceri piemontesi.
Ho terminato il giro nel primo anno di mandato e ora ho iniziato il secondo.

La differenza: l’alleggerimento prodotto dal tanto discusso indulto del luglio scorso.
La situazione resta pesantissima, colma di enormi problemi sociali e materiali. La struttura delle carceri è vecchia e spesso cadente, anche alcune recenti presentano problemi enormi; non a caso, pochi decenni fa vi fu lo scandalo delle carceri d’oro (speculazioni, costi aumentati, a danno della qualità e delle condizioni di vita dei detenuti, appalti…). Le stesse norme nazionali sugli spazi, sulla metratura delle celle, sui servizi igienici non sono quasi mai applicate.
La continua penuria di fondi rende difficili anche i lavori ordinari, quelli di semplice manutenzione.
Il rapporto con la realtà esterna è spesso difficile. Gli operatori, le associazioni di volontariato, tutti i gruppi che operano su questa realtà si impegnano al massimo, ma il muro carcere/società, istituzione totale/città continua a vivere, soprattutto nella mentalità comune, nei comportamenti, spesso anche nella scarsa attenzione di forze politiche ed amministrazioni locali.
La realtà piemontese presenta situazioni differenziate: carceri per detenuti con condanne brevi (massimo tre o cinque anni) quali Fossano e Verbania, quindi con condizioni e rapporti migliori rispetto alla media, realtà con problemi strutturali pesanti (Ivrea), altre con attività interne, ma un sovraffollamento gravissimo (Torino), altre ancora con la realtà specifica di sezioni soggette all’articolo 41 bis (quello nato negli anni di piombo) con rigida limitazione di ogni forma di contatto esterno (visite, aria…).
Ogni realtà presenta problemi specifici anche per i problemi della polizia carceraria che abbiamo imparato a conoscere meglio in questi mesi: carenza di organici, lontananza degli agenti da casa, difficoltà di inserimento nel nuovo ambiente e di trovare abitazione, contratti di lavoro spesso scaduti da anni….
Il nostro convegno vuole iniziare a ragionare su questi temi, ma soprattutto sulla progressiva trasformazione della realtà carceraria nel corso degli ultimi decenni.
Ovvia la trasformazione della tipologia media dei detenuti: i carcerati degli anni ’40 e ’50 (disoccupati, ladri, alcolizzati, mendicanti…) vengono progressivamente sostituiti da immigrati dal meridione e da fenomeni legati ai processi di inurbamento. Gli anni ’70 vedono una maggiore presenza di una dimensione politica, legata agli “anni di piombo”. Tra i ’70 e gli ’80 il fenomeno della tossicodipendenza ha un riflesso pesante anche sulla realtà carceraria.
Negli anni ’80 si hanno prima la legge sulla depenalizzazione dei reati minori, poi la legge Gozzini che apre a misure alternative alla detenzione (semilibertà, affidamento in prova).
La realtà attuale, almeno pre-indulto, vede almeno un terzo di detenuti immigrati da paesi poveri, un terzo detenuto per tossicodipendenza.
E’ ovvio che solo una modificazione di leggi può invertire la tendenza ad una società che fa sempre più ricorso alla detenzione (cosa chiesta da parte consistente dell’opinione pubblica), che il carcere deve entrare veramente “nell’agenda politica” non come tema secondario, che anche i nostri iscritti debbano coglierne l’importanza.
Proposte elementari debbono essere presentate sulla sanità carceraria, sulle forme di contatto con la città (dagli autobus, alle biblioteche, agli spettacoli), sul lavoro (tema centrale e ineludibile, da quello interno a quello esterno), sui temi specifici relativi agli immigrati (lingua, contatti con la famiglia…), soprattutto sul dopo carcere (accoglienza, avviamento al lavoro) per impedire le ricadute.
Per questo ci è indispensabile la presenza di operatori, educatori, direttori, agenti di polizia, (ex) detenuti.
Il pianeta carcere è spesso sconosciuto, spesso frammentato in isole incomunicanti, spesso volutamente ignorato. Il lavoro dei consiglieri e dei parlamentari è piccola parte di quanto si può mettere in campo, ma può sommarsi ad un impegno quotidiano e spesso poco conosciuto di migliaia e migliaia di uomini e donne che a questo hanno dedicato il proprio tempo e le proprie energie.
Al convegno parteciperanno, oltre a me, il consigliere regionale Bossuto, la senatrice Alfonzi ed esperti che speriamo vogliate conoscere partecipando.

Sergio Dalmasso
Consigliere regionale Rifondazione Comunista

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