giovedì 1 marzo 2007

Le ragioni di Turigliatto

Cari compagni e compagne, amici e amiche,

Sono in attesa che il Senato accetti le mie dimissioni, che comunque non ho ritirato e non ritirerò. Nel frattempo, nei prossimi giorni sono chiamato a esprimere il mio voto sulla fiducia al governo Prodi. Vorrei dunque spiegare le ragioni della mia scelta di dare un voto a favore, che definerei tecnico, pur respingendo tutti i dodici punti del governo Prodi nel loro complesso. Nel mio intervento al Senato, infatti, spiegherò con molta nettezza che non si potrà contare su di me per approvare la missione in Afghanistan, né per realizzare la TAV o la controriforma delle pensioni. Non lo si potrà fare perché io non voterò queste misure, anche se su di esse si rischiasse una nuova crisi di governo. E, va da sé che continuerò con voi la battaglia contro la base di Vicenza.
Con il mio rifiuto di votare a favore della politica estera del governo, non ho mai avuto intenzione di compiere un gesto politicista per provocare una crisi di governo. Il mio è stato un gesto di responsabilità nei confronti delle mie convinzioni e di quelle di chi, come me, si sente distante da una politica estera che continua a fare la guerra, sia pure multilaterale; che sostiene una concezione liberista dell’Europa; che pensa che inviare soldati in giro per il mondo sia un modo per “contare” nei luoghi della politica internazionale. Un gesto animato dal rifiuto di lasciarmi convincere a considerare come una missione di civiltà e di pace quella che non è altro che un’occupazione militare. Un piccolo gesto a sostegno di quella straordinaria lotta di Vicenza contro la costruzione di una base che distrugge il territorio e che sarà uno strumento fondamentale del dispositivo USA di intervento nella guerra globale e permanente. Un gesto di cui non mi pento e che ripeterei in ogni momento. Il mio dissenso con la politica estera del governo muove da qui e non può che essere ricollegato alla mia irriducibile opposizione alla guerra in Afghanistan e alla decisione del governo di autorizzare il raddoppio della base di Vicenza. Il senso del mio voto, in dissenso dal mio partito, ma in dissenso su un punto che considero fondativo e fondante per chiunque faccia politica, il no alla guerra, è tutto qui.
Non credo di essere stato io il responsabile della crisi di governo, della quale i primi responsabili sono il governo stesso e le politiche che ha adottato in tutti questi mesi, e che lo hanno sempre più allontanato da chi lo aveva votato. Una crisi nata per ragioni in parte oscure, in parte dovute alla volontà dell’ala riformista dell’Unione di drammatizzare la situazione, per intimare alla sinistra alternativa il silenzio sulle questioni più scottanti. Una crisi che è servita a stoppare qualsiasi rivendicazione e a sancire il corso “liberale” dell’attività di governo. In questo senso il dibattito al Senato è stato un ricatto, in particolar modo su Vicenza. Anche per questo ho detto no.
L’uscita dalla crisi mi sembra che confermi questo giudizio. I dodici punti presentati da Prodi sono la sanzione di una svolta liberista e di una decisa volontà di affermare una politica di sacrifici e di guerra multilaterale. Gli attacchi di cui sono stato fatto oggetto, lo spauracchio del ritorno di Berlusconi al governo, nuovamente agitato dai miei accusatori, erano finalizzati proprio a nascondere questa realtà: il fatto che il bilancio di questi mesi di governo Prodi è fortemente negativo e che ciò che si profila è un’azione di governo ancora peggiore della precedente. Questo giudizio, ovviamente, non è condiviso dal mio partito, che invece sostiene fortemente il nuovo governo. Èd è stato accolto in vario modo dalla società civile, dai movimenti, da quadri sindacali, da esponenti del pacifismo radicale, dagli stessi che il 17 febbraio sono scesi in piazza a Vicenza. La paura di un ritorno delle destre al governo, infatti, è molto forte. C’è chi pensa, inoltre, che la partita con il governo Prodi non sia chiusa e che la sua sopravvivenza costituisca il quadro in cui ottenere risultati più avanzati o comunque una dialettica democratica.
Non avendo deciso io di provocare la caduta del governo Prodi penso che sia giusto verificare queste intenzioni, dialogare con tanta parte del movimento e del “popolo della sinistra” che la pensa così, permettendo al governo Prodi di rimanere in piedi. Ma penso che questo si possa fare solo nella estrema chiarezza delle posizioni. Non sarò mai disponibile a votare la guerra in Afghanistan né a rendermi complice delle politiche antipopolari di questo governo.
Ovviamente, non prevedo un futuro agevole. I 12 punti presentati dal governo sono un arretramento e uno schiaffo ai movimenti e agli stessi partiti della sinistra alternativa. Prevedo dunque una fase in cui andrà sviluppata un’opposizione sociale alle misure del governo Prodi, opposizione che dovrà avere anche ricadute parlamentari. Questa è la mia intenzione. Per dirla con una battuta, è possibile scegliersi il governo a cui fare opposizione, rendendo incomprimibili alcuni principi e alcuni vincoli per me essenziali: quelli con il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, quelli con le comunità popolari in lotta contro la TAV, i rigassificatori, per la difesa dell’ambiente, quelli con il movimento pacifista che si è visto recentemente a Vicenza. Sono questi i vincoli che regolano la mia attività politica, non un’astratta coerenza ideale, ma un progetto politico che mi ha accompagnato per tutta la vita.
Negli ultimi quindici anni questi vincoli, questi convincimenti hanno coinciso perfettamente con quelli di Rifondazione comunista. Qualche giorno fa, però, il mio partito mi ha dichiarato “incompatibile” semplicemente perché sono rimasto fedele al programma storico del Prc. Non voglio discutere di una scelta che mi riguarda, ma posso dire una cosa. Ho costruito Rifondazione fin dalle fondamenta, l’ho difesa quando era sotto attacco, ho passato centinaia di ore davanti alle fabbriche torinesi e in giro per l’Italia a parlare con gli operai e le operaie. La minaccia di espulsione dal partito mi amareggia e mi delude allo stesso tempo. Ma è il frutto di un cambiamento di fondo delle priorità del Prc e della sua azione: alcune idealità superiori sono messe al servizio di un progetto politico contingente, compiendo un processo di snaturamento della sinistra che mi lascia interdetto. E soprattutto mettendo alla berlina una qualità fondante della politica – la coerenza tra coscienza e azione - la cui assenza è oggi alla base di quella “crisi” di cui si discute da oltre un decennio. Non è la prima volta nella storia che chi da sinistra si oppone alla guerra, chi dice no in Parlamento, contro tutto e tutti, sia accusato di essere affetto da uno “splendido isolamento”, di essere “un’anima bella”, “incapace di realismo”, “irresponsabile” o “idealista”: queste accuse non fanno male a me, ma a un’esperienza in cui ho creduto e riposto tutto il mio impegno e che oggi viene meno per responsabilità di chi ha deciso di piegarsi all’esistente.
Per tenere fede alle mie convinzioni e ai miei vincoli è stato messo in discussione il vincolo che mi legava al partito e addirittura un governo ha dovuto dimettersi. Non mi ritengo così importante e così essenziale. Forse tutto questo rappresenta la spia di molteplici contraddizioni che riguardano la sinistra nel suo insieme e il rapporto tra il governo e la sua gente. Un rapporto logorato come dimostrano tutti i sondaggi e gli episodi di malcontento. Per parte mia non posso che continuare a ribadire quanto detto e fatto negli ultimi giorni. Se l’aula respingerà le mie dimissioni, e dunque finché sarò al Senato, io voterò ancora contro la guerra, perché il no alla guerra e il rapporto con il movimento operaio costituiscono la bussola del mio agire politico: esse sono da sempre l’alfa e l’omega di una prospettiva di classe ed anticapitalista.
Permettetemi dunque di ringraziarvi per le parole che avete utilizzato nei miei confronti, spesso commoventi. Onestamente non credo nemmeno di meritarle, semplicemente perché in questo mondo sembra anormale quello che alle persone serie dovrebbe sembrare normale: agire secondo le proprie convinzioni. Se questo piccolo gesto sarà servito a riabilitare questa logica che ad alcuni sembra, con giudizio sprezzante, troppo “idealista”, allora sarà stato utile. La mia strada è comunque questa e spero di continuare a percorrerla insieme a voi. Ancora grazie.

Roma, 28.02.2007

Franco Turigliatto

2 commenti:

Anonimo ha detto...

lettera
aperta al compagno turigliatto

turi scrive:
> Cari compagni e compagne, amici e amiche,
>
> Sono in attesa che il Senato accetti le mie dimissioni, che comunque
> non ho ritirato e non ritirerò. Nel frattempo, nei prossimi giorni
> sono chiamato a esprimere il mio voto sulla fiducia al governo Prodi.
> Vorrei dunque spiegare le ragioni della mia scelta di dare un voto a
> favore, che definerei tecnico, pur respingendo tutti i dodici punti
> del governo Prodi nel loro complesso. Nel mio intervento al Senato,
> infatti, spiegherò con molta nettezza che non si potrà contare su di
> me per approvare la missione in Afghanistan, né per realizzare la TAV
> o la controriforma delle pensioni. Non lo si potrà fare perché io non
> voterò queste misure, anche se su di esse si rischiasse una nuova
> crisi di governo. E, va da sé che continuerò con voi la battaglia
> contro la base di Vicenza.
>
>
> Con il mio rifiuto di votare a favore della politica estera del
> governo, non ho mai avuto intenzione di compiere un gesto politicista
> per provocare una crisi di governo. Il mio è stato un gesto di
> responsabilità nei confronti delle mie convinzioni e di quelle di chi,
> come me, si sente distante da una politica estera che continua a fare
> la guerra, sia pure multilaterale; che sostiene una concezione
> liberista dell'Europa; che pensa che inviare soldati in giro per il
> mondo sia un modo per "contare" nei luoghi della politica
> internazionale. Un gesto animato dal rifiuto di lasciarmi convincere a
> considerare come una missione di civiltà e di pace quella che non è
> altro che un'occupazione militare. Un piccolo gesto a sostegno di
> quella straordinaria lotta di Vicenza contro la costruzione di una
> base che distrugge il territorio e che sarà uno strumento
> fondamentale del dispositivo USA di intervento nella guerra globale e
> permanente. Un gesto di cui non mi pento e che ripeterei in ogni
> momento. Il mio dissenso con la politica estera del governo muove da
> qui e non può che essere ricollegato alla mia irriducibile opposizione
> alla guerra in Afghanistan e alla decisione del governo di autorizzare
> il raddoppio della base di Vicenza. Il senso del mio voto, in dissenso
> dal mio partito, ma in dissenso su un punto che considero fondativo e
> fondante per chiunque faccia politica, il no alla guerra, è tutto qui.
hahaha! un comunista pacifista.. ma pensa te.. adesso il no alla guerra
è il "punto fondante PER CHIUNQUE FACCIA POLITICA". questo è una battuta
che, indipendentemente dal comico di turno (l'ultima volta in lista:
ferrando) mi fa ridere sempre: un po' come la vecchia torta in faccia

in più: ma chi te l'ha fatto fare di farti eleggere, cazzone! era
chiaro a tutti che se il programma dell'uniò esplicitava il ritiro
dall'iraq, voleva dire che dall'afghanistan non ci si muoveva.

a questo punto che fai? ogni sei mesi fotti tutto sapendo che eri
contrario da prima? e tu saresti un "politico di professione"?

> Non credo di essere stato io il responsabile della crisi di governo,
> della quale i primi responsabili sono il governo stesso e le politiche
> che ha adottato in tutti questi mesi, e che lo hanno sempre più
> allontanato da chi lo aveva votato. Una crisi nata per ragioni in
> parte oscure, in parte dovute alla volontà dell'ala riformista
> dell'Unione di drammatizzare la situazione, per intimare alla sinistra
> alternativa il silenzio sulle questioni più scottanti. Una crisi che è
> servita a stoppare qualsiasi rivendicazione e a sancire il corso
> "liberale" dell'attività di governo. In questo senso il dibattito al
> Senato è stato un ricatto, in particolar modo su Vicenza. Anche per
> questo ho detto no.

"il mio è stato un gesto di responsabilità nei confronti delle mie
convinzioni":

che cazzo vuol dire? responsabilità mica significa tener fede alle
proprie convinzioni sempre e comunque, significa fare la scelta giusta
MAGARI ANCHE A SCAPITO delle proprie inclinazioni.

non dico che dovevi essere resp., ma messa così è come dire ho mangiato
un gelato come gesto di responsabilità perchè avevo caldo e mi piace il
cioccolato con la panna..

"non son io il responsabile della crisi di govenro"

see.. in sto paese nessuno è responsabile di niente, è tutto un chiagne
e fotti..

"primi responsabili sono il governo stesso e le politiche che ha
adottato in tutti questi mesi"

come i bambini: la colpa è sua, non delle mie cazzate (ops: scelte
coerenti..)

>
> L'uscita dalla crisi mi sembra che confermi questo giudizio. I dodici
> punti presentati da Prodi sono la sanzione di una svolta liberista e
> di una decisa volontà di affermare una politica di sacrifici e di
> guerra multilaterale. Gli attacchi di cui sono stato fatto oggetto, lo
> spauracchio del ritorno di Berlusconi al governo, nuovamente agitato
> dai miei accusatori, erano finalizzati proprio a nascondere questa
> realtà: il fatto che il bilancio di questi mesi di governo Prodi è
> fortemente negativo e che ciò che si profila è un'azione di governo
> ancora peggiore della precedente. Questo giudizio, ovviamente, non è
> condiviso dal mio partito, che invece sostiene fortemente il nuovo
> governo. Èd è stato accolto in vario modo dalla società civile, dai
> movimenti, da quadri sindacali, da esponenti del pacifismo radicale,
> dagli stessi che il 17 febbraio sono scesi in piazza a Vicenza. La
> paura di un ritorno delle destre al governo, infatti, è molto forte.
> C'è chi pensa, inoltre, che la partita con il governo Prodi non sia
> chiusa e che la sua sopravvivenza costituisca il quadro in cui
> ottenere risultati più avanzati o comunque una dialettica democratica.
>
>
> Non avendo deciso io di provocare la caduta del governo Prodi penso
> che sia giusto verificare queste intenzioni, dialogare con tanta parte
> del movimento e del "popolo della sinistra" che la pensa così,
> permettendo al governo Prodi di rimanere in piedi. Ma penso che questo
> si possa fare solo nella estrema chiarezza delle posizioni. Non sarò
> mai disponibile a votare la guerra in Afghanistan né a rendermi
> complice delle politiche antipopolari di questo governo.

blablabla: le politiche antipopolari, il tav, la controriforma delle
pensioni. i soliti quattro slogan - con l'aggiunta di vicenza - che
servono a cadere sempre in piedi e a giustificare tutto

la chicca sotto è "le centinaia di ore davanti alle fabbriche torinesi
e in giro per l'Italia a parlare con gli operai e le operaie"

ah tù, guarda che a me e a tanti altri non ci rappresenti proprio un
cazzo. neanche prodi, per carità, ma almeno avevamo fatto la scelta
giusta: sostenere un governo che fa un po' schifo perchè gli altri sono
dei cazzo di mostri.. se per te è poco..

> Ovviamente, non prevedo un futuro agevole. I 12 punti presentati dal
> governo sono un arretramento e uno schiaffo ai movimenti e agli stessi
> partiti della sinistra alternativa. Prevedo dunque una fase in cui
> andrà sviluppata un'opposizione sociale alle misure del governo Prodi,
> opposizione che dovrà avere anche ricadute parlamentari. Questa è la
> mia intenzione. Per dirla con una battuta, è possibile scegliersi il
> governo a cui fare opposizione, rendendo incomprimibili alcuni
> principi e alcuni vincoli per me essenziali: quelli con il movimento
> dei lavoratori e delle lavoratrici, quelli con le comunità popolari in
> lotta contro la TAV, i rigassificatori, per la difesa dell'ambiente,
> quelli con il movimento pacifista che si è visto recentemente a
> Vicenza. Sono questi i vincoli che regolano la mia attività politica,
> non un'astratta coerenza ideale, ma un progetto politico che mi ha
> accompagnato per tutta la vita.

ecco la prima cosa sensata e "politica": "I 12 punti presentati dal
governo sono un arretramento".

ora, a chi dobbiamo i 12 punti? a chi dobbiamo lo scivolamento sul già
sdrucciolevole terreno dei dico? guarda se fossi un glbt ti verrei a
cercare sotto casa dopo essere passato a bruciare il citofono della
binetti..

non capisco quest'idea secondo cui, per salvare l'anima alla sinistra -
in realtà a QUALCHE sinistro, perchè io dell'anima me ne batto il cazzo
- si devono perforza creare le condizioni in cui ce la prendiamo nel
culo tutti.

> Negli ultimi quindici anni questi vincoli, questi convincimenti hanno
> coinciso perfettamente con quelli di Rifondazione comunista. Qualche
> giorno fa, però, il mio partito mi ha dichiarato "incompatibile"
> semplicemente perché sono rimasto fedele al programma storico del Prc.
> Non voglio discutere di una scelta che mi riguarda, ma posso dire una
> cosa. Ho costruito Rifondazione fin dalle fondamenta, l'ho difesa
> quando era sotto attacco, ho passato centinaia di ore davanti alle
> fabbriche torinesi e in giro per l'Italia a parlare con gli operai e
> le operaie. La minaccia di espulsione dal partito mi amareggia e mi
> delude allo stesso tempo. Ma è il frutto di un cambiamento di fondo
> delle priorità del Prc e della sua azione: alcune idealità superiori
> sono messe al servizio di un progetto politico contingente, compiendo
> un processo di snaturamento della sinistra che mi lascia interdetto. E
> soprattutto mettendo alla berlina una qualità fondante della politica
> - la coerenza tra coscienza e azione - la cui assenza è oggi alla base
> di quella "crisi" di cui si discute da oltre un decennio. Non è la
> prima volta nella storia che chi da sinistra si oppone alla guerra,
> chi dice no in Parlamento, contro tutto e tutti, sia accusato di
> essere affetto da uno "splendido isolamento", di essere "un'anima
> bella", "incapace di realismo", "irresponsabile" o "idealista": queste
> accuse non fanno male a me, ma a un'esperienza in cui ho creduto e
> riposto tutto il mio impegno e che oggi viene meno per responsabilità
> di chi ha deciso di piegarsi all'esistente.

per chiarire: ok il mandato personale dei deputati e tutto quanto, ma
se un partito sta con il governo e io lo faccio cadere allora è
responsabilità di ENTRAMBI dirsi addio..

cazzarola sostenere o meno un governo è l'atto politico fondamentale,
che, singolarmente, vale più di ogni decisione politica.

se no mi spiegate il partito a che cazzo serve? allora il governo
negozia con 160 senatori contemporaneamente e individualmente?

la scelta del berti e di rifo era chiara. o stai dentro o stai fuori,
non è che prima ti fai eleggere e poi decidi che fai il cazzo che ti
pare. guarda che io ti avrei stimato anche da comune cittadino; anzi,
mo' mi stai sul cazzo proprio perchè sei senatore, guarda un po'..

>
> Per tenere fede alle mie convinzioni e ai miei vincoli è stato messo
> in discussione il vincolo che mi legava al partito e addirittura un
> governo ha dovuto dimettersi. Non mi ritengo così importante e così
> essenziale. Forse tutto questo rappresenta la spia di molteplici
> contraddizioni che riguardano la sinistra nel suo insieme e il
> rapporto tra il governo e la sua gente. Un rapporto logorato come
> dimostrano tutti i sondaggi e gli episodi di malcontento. Per parte
> mia non posso che continuare a ribadire quanto detto e fatto negli
> ultimi giorni. Se l'aula respingerà le mie dimissioni, e dunque finché
> sarò al Senato, io voterò ancora contro la guerra, perché il no alla
> guerra e il rapporto con il movimento operaio costituiscono la bussola
> del mio agire politico: esse sono da sempre l'alfa e l'omega di una
> prospettiva di classe ed anticapitalista.

bravo, bene, bis: l'alfa e omega poi è una bellissima metafora..

no alla guerra e classe operaia: fronte orientale nel 1917? no scherzo,
ho troppa stima per lenin, che in ogni caso era un po' meno ideologico..

ps: "Se l'aula respingerà le mie dimissioni"????! a Turiglià che fai? ti
dimetti o no? veramente c'è il rischio che tu sia obbligato a restare -
tuo malgrado, ovviamente - senatore, nonostante la fermezza delle tue
dimissioni?

> Permettetemi dunque di ringraziarvi per le parole che avete utilizzato
> nei miei confronti, spesso commoventi. Onestamente non credo nemmeno
> di meritarle, semplicemente perché in questo mondo sembra anormale
> quello che alle persone serie dovrebbe sembrare normale: agire secondo
> le proprie convinzioni. Se questo piccolo gesto sarà servito a
> riabilitare questa logica che ad alcuni sembra, con giudizio
> sprezzante, troppo "idealista", allora sarà stato utile. La mia strada
> è comunque questa e spero di continuare a percorrerla insieme a voi.
> Ancora grazie.

a me non sembri un idealista, caro il mio turiglia, e se trovo qualcuno
che ti ha confortato gli faccio un culo così

..

ok, ora per chiudere:

1. in tutto questo sproloquio parli assai del fatto che non vuoi
tradire il tuo popolo - il popolo dei pacifisti - e il mandato.

la dura verità, ragazzo, è sei stato messo in lista - bloccata - dal
PARTITO, ed eletto con i voti di un sacco di gente che non c'entra
neanche con rifo, figuriamoci con le tue cazzate.

quindi non venirmi a dire del tradimento della popolo quando la
stragrande maggioranza delle persone si è sentita tradita proprio dal
tuo voto.

2. anche sul TAV e vicenza hai rotto il cazzo, citandoli ad ogni piè
sospinto. anche senza fare fini analisi politiche (tipo che vicenza,
come la tav, c'entra assai con la comunità locale e meno con
l'antimericanismo o l'opposizione alla guerra) guarda che alla TAV c'ero
anch'io (a vicenza no, sono in UK) e questo non mi esime dall'essere (I)
incazzato con te e, (II) mio malgrado, sostenitore del governo prodi,
almeno come salvagente in un mare di merda.

tra parentesi: vicenza, sopravvissuta all'aggressione mediatica e alle
accuse di neobrigatismo, dopo il tuo exploit sembra uno di quei ricordi
lontani, a tinte seppia.. come si fa a sfruttare il successo politico
che ne era derivato?

3. il che mi porta al punto 3: mi sono proprio rotto le palle di tutti
quelli che dicono tuttammerda (oppure parlano del neoliberismo di prodi).

per carità, tutto vero, tuttammerda: tra l'altro io, pur non essendo un
operaio davanti ai cancelli di mirafiori, me ne accorgo benissimo, e
sono anche personalmente più preoccuapato di te: un senatore che a 60
anni - bastardo anche tu, lascia il posto a qualcuno sotto i 45.. - si
mette in tasca in un mese quello che io faccio in un anno.

visto che allora sulla tuttammerda ci intendiamo, rispondi a questa
rivoluzionaria domanda: ma il compito della politica non era quello di
trovare le famose soluzioni generali, un progetto per migliorare le cose?

perchè mi sembra che questo banale aspetto manchi un po' a voi tutti
senatori: quello che realmente interessa è fare la critica da ciò che
non va o aspettare le leggi al guado..

zero interesse per il paese (che alla fine siamo pur sempre noi)..

zero interesse per le conseguenze generali dei propri atti..

zero interesse fuorchè per la propria clientela di riferimento..

zero IDEE su come le cose possano essere fatte funzionare (e infatti
consciamo tutti i tuoi no, ma nessuna delle tue proposte, gurda un po'..
come se il tuo stop alla "controriforma delle pensioni" potesse
automaticamente garantirla A ME - saltuario contribuente ventisettenne -
la pensione.. dai, guarda, non mi fare incazzare di più..)

da questo punto di vista, caro il mio turi, purtroppo la sinistra in
parlamento non è diversa dai mille stronzi post-democristiani, tutti
interessati a mungere la gran vacca o a blocccare qualsiasi prospettiva
di cambiamento perchè qualche lobby cui son vicini gli scassa troppo i
coglioni..

però la sinistra, per ovvie ragioni, mi fa incazzare di più; compresi
quelli che fuori dal parlamento - partito non partito - che danno la
solidarietà a turigliatto per chè fianlmente possono pugnalare rifo, o
il governo, o il loro nemichetto del cuore.

giuro, nessuno in questo paese ha bisogno di voi..

ciao
m

ps: mo' voglio vedere se scrive anche rossi..

Anonimo ha detto...

Non sono abituato, a scrivere a persone di partito trattando argomenti tipicamente politici e, ancora meno, analizzare situazioni relative al dibattito parlamentare e che investono la vita e l’azione del Governo. Come ben sapete sono da molti anni dirigente sindacale della Cgil (Fisac-settore banche) e sono abituato quasi giornalmente a scrivere comunicati sindacali e a lavorare, confrontarmi e anche a scontrarmi con i dirigenti sindacali (a tutti i livelli) della mia e delle altre Confederazioni. Da sempre mi colloco alla sinistra della Cgil, appartengo all’Area Programmatica Lavoro & Società; in questi anni non sono sempre stato sulle stesse posizioni ,sulla linea politica sindacale della Segreteria Nazionale e della “maggioranza” della Confederazione .Su alcuni grandi temi (Congresso nazionale-accordo luglio 93 – contratto nazionale bancari, ….) io, con molti altri compagni abbiamo preso decisioni e ci siamo collocati su posizioni diverse, anche antagoniste rispetto alla maggioranza della Cgil. Nelle assemblee da me tenute, durante i miei interventi, facevo presente quale era la posizione della mia Confederazione e, subito dopo quale era la mia e della mia Area Programmatica. Per le scelte fatti in questi anni, per le posizioni prese non sono mai stato censurato, e, tanto meno non sono mai stato espulso dalla Cgil; devo però ammettere che un certo ostracismo nei miei confronti (e dei compagni della mia Area Programmatica) c’è stato. Io e gli altri compagni ce ne siamo sempre “ fregati” e siamo andati avanti.
L’impegno sindacale è pesantissimo e mi impegna molto, ma non ho mai smesso di seguire la politica alla quale l’azione sindacale è strettamente legata.
Per non farla troppo lunga voglio subito passare ad esaminare l’argomento che è stata la causa per la quale ho scritto la presente: il voto al Senato sull’Afghanistan, la caduta del Governo Prodi e la procedura avviata per l’espulsione dal P.R.C. del Senatore Franco Turigliatto.
Ammetto con molta onestà che l’azione intrapresa dal P.R.C. mi ha sorpreso prima,sconcertato e turbato profondamente e sdegnato subito dopo. Cercherò di spiegarne i motivi.
Ho avuto il piacere di conoscere personalmente Franco Turigliatto dopo le elezioni politiche dello scorso anno. Gli ho parlato a lungo in una serata a Cuneo organizzata subito dopo le elezioni; l’ho incontrato a Racconigi quando è venuto a parlare ai miei concittadini sul voto referendario a giugno 2006. Ammetto di averne apprezzato la moralità ,la sincerità e soprattutto la correttezza; doti che sono emerse dai suoi pareri, argomenti, valutazioni ed analisi da lui fatti su tutti gli argomenti trattati. Ho condiviso con lui i giudizi e le valutazioni sulla pace, sul lavoro, sull’ambiente, sulle pensioni, sulla TAV. D’altronde il suo passato da operaio e il suo percorso di vita è un libro aperto che molti, in questi giorni dovrebbero leggere, probabilmente imparerebbero qualcosa di utile,.
Veniamo ai fatti. Franco Turigliatto sul voto del finanziamento alla missione in Afghanistan non ha votato, è uscito dall’ Aula e non essendosi astenuto non ha dato un voto contrario, anzi ha abbassato il quorum necessario per l’approvazione. Poi è andata come è andata, il Governo è stato battuto, Prodi è andato dal presidente Napoletano, ecc., ecc. …….
Franco Turigliatto ( con il Senatore -Comunisti Italiani)è stato il capro espiatorio di quanto è successo, è stato disapprovato,sconfessato , demonizzato e… cacciato dal Partito e dalla Sinistra.
Scusate io sono diretto , a volte brutale, mi chiedo da quale sinistra???
Non voglio dare lezioni di politica ad alcuno , ma mi chiedo non dobbiamo, prima di tutto analizzare e cercare di capire il ragionamenti e le azioni di Franco Turigliatto ?
Allora , il tema , il valore assoluto della pace è sempre stato un principio assoluto ed indiscutibile del Popolo della sinistra ? Oppure la pace è quella di Massimo D’Alema che ha approvato e sostenuto con la Nato,con il suo Governo i bombardamenti nella ex-Jugoslavia? e ancora per essere disponibile ai ragionamenti altrui, non era il voto che doveva essere dato sull’intesa raggiunta a Caserta e non certo sulla dichiarazione di Arturo Parisi il giorno successivo “resteremo in Afghanistan fino al 2012 !?!?” Ma ci vogliamo rendere conto che gli USA hanno dichiarato a tutto il mondo che in primavere inizierà un’offensiva (una nuova guerra), dove saranno coinvolti i nostri militari con i possibili e probabili lutti e conseguenze che tutti conosciamo ! E’ questo che vogliamo ?? perché se è così dobbiamo dirlo chiaro e forte in modo che tutti lo sappiano, i nostri militari e le loro famiglie per primi!. Ma a Caserta si era detto altro ! .. che la nostra era una missione umanitaria , di pace, ecc. ecc… e adesso andiamo a fare la guerra… fino al 2012 !?!?!?
Andiamo a … Vicenza. Non mi risulta che la concessione della base di Vicenza fosse nel programma dell’Ulivo. Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa vuol dire impegno del precedente Governo!! Anche Mussolini era capo del Governo di allora è ha dichiarato guerra alla Francia e all’Inghilterra; non credo proprio che noi dovremmo continuare a fare la guerra a queste due nazioni perché era un impegno preso da un precedente Governo !!! E’ una provocazione , ma cerco di fare capire le assurdità dette da Prodi /Parisi e ….altri!! Anzi, considerato che era un impegno preso da un precedente Governo e di.. centro destra , motivo in più per non confermarlo !! E poi.. scusate ma di cosa ne pensa la città di Vicenza e i 130.000 che hanno sfilato non gliene frega niente ai membri del Governo?? Che razza di Governo pluralista rappresenta Prodi dicendo :” la decisione è presa i 130.000 non mi faranno cambiare idea” ma… non è anche grazie al voto di quei 130.000 che ha vinto l’Unione e che Prodi è a capo del Governo?!?! Trovo di un’incoerenza incredibile constatare che anche gli USA hanno dei ripensamenti sulla collocazione della base, sulle sue dimensioni…. Prodi e il Governo no!?!?!
Andiamo avanti. La Compagine Governativa e i Partiti che la compongono devono essere coesi; dichiarazione di Massimo D’Alema “…questa sinistra (P.R.C.-Comunisti Italiani-Verdi) non serve al Paese” !?!? è una dichiarazione di un tempismo e di una opportunità, convenienza politica direi quali sublimi!!!! E noi non diciamo niente … va bene così ?!?!? Andiamo avanti.
Come si è comportata la Maggioranza, il Governo, sui comportamenti le, le scelte politiche del Senatore (eletto nella lista Italia dei Valori)De Gregorio?? .. Prima ha tolto (con i voti del centro.destra) la Presidenza della Commissione difesa alla Sen.Menapace (elezione concordata da tutta l’Unione) e poi si è collocato nel centro-destra!!! Non mi pare che sui questi comportamenti(di una gravità politica incredibile) non hanno scatenato l’ira, la campagna mediatica, la censura politica e la condanna che si è verificata contro Franco Turigliatto!!
A mio modestissimo avviso, le scelte di Franco non sono state dettate da un capriccio politico o da una convenienza personale ma da una intensa , profonda convinzione che la pace e la vita sono beni supremi che non si possono immolare sull’altare dell’obbligo politico o di un vincolo Parlamentare. D’altronde, scusatemi, la diversità di opinioni, la differenziazione di posizioni e di pensiero è sempre stata per la sinistra, la vera sinistra, una ricchezza e non un fardello(un pesante fardello,) come pensano in molti, anche della sinistra. L’oligarchia o l’ autocrazia politica , dove il pensiero di uno o di pochi ha dettato la linea politica, le decisioni importanti e decisive per tutti è sempre stata respinta e rigettata dalla sinistra riformista o radicale , dove il concetto di libertà e di pensiero e di parola , il rispetto delle opinioni di tutti, mirate ai valori della vita e della pace, della giustizia , l’attenzione alle aspettative, richieste della collettività è stato il principio fondante di tutto il Popolo della Sinistra italiana , storica e recente. Ebbene io penso, come tanti altri,che Franco abbia deciso in questo senso, pensando di essere nel giusto, fedele e coerente ai principi che lo hanno ispirato e accompagnato in tutta la sua vita , sociale e politica.
Voglio ricordare che gli esponenti politici che hanno marciato a Vicenza con i 130.000 manifestanti hanno voluto,giustamente, rimarcare posizioni diverse rispetto alla maggioranza dell’Unione e non capisco come possano portare avanti e sostenere decisioni come quella dell’ allontanamento e/o espulsione di Franco Turigliatto dal Partito Rifondazione Comunista.
L’ideale, il pensiero, la convinzione sono compiuti e totali quando sono seguiti da comportamenti e decisioni coerenti, altrimenti si cade nel qualunquismo o nell’ agnosticismo più inutile . Penso che sia ingiusto ed inopportuno allontanare ed espellere Franco dal Partito Rifondazione Comunista e mi permetto di farvi notare con molto rispetto, per chi ha preso certe decisioni ,che il mio pensiero su questa vicenda è la stessa di tanti altri elettori ,iscritti e non iscritti ma tutti elettori di Rifondazione Comunista. Voglio ricordarvi che moltissime persone considerano le scelte di Franco un atto di coerenza politica e morale e hanno firmato un appello a suo favore. Nomi illustri quali Noam Chomsky , Ken Loach,Tarik Ali,Giorgio Cremaschi,Luca Casarini,Piero Bernocchi , Padre Zanotelli, Gianni Vattimo,Comitati No-Tav e molti altri.
Non voglio farla troppo lunga; avete sicuramente capito il disagio ,la tristezza il mio tormento per le decisioni che la Direzione Nazionale del Partito intende perseguire nei confronti di Franco Turigliatto. Vi prego di intervenire direttamente presso la Direzione Nazionale del Partito affinché certi provvedimenti decisi nei suoi confronti siano rivisti e rimossi al più presto.
Penso che una tale decisione avrebbe l’approvazione di tutto il Popolo della Sinistra e porterebbe un maggior consenso a tutta l’Unione e in particolare a Rifondazione Comunista.

E’ notte fonda, sono stanco, forse non ho seguito un filo logico di argomenti,valutazioni e pensieri ma, vi assicuro, ho scritto d’impeto e con passione.
Ringrazio per l’attenzione sin qui prestata, un abbraccio e un saluto molto cordiale.





Spirito Olivero - Racconigi

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