martedì 25 settembre 2007

L'AUTUNNO CALDO: PENSIONI, PRECARIETA', DIRITTI. - Incontro con GIORGIO CREMASCHI



L'AUTUNNO CALDO: PENSIONI, PRECARIETA', DIRITTI


MERCOLEDI' 3 OTTOBRE ORE 21

CUNEO, Centro Incontri della Provincia, SALA "FALCO"

Interverranno:

GIORGIO CREMASCHI, segreteria FIOM-CGIL

SERGIO DALMASSO, Consigliere Regionale Rifondazione Comunista

Nel corso della serata verranno raccolte le adesioni per la manifestazione del 20 ottobre

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Immigrazione: la notte porta consiglio al ministro Ferrero


La notte porta consiglio, soprattutto ai politici italiani. Ultimo esempio di quanto sia vero questo motto lo ha offerto il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che domenica, durante la Conferenza nazionale sull’immigrazione, aveva esordito chiosando: “Mi vergogno di questo governo; lo Stato italiano è in palese illegalità”, annunciando che lui stesso sarebbe disposto a dimettersi “se questo spostasse avanti le cose”.
Questa posizione è però durata molto poco. La rettifica è infatti arrivata ieri mattina quando il ministro ha annunciato: “Non ho mai detto che la politica del governo fosse vergognosa, cosa che non penso, tant’è che si lavora a farla. Penso che la situazione in cui gli immigrati regolari sono costretti a stare sia vergognosa”. Ci tiene a precisare dunque il comunista, dopo la bufera che si è giustamente abbattuta su di lui.
Giustamente perché non stiamo parlando di un signore qualsiasi che accusa l’esecutivo, ma di un uomo che ricopre un’alta carica istituzionale, di un ministro che fa parte di quel governo di cui dice di vergognarsi, di un politico che continua a confermare il suo appoggio all’esecutivo ogni qual volta gli viene chiesto in sede di voto, ma che poi sostiene una “politica di facciata”, utile solo a riconquistare i consensi persi tra gli elettori sempre più insoddisfatti di Prodi e compagni.
E così Ferrero, come altri colleghi, ogni tanto sembra volersi tirare indietro e dire “io non faccio parte di quelle mele marce”; peccato però che lui invece sia parte integrante del governo e non sembri proprio, al di là di qualche sparuta minaccia verbale, che faccia nulla per staccarsi dall’amata poltrona di responsabile di un dicastero.
Comunque, ritornando al discorso del ministro, ovvero alla sua rettifica, l’esponente di Rifondazione ha precisato che “è vergognoso che gli immigrati regolari devono aspettare 12 o 16 mesi per dei permessi a cui si ha diritto a norma di legge”, specificando: “Come lo sarebbe per i cittadini italiani se fossero in queste condizioni”.
Domenica l’esponente di Rifondazione aveva posto l’attenzione sulla convenzione tra Governo e Poste sui permessi, denunciando i ritardi con cui questi vengono rilasciati; aveva attaccato la legge Bossi-Fini, ribadendo la sua volontà di modificare la normativa. “Penso - aveva quindi sostenuto il titolare della Solidarietà sociale - che per riuscire a cambiare questa situazione sia necessario cambiare la legge Bossi-Fini - aggiungendo - per questo auspico che la nuova legge sull’immigrazione che ho fatto con il ministro Amato si possa approvare rapidamente in modo che queste lungaggini si possano togliere”.
Ieri mattina, Ferrero è ritornato ancora sul tema dell’immigrazione e della criminalità e, a tal proposito, ha comunque riconosciuto che i cittadini italiani convivono con sentimenti di insicurezza e paura che, a suo avviso però, non dipendono soltanto dalla crescente criminalità.
“Chi fa una rapina o aggredisce una vecchietta - ha ammesso il comunista - deve finire in galera. Non c’è discussione. Ma - ha continuato - questo non basta”. A tal riguardo quindi Ferrero ha reso nota la sua ricetta, infarcita di buoni e ipocriti propositi, per salvaguardare la categoria degli anziani. “Bisogna pure lavorare per ricostruire quei legami sociali di comunità, di vicinato, di amicizia, che permettano a una persona, in particolare anziana, di non sentirsi sola” ha chiosato il ministro, ribadendo però che “non sono da mettere in galera le persone come i lavavetri o chi vende per strada delle cose ma bisogna aiutarle a guadagnarsi da vivere in queste forme”. Il titolare della Solidarietà sociale è poi tornato ad attaccare la legge sull’immigrazione del governo Berlusconi. “Una delle eredità negative della Bossi-Fini - ha spiegato - è che non funzionano le procedure burocratiche per gli immigrati regolari che stanno lavorando” e che “c’è gente che aspetta un anno il permesso di soggiorno dopo che magari è in Italia già da 20 anni e lavora normalmente”. Poi per l’ennesima volta il ministro ha promesso di modificare la legge annunciando anche la volontà di introdurre “corsi per gli immigrati in cui sia possibile imparare la lingua italiana e la Costituzione italiana”.
Sulla manifestazione organizzata dalla sinistra radicale per il 20 ottobre, contro l’accordo di luglio sul Welfare, Ferrero ha assicurato la sua partecipazione, salvo pararsi le spalle e precisare che “non è anti-governativa ma chiede al governo di applicare il programma con cui ci siamo presentati agli elettori”.
Parole che, oltre a non convincere gran parte degli italiani, prima di tutto non convincono neanche gli alleati dell’esponente del Prc. Tra questi ultimi c’è da registrare l’intervento del deputato dell’Ulivo Giorgio Merlo, che completamente interdetto dall’atteggiamento del ministro ha chiosato: “Se fossimo a teatro Ferrero sarebbe un soggetto da scritturare. Un giorno afferma di vergognarsi di stare al governo e un altro giorno sentenzia che la protesta di piazza contro il governo, cioè contro se stesso, è un momento importante per questa coalizione”. L’ulivista ha poi sostenuto che il comportamento del suo alleato “non solo non merita alcun commento ma denuncia una concezione inquietante della politica”, concludendo: “Sarei curioso di conoscere qual è il pensiero esatto dell’onnipresente Ferrero sulla coalizione di cui fa parte e qual è la sua cultura di governo”.
Continuano dunque le polemiche interne alla maggioranza e prosegue anche la kermesse degli atteggiamenti contraddittori da parte degli esponenti di questo governo. Tutti scontenti gli uni degli altri, tutti contro la politica di Prodi, ma poi tutti pronti a rimanergli fedeli, garantendosi così un posto in prima fila a Palazzo.

Anonimo ha detto...

Fuori i fascisti dal blog!
Fuori i fascisti dalla storia!

Anonimo ha detto...

IN ARRIVO LO SCIPPO DELL’INPDAP
Forse si ricorderà l’articolo scritto qualche mese orsono (Ladri! Ladri! Ladri!) sul tentativo ordito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’INPDAP per dare avvio al prelievo automatico di uno 0,15% sull'importo lordo delle pensioni degli ex-dipendenti pubblici che percepiscono più di 599 euro al mese. All’epoca, avevamo messo in guardia da questa manovra “truffaldina” atta alla sottrazione di denaro ai pensionati con la scusa di fornire agli stessi un servizio, mai richiesto, di agevolazione sui mutui ipotecari edilizi concessi dalla cassa di Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali dell’IPDAP stesso. Si trattava (e si tratta) in realtà di una trappola a “scopo estorsivo” perché, in primo luogo, i vantaggi promessi non sono realmente tali considerato che l’Istituto Nazionale di Previdenza dei Dipendenti della Pubblica Amministrazione antepone alla concessione del credito la compilazione graduatorie annuali per l’accesso ai suddetti benefici che scontano tempi di attesa giurassici. In secondo luogo, e qui sta il vero inganno, i pensionati che non vogliono aderire all’iniziativa devono comunicare, per tempo, la loro volontà altrimenti agisce la regola (imposta da chi e sulla base di quale legge?) del silenzio-assenso.
Bene, sembra che ieri siano partiti i primi depliants “postatarget” dell’Istituto in questione. Secondo quanto riferisce Giancarlo Lehner sul Giornale di ieri i depliants, dalla copertina accattivante, non sono proprio il massimo della trasparenza tant’è che molti pensionati potrebbero avere grosse difficoltà a compilare il modulo di non adesione: “Sulla copertina c'è un nonno inconsapevole che ride beato insieme alla sua nipotina; la didascalia detta: «I servizi Inpdap non hanno età / Guida per chi è in pensione». Tuttavia, non si tratta affatto di una guida, bensì di una cattiva azione a danno del nonno ridente e inconsapevole. All'interno, firmata da tal Giuseppina Santiapichi, nientemeno che direttore generale dell'Inpdap, si legge una letterina tesa a promuovere l'iscrizione «volontaria» alla Gestione unitaria. La Santiapichi si dice lieta di comunicare che «a partire dal 1° novembre prossimo, Lei potrà accedere alle prestazioni erogate dalla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali dell'Inpdap. Questo diritto, finora riservato ai lavoratori in servizio, è stato esteso anche ai lavoratori in pensione dal decreto ministeriale 45 del 2007» […]Sopraggiunge, però, un'avvertenza banditesca: «Se Lei non intende iscriversi alla Gestione unitaria dell'Inpdap può compilare il modulo di non adesione... e consegnarlo o inviarlo per posta o tramite fax, entro e non oltre il 31 ottobre 2007, alla Sede provinciale o territoriale Inpdap che eroga la sua pensione. Se Lei, invece, vuole iscriversi non dovrà fare nulla, perché la sua adesione scatterà automaticamente il 1° novembre...». E pensare che l'iscrizione era stata definita «volontaria».”

Ancora una volta le istituzioni di questo paese, guidate dalla “cosca” di centro-sinistra, si “preoccupano” del nostro futuro frugandoci nelle tasche. Imporre la regola del silenzio-assenso, quando si tratta di categorie deboli come i pensionati, vuol dire essere totalmente in malafede. I pensionati più anziani sono generalmente afflitti da mille problemi fisici, dalle difficoltà motorie ai problemi di vista, così che finiranno per rassegnarsi all’ennesimo balzello senza protestare più di tanto, mentre “lorsignori” potranno dire di aver raggiunto gli scopi preventivati.

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