lunedì 17 ottobre 2011

UNA COSTITUENTE DEI BENI COMUNI

di Rosa Rinaldi
Nei giorni scorsi abbiamo avuto, come Federazione della Sinistra, due incontri assai interessanti, l’uno con il comitato per l’acqua, l’altro con la Tavola della Pace.
Con Paolo Carsetti e Marco Bersani abbiamo condiviso i timori che l’esito del referendum venga vanificato attraverso provvedimenti amministrativi che non siano mirati alla piena pubblicizzazione dell’acqua e alla soppressione del 7% di remunerazione del capitale investito, deciso dalla maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani nel referendum. Ci è stato segnalato che il 7%, per esempio, viene applicato rinominandolo «recupero dei costi di gestione». Sulla questione dell’acqua bene comune è calato un velo, soprattutto ad opera dei partiti presenti in Parlamento.

Riteniamo importante l’iniziativa del Comitato di incontrare i partiti che hanno sostenuto il referendum per richiedere coerenza e responsabilità politica nell’esercizio materiale delle loro funzioni nelle istituzioni. Ci sono scadenze ineludibili, si pensi solo al fatto che entro fine anno le regioni debbono ridefinire la gestione del servizio idrico. Riteniamo che la straordinaria partecipazione che si è sviluppata nella campagna per i referendum, non possa essere lasciata fuori dalla porta, ma vada rilanciata, qui ed ora, già nell’approntamento dei provvedimenti, così come è accaduto, meritoriamente, a Napoli. Per quanto ci riguarda, non solo abbiamo ribadito la nostra internità al comitato e alle ragioni che lo muovono, ma ci siamo impegnati a promuovere un seminario con i nostri rappresentanti nelle istituzioni, a tutti i livelli, per un confronto diretto con il Comitato per l’acqua pubblica, al fine di garantire continuità nella partecipazione, verso i provvedimenti amministrativi necessari a garantirci il successo del referendum.
Con la delegazione della Tavola della Pace, guidata da Flavio Lotti, abbiamo discusso intorno ai dieci punti contenuti nell’appello rivolto ai partiti su temi programmatici di tutto rilievo, verso i quali la risposta non può essere rituale ma pretende condivisione autentica e coerenza. Un vero e proprio appello ad “un rinnovato coraggio civico e politico”. Temi quali: il diritto al cibo e all’acqua, un lavoro dignitoso per tutti, investire su giovani educazione e cultura, disarmare la finanza per un’economia di giustizia, ripudiare la guerra e tagliare le spese militari, difendere i beni comuni e il Pianeta, promuovere il diritto a un’informazione libera e pluralista, fare dell’Onu la casa comune dell’umanità, investire sulla società civile e sullo sviluppo della democrazia partecipata, costruire società aperte ed inclusive. A noi pare un programma non solo buono, ma necessario. Del resto, sono questi i temi che stanno già nella nostra iniziativa politica: si pensi alla campagna «La soluzione c’è», in cui chiediamo, ad esempio, la riduzione delle spese militari per destinare le risorse alla scuola e alla ricerca. La Federazione della sinistra si propone da tempo di costruire percorsi partecipati per il programma del Paese che vorremmo, una pratica altra rispetto a chi, nel chiuso delle stanze, discute di programma come lo si fa al «tavolino del nuovo ulivo», in tre a ricercare le compatibilità possibili nel proprio recinto, mentre fuori le associazioni, i movimenti non hanno alcuna intenzione di delegare, ma pretendono di essere protagonisti del cambiamento e dell’alternativa a questo stato di cose. Ci siamo messi a disposizione di questo progetto, proponendo una costituente dei Beni Comuni da farsi insieme e in uno spazio pubblico, convinti come siamo che il cambiamento o lo si produce insieme o non è dato.
Liberazione 14/10/2011


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