giovedì 7 agosto 2008

COMUNICATO STAMPA - Grembiulini e altre novità

Gentile Direttore,
sono un’insegnante elementare da ormai più di 10 anni.
L’attuale Ministro ha caldamente invitato le scuole ad adottare i grembiulini. Demagogia pura che nasconde i veri problemi della scuola di oggi. Innanzitutto, il Governo taglierà i fondi e già si parla di aumento del numero degli alunni nelle classi e di riduzione o annullamento del tempo pieno. Per quanto riguarda il numero degli alunni, alle elementari, ne abbiamo in media 20-25. Vi assicuro che non è facile insegnare a leggere e scrivere a una classe così numerosa, visto che ogni bambino impara con ritmi propri e spesso ti trovi a dover organizzare parecchie attività diversificate. Se le calssi saranno ancora più numerose, l’apprendimento sarà sempre meno personalizzato e chi ne farà le spese saranno soprattutto gli alunni svantaggiati e le eccellenze, che, a parole, piacciono tanto alla Ministra. Gli alunni in situazione di grave svantaggio, poi, patiranno anche a causa degli ulteriori tagli sul sostegno, che già è ridotto all’osso. Si parla poi di riduzione o cancellazione del tempo pieno. Nella scuola in cui insegno le classi del tempo pieno hanno una media di 23 alunni e ci sono tre sezioni. Nel tempo ‘normale’ ci sono due sezioni e il numero degli alunni per classe è, circa, di 18-20. E’ evidente che il tempo pieno risponde in modo migliore alle esigenze delle famiglie. La scuola, inoltre, patirà anche per il taglio dell’ICI per la prima casa, misura che favorisce i ceti più abbienti, ma penalizza di molto quelli più deboli perchè i servizi offerti si riducono o subiscono rincari. Nel caso della scuola, la mensa e i pulmini costeranno di più, e servizi aggiuntivi come insegnanti o educatori del comune in aiuto ai bambini con difficoltà verranno tagliati. E non parliamo, poi, della nostra condizione professionale. Lo stipendio è basso e ci colloca nella categoria dei nuovi poveri. Molti commenteranno: - Ma cosa vogliono? Sono sempre in vacanza, lavorano mezza giornata... E poi la scuola è una missione!Innanzitutto, la scuola non è solo il lavoro svolto con i bambini. E’ riunioni di vario tipo, corsi di aggiornamento, incontri con esperti, gruppi di lavoro, commissioni. Senza contare poi la preparazione e la correzione dei lavori degli alunni. L’estate ci serve, oltre che per recuperare le energie, anche per prepararci per il nuovo anno. A me dà poi particolarmente fastidio che si riferisca alla nostra professione come a una missione. Il missionario è uno che porta un messaggio di tipo fideistico ad altri, in modo gratuito. L’insegnamento è altro. E’ una professione e deve essere retribuita in modo dignitoso. Noi contribuiamo a formare i cittadini del domani, forniamo loro gli strumenti per leggere il mondo. Spesso leggo che siamo una categoria ‘demotivata’: ma vi stupite? La maggior parte di noi dà l’anima per il proprio lavoro, si aggiorna a proprie spese, cerca di rendere le proprie materie interessanti e le propone in modo vario, si trova a mediare con famiglie a volte anche ostili, o è alle prese con bambini provenienti da situazioni di grave disagio. E lo fa per uno stipendio che non permette di arrivare alla fine del mese.
Di fronte a questo elenco di problemi, non certo esaustivo, siamo sicuri che la reintroduzione dei grembiuli sia una notizia da telegiornale delle 20?
Saluti,
Elizabeth Garneri
Comitato Politico Provinciale Rifondazione Comunista

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