venerdì 3 agosto 2007

Liberazione", "il manifesto" e 15 personalità della cultura e della politica propongono una manifestazione per il 20 ottobre

"Il governo così non va,uniamoci e diamogli una scossa"

L 'attuale governo non ancora ha dato risposte ai problemi fondamentali che abbiamo di fronte. E per i quali la maggioranza degli italiani ha condannato Berlusconi votando per il centrosinistra. Serve una svolta, un'iniziativa di sinistra che rilanci la partecipazione popolare e conquisti i punti più avanzati del programma dell'Unione, per evitare che si apra un solco tra la rappresentanza politica, il governo Prodi e chi lo ha eletto. Occorre fare della lotta alla precarietà e per una cittadinanza piena di tutte e di tutti la nostra bussola. Noi vediamo sette grandi questioni.

Quella del lavoro: cioè della sua dignità e sicurezza, con salari e pensioni più giusti, cancellando davvero lo scalone di Maroni e lo sfruttamento delle forme "atipiche", e con la salvaguardia del contratto nazionale come primario patto di solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori. Quella sociale: cioè il riequilibrio della ricchezza e la conquista del diritto al reddito e all'abitare.
Quella dei diritti civili e della laicità dello Stato: fine delle discriminazioni contro gay, lesbiche e trans, leggi sulle unioni civili, misure che intacchino il potere del patriarcato. Vogliamo anche che siano cancellate le leggi contro la libertà, come quella sul carcere per gli spinelli.
Quindi, la cittadinanza: pienezza di diritti per i migranti, rapida approvazione della legge di superamento della Bossi-Fini, chiusura dei Cpt.
La pace: taglio delle spese militari, non vogliamo la base a Vicenza, vogliamo vedere una via d'uscita dall'Afghanistan, vogliamo che l'Italia si opponga allo scudo stellare.
L'ambiente: ha tanti risvolti, dalla pubblicizzazione dell'acqua alla definizione di nuove basi dello sviluppo, fondate sulla tutela e il rispetto per l'habitat, il territorio e le comunità locali. Per questo ipotesi quali la Tav in Val di Susa vanno affrontate con questo paradigma.
La legalità democratica: lotta alla mafia e alle sue connessioni con la politica e l'economia.

Nessuna di queste richieste è irrealistica o resa impossibile da vincoli esterni alla volontà della maggioranza. Il fallimento delle politiche di guerra dell'amministrazione Bush si sta consumando anche negli Stati Uniti, i vincoli di Maastricht e della Banca centrale europea sono contestati da importanti paesi europei o europeisti, l'andamento dei bilanci pubblici permette delle scelte sociali più coraggiose.
Ma siamo consapevoli che per per affrontare tutto questo occorre che la politica sia politica di donne e di uomini - non più un affare maschile - e torni ad essere partecipazione, protagonismo, iniziativa collettiva.

Per questo proponiamo di ritrovarci a Roma il prossimo 20 ottobre per una grande manifestazione nazionale: forze politiche e sociali, movimenti, associazioni, singoli.
Chiunque si riconosca nell'urgenza di partecipare, per ricostruire un protagonismo della sinistra e ridare fiducia alla parte migliore e finora più sacrificata del paese.

Promotori:

Gianfranco Bettin,Lisa Clark,Tonio dell'Olio,Antonio Ferrentino,Luciano Gallino,Pietro Ingrao,Aurelio Mancuso,Lea Melandri,Gabriele Polo,Bianca Pomeranzi,Rossana Praitano,Marco Revelli,Rossana Rossanda,Piero Sansonetti,Pierluigi Sullo,Aldo Tortorella,Nicola Tranfalia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Nessuna ciambella di salvataggio per questo governo

Non ci sentiamo di condividere affatto l'appello lanciato da Rossana Rossanda ed altri intellettuali della sinistra comparso su Manifesto e
Liberazione del 3 agosto teso a lanciare una manifestazione nazionale per il prossimo ottobre. Questo appello e la manifestazione che invoca appaiono una irricevibile ciambella di salvataggio per un esecutivo che
ha dimostrato su tutti i temi dell'agenda politica (dalla guerra alla precarietà, dalle basi militari al lavoro) di essere interno ai dogmi del liberismo e funzionale alle priorità dei poteri forti europei e nazionali.
Invitiamo tutte e tutti a mettere in campo piuttosto una agenda di
mobilitazione sociale e sindacale indipendente e forte nei contenuti
per l'autunno. Ne discuteremo il 12 settembre a Roma

L´accordo sulle pensioni raggiunto da governo e sindacati , come previsto, conferma la natura politica del governo Prodi: un governo legato al grande capitale, sordo alle ragioni dei lavoratori e in sostanziale continuità con il liberismo e pronto a rispondere ai poteri forti finanziari europei e alle loro politiche antisociali. L´accordo, infatti, si rivela come un accordo bidone che peggiora la stessa Legge Maroni, innalza l'età pensionistica, riduce le aspettative future con i coefficienti ogni tre anni, mette i lavoratori gli uni contro gli altri, ribadisce la logica finanziaria che aveva affermato già con l´operazione scippo sul Tfr (per ora fallita). E´ un accordo da respingere in modo netto e senza mediazioni.

A peggiorare le cose c´è poi l´accordo sul "mercato del lavoro" che conferma l´impianto della legge 30 che nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto essere "superata" e che viene invece rafforzata. Si conferma lo "staff leasing", leggi caporalato, e si aumenta sia il lavoro straordinario che l´incentivo alla contrattazione aziendale con ulteriori regali alle imprese. Un disastro sociale che si aggiunge alle gravissime scelte politiche di destrutturazione del pubblico impiego, di mantenimento e incentivazione della precarietà del lavoro e dei salari, di subalternità dei diritti sociali in generale alle priorità del capitale finanziario.

Ribadendo la necessità dell'abrogazione legge 30 e del Pacchetto Treu intendiamo anche segnalare che i movimenti sociali e contro la precarietà e lo stesso sindacalismo anticoncertativo devono metterci una marcia in più nell´avanzare obiettivi che rompano il sistema della precarietà e introducono fattori di certezza sul piano del reddito e del lavoro stabile per i precari.

Le linee guida del Dpef e lo spirito della prossima Legge Finanziaria continuano a rendere risibili provvedimenti sostanziali e urgenti sui diritti sociali, in primo luogo quello alla casa e i diritti per i migranti. Sulla questione delle abitazioni, nel nostro paese continuano a farla da padroni la rendita fondiaria e la speculazione immobiliari alle quali vengono consegnate le priorità di sviluppo delle principali aree metropolitane, la decisionalità sull´uso delle aree pubbliche (vedi le caserme) e sulle aree industriali dismesse. Le spese sociali per l´edilizia popolare e per sottrarre gli affitti ai prezzi proibitivi del mercato restano infime e continua a essere vigente la liberalizzazione degli affitti che ha contribuito al boom della speculazione sulle case.

La destinazione delle spese sociali continua ad essere subordinata ai voleri e agli orientamenti strategici dei poteri forti e del militarismo. Cresce la quota destinata alle spese militari e alla crescita del complesso militare-industriale italiano, crescono i finanziamenti per le missioni militari all´estero che hanno reintrodotto in questo capitolo anche il ritorno dei Carabinieri italiani in Iraq oltre al mantenimento delle missioni in corso in Afghanistan, Libano, Balcani.


Come reti sociali, sindacati anticoncertativi, associazioni della sinistra anticapitalista, singoli militanti abbiamo contribuito finora a praticare con le lotte e mobilitazioni una reale alternativa sociale ai dogmi del liberismo e della guerra. Vogliamo continuare a praticare il terreno del conflitto anche contro le politiche antisociali del governo Prodi a partire dalle questioni indicate in questo appello. Invitiamo tutti e tutte a un appuntamento per il 12 settembre per discutere collettivamente delle modalità di questa mobilitazione che metta in campo sulle questioni sociali la stessa forza e la stessa indipendenza messa in campo contro la guerra.

Action!, Confederazione Cobas, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, Giorgio Cremaschi (Rete28 Aprile), Luigia Pasi (Sdl), Emidia Papi (Cub), Vincenzo Siniscalchi (Sdl)

Per adesioni: noallaccordo@libero.it

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