giovedì 13 agosto 2009

DI RITORNO DALL'ABRUZZO


ALCUNE CONSIDERAZIONI SULL'ESPERIENZA DEI COMPAGNI DI RIFONDAZIONE COMUNISTA DI CUNEO IN ABRUZZO
di Gabriele Curti, Giovani Comunisti Cuneo





Tempera è uno dei comuni più colpiti dal sisma del 6 Aprile, e da tutti i successivi, fino ad oggi con il paese martoriato nelle abitazioni e con sette vittime. I riflettori non sono arrivati su questo piccolo paese, lontano solo 7 km dall'Aquila, a differenza della stessa l'Aquila e Onna.

I Compagni dei circoli abruzzesi di Rifondazione Comunista si sono subito mossi all'alba del terremoto, prima con l'acquisto di beni di prima necessità da distribuire alla popolazione sfollata, in seguito con la formazione delle Brigate di Solidarietà Attiva, per riunire tutti i Volontari sia abruzzesi che da tutta Italia, che si sono impegnati nella gestione dei campi delle tendopoli, uno a Camarda, l'altro a Tempera ai piedi del Gran Sasso, con l'obiettivo dell'auto-gestione del campo da parte delle popolazioni sfollate (passaggio già effettuato al campo di Camarda). Le Brigate sono nate dal Partito Sociale, progetto di Rifondazione con il fine di riorganizzarsi tra cittadini e consumatori per far fronte alla speculazione e dal carovita, dove chi ci rimette per prima sono le persone comuni, i consumatori (lavoratori, pensionati, studenti, coppie di fatto, famiglie); il mezzo invece è espresso tramite iniziative come il GAP (Gruppi d'Acquisto Popolare) e le Brigate di Solidarietà Attiva appunto.

Da tutta Italia sono partite adesioni di disponibilità al volontariato, soldi, viveri, vestiti, giocattoli, prodotti per la pulizia e l'igiene. Anche da Cuneo i Compagni si sono mossi per raccolte libere di acquisti da parte dei cittadini cuneesi, da portare personalmente ai campi di Tempera e Camarda, oltre ad offrire la propria disponibilità al lavoro.

La necessità dei primi giorni era il cibo, i vestiari, etc ma non troppi volontari, invece a quattro mesi dall'emergenza il ricambio si fa più frequente per dar la possibilità a tutti di dare una mano e di dare il cambio a chi era attivo dai primi giorni.

Sette sono i Compagni che sono partiti da Cuneo la mattina di lunedì 3 Agosto, dopo 7-8 ore di viaggio l'arrivo al campo San Biagio di Tempera. Dopo la registrazione dei nominativi alla Protezione Civile e muniti delle pettorine di riconoscimento dei volontari, si inizia da subito con la distribuzione di cibo alla mensa. Dopo si preparano i turni dei volontari della settimana: colazione dalle 5e30 alle 9 del mattino, pulizia servizi igienici, smistamento dei prodotti, distribuzione dei vestiti allo Spaccio Popolare del campo, servizio mensa a pranzo, pulizia della cucina e una seconda dei servizi igienici, raccolta differenziata e ecologia (pulizia del campo da sigarette e cartacce sul terreno del campo), in seguito servizio mensa per la cena e pulizia della cucina. Inoltre molte altre attività, come il mantenimento del parco giochi per i bambini, cineforum la sera per lo svago della popolazione e dei volontari, concerti, biblioteca, punto-internet, etc.

L'ambiente è familiare e informale, oltre che basato su una forma di auto-organizzazione e solidarietà. Da questo Rifondazione si vuole distinguere dai campi della Protezione Civile, dove l'organizzazione è gerarchica e militare (nulla togliere all'impegno dei volontari della Protezione e dal loro tempismo militaresco in casi di emergenze), ma la base popolare e il fine auto-gestionale ci distingue dagli altri campi, rispecchiando gli ideali comunisti e di socialismo che i volontari si sentono propri o simpatizzano. Questo però non compromette il campo e la sua popolazione. Nessuno viene selezionato né “indrottinato” politicamente. Ogni cittadino sfollato è libero nella sua idea ed opinione e i volontari non impongono nessun dogma né politica. Il nostro ideale pratico (e teorico) è proprio quello di concretizzare i bisogni di tutti (sia che sian politicamente di destra, sia che sian di sinistra) tramite la Solidarietà Attiva (e quindi non la carità cattolica, ma la partecipazione attiva alla vita sociale).

Naturalmente abbiamo avuto l'occasione di ricevere tre dei ministri più simpatici e “vicini” alla popolazione (soprattutto politicamente e geograficamente): Bossi, Calderoli e Castelli, al campo di Camarda, o per meglio dire davanti al campo, perché i nostri Ministrelli sono andati a visitare una casa (che i giornali hanno presentato come: 'visita alla ricostruzione' quando essa è stata comprata e ricostruita da un privato con i propri soldi). Forte era la tentazione, pacifica, di chiedere loro il perché della loro presenza solamente istituzionale, quando: con il federalismo si tagliano i fondi al centro-sud, il finanziamento alla ricostruzione è stato affidato al Gratta e Vinci in seguito alla spesa di più di 400 milioni di Euro per la costruzione in tempo record dei palazzi sede del G8 2009 all'Aquila. Inoltre perchè vengono i ministri leghisti che del centro-sud non interessa nulla al dì fuori della “Padania”? Ma nelle Brigate vi è la norma comune, votata a maggioranza in assemblea tra volontari, di non compromettere il futuro della popolazione dei campi, che sian d'accordo o no. Come d'altrocanto è stato fatto in tema del G8, dove le Brigate hanno continuato il loro lavoro nel campo, invece di manifestare al corteo. La miglior protesta era continuare a lavorare socialmente con le persone che ne avevano bisogno, mentre gli 8 più grandi spendevano i nostri milioni e facevano propri i mezzi di comunicazione.

La situazione odierna nei paesi sfollati è che è stata superata l'emergenza, i cibi arrivati nei primi mesi continuano ad essere consumati; il problema maggiore è dove andranno gli sfollati quando si metterà in atto la decisione del governo di chiudere i campi delle tendopoli? la scadenza è il 15 Settembre. Si sa che sia il tempo (a differenza della costruzione della sede g8), sia i soldi (rimanenti), sia lo spazio geografico non basterà per dare la certezza diffusa dal governo per dare una casa a chi non l'ha più (e magari ha perso dei propri cari). “Grande idea” è lo spostare la popolazione, che rimarrà fuori dall'assegnazione delle case che si completeranno, in alberghi, anche al dì fuori dell'Abruzzo, quindi una “vacanza” forzata lontano dal proprio paese per chissà quanto mesi (ricordiamo che ancora molti sfollati di Assisi, ad esempio, vive in container!).

Molta era la sfiducia degli sfollati nel periodo subito dopo l'emergenza (tra l'altro censurate le proteste, ma filtrati soltanto i ringraziamenti al governo) che, ahimè, si sta avverando.

Inoltre altri problemi si accumulano, come l'assegnazione tramite graduatoria alla popolazione, creando così sfollati di serie A e sfollati di serie B, con una conseguente guerra tra poveri (tra famiglie, tra etnie, etc), provvedimento votato a larga maggioranza, tranne il consigliere di Rifondazione che si è opposto.

Tutto il lavoro fatto e tutto il lavoro da fare comunque non può sostituire lo Stato che DEVE ridare una certezza, una vita, una dignità a chi si ritrova senza una casa, senza un lavoro e senza l'affetto delle persone mancate nel crollo durante il terremoto.

La collaborazione con il campo dai volontari cuneesi è durata una settimana (come all'incirca avviene il ricambio), fino alla domenica dopo, 9 Agosto, soddisfatti dell'aiuto fornito e dell'esperienza di forte impatto emotivo, ma con nel cuore un senso di amarezza dato dal fatto che noi possiamo tornare a casa a riposarci, ma gli altri Volontari? Tutti gli sfollati? Questi la casa non ce l'hanno più..e chissà quando potranno riaverla..



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