lunedì 15 dicembre 2008

Mario Capanna a Saluzzo: ovvero, dal ’68 al futuro

Di quel ragazzo che quarant’anni fa lanciava uova marce alle signore in pelliccia che si apprestavano a entrare alla Scala, o di quel giovane che a 23 anni incantava gli studenti milanesi prima e italiani poi imbracciando un megafono è rimasto ben poco. Oggi Mario Capanna è un signore che ha passato la sessantina, ma di quegli anni, (formidabili quegli anni, per dirla con il titoli di un suo libro) ha conservato gli occhi mobilissimi e penetranti e la capacità di incantare chi lo sta a sentire. Oltre, ovviamente, la grande passione che si porta dentro e trasmette in ogni sua parola. Mario Capanna è arrivato a Saluzzo, precisamente alla “Mario Musso”, sabato 13 dicembre, e non ha deluso chi era giunto nella ex Caserma di piazza Montebello per ascoltare l’ex leader del 68 italiano. Non un incontro “reducistico”, ma come ha precisato Mario Capanna, che dopo l’esperienza politica è oggi Presidente della Fondazione Diritti Genetici, una chiacchierata “per guardare al futuro”. Nessun reducismo, dunque, anche se la platea era composta in stragrande maggioranza da uomini con i capelli bianchi e signore ben oltre la mezza età. Pochi, anzi pochissimi i giovani, anche se, ironia della sorte, l’incontro doveva tenersi in un liceo di Saluzzo ma il preside non ha dato l’autorizzazione. Quando il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, che ha introdotto l’intervento di Capanna, ha ricordato l’episodio del diniego del preside saluzzese, un brusio di ilarità ha accompagnato la notizia, tanto che è stato giocoforza chiedersi: “Chi ha paura oggi di Mario Capanna?”. Un tempo lo temevano i borghesi, qualcuno lo voleva ammazzare, la Cia gli ha dedicato un dossier, qualcuno lo voleva sequestrare. Oggi,forse, lo teme solo più il preside di un Istituto di Saluzzo. Un bel passo avanti. Dunque, il sessantotto. “Il libro – spiega Mario Capanna – non è la risibile quanto impossibile pretesa di incapsulare il futuro nel passato, ma l’aiuto del passato a mettere in moto il futuro. Non la nostalgia, né l’amarcord, e tanto meno il reducismo, ma la rilettura dell’avvenuto per disegnare più compiutamente il futuro”. L’incontro saluzzese organizzato da Rifondazione Comunista non è solo incentrato sulla politica, anche se molti interventi del dibattito sono finiti proprio sulla politica attuale, ma tanta attenzione all’ambiente, ai bisogni dell’uomo, al terzo mondo, e a quella bruttura che è la “globalizzazione”, ovvero secondo Mario Capanna, “il 10 per cento dell’umanità che possiede l’85 per cento della ricchezza del mondo. Come dire? Quarant’anni andati nella direzione contraria dei sogni del ‘68”. Certo non sono mancati accenni a Berlusconi e alla politica italiana di oggi: “Berlusconi è davvero così forte? No. La sua vera forza è la debolezza della sinistra”. Infine la considerazione che non “serve un altro sessantotto, ma è necessario qualcosa di più e di meglio se si vuole che la storia prosegua” con l’augurio che “tutti sappiano camminare eretti e non carponi di fronte al potere”.
Nella foto a sinistra Mario Capanna durante l’intervento a Saluzzo con a fianco il consigliere regionale Sergio Dalmasso e il professor Fabio Minazzi. In quella a destra l’ex leader del sessantotto con la partigiana “Ombra”, al secolo Paola Sibille.
foto e articolo tratti da targatocn.it

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