mercoledì 18 marzo 2009

FALCE E MARTELLO




Dichiarazione in Consiglio regionale del Consigliere

Sergio Dalmasso

(martedì 17 marzo 2009)

Presidente, porto una questione che può sembrare personale, ma non lo è.

Nella provincia di Cuneo, Rifondazione e il Partito dei comunisti italiani, per mesi hanno chiesto ad altre formazioni democratiche e di sinistra di discutere elementi di programma (risposte degli enti locali alla crisi, beni comuni, acqua, nodi ambientali, moralità politica, infrastrutture…) in vista delle elezioni amministrative del 7 giugno.

Il Partito democratico, per bocca del suo segretario provinciale e del suo candidato (si è fatto le primarie al proprio interno), ci ha risposto, dopo mesi, rifiutando ogni possibilità di confronto sui contenuti e ponendo come pregiudiziale i nostri nomi (il termine comunista) e simbolo (falce e martello, che tradizionalmente indicano il lavoro).

Il caso vuole che il candidato del PD sia l’assessore regionale Taricco che, qui si basa su una maggioranza che comprende al proprio interno le formazione politiche con cui rifiuta di confrontarsi a livello locale.

Ricordo agli smemorati che, alle ultime regionali, i due partiti che si richiamano al movimento comunista ottennero circa il 9% dei voti, eleggendo otto consiglieri (poi scesi a sette per il passaggio di una consigliera ad altro gruppo).

Non metto il naso in contraddizioni altrui, ma penso alle mie.

Comunico che non parteciperò ad alcuna riunione, specifica o complessiva, di maggioranza, per tutto il periodo della campagna elettorale. Il farlo mi porrebbe in una situazione schizofrenica.

La Presidenza sa che ho sufficiente senso istituzionale per garantire la presenza nelle commissioni e in aula e per non ricorrere all’ostruzionismo, se non in casi gravissimi che investono la democrazia, ma ricordo che:

  • la mia unica prestigiosissima carica (la vice presidenza di una commissione consiliare), se lo richiederanno la Presidenza, o la Giunta o i gruppi di maggioranza è totalmente disponibile (ho dimostrato di conoscere l’istituto delle dimissioni)
  • mi sentirò più libero di esprimere eventuali dissensi in commissione e nel corso delle sedute consiliari


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