lunedì 25 gennaio 2010

NO TAV!


40.000 gatti






di Maurizio Pagliassotti
su Liberazione del 24/01/2010


Imponente manifestazione No-Tav in Val di Susa. Moltissimi fra la popolazione valligiana, centinaia fra sindaci e amministratori. Ferrero, in corteo con tutto il Prc piemontese: «E' la migliore risposta a chi si aspettava quattro gatti». Slogan contro il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, promotore dell'appuntamento Pro-Tav di oggi al Lingotto. Nicoletta Dosio (leader del movimento):
«Quando i cittadini decidono di essere protagonisti delle loro vite nessuna scelta puo’ essere imposta»
L'ultimo chiodo sulla bara della Tav è stato piantato ieri pomeriggio a Susa. La vicenda ormai è chiusa, chi deve farsene una ragione cerchi di superare il lutto in fretta. Quarantamila persone hanno marciato per oltre quattro chilometri dal presidio posizionato lungo la statale 25 fino a Susa. La questura sostiene che i partecipanti erano ventimila. Con la media del pollo vengono trentamila, e con trentamila persone incazzate non si apre Federazione della Sinistra, Paolo Ferrero: «è la migliore risposta a chi diceva che sarebbero stati quattro gatti» nemmeno il buco di un tombino. Un fiume umano che non si vedeva dall'otto dicembre 2005, giorno rimasto famoso come la riconquista di Venaus. Oggi come allora la vai Susa ha dato prova di una compattezza, addirittura sorprendente. Giovani, anziani, carrozzine, muli, cani, 11 portavoce della Val di Susa docenti universitari, trattori, operai, sindacalisti, sindaci, intellettuali, innamorati-amanti, innamorati-sposati, cattolici, atei, omosessuali, professori, commercianti, convinti, dubbiosi che sono diventati convinti... In poche parole un popolo. Una massa critica che ha sfilato allegramente, tutti dietro lo striscione recante la scritta: La valle che resiste. NoTav . In prima fila tutto il Prc piemontese ed il segretario nazionale Paolo Ferrero. Una scelta di coerenza che incontra il favore dei manifestanti ma ovviamente scatenerà gli isterismi del partito trasversale del tondino. E' un problema loro. «Il messaggio che esce da questo corteo non è di per sé una novità ha detto il portavoce della Federazione della sinistra Ferrero perché è noto da anni che questo territorio ha sviluppato nel tempo competenza e compattezza. Da questo punto di vista non c'è differenza ti- spetto al 2005. I val susini erano convinti al tempo della totale inutilità dell'opera e ancor pi io sono ora. Qpesta è la migliore risposta - ha concluso Ferrero - a chi diceva che saremmo stati quattro gatti». Per tutto il percorso Nicoletta. Dosio, leader del movimento e cuore del Prc in VaI Su- sa, ha portato lo striscione: «Opesta è la vera marcia dei quarantamila. La Val Susa non affetta di un passo e dimostra che quando i cittadini decidono di essere protagonisti delle loro vi- te nessuna scelta pu essere imposta. Il no alla Tav è sempre pi forte e radicato e nessuna assemblea di condominio bipartisan riuscirà a convincere questa valle . Noi oggi ci rivolgiamo con una sola voce a tutto il paese e diciamo: il Tav non è un problema della Val Susa, bensì è una peste per tutto il paese, perché ruba risorse ai treni per i pendolari, alla sanità e alla scuola che crolla a pezzi». Il corteo è partito alle due del pomeriggio ed al primo colpo d'occhio appariva già imponente. Sia da sud, Bussoleno, che da nord, Susa città, proveniva gente a piedi che aveva parcheggiato le auto a quattro-cinque chilometri di distanza dal luogo di partenza. Nella folla pi le presenze che le assenze. Praticamente al completo tutta la Comunità Montana e anche il suo presidente Sandro Piano: «Una manifestazione democratica ben riuscita nella tradizione delle grandi manifestazioni del mondo No Tav. Se dopo quattro anni si registra la presenza di tutte queste persone e la necessità di procedere ai sondaggi schierando le forze dell'ordine vuoI dire che qualche criticità c'è ancora. Noi stiamo riproponendo un metodo diverso - ha concluso - la presenza nell'osservatorio di politici, non solo di tecnici perché le scelte da fare sono anche politiche». Presente anche Giorgio Airaudo, responsabile provinciale della Fiom: «Queste grandi opere non rispondono alla richiesta del mondo dei lavoro di investimenti in settori innovativi. E' una logica vecchia che non crea sviluppo e spreca risorse. La crisi economica chiede risposte che il progetto Alta velocità non pu dare perché manifestamente inutile». Il clima generale è stato sempre allegro ed una forte euforia ha attraversato il corteo per tutto il tempo della manifestazione, circa quattro ore. Il serpentone si è allungato per dmeno cinque chilometri e quando la testa entrava in Susa la coda si trovava ancora al presidio di partenza. E' chiaro quindi che dietro lo zoccolo duro, tremila-cinquemila irriducibili, esiste una massa che mal sopporta i mezzucci messi in pratica in questi giomi: blitz nottumi, militarizzazione dei cantieri e della valle, silenzio imposto ai rappresentanti politici e tecnici critici rispetto l'opera. Assente, purtroppo, Antonio Ferrentino. Ora, l'ex leader Notav, rischia politicamente perché non ha dimostrato nei fatti di aver portato con sé i valsusini lungo la linea del dialogo. E' un leader sì, ma se senza popolo perché la val Susa, come ha detto Vittorio Agnoletto, «dimostra che la Tav non si farà mai». Chiusa la partita in val Susa si apre quella torinese odierna dell'incontro pro opera. Una grande novità che in realtà è l'ennesima riproposizione mediatica di una schema consolidato, quello del siamo tutti d'accordo. La prima volta fu nel 1999 e anche allora i protagonisti favorevoli all'opera erano quelli di oggi. Anzi, al tempo erano ancora pi forti perché seduti in platea c'erano anche Umberto Agnelli, Pininfarima. Altri tempi, tempi in cui la Tav era ancora un rischio serio. I cani da guardia che vogliono a tutti i costi il megatunnel si incontrano quindi oggi blindatissimi al Lingotto di Torino. Ai questi cani da guardia del partito degli affari ieri il popolo Notav ha detto a cuccia.


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