mercoledì 9 dicembre 2009

ROMA 5 DICEMBRE

Settecento km in treno «per vedere di persona che l'opposizione c'è»
(di Maurizio Pagliassotti )
Da Porta Nuova a Tiburtina sui due vagoni notturni organizzati dal Prc Piemonte

Il treno-ghiacciaia parte dalla stazione di Porta Nuova di Torino alla volta di Roma con venti minuti di ritardo. E' circa mezzanotte e proprio un gran caldo non fa.
La Federazione piemontese del Prc ha organizzato due carrozze in cui si assiepano circa trecento persone. Un'ora prima, intorno all'assembramento di militanti antiberlusconiani di ogni specie, è tutto un brulicare di operai che riordinano e puliscono: tra poche ore arriva il presidente del Consiglio per l'inaugurazione della tratta ad alta velocità Torino Milano. Ci saranno anche molti Notav, poco propensi a festeggiare. Ma questa è un'altra storia. Tra gli scompartimenti che corrono verso sud, salami, formaggi, mazzi da briscola e barbere dal tasso tanninico letale si intrecciano con piercing penzolanti da ogni parte della faccia, dreadlocks, kefiah e birra. I bei tempi che furono seduti di fianco ad una sorprendente quantità di esponenti dei bei tempi che verranno. Pronti via: allegria e idraulica voglia di sfogare rabbia e sconforto sono i sentimenti che girano di bocca in bocca. Michele, che di cognome fa Vendola «ma non sono parente», scende a Roma con la sua fidanzata perché «quando troppo è troppo». Cosa è troppo? «Ma tutto! Le leggi fatte su misura, il nucleare, il Grande Fratello. E poi ho bisogno di vivere in un ambiente che riconosco come mio. Nella mia fabbrica la cultura berlusconiana, le tette e i culi, trionfano tra i miei colleghi... Sono un operaio e certi argomenti ormai non li tocco nemmeno più. Così ho deciso di venire qua perché ho necessità di vedere con i miei occhi che esiste un'opposizione». Michele cerca la prova materiale dell'opposizione, e gentilmente il gruppo organizzato da Fabio Panero del Prc di Cuneo fornisce l'oggetto della ricerca. Sono in trenta e fanno un casino allucinante. Il gruppo cunese racconta molte cose: il più vecchio non arriva a trentacinque anni, tutta gente recuperata negli ultimi tempi, allegri. Dice Panero: «Paga la scelta della politica fatta rompendo i coglioni ovunque: nei consigli comunali, nelle fabbriche, sulla privatizzazione dell'acqua e tutto il resto. Il cunese è un territorio dominato dalla Lega ma noi siamo in piena controtendenza. Sempre piccoli, ma in crescita in una zona ostile». I trenta di Cuneo non esitano a ricordare ai viaggiatori presenti in ogni stazione con megafono alla mano che il comunismo e la libertà trionferanno. E anche viva Marx, viva Lenin, via Mao Tze Tung!
Alle tre del mattino dalle bocche dei passeggeri escono nubi di vapore. I corridoi sono assiepati di gente che dorme per terra. Evidentemente chi era stato respinto dall'organizzazione a causa del tutto esaurito non ha voluto rinunciare alla manifestazione e si è imbucato ugualmente. I controllori, forse per via della ghiacciaia, si tengono a distanza di sicurezza, quindi i portoghesi la scampano. Anche Morgana è imbacuccata. Lei e il suo fidanzato però muovono alla volta di Roma più per assistere alla nascita della nuova federazione della sinistra che per la manifestazione. Dice Morgana, studentessa di restauro: «Berlusconi non cadrà di sicuro, anzi, magari trova pure la maniera per guadagnarci. Io infatti sono più interessata alla federazione della sinistra nascente. E' indispensabile in questo momento accorpare tutte le forze della sinistra. E' l'unico passo che si può fare».
Silvia Icarà del Prc di Torino è soddisfatta del risultato: «Trecento persone portate a Roma, molte delle quali non organiche al partito. Uno sforzo notevole, anche economico: il costo del biglietto, 30 euro a persona, copre solo la metà di quanto richiesto dalle Ferrovie. La differenza è data da Rifondazione Piemonte. In un momento difficoltoso come questo penso che abbiamo ottenuto un risultato politico molto buono».
Daniela, infermiera, e Augusta, pensionata, sono due amiche che arrivano dal lontanissimo biellese: «A Roma per rialzare la testa, per riprendere il cammino, perché ci crediamo. A Roma per dimostare anche agli esitanti della sinistra moderata che ci si deve unire per far cadere Berlusconi. Cosa che però, ahinoi, ancora una volta e chissà per quali ragioni, non avviene».
La ghiacciaia arriva a Roma Tiburtina in orario. Finalmente si può scendere, finalmente un fiume di bandiere rosse in cammino verso il teatro Brancaccio scalda i cuori.

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