venerdì 21 marzo 2008

Zipponi-Di Salvo: il capitalismo italiano è in crisi ma nei dati dell’Istat non ce n’è traccia

Sono usciti oggi i dati Istat sull’occupazione in Italia. Mai come ora quelli dell’Istituto di statistica sono dati freddi, vuoti, scollegati dalla realtà. Sono dati di un Paese che non riusciamo davvero a vedere.

Dal rapporto emergerebbe infatti una diminuzione della disoccupazione al 6,1%, e un aumento degli occupati rispetto al primo trimestre dell’anno scorso dell’1,3%. “Sono dati che non rappresentano la realtà” commenta Maurizio Zipponi, capolista per La Sinistra l’Arcobaleno in Lombardia 2, “come per quanto rilevato, sempre dall’Istat, sull’aumento dei prezzi, anche in questo caso sono risultati che vanno presi con le pinze”.

I numeri snocciolati da Istat sono incapaci di cogliere la grave crisi che già ora sta attraversando il modello economico occidentale e che rilevano persino Ocse e Fmi. “La crisi finanziaria e bancaria degli Usa ha ripercussioni sulle nostre banche” continua Zipponi “che stanno aumentando la stretta creditizia sulle imprese”. Cioè la crisi dei mutui d’oltre oceano si riflette sul mercato finanziario e sulle banche italiane che, a corto di liquidi, stringono sui creditori (le imprese) e riducono l’accesso al credito. Se a questo aggiungiamo il costo del petrolio, abbiamo sullo stato attuale del capitalismo italiano un quadro meno roseo ma più aderente alla realtà.

Non solo. Le crisi di Alitalia e di Telecom sono alle porte e non avranno di sicuro effetti positivi sull’occupazione. “Questo dimostra” conclude Zipponi “quanto è antica e superata l’idea di aumentare l’orario di lavoro attraverso l’incentivo dello straordinario, come previsto dal programma del Pd”.

Anche sull’occupazione delle donne i dati sono tutt’altro che incoraggianti: la disoccupazione femminile è al 7,9%, ma sale vertiginosamente al 23,3% per quanto riguarda le donne sotto i 24 anni. “E’ un dato allarmante” commenta Titti Di Salvo, candidata capolista in Piemonte 2, “in piena sintonia con quanto rilevato da uno studio sull’occupazione che l’Ires ha pubblicato ieri: il 50% dei precari è una giovane donna. Si dimostra così che la precarietà non è neutra, ma colpisce maggiormente i settori più deboli”. Ma il timore più grande è sul futuro: “le prospettive per le lavoratrici sono davvero preoccupanti, se non intervengono immediatamente correttivi sia nel mercato del lavoro sia nella previdenza pubblica”.

Le proposte de La Sinistra l’Arcobaleno sul lavoro femminile ce le illustra sempre Titti Di Salvo: “In primo luogo c’è la lotta alla precarietà, che come abbiamo visto colpisce in primo luogo proprio noi donne. In secondo luogo, il contrasto tra la difficile conciliazione tra tempo di lavoro e tempo di cura: casa, figli, anziani. Questo si ottiene ad esempio potenziando i congedi parentali (che devono essere retribuiti, come già oggi avviene per la maternità, all’80% dello stipendio), oppure ampliando fino a 3 anni il periodo cosiddetto “di allattamento” (oggi previsto solo per il primo anno di età) che prevede due ore giornaliere retribuite per la cura del bambino. Infine proponiamo, noi che sappiamo da che parte stare, la riqualificazione dello stato della spesa pubblica, per sgravare dalle spalle delle lavoratrici il ruolo di supplenza dei servizi pubblici, asili nido e assistenza ai non-autosufficienti su tutti.”

Titti Di Salvo ha presentato ieri in conferenza stampa, insieme all’altra capolista donna de La Sinistra l’Arcobaleno in Piemonte, la candidata al Senato Marilde Provera, la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare permanente che si occupi di monitorare l’impatto di tutte le leggi sulla vita e sul lavoro delle donne.

Anche in questo La Sinistra l’Arcobaleno fa una scelta di parte.

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