martedì 10 febbraio 2009

Scomparsa Aralda Portioli.

E morta a Boves (Cuneo), all'età di 93 anni, Aralda Ardita Portioli. Mascea a Suzzara (Mantova) nel luglio 1915; è di famiglia anarchica, come testimoniano i nomi di fratelli e sorelle: Ardito, Olimpia Aurora, Ribelle Spartaco, Baldo Balilla, Germinal, Alba Libera, Tania Tebea, Ardo. Assiste, da bambina alle violenze fasciste, anche contro il padre, "sempre anarchico, un vero comunista, non come quelli annacquati di oggi" (testimonianza orale, 2.006), vive nella povertà degli anni '20 e '30. Nel 1937 sposa Desiderio Fornasari che si avvicina al movimento comunista e nell'immediato dopoguerra sarà amministratore del comune di Luzzara (Reggio Emilia), città natale di Bruno Fortichiari, tra i fondatori del PCd'I, poi dirigente della frazione "bordighista". L'attività politica è colma di sacrifici, anche per la famiglia: "Allora vivevamo con niente, grazie anche a qualche aiuto di mio padre. Tanti sacrifici. Abbiamo venduto anche un pezzo di casa. Avevamo due figli...". Negli anni '60, per motivi di lavoro, la famiglia si trasferisce a Boves, nella bianca e cattolica provincia di Cuneo: "Da noi la gente è più aperta. Si stava più in gruppo. Qui le persone sono più diffidenti". Non cambiano, però, sentimenti, atteggiamenti, scelte di Aralda: "Sono figlia di un grande comunista, Mio padre non ha mai avuto paura, Così pure mio fratello. Vuoi che non sia più comunista? Anche tutta la mia famiglia non ha mai cambiato idea", pur nel calo di tensione ideale e nel venir meno di riferimenti: "Tutto oggi è annacquato. Una volta si metteva l'anima. La politica oggi è una grande confusione. E' tutta un'altra cosa". Non è retorico dire che con lei se ne va un pezzo della nostra storia. Al marito Desiderio (96 anni) e ai figli la solidarietà della federazione di Cuneo.

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