mercoledì 4 novembre 2009

4 NOVEMBRE: NON FESTA MA LUTTO

Non festeggiamo il 4 novembre ma denunciamo le spese militari a discapito di quelle sociali: con gli stessi soldi spesi dall’Italia tra il 2001 ad oggi si sarebbero potuti costruire 600 ospedali e 10 mila scuole.


Il 4 novembre, giorno simbolo della fine della prima guerra mondiale, abbiamo solo da ricordare i 650 mila proletari mandati a morire nella guerra del 1915-1918, perché la “patria” dei padroni e dei generali entrasse a far parte delle grandi potenze, per poter concorrere con loro al dominio sul resto del mondo. Come oggi in Afghanistan.

La guerra in Afghanistan all’Italia costa 3 milioni di euro al giorno, una cifra con la quale viene mantenuto nel Paese il contingente militare di occupazione di circa 3000 uomini. Un aiuto per la popolazione afgana? Nemmeno per sogno! Con gli stessi soldi spesi dall’Italia tra il 2001 ad oggi si sarebbero potuti costruire 600 ospedali e 10 mila scuole.

E il Paese non ha bisogno di armi e
militari, ma di strade, scuole, ospedali e infrastrutture. L’Italia è tornata tra i primissimi Paesi quanto a produzione e spesa militare, basti pensare ai 13 miliardi di euro che verranno spesi fino al 2026 per la coproduzione e l’acquisto di 131 aerei da guerra.

I soldi che l’Italia spende per le missioni all’estero e per la produzione di armi (30 mld di dollari) servirebbero a mettere in sicurezza scuole e città e paesi devastati dalla speculazione edilizia, dalla distruzione dell’ambiente; potrebbero aiutare i Paesi meno sviluppati, nei quali invece si esportano rifiuti tossici, produzioni nocive e armi.

La riconversione delle industrie da produttrici di armi a uso civile: questa parola d’ordine dovrebbe appartenere a tutto il movimento dei lavoratori esigendo atti concreti e coerenti.


L’Italia fa parte della Nato, da cui provengono i 3/4 della spesa militare mondiale, ossia 985 mld di dollari.


L’Italia è alle prese con una crisi economica che sta tagliando centinaia di migliaia di posti di lavoro, che getta sul lastrico intere famiglie. L’Italia non ha i soldi per garantire ammortizzatori sociali per i lavoratori che perdono il posto, ma ha i soldi, e tanti, per le missioni militari e per sperimentare nuovi sistemi di arma.
Non un soldo alla guerra! Spendiamoli per il lavoro, il reddito, la scuola e la sanità! Basta con la retorica militarista e patriottarda.

Giampaolo Pazzaglia, Fossano (Cuneo).

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