domenica 9 novembre 2008

Considerazioni sul Consiglio Comunale aperto di Cuneo sulla scuola


Nel ricordare che LUNEDI' 17 NOVEMBRE ORE 21 A CUNEO presso il teatro Toselli si terrà un incontro pubblico con i Parlamentari locali sulla riforma Gelmini, mi permetto di inviare alcune considerazioni sul Consiglio Comunale aperto di ieri sera a Cuneo.

Fabio Panero

Per la prima volta ho partecipato ad un Consiglio Comunale aperto come amministratore di questa città, in precedenza partecipai ai Consigli aperti su Algat e Alpitour come cittadino. Innanzi tutto esprimo la grande soddisfazione per questo esercizio di democrazia partecipata davvero ben riuscito, su un tema "caldo" come la "riforma" Gelmini, grande merito va a tutti i cittadini cuneesi che hanno deciso di partecipare a questo Consiglio Comunale ed ai gruppi di maggioranza che con un Ordine del Giorno hanno reso possibile questo momento di ascolto e scambio di idee. Da questo Consiglio Comunale ho capito che il decreto Gelmini (trasformato in legge n°169 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre scorso) nessuno lo vuole applicare, neppure la Provincia di centro-destra (il che è tutto dire..) ed è paralizzato. Infatti i decreti attuativi, che dovrebbero dire dove e come tagliare le circa 88mila cattedre e gli oltre 44mila posti di ausiliari, tecnici ed amministrativi (ata), devono essere preceduti dal parere delle competenti commissioni parlamentari sul piano programmatico generale.
Le commissioni, a loro volta, sono bloccate perché non hanno ancora ricevuto il parere della Conferenza delle Regioni.
Alcune istituzioni regionali, tra le quali il Piemonte (che ha recentemente approvato la legge regionale sul Diritto allo Studio), stanno fornendo un contributo importante annunciando ricorsi contro l’art. 64 della legge 133, che fissa l’entità e le modalità dei tagli, così come sull’art. 3 del decreto legge 154, che impone alle Regioni tempi strettissimi per procedere al ridimensionamento della rete scolastica, minacciando in caso contrario il “commissariamento ad acta”.Ho capito che sui piani di dimensionamento, inoltre, un ruolo positivo può essere esercitato da Province e Comuni per contrastare la volontà del governo di ridurre fortemente la diffusione dei servizi scolastici sul territorio nazionale, con vantaggi evidenti per le scuole private, in particolare nel settore dell’infanzia e della scuola elementare. Non si è mai vista una riforma che non implementa le risorse ma le taglia: naturalmente i soldi per "coprire le falle" li metteranno gli Enti Locali (Regioni e Provincie), a casa mia questo si chiama "scarica barile", altro che federalismo.
Intanto l’Onda studentesca non si arresta. Continua a discutere negli Atenei come nelle scuole, fa lezione in piazza, una delegazione di studenti universitari parla all’assemblea della Fiom chiedendo di un grande sciopero generale che, categoria per categoria, blocchi il paese così come è avvenuto in Francia qualche tempo fa. Si preparano le manifestazioni (bellissima quella a Cuneo del 30 così come in tutti i grandi centri della provincia) si va avanti con determinazione e, soprattutto, con le idee chiare: le scuole e gli atenei stanno esplodendo e non basteranno neppure le cariche della polizia o le bastonature dei neofascisti a fermare quest’onda.
Il ministero della pubblica istruzione è in netta difficoltà. La Gelmini licenzia il “padre” della riforma che porta il suo nome: Tito Varrone, capo dell’ufficio legislativo del ministero, assunto sei mesi fa circa, ha dovuto fare i bagagli e lasciare il suo uffici.Berlusconi continua a rettificare in corso d’opera. Il maestro unico sembrerebbe essere diventato prevalente (dove è scritto?); dopo la tirata d’orecchi dei vescovi il premier annulla i tagli (l’unica cosa buona fatta da Tremonti) previsti per le scuole private – 485milioni di euro in tre anni -; Bossi si impunta ed ottiene che le scuole di montagna non saranno toccate (Già perchè i danni di Gelmini&co continuano con il decreto legge 154. All’interno delle disposizione urgenti per il contenimento di regolazioni contabili con le autonomia locali si prevede infatti la riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate, con chiusura delle scuole con meno di 50 allievi ed accorpamento di quelle che non arrivano a 500 (300 se sono in montagna).
Nella nostra provincia applicando alla lettera la Riforma Gelmini le scuole interessate sarebbero 108 dislocate (84 alla scuola primaria, 13 alle medie e 11 alle superiori) su decine di Comuni, ieri sera l'Assessore Provinciale Valsania ha detto che saranno 7: vedremo!
Insomma un governo messo a dura prova dalla forte spallata del Movimento.
Sulle classi separate per Italiani e Stranieri previsto da uno specifico progetto di legge al Senato ed una mozione alla camera dei deputati, entrambe le iniziative sono targate Lega Nord, ripropongono le classi differenziali per le alunne e gli alunni stranieri che non conoscono la lingua italiana. (unico paese al mondo che per insegnare l’italiano a un bambino rumeno lo mettiamo con un senegalese)
ho citato un noto sovversivo,Don Milani, con l'invito a rileggerlo: "Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare.
Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto."

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