giovedì 6 novembre 2008

LA FESTA E' FINITA: EVVIVA!!

In tempo di vacche magrissime, Rifondazione comunista sta pensando di stringere la cinghia. Durante la direzione politica della scorsa settimana, il segretario Paolo Ferrero e il responsabile dell'organizzazione Claudio Grassi hanno presentato una proposta di regolamento organizzativo che taglia, e di molto, spese e stipendi con rigide prescrizioni per i dipendenti di partito e gli eletti regionali ed europei, visto che di parlamentari italiani al momento non ce n'è neppure uno (ed anche per questo il bilancio si è ristretto). Le nuove regole sono rigide.
Il segretario nazionale che nel regolamento seguito al precedente congresso aveva uno stipendio
corrispondente a quello di un parlamentare (cioè circa 14.000 euro) prenderà 3.500 euro. I membri della segreteria nazionale, il tesoriere, il presidente del Collegio nazionale di garanzia, che prima arrivavano al 45% dei salari di Montecitorio, scenderanno a 2.200 euro. E più o meno lo stesso discorso varrà per gli eventuali deputati e senatori, per i membri del parlamento europeo e per i consiglieri regionali. I primi, che fino ad ora versavano al partito il 55%, dovranno consegnare l'intera busta paga a Viale del Policlinico per poi vedersi restituire 3.200 euro. E i regionali avranno 2.200 e nulla più.
Claudio Grassi rivendica la proposta e anzi alza (o meglio, abbassa) la posta: «Abbiamo proposto la parificazione tra i funzionari, gli eletti e i normali salari delle persone comune.
Gli emolumenti devono essere tutti abbattuti a 2.200 euro. Sul parlamento abbiamo il vantaggio di ragionare sul pulito, chi si candida d'ora in poi conoscerà le regole».

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