giovedì 30 luglio 2009

CONTRO IL PACCHETTO SICUREZZA

Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,

a nuotare come i pesci,

ma non abbiamo imparato l’arte di convivere come fratelli

[Martin Luther King]

No alla barbarie di una legge ingiusta.

Contro il “Pacchetto sicurezza”, appello per una società accogliente.

PUBBLICHIAMO L'APPELLO LANCIATO DAL TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI DEL CUNEESE


La legge approvata dal Senato il 3 luglio scorso (D.L. 733/08 – Pacchetto sicurezza) segna una svolta nella vita civile italiana.

Contro i valori di uguaglianza e cittadinanza che ispirano la Costituzione,

- contro i fondamenti stessi della democrazia,

- contro il valore della solidarietà,

- contro i principi della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e del fanciullo che la nostra legislazione ha recepito nel proprio ordinamento,

questo provvedimento introduce norme discriminatorie, istituendo il reato di clandestinità che punisce le persone non per reati specifici, ma a motivo della loro appartenenza etnica, della loro identità culturale e del loro stato di necessità economica.

Questa legge, fondata su presupposti propagandistici, instaura un clima pericoloso di paura e di sospetto che finirà per alimentare la clandestinità, renderà ancora più invisibili gli immigrati irregolari – soprattutto sui posti di lavoro – e provocherà forti limitazioni nell’esercizio dei diritti fondamentali (iscrizione all’anagrafe, matrimoni, salute, scuola,…).

Siamo convinti che l’ingresso e il soggiorno irregolari non sono catalogabili come forme di illegalità da colpire in modo indiscriminato: chiunque, per il solo fatto di essere persona umana porta con sé un bagaglio minimo di diritti che non possono esser violati, pena l’imbarbarimento dell’intera società.

La migrazione è processo complesso, esasperato e snaturato oggi da una globalizzazione economicamente ingiusta, sorretta dallo sfruttamento del lavoro e delle risorse naturali, che perpetua e aggrava le disuguaglianze sociali a livello planetario. Solo la garanzia di pari opportunità globali, del rispetto delle diversità culturali, politiche, economiche, può nel lungo periodo allentare la morsa delle migrazioni forzate. All’opposto, solo un atteggiamento antistorico, miope e razzista nei fatti, può pensare di affrontare e regolamentare un fenomeno di portata mondiale con provvedimenti legislativi inadeguati e inutilmente “cattivi”, fondati sulla logica della paura e della chiusura a difesa di un limitato territorio.

Noi crediamo che debba esser messa da parte la pretesa di leggere qualsiasi fenomeno sociale nella sola ottica dell’insicurezza fomentata da una paura indotta, amplificata e coltivata, e che sia indispensabile attuare piuttosto interventi promozionali di sostegno e di integrazione, quali vie positive lungimiranti per edificare nel tempo una società che può solo essere multietnica e multiculturale, per un futuro più sicuro e vivibile.

Non ci appelliamo solo al pur importante dovere comune della solidarietà, ma alla ricerca di soluzioni giuste e ragionevoli quale dovere primario della politica.

Per questo chiediamo a tutte le persone, alle associazioni che animano la vita civile cuneese e alle istituzioni di prendere responsabilmente e chiaramente posizione a favore di quelle soluzioni e contro questo clima di discriminazione e di paura che richiama anni drammatici della nostra storia passata, avviando così una collaborazione fattiva per difendere e consolidare le conquiste di democrazia, convivenza civile e giustizia sociale che sono patrimonio prezioso e irrinunciabile della nostra comunità e dell’umanità intera.

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