mercoledì 1 luglio 2009

I GRANDI MAESTRI






La sinistra e la sindrome di Tafazzi
(Giampiero Ferrigno tra i maestri)

Il primo Consiglio provinciale dell’era Gancia, quello per intendersi in cui la parola più usata da tutti gli intervenuti è stata 'gente', (pensiamo alla gente, i bisogni della gente, non deludiamo la gente, la gente da noi si aspetta….) ha fatto emergere non le differenze tra maggioranza ed opposizione, ma l’atavica sindrome di 'Tafazzi' della sinistra italiana. Ora, per chi non lo sapesse, Tafazzi è un quel personaggio interpretato da Giacomo Poretti, componente del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, la cui caratteristica è quella di prendersi energicamente a bottigliate sui genitali e di godere di tale pratica. Ebbene centro sinistra e sinistra, ad assembla appena conclusa, hanno iniziato a fare i 'Tafazzi'.

Il primo a prendersi a bottigliate sui genitali è stato Giancarlo Boselli, del Pd, vice sindaco di Cuneo, nonché partecipante al rito delle primarie attraverso le quali Mino Taricco è stato consacrato leader della coalizione di centro sinistra. Il Boselli è andato giù duro nei confronti di quell’agnello sacrificale che è stato Mino Taricco in campagna elettorale e lo ha accusato senza mezzi termini di aver compiuto un grave errore politico nonché di aver iniziato male il cammino amministrativo per il fatto di essersi astenuto dal confutare le linee programmatiche della Presidente appena insediata. E poi la domanda velenosa delle cento pistole: “Caro Mino, hai già dimenticato la campagna elettorale?” Come dire: lancia in resta e avanti tutta. Una sorta di armiamoci e partite.

Presa di posizione che in politica potrebbe essere legittima in un contesto normale, ma era proprio necessario inviare lettere ai giornali per rimarcare una spaccatura tra buona parte del Pd e Mino Taricco? Non sarebbe stato meglio fare un giro di telefonate in attesa di ragionare nelle sedi opportune sulle strategie da attuare? Invece no: alla prima occasione, che peraltro occasione non è, i partiti, Pd in testa, che durante la campagna elettorale hanno fatto ben poco per sostenere Mino Taricco salvo negarlo ad ogni piè sospinto, hanno reso pubblica la distanza e la spaccatura fin troppo evidente nello schieramento di centro sinistra che ha sostenuto Mino Taricco.

A dare manforte al Pd nell’attacco al candidato sconfitto sonoramente durante la recente competizione amministrativa è scesa in campo Rifondazione Comunista, che di Taricco non era alleata, ma se c’è da 'tafazzare' non è seconda a nessuno. E l’intervento degli orgogliosi portatori di 'Falce e Martello' è stato di quelli messi in campo per far male, un’entrata di Fabio Panero a gamba tesa di una tal virulenza che si spiega solo con la voglia di affossare colui che non li ha voluti parte della coalizione e con lui affossare tutto ciò che a sinistra non è 'Falce e Martello'.
Invece di leccarsi le ferite dopo una sconfitta eclatante, di provare a riannodare le fila di una coalizione magari da allargare, di programmare un’opposizione rigida (seppur corretta e costruttiva) all’amministrazione presieduta da Gianna Gancia lasciando il compito a chi rappresenta lo schieramento politico contrario al centro-destra in Consiglio il compito di provare a risalire la china, ci si batte sui genitali provando un insano godimento.

Se questa è la sinistra o centro sinistra che dir si voglia, sia essa nostrana o italiana, Lega e Pdl possono dormire sonni tranquilli. Sempre che il successo ottenuto non dia loro alla testa e le divisioni vistosamente palesate all’atto della composizione della Giunta provinciale non facciano attecchire anche dalle loro parti quella strana malattia che contagia da sempre la sinistra italiana e che risponde al nome di sindrome di Tafazzi.

NOTA DI FABIO PANERO (DETTO COMPAGNO TAFAZZI): DI QUESTI TEMPI NON ESSENDOCI MOLTO PER CUI SORRIDERE OGNUNO GODE COME PUO'...

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