giovedì 9 luglio 2009

Gruppo di Acquisto Popolare


La crisi che stiamo vivendo è la conseguenza delle politiche neoliberiste fatte di precarietà e bassi salari, di liberalizzazioni e privatizzazioni, di aggressioni ai beni comuni e abbattimento del welfare e della scuola pubblica. Aumenta sempre più l’ansia e la paura: ciò avviene perché l’impoverimento generalizzato viene vissuto come solitudine, come colpa soggettiva, una colpa che ti incattivisce contro chi sta nel gradino sotto al tuo. Un processo d’impoverimento che in questi anni non ha incontrato la politica e l’agire collettivo come risposta; così la povertà oltre che una colpa è diventata invisibile.

Per queste ragioni il Partito della Rifondazione Comunista di Cuneo ha deciso di promuovere l’auto-organizzazione dei cittadini dando vita al GAP (Gruppo d’Acquisto Popolare) che anche sabato 11 luglio, dalle ore 9 alle ore 13, sempre in piazza Galimberti angolo via Roma, distribuirà il pane a prezzo calmierato di 1 euro al Kg.

Secondo i dati dell’ISTAT il prezzo degli alimenti è cresciuto del 4,7% su base annua: tra questi cresce soprattutto il costo della pasta e del pane. Di fronte a ciò, sarebbe più opportuno che il governo Berlusconi, piuttosto di riempire di quattrini banche e speculatori, si occupasse della gente che non arriva più nemmeno alla terza settimana, introducendo un prezzo politico per i generi di prima necessità. Di certo, se i cittadini risparmiano sul pane è difficile far ripartire l’economia; per questo crediamo fortemente nel GAP, parola nobile presa a prestito dalla Resistenza antifascista. L’iniziativa del GAP cerca di rompere il ricatto per il quale, se non arrivi a fine mese, devi mangiare prodotti di bassa qualità. Associandosi come consumatori, infatti, si riesce a ridurre il prezzo del pane sensibilmente, arrivando al prezzo di un euro al kg, ma anche ad averlo di ottima qualità. Questo obbiettivo si raggiunge sostanzialmente perché il Gruppo di Acquisto contratta il prezzo direttamente con il produttore, saltando ogni tipo d’intermediazione.
In questo modo si ribalta la logica della coperta corta che mette i ceti popolari l’uno contro l’altro: più si è meglio è, perché meglio si contratta il prezzo”.


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