venerdì 23 aprile 2010

CHE FARE?



Riceviamo e pubblichiamo il seguente documento apprso anche su Liberazione di  
Imma Barbarossa Gianlugi Pegolo Walter De Cesaris



RIDARE LA PAROLA ALLE COMPAGNE E AI COMPAGNI

Il sentimento più diffuso nel nostro partito ci pare possa  essere così sintetizzato: smarrimento,confusione,perdita di senso della politica.
Il risultato elettorale ci consegna l’ennesima sconfitta della sinistra tutta. Dalle urne esce un paese modificato nell’”antropologia” sotto i colpi della crisi sociale,politica ed economica,totalmente alterato e devastato sotto il profilo culturale,nell’immaginario,nel simbolico. Vincono le destre. Emerge un paese che a nord fa leva sulla paura dell’’altro’ come nemico e sul territorio come fortino ,mentre a sud si arrende alle criminalità che non trovano argini credibili sul piano sociale e culturale.
Il centrosinistra come lo abbiamo conosciuto non esiste più,logorato dalla debolezza dell’opposizione al centrodestra,dall’allargamento all’UDC e dalla rincorsa ai ‘valori’ delle destre.
La sinistra continua a perdere tra la frammentazione sociale,il politicismo,le novità che tendono a  rinchiudersi  nell’autonomia del sociale e il leaderismo di Vendola.
Ci ritroviamo gli antichi nodi di scelte possibili: aggregazione a ipotesi moderate contro le destre o isolamento e rottura a sinistra.
L’esperienza del governo Prodi pesa ancora,anche perché fu seguita dalla proclamazione dello scioglimento  del partito,a cui ci opponemmo,ben consapevoli dei rischi di autoreferenzialità che la pura “messa in sicurezza” del partito comportava,ma fiduciosi in quel rinnovamento che,iniziato da Genova, era proseguito  con la Sinistra Europea e l’apertura ad associazioni,reti,movimenti
Il documento di Chianciano fu un’onesta mediazione che per noi alludeva proprio a quel rilancio della possibilità di volersi dire e pensare comunisti/e,di un comunismo in cui stavano entrando le ventate di femminismo,ecologia,pace e disarmo,analisi critica della nostra storia.
Ora Chianciano si è esaurito. Prevale quella che Gramsci chiamava la piccola politica (il quotidiano,la lotta tra gruppi,l’equilibrismo,il galleggiamento ). L’autonomia del progetto politico viene derubricata a accordi sì o no col PD,la pratica sociale si concentra su un sia pur lodevole mutualismo senza progetto e senza orizzonti. I risultati negativi di Campania e Lombardia vengono usati come deterrente contro il cosiddetto ‘isolamento’,quasi che l’isolamento fosse istituzionale e non sociale e culturale. La sperimentazione di iniziative e progetti di formazione e autoformazione è inesistente,considerata un orpello,delegata ad aree organizzate del partito.
La riforma del partito può considerarsi fallita,la nostra forma partito continua ad essere pensata come uno spazio di riconoscimento fra uomini che competono ma si danno valore a vicenda,il luogo della politica è di fatto spazio di esercizio di potere,non importa quanto grande o piccolo.
In questo contesto la giustissima lotta democratica per la difesa della Costituzione che ha conquistato una opinione pubblica larga, non riesce a comprendere la sacrosanta lotta contro il bipolarismo che  rischia di essere intesa come mera difesa del proprio orticello anzi che democratica lotta per la rappresentanza istituzionale di soggettività sociali (e progetti politici) plurali.
Certamente il ‘che fare’ è difficile. E tuttavia non pensiamo che si possa ricorrere a formule precostituite nel chiuso delle stanze. Vogliamo dire che la Federazione della Sinistra, che è stata gestita dall’alto e non si è potuta  nemmeno nominare come ‘alternativa’,viene percepita – e rappresentata – come un duopolio PRC/PdCI,con uno statuto escludente,con un consiglio nazionale che non rispetta nemmeno la democrazia di genere,con portavoce tutti maschi e tutti interni.
Ebbene,dopo i due insuccessi elettorali la si vuole perpetuare così com’è,anzi ‘accelerare’,proprio come si voleva fare con l’Arcobaleno. La proposta del Congresso entro la fine dell’anno rischia così di chiudere un processo e di alimentare nuove divaricazioni.
Noi pensiamo che occorra prima di tutto aprire una stagione nuova di proposta politica,sociale e culturale a tutte le forze critiche nei confronti del PD,alle associazioni,ai movimenti antiliberisti,anticapitalisti e antipatriarcali. No ad alleanze di ceti politici,sì all’intreccio tra questione democratica e questione sociale che,come ci insegna la storia del movimento operaio occidentale,vanno tenute sempre connesse anche strategicamente.
Occorre pertanto battere le tentazioni moderate,governiste e alleanziste che vengono avanti nella Federazione e ,sotto forma di ‘realismo’ ,trovano sponda anche nel nostro partito: aver “portato a casa la pelle “ non interessa a nessuno se dentro la sopravvivenza non appaiono segni visibili e potenzialità di apertura al futuro.
Occorre riprendere il filo (purtroppo da tempo interrotto) di una ricerca sulla rifondazione comunista,l’ispirazione di fondo del nostro progetto politico. E’ un processo che richiede un rilancio più complessivo del partito,elemento indispensabile sia per la qualità della Federazione che per la costruzione di un polo della Sinistra di alternativa. Tale rilancio non può essere semplicemente declamato né risolversi nell’applicazione di un deliberato; deve suscitare passioni e soprattutto essere largamente partecipato dai  compagni e dalle compagne. I circoli del partito devono tornare a essere protagonisti.
Tutto si può fare in queste circostanze meno che ridurre l’ampiezza del confronto,sorvolare sulle ragioni del voto e del non voto senza individuare i terreni concreti di iniziativa sociale.

Il tempo è scaduto: impieghiamo “quel che resta del giorno” per invertire la rotta,per consentire alla generazione della precarietà di riprendersi la politica nelle forme e nella sostanza.


Imma Barbarossa, Direzione nazionale; Gianluigi Pegolo, Segreteria nazionale; Walter de Cesaris, CPN. Amadio Paula,CPN; Danilo Barreca, CPN; Guido Benni, CPN; Fabio Biasio,CPN; Carlo Cartocci,CPN; Pino Commodori,CPN; Pasquale D’Angelo,CPN; Italo Di Sabato,CPN; Manuela Giugni,CPN; Angela Lombardi,CPN; Matteo Malerba,CPN;Cinzia Mancini, segreteria prov. Taranto; Antonello Manocchio,CPN;Alidina Marchettini, Cpp Firenze; Adriana Miniati,CPN; Pierpaolo Montalto,CPN; Matteo Notarangelo, CPR Puglia; Alba Paolini,CPN; Laura Petroni,CPN; Giosuele Rosicano,CPR Puglia; Vanessa Savoni,CPN; Rita Scapinelli,CPN Federazione d.Sinistra; Paola Serafini; CPG Firenze; Vincenzo Simoni,CPN; Anita Sonego, CPN Federazione d.Sinistra; Sandro Targetti,CPN; Riccardo Torregiani,CPR Toscana; Francesco Voccoli,CPN.

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