lunedì 12 gennaio 2009

W I PARTIGIANI, SEMPRE!

IL CONSIGLIO COMUNALE DI CUNEO

PRESO ATTO

Che un progetto di legge, numero 1360, metterà il Parlamento di fronte alla scelta di equiparare i partigiani che combatterono contro il fascismo e il nazismo, contro la guerra praticata da Benito Mussolini a fianco di Adolf Hitler, per la liberazione dell'Italia da una dittatura interna ed esterna, con i miliziani della Repubblica di Salò, le truppe irriducibili che volevano continuare a tenere il Paese a ferro e fuoco, quelli che consegnarono migliaia di ragazzi italiani nelle mani dei rastrellatori tedeschi e gli ebrei del ghetto di Roma, di Venezia, di Torino, di Milano, nelle mani dei loro torturatori e di chi li avrebbe avviati ai lager e ai forni crematori.
Il progetto di legge - firmato da parlamentari del "Popolo delle libertà" è in discussione ora, alla Commissione Difesa della Camera dei deputati, riguarda proprio il contenuto della proposta di legge che vorrebbe adesso istituire in parallelo il cosiddetto "Ordine del Tricolore" nonché il conseguente «adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra».
Nella presentazione della proposta di legge, i legge: «L'istituzione dell'Ordine del Tricolore deve essere considerata un atto dovuto verso tutti coloro che impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della "bontà" ( con tanto di virgolette!) della loro lotta per la rinascita della Patria».
L'articolo 2 prevede che tale onorificenza (e quello che ne consegue) sia conferita: «A coloro che hanno prestato servizio militare per almeno sei mesi, anche a più riprese, in zona di operazioni, nelle Forze armate italiane durante la guerra 1940-1945 e che siano invalidi; a coloro che hanno fatto parte delle formazioni armate partigiane o gappiste, regolarmente inquadrate nelle formazioni dipendenti dal Corpo volontari della libertà, oppure delle formazioni che facevano riferimento alla Repubblica sociale italiana; ai combattenti della guerra 1940-1945; ai mutilati e invalidi della guerra 1940-1945 che fruiscono di pensioni di guerra; agli ex prigionieri o internati nei campi di concentramenti o di prigionia, nonché ai combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-1945». Che poi sarebbero quelli che dopo l'8 settembre 1943 fecero la guerra ai partigiani, all'esercito di liberazione, ai militari agli ordini del generale Badoglio, alle forze armate alleate sbarcate in Sicilia e ad Anzio e alle truppe che combatterono contro l'esercito tedesco in ritirata. Insomma, quelli che fino all'ultimo furono i fiancheggiatori dei nazisti e i torturatori delle popolazioni civili che resistettero alle Squadre Speciali in fuga.
Si prevedono, tra le altre cose, «200 milioni di euro l'anno, a decorrere dal 2009», di «adeguamento pensionistico», compreso quello per l'«assegno supplementare spettante alle vedove». E siccome tali risorse non erano previste né nel dispositivo di bilancio di quest'anno né nella legge finanziaria triennale che resterà in vigore fino al 2011, si dà mandato al ministro dell'Economia e delle Finanze di «apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio».

NEL RIBADIRE

inaccettabile sotto il profilo morale e politico, oltre che da un punto di vista giuridico e storico, l’equiparazione tra coloro che facevano i rastrellamenti per conto dei tedeschi a chi è stato internato nei campi di concentramento e a chi ha fatto la Resistenza

ESPRIME

sdegno per questa proposta di legge che offende particolarmente la Città di Cuneo, medaglia d’oro per la Resistenza;

solidarietà all'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) e alle altre organizzazioni che rappresentano gli ex internati (Anei), gli ex deportati (Aned), i perseguitati politici (Anppia) e l'Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria (Anfim)

SI IMPEGNA AD INVIARE

Il presente o.d.g. ai parlamentari del Piemonte ed ai Consiglieri regionali eletti nella Provincia di Cuneo.

PRIMO FIRMATARIO

Fabio Panero, Capogruppo Rifondazione Comunista

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