lunedì 26 gennaio 2009

Vendola annuncia la scissione dal PRC

Rina Gagliardi e Alfonso Gianni: auspichiamo una rottura del PD e la formazione a sinistra di un nuovo partito socialdemocratico guidato da D’Alema


Rina Gagliardi. : “E’ evidente che io spero in una deflagrazione del PD. Certo che sarei contenta se dalle eventuali ceneri del Partito Democratico nascessero due nuove forze politiche, una di sinistra e una di centro. E’ evidente che noi dovremmo essere molto interessati alla prima, che magari verrebbe guidata da D’Alema”.
Alfonso Gianni. : “Un bel partito socialdemocratico con noi dentro? Magari”.

(La Stampa, 25 gennaio 2009)

Claudio Grassi (segreteria nazionale PRC): Oggi tutto è più chiaro

“Il tempo è galantuomo e oggi, ad assemblea di Chianciano conclusa, tutto è più chiaro. Il progetto del gruppo dirigente della mozione congressuale “Rifondazione per la Sinistra” si manifesta per quello che realmente è, senza infingimenti. Le parole di Rina Gagliardi riportate quest’oggi dalla Stampa non lasciano spazio ad equivoci: si vuole operare una scissione da Rifondazione Comunista con l’obiettivo di costruire un nuovo partito della sinistra guidato da Massimo D’Alema”.
Sin qui il fine dei loro sforzi. In mezzo ci stanno le mille difficoltà di un percorso che rischia di sancire il fallimento dell’impresa prima ancora del suo inizio.
Prima difficoltà: che il Partito democratico a sua volta si rompa e che da una sua costola sorga un nuovo partito socialdemocratico (una riedizione del Pds: al che non si capisce per quale motivo spendere vent’anni di militanza politica contro quell’approdo occhettiano se poi, a vent’anni di distanza, se ne riconosce la sostanziale esattezza) è tutto da dimostrare.
Seconda difficoltà: non c’è spazio politico tra il Pd e Rifondazione Comunista. Lo dimostra, su tutto, il risultato disastroso della lista Arcobaleno alle elezioni politiche di aprile.
Terza difficoltà: l’incertezza totale, il continuo tentennare tra un’ipotesi e un’altra, il perenne esporre quei compagni che sostennero l’opzione congressuale di Vendola al rischio di un salto nel buio.
Non fa riflettere il fatto che l’adesione al progetto scissionistico diminuisce via via che passano i giorni? E che essa diminuisce via via che si scende dagli organismi dirigenti centrali ai territori? Ciò non dice qualcosa in relazione alla opacità del progetto, alla sua debolezza, e al suo carattere verticistico e politicistico?
A Chianciano Gennaro Migliore ha proposto un documento politico che fissava i tempi e i modi della scissione. Diversi interventi contrari (non dei compagni che hanno già scelto nelle scorse settimane di rimanere nel Prc e di non partecipare all’assemblea di Chianciano, ma di compagni che a quell’assemblea hanno partecipato nello spirito indicato dai promotori!) hanno costretto il compagno Migliore a fare retromarcia e a ritirare il documento. Esso verrà discusso e votato – ora si dice – in una ulteriore consultazione e in una ulteriore assemblea costituente.
Tutto questo accade perché il progetto politico che questi compagni propongono è profondamente debole; e fondato sul paradosso di voler unire la sinistra spaccando il più grande partito della sinistra e spaccando – questo stiamo apprendendo in queste settimane e in queste ore – tanto l’area congressuale che si era proposta il superamento del Prc quanto l’assemblea che si era convocata allo scopo di ufficializzare la scissione.
Noi lo ripetiamo: Rifondazione Comunista è e può essere ancora la casa di tutti. Compresi quei compagni che ora apprendono le reali intenzioni dei sostenitori della sinistra «senza aggettivi» e che vogliono proseguire nell’impegno per la rifondazione comunista.

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