giovedì 4 febbraio 2010

ACQUA PUBBLICA

Di Giambattista (PRC): "Comuni dichiarino l'acqua pubblica"
 

Sul tema della privatizzazione dell’acqua sancito dalla conversione in Legge del Decreto n. 135/2009, è opportuno che la Provincia di Cuneo, Ente che presiede 'l’Ambito Territoriale Ottimale' prenda posizioni nette, con azioni concrete che conseguono. Nella precedente tornata amministrativa il Consiglio Provinciale aveva votato all’unanimità una importante delibera che tra le altre cose prevedeva l’affermazione dei princìpi della gestione pubblica del servizio idrico integrato. La delibera evidenziava come anche il Parlamento Europeo aveva riconosciuto la gestione pubblica del servizio idrico integrato. Oggi il Decreto nazionale apre di fatto le porte alla privatizzazione per i servizi pubblici locali. Nel dibattito che ne è seguito è stato evidenziato che le esperienze degli ultimi anni in Italia hanno dimostrato che la gestione privatistica del servizio dell’acqua ha portato ad incrementi notevoli delle tariffe senza peraltro la garanzia di un miglioramento del servizio in termini di manutenzione ed investimenti sulle reti di acquedotto e dei depuratori.

E’ chiaro che l’ingresso dei privati nelle gestioni privilegia il tornaconto dell’azienda, aprendo le porte a speculazioni di carattere finanziario che poco hanno a che vedere con una corretta gestione del servizio. Del resto anche in Europa esiste un grosso ripensamento al processo di liberalizzazione delle gestioni: emblematico il caso di Parigi dove la gestione è stata ripubblicizzata. Il nostro Comune, assieme ad altri, ha espresso con un ordine del giorno la contrarietà al Decreto evidenziando due princìpi: 1)la Costituzione italiana riconosce che la gestione dei servizi locali è di competenza delle Regioni e dei Comuni e quindi non può essere imposta dal Governo nazionale; 2)Il Testo Unico sugli Enti Locali ha regolamentato le forme di gestione dei servizi pubblici, prevedendo la possibilità di affidamenti pubblici purchè il servizio non presenti 'rilevanza economica'.

Ora, a Decreto convertito in Legge, occorre che in coerenza con le rimostranze effettuate al momento di approvazione degli ordini del giorno, venga recepito nello Statuto dei Comuni che la gestione del ciclo idrico integrato è un servizio privo di rilevanza economica in maniera da creare i presupposti giuridici per scongiurare la gestione privatistica del servizio. Il nostro Comune ha già deliberato in tal senso ed ha richiesto la convocazione della assemblea dei Sindaci all’A.C.D.A.

Risulta chiaro che occorre affiancare ogni azione con adeguati supporti giuridici e sensibilizzare gli enti locali e l’opinione pubblica, in quanto i giornali e gli organi di informazione hanno parlato pochissimo di un tema così rilevante per il nostro futuro.
Spesso la Presidente della Provincia cita quale motore della sua azione le esigenze del territorio ed i bisogni primari delle popolazioni: questa è l’occasione buona perché l’Amministrazione Provinciale faccia sentire la propria voce e coordini le azioni programmatiche in merito senza subire passivamente il nuovo dettato normativo. Ed inoltre: esiste la disponibilità a sensibilizzare l’opinione pubblica ed a fornire un adeguato supporto giuridico ai Comuni che hanno deliberato o che hanno intenzione di deliberare le modifiche statutarie?

Le suddette azioni rappresenterebbero un grande servizio a tutela dei nostri territori: auspico pertanto che possano essere messe a tema nella agenda politica della Amministrazione Provinciale le questioni richiamate.

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