giovedì 11 febbraio 2010

LIQUIDAZIONI VERGOGNOSE DEI CONSIGLIERI REGIONALI E LEGGE ELETTORALE

Dalmasso (Rifondazione): grave non avere dimezzato le liquidazioni dei consiglieri e cancellato le “autocertificazioni”.


Ogni lavoro prevede che le liquidazioni corrispondano ad un mese per anno di lavoro. Una norma assurda prevede invece che consiglieri e consigliere regionali ricevano una liquidazione pari a due mesi l’anno, dice il consigliere regionale Dalmasso, di Rifondazione comunista.

Il gruppo di Rifondazione, formato da consiglieri che pure versano per il partito e per iniziative politiche la metà delle indennità e della stessa liquidazione, continua il consigliere, ha presentato una proposta di legge per uniformare laliquidazione a quella di ogni altro lavoratore (una mensilità per anno di lavoro).
Nonostante richieste in aula (l’ultima oggi, mercoledì 10), non siamo riusciti a farla discutere e metter ai voti.
Ci pare un fatto grave che conferma un privilegio assurdo e incomprensibile a quella larga parte di società formata da disoccupati, cassintegrati, precari, occupati a basso reddito, conclude Dalmasso.

Egualmente grave, riprende Dalmasso, aggiungendo un secndo tema, è la non discussione della semplice e sintetica proposta relativa all’abolizione delle autocertificazioni, spesso usate dei consiglieri. E’ un altro privilegio, spesso incomprensibile, aggiunge il consigliere di Rifondazione.
Per Dalmasso sarebbero bastati pochi minuti e un poco di volontà e di buon senso per approvare due provvedimenti che avrebbero parzialmente eliminato il distacco elettori/eletti e l’idea che “la politica sia una cosa sporca”.

Dalmasso (Rifondazione): una proposta di legge elettorale con molte innovazioni.

Ho sperato, afferma il consigliere regionale Dalmasso (Rifondazione), che negli ultimi mesi della legislatura si potesse approvare una nuova legge elettorale, cosa che, purtroppo, non è avvenuta per veti incrociati e per l’incapacità, da parte di molte forze politiche, di guardare oltre gli interessi immediati.

Ho, quindi, presentato, continua il consigliere una mia proposta che possa essere utile nella prossima legislatura. La proposta ha queste caratteristiche:
- il numero dei consiglieri è fissato a 60 e non può essere aumentato
- modificazioni delle attuali circoscrizioni elettorali: Torino viene divisa in due circoscrizioni, altre province vengono accorpate, garantendo un maggiore equilibrio
- abolizione di ogni sbarramento nella distribuzione dei seggi e della raccolta di firme per i gruppi già presenti in consiglio o nel parlamento nazionale
cancellazione del listino. I 12 seggi del listino vengono spalmati proporzionalmente sulle circoscrizioni. Il premio di maggioranza, per garantire maggiore quota proporzionale, è ridotto da dodici a otto seggi
- è prevista la non immediata rieleggibilità di chi sia consigliere da due mandati (dieci anni)
- nelle liste ogni genere deve essere presente almeno per un terzo
- almeno i due terzi degli assessori devono essere scelti tra i/le consiglieri/e. Questo riduce sensibilmente le spese.

E’ una proposta di legge, continua il consigliere, che va in direzione del proporzionale, della rappresentanza di idee e posizioni diverse presenti nella società, di una maggiore moralità (limite di dieci anni per la carica), evita i “mercati” per il listino, garantisce una maggiore presenza di ambedue i generi e riduce il numero dei distaccati (oggi gli assessori non sono consiglieri).

MI auguro, conclude Dalmasso, che questo e altri contributi possano, nei primi mesi portare ad una nuova e migliore legge che consenta anche una maggiore partecipazione della società civile.

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