lunedì 15 febbraio 2010

Vi ricoradte quel 24 aprile?

 

Vi ricordate quel 24 aprile?



24 aprile 2006, Cuneo, fiaccolata che ricorda la Liberazione.
All’ingresso del cinema Monviso, Teresio Delfino, da poco rieletto parlamentare UDC, è sommerso da fischi e imprecazioni. Tutti/e gli chiedono perché ha partecipato alla manifestazione antifascista.
Il fatto è che, pochi giorni prima, alle elezioni politiche, vinte per un soffio dal centro- sinistra di Prodi, Forza Italia, Alleanza nazionale e l’UDC si sono alleate con tutta l’estrema destra fascista, nazista, razzista, negazionista.
Oggi Delfino è candidato alla vicepresidenza dell’amministrazione regionale con quello che un tempo era chiamato centro- sinistra, alleanza che probabilmente raccoglierà altri gruppi e consiglieri che vengono dalla destra. La parola d’ordine è “discontinuità” rispetto ad una maggioranza che ha avuto un assessorato (Valpreda, poi Artesio) di Rifondazione, oggi sostituita dall’UDC di Delfino.
E’ coerente tutto questo? Dimenticavo: Parigi val bene una messa.
Noi, coerentemente, abbiamo siglato un accordo tecnico-elettorale con la presidente Bresso per contrastare il pericolo maggiore: quello della destra che governa a livello nazionale. Avremo programma e contenuti autonomi. In caso di vittoria, non otterremo assessorati e incarichi esecutivi, ma autonomia sui temi a noi cari.
Sergio Dalmasso
consigliere regionale di Rifondazione comunista



Dalmasso e Panero (Rifondazione): carcere di Cuneo, affrontiamo i problemi


Anche il carcere di Cuneo presenta un sovraffollamento, comune ormai a tutte le strutture (a livello nazionale 67.000 detenuti per 43.000 posti); grave anche l’insufficiente numeri degli agenti di polizia penitenziaria, proprio di tutte le carceri del centro- nord. Così il consigliere regionale di Rifondazione comunista, Sergio Dalmasso, commenta la visita al casa circondariale di Cuneo, effettuata sabato 13 febbraio.
La presenza di sei detenuti (anziché tre) in celle di diciotto metri quadri -continua il consigliere- e la carenza di attività ricreative, sportive e scolastiche pesano negativamente sulle condizioni di vita dei carcerati e sul lavoro degli stessi agenti. E’ grave che il governo faccia proclami e poi tagli i fondi e i mezzi, a cominciare dai finanziamenti per la scuola che oggi vive solamente grazie ai volontari.
Occorrono interventi - conclude Dalmasso- sulla questione sanitaria, oggi di competenza dell’ASL, sul lavoro esterno e le misure alternative, per incrementare i corsi di formazione professionale (edili), perché gli educatori abbiano colloqui continui con i carcerati, soprattutto con chi non ha contatti con la famiglia. I detenuti islamici chiedono con insistenza uno spazio per praticare il proprio culto religioso.
Il carcere non può essere una realtà esterna alla città- sostiene il consigliere comunale Fabio Panero che ha partecipato alla visita-. Il consiglio comunale, ma soprattutto tutta la cittadinanza devono rendersi conto di questo problema e dei drammi umani e sociali che nasconde. Come prima iniziativa, prolunghiamo sino al carcere la linea di autobus, almeno nei giorni di colloquio dei familiari.
Il problema- concludono Dalmasso e Panero- diventerà maggiore con l’apertura di una nuova sezione del carcere che porterà a 500 il numero dei detenuti. Questo richiederà più personale, più impegno per le strutture sanitarie, più attività di insegnamento e di mediazione culturale.
Insomma, Cuneo ha un carcere. Non nascondiamo la testa nella sabbia.

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