venerdì 31 ottobre 2008

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Patto per lo sviluppo sostenibile del Piemonte" - Intervento di Sergio Dalmasso

Comunicazioni della Giunta regionale in merito a "Patto per lo sviluppo sostenibile del Piemonte"

DALMASSO Sergio


Signor Presidente, mi sembra che molti interventi non tengano conto della grave situazione in cui versiamo, che mi pare si sia evidenziata, in modo particolare, nelle ultime settimane. Sono crollati come tanti birilli alcuni giganti della finanza mondiale e l'intero sistema è stato toccato profondamente da questa vicenda. Mi pare che vengano toccate le stesse banche italiane, che pure ci vengono presentate come sicure, perché l'Italia avrebbe una economia e una cultura completamente diverse rispetto a qulle statunitensi. Ma l'Unicredit è stata profondamente colpita e le stesse industrie sono fortemente toccate dalla recessione.

Il Consigliere Guida ha ricordato prima il caso della Provincia di Cuneo, ritenuta quella più tranquilla, sicura, con indici di disoccupazione sostanzialmente fisiologici, che, però, nell'ultimo anno, ha visto crollare una serie di industrie, alcune delle quali attive. Il caso di Moretta è drammatico e gravissimo è pureil caso della cartiera di Ormea

La FIAT, al rientro dalle ferie, ha posto in cassa integrazione moltissimi lavoratori e il turismo, che l'Italia ha sempre visto come l'industria che avrebbe portato grandi vantaggi - in altri anni così è stato - versa in una crisi profondissima e ha fatto segnare perdite per alcuni miliardi di euro. D'altronde, in Liguria - lo dico con dolore - non si è salvato nemmeno un metro di costa, perché, negli ultimi 15 anni, con due amministrazioni di centrosinistra e una di destra, è stato cementificato il 55% di quello che si poteva cementificare.

In Italia, uno spazio pari a due regioni intere è stato cementificato in 15 anni, Questo vuol dire che, sostanzialmente, tra un secolo, non ci sarà più un metro quadrato disponibile. In Sardegna si è svolto un referendum - fortunatamente fallito - proposto dalle destre, per poter continuare a costruire sulle coste (alberghi, piscine, villaggi turistici, perché, naturalmente, questo “porta vantaggi all'economia”.

Imprenditori, politici e banchieri, in questi anni, hanno mentito su tutto. I giornalisti sono stati fortemente legati a questo carro, ci hanno detto che l'Italia sarebbe diventato un paese profondamente competitivo se avessimo privatizzato tutto, se i salari fossero stati più bassi, se ci fossero stati meno diritti sindacali e che il boom della Borsa avrebbe portato vantaggi a tutti. Allora, ricordo le politiche sui fondi pensione che sono state seguite in questi anni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, la Borsa è in caduta libera e trascina con sé i fondi pensione e molte aziende.

Ora, per anni abbiamo sentito dire che la colpa era dell'assistenzialismo, quello che oggi si è giocato su un'industria come Alitalia e, sostanzialmente, si gioca sulle banche.

In Italia, l'ideologia per cui, sostanzialmente, il mercato avrebbe sciolto tutti i problemi sta passando con una forza e una durezza profondissima. Voi sapete che noi riteniamo che questi problemi siano stati affrontati solo parzialmente anche dai Governi precedenti, compreso quello di cui abbiamo fatto parte, da cui dipende anche la nostra sconfitta, ma, se la meritocrazia che ogni giorno ci viene presentata come valore assoluto, che viene proiettata sulla scuola e su ogni valore, valesse qualcosa, oggi non sarebbero tanto i lavoratori ad essere cacciati quanto un'intera classe dirigente. In Argentina, davanti alla crisi, si diceva che tutti se ne dovevano andare. Ricordiamo che uno dei maggiori artefici del crack argentino, Cavallo, di origine italiana, aveva ricevuto la laurea honoris causa dall'Università di Bologna pochi giorni prima del crack...

(Commenti in aula)


DALMASSO Sergio

Questo avvenne pochi giorni prima che si verificasse il crack e questo economista era stato presentato come un mago, un innovatora..

In nome della competitività, oggi si tenta di far passare "bocconi ghiotti" con la cancellazione di contratti nazionali.

Ancora due note molto brevi. Il Consigliere Guida ha ricordato i casi delle banche locali - credo si sarebbe dovuto fare un qualche sforzo e la discussione su questo è durata a lungo - e le concentrazioni bancarie. Il fatto che anche le banche locali siano entrate in gruppi notevolmente maggiori ha in parte cancellato il preesistente rapporto territorio-banche - non voglio ricordare la discussione svoltosi presso il Consiglio Comunale di Cuneo, che l'allora Sindaco di Cuneo ricorda bene, relativamente ad alcune banche della Provincia.

Per quanto riguarda la discussione in tema ambientale, c'è un nodo all'interno della nostra stessa maggioranza - l'Assessore lo conosce - su una serie di temi. Sono stato accusato, insieme ad altri due Consiglieri per alla firma sulla questione "inceneritori" che tanto dibattito provocò nella maggioranza e in sede di Consiglio.

È particolarmente grave che il nostro Governo, per voce della Ministra competente, pomposamente, a livello europeo, esprima frasi del tipo: "Non ci arrenderemo. Se non ci saranno modifiche importanti, diserteremo l'appuntamento di Copenaghen 2009". La questione non riguarda solo il quantitativo di CO2 che liberiamo nell'atmosfera, ma deve vertere su una riconversione, svolgendo un ragionamento complessivo sul rapporto lavoro-ambiente che la nostra sinistra, che, per quanto sconfitta ultimamente, ha cercato per anni di compiere.

È un'osservazione che potrà sembrare slegata dalla relazione svolta dall'Assessore, ma ricordo che quest'anno, per la prima volta nella storia dell'umanità, il Polo Nord è stato completamente navigabile per alcuni mesi. Se la politica avesse un minimo di razionalità, non dico di morale, e di finalità almeno a medio termine, dovrebbe esserci una preoccupazione complessiva su questo fatto. È una preoccupazione che invece non c'è, perché il problema fondamentale che le potenze si pongono è semplicemente questo: chi potrà navigare in quei mari, come quei mari diventeranno una delle fonti e dei modi per poter commerciare meglio? Su questo litigano alcune delle maggiori potenze, dal Canada alla Russia e alla Danimarca, dicendo: “Quel mare è mio”.

Sulla relazione dell’Assessore e sui nodi che ha posto, credo che il Patto sia importante e che però vi siano alcune questioni di tipo ambientale e di sviluppo d che andrebbero sicuramente discusse.

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