sabato 24 febbraio 2007

Cari compagni ma diamo i numeri ?

Cari compagni ma diamo i numeri ?
Dall'Argentina esprimo il mio piu' netto dissenso a quello che ha provocato la scelta del compagno Turigliatto. Non si puo' buttare a mare quello che in tanti anni si e' cercato di costruire.
Chi ci va a parlare con la gente con i movimenti di cui siamo stati gli artefici?
Potra' essere anche comprensibile la posizione sullo specifico ma non e spiegabile a chi ci vota; a questo punto meglio Ferrando.
Spero che la situazione sia recuperabile.
Per ora questa e' la mia posizione come segretario di circolo.

Hasta Siempre

Giancarlo Murino
Segretario del Circolo "Rosa Luxemburg" di Cuneo

4 commenti:

Anonimo ha detto...

a dare i numeri sono i parlamentari di rifondazione! eletti con inneggiando contro il precariato, contro la guerra, contro la tav !!
e che ora votano al contrario di tutto ciò che hanno predicato in campagna elettorale!
meglio il berlusca lui almeno ste cose le sosteneva già in campagna elettorale!
non si può prendere per il culo i propri elettori in questa maniera!!
VERGOGNA!!

Anonimo ha detto...

d'accordo, purtroppo, con la risposta qui sopra

grande solidarieta' a Turigliatto

un (ex) elettore di Rifondazione

Anonimo ha detto...

Lettera dalla Val di Susa

I dodici punti di Prodi


di Claudio Giorno





pubblicato su www.attac.it il 24 febbraio 2007








Una lettera da Claudio Giorno, tra i fondatori del movimento No Tav della Val di Susa, a proposito dei dodici punti «non negoziabili» proposti da Prodi ai partiti dell’Unione: uno di questi punti prevede a costruzione della linea Torino-Lione.



Ho molta poca voglia di dormire, stanotte.

Forse chi ha inventato (o importato in politica) l’espressione "al peggio non c’è mai fine" aveva avuto un incubo: s’era sognato - non so quanti anni fa - il possibile esito della crisi di governo del lontano febbraio 2007!

Dunque Giordano, Diliberto & Pecoraro ci hanno venduto...

Diranno (lo stanno già dicendo) che l’han fatto per non riconsegnare il paese alla destra! (Forse perché - novelle Veroniche - si sono convinti che il problema di questo paese sia Berlusconi e non la sua politica).

Come dire che tagliare le pensioni è buono se lo fa Damiano e cattivo se lo fa Maroni!

Che gli "effetti collaterali" della prossima guerra in Afghanistan saranno meglio sopportati se sarà il buon Parisi - del tutto involontariamente - a causarli.

Che il mesotelioma alla pleura cesserà d’essere incurabile se la Valutazione d’impatto ambientale la svolge Di Pietro e l’appalto lo prende la Cmc...

Che il raddoppio della base militare di Vicenza è accettabile, basta che sia derubricato a pratica urbanistica dal Dottorbalanzone!

Che una portaerei possa essere uno strumento di pace purché al timone - tra una regata e l’altra - ci sia un d’Alema coi baffi...

Che il massiccio trasferimento di denaro dalle nostre tasche a quelle di banchieri, palazzinari, bancarottieri, guerrafondai sia inaccettabile da Tremonti, ma virtuoso se operato da Padoaschioppa.

Il segretario del Prc, nella puntata speciale di Ballarò di ieri, organizzata per bruciare sul rogo i senatori "disubbidienti", è arrivato all’apologìa del discorso di D’Alema! Una senatrice del Pdci, con il conduttore Floris nel ruolo del Grande Inquisitore, ha tentato (mal... destramente) di purgare il collega Rossi!

Senza neanche accennare a un qualche confronto con i propri quadri, i tre partiti della sinistra radicale si sono affrettati a sottoscrivere i 12 punti non negoziabili che il vecchio tenutario dell’Iri ha rapidamente compilato (quasi li avesse già pronti! Quasi che l’imboscata attribuita a due persone colpevoli solo di coerenza fosse stata ordita apposta per mettere nell’angolo chiunque ardisse disturbare i manovratori)...

Io sono tra quelli che ha votato per quei partiti; ho tanti cari amici che vi militano. Alcuni di loro li ho sentiti oggi sofferenti non tanto per la prematura caduta del governo, ma per i compromessi sempre meno sopportabili che in questi nove mesi scarsi era stato necessario fare per... non riconsegnare il paese alle destre... (sottoscrivere una politica di destra per impedire alla destra di governare! Entusiasmante!)...

Domani qualcuno di loro si vergognerà come un ladro, qualcun altro farà buon viso a pessima sorte, qualcun altro ancora proverà a spiegarci che "non negoziabile" non vuol dire che non si discute: la dialettica politica, l’interpretazione delle norme, la procedura amministrativa offrono molti spazi di manovra: ci sono i margini per un compromesso che consenta "soluzioni condivise": Qualche metro quadro in meno per i Bush boys al Dal Molin, una bella teleconferenza di pace in "differita" con il bombardamento per la riconquista di Kabul, un percorso sotto la Dora Riparia per l’alta velocità Torino-Lyon...

Ma se dovessero re-inciampare non più su questi temi... superati, se imbarcare Follini facesse girare i coglioni a Mastella, se riconquistare Di Gregorio dovesse far annacquare ulteriormente i Dico (provocando una crisi isterica alla Bonino), se qualche senatoreavita dovesse morire... Se si dovesse - prima o poi - comunque tornare a votare, a chi li chiederanno i voti Giordano, Diliberto & Pecoraro? Ma almeno per un attimo, tra un’espulsione dei disobbedienti e l’incasso di qualche autosospensione, a qualcuno di loro è venuto in mente di sentire l’opinione di chi li ha votati? O hanno consultato solo chi ci hanno fatto eleggere? (Chiedendo la loro opinione sulla opportunità di sciogliere le Camere prima di aver maturato la loro pensione... prebaby?).

Domani (anzi, oggi più tardi, vista l’ora) andrò al Presidio di Borgone ad ammainare le bandiere di partito; e se qualcuno - legittimamente - le dovesse rimettere al vento credo che faremo una di quelle belle discussioni che ci hanno permesso in questi ultimi due incredibili anni di definirli un luogo di democrazia partecipata (quella che pare non piaccia molto al Presidente della Repubblica...). Ma ho la netta sensazione che non accadrà. E credo che la prossima volta che saremo messi in condizione di dover difendere la nostra terra e il nostro futuro saremo forse un po’ più soli, ma almeno non saremo male accompagnati.

Sarà presto di nuovo dura...

Bruzolo, 23 febbraio 2007

Claudio Giorno

Anonimo ha detto...

Caro popolo di Vicenza, cari pacifisti, pacifinti e antagonisti, cari no base, no Tav, no tutto, vi hanno fregato. Vi hanno addossato la colpa della crisi di governo, vi hanno indicato come capri espiatori di tutti i problemi di questa sgangherata maggioranza, si sono serviti della vostra legittima (anche se da noi non condivisa) protesta per dimostrare che eravate voi, e solo voi, la pietra dello scandalo dell'Unione. E così vi hanno messo all'angolo, con la complicità dei vostri parlamentari, dei vostri segretari di partito, dei vostri rappresentanti istituzionali, evidentemente più attaccati alla poltrona che ai tanto sbandierati ideali arcobaleno per cui voi lottate.

Proprio loro, i vostri eletti, vi avevano promesso, prima delle ultime elezioni politiche, una svolta pacifista nell'azione di governo. E invece eccoli lì, pronti a votare, senza colpo ferire, il rifinanziamento della missione in Afghanistan, dove, a breve, assisteremo a una dura guerra tra quelle che voi chiamate truppe «imperialiste» e gli «insorti» talebani. Eccoli lì, a firmare il documento dei dodici punti con cui Romano Prodi vi farà ingoiare rospi indigesti, base Usa e Tav comprese, togliendo ai vostri rappresentanti persino il diritto al democratico dissenso ministeriale e parlamentare: se i vostri vorranno protestare, dovranno prima parlarne col portavoce del presidente del Consiglio, che da oggi diventa anche portavoce del governo, ed ottenere il suo assenso. Eccoli lì, ad approvare, senza opporre degna resistenza, gli aumenti delle spese per la Difesa, cosa contro cui voi vi siete sempre battuti, scendendo in piazza innumerevoli volte quando al governo stava l'odiato Cavaliere.

Si giustificano dicendo che è il prezzo da pagare affinché le «destre» non tornino al governo, affinché gli anni passino e l'ombra di Berlusconi sulla politica italiana si faccia sempre più sfumata e impercettibile. Vi dicono così, ma intanto, per sopravvivere a se stessi e per non perdere la comoda cadrega ministeriale, parlamentare o presidenziale su cui poggiare le terga, imbarcano in maggioranza Follini il «centrista», quello che vorrebbe, in un futuro prossimo o remoto, dare vita a un «centrosinistra diverso», togliendo di mezzo voi e raccattando transfughi destrorsi bisognosi di accasarsi agiatamente dalle parti dell'Unione.

Se fossimo in voi, i vostri Franco Giordano, i vostri Fausto Bertinotti, i vostri Oliviero Diliberto li prenderemmo a calci nel sedere, gli consiglieremmo di tenersi a larga dalle manifestazioni con la bandiera arcobaleno, perché c'è un limite a tutto, anche all'ipocrisia e alle prese per i fondelli, tanto più se queste sono velate dal discorso sugli «ideali», sulle «lotte del popolo», sulla «importanza dei movimenti». Vanno con il vostro voto in Parlamento, e appena prendono comodamente posto nel Palazzo si dimenticano di voi, salvo che nei casi di emergenza, quando torna utile ripetere lo slogan sulla «voce della piazza» che va ascoltata. Ma chi sa cosa direbbe ora, la «piazza», di quei sedicenti pacifisti che preferiscono il potere alla pace, al punto da sottoscrivere ciecamente un vero e proprio editto con cui Romano Prodi, fattosi «dittatore» come gli aveva chiesto Scalfari, li mette a tacere una volta per tutte, obbligandoli a votare, nell'ordine, per il rifinanziamento delle nostre missioni all'estero, per la Tav e le infrastrutture, per la riforma delle pensioni.

Vi rode il fegato, lo sappiamo. Vedere i vostri capi silenti e accomodanti di fronte a una manovra per metterli all'angolo e imbarcare centristi nell'Unione vi fa venire l'orticaria. Vi avevano detto, stradetto, promesso e strapromesso che i ricchi avrebbero pianto, e invece i ricchi-ricchi, quelli delle banche «turbo-capitaliste» e quelli delle aziende che privatizzano gli utili e socializzano le perdite, se la ridono allegramente sotto l'ala protettiva del presidente del Consiglio. Vi avevano garantito che chi ha di più avrebbe pagato di più, ma poi vi trovate col bollo auto alle stelle, con i treni che costano di più, e, se avete una casa, con l'Ici in aumento. Come Maria Antonietta, che gettava brioches al popolo che chiedeva il pane per campare, invece che la giustizia sociale vi hanno regalato gli sgravi sulla palestra, le farmacie e i benzinai alla Coop e gli ecoincentivi. Come bilancio di nove mesi non c'è male: la lotta proletaria sacrificata sull'altare del potere, la pace venduta per un piatto di lenticchie, la giustizia sociale barattata in cambio di una poltrona. Licenziateli e mandateli a casa, prima che lo «slancio rinnovato» con cui Romano Prodi torna al governo diventi l'ultima spinta verso il baratro, per lui, per voi e per l'Italia.

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