lunedì 19 febbraio 2007

CORIANDOLI E NON BOMBE IN UN CORTEO ARCOBALENO

CORIANDOLI E NON BOMBE IN UN CORTEO ARCOBALENO

"Ascoltare la base, non costruirla…" recitava uno degli slogan della manifestazione tenutasi il 17 febbraio a Vicenza contro la guerra, contro le sue basi e per la pace.
"Questa è la Base di Vicenza" titolava domenica 18 il quotidiano LIBERAZIONE, in prima pagina, sotto una grande foto, immagine di gente sorridente, pacifica e determinata che ha sfilato per dire NO a DAL MOLIN.
Questa base, si è fatta ascoltare e vedere di nuovo. Il popolo della pace è riemerso con tutta la sua forza e radicalità.
Uomini, donne , bambini, giovani e vecchi…un fiume in piena che ha percorso chilometri di strada senza un danno, senza un atto vandalico, senza un’aggressione…così come doveva essere, come eravamo ben certe che sarebbe stato, ma ben lontano da come ce lo hanno voluto vergognosamente delineare nei giorni precedenti televisioni e giornali per voce di esponenti del governo, della maggioranza e dell’opposizione.
Almeno adesso tacessero per un po’, avessero il coraggio di stare un po’ in silenzio e di riflettere sulle distorsioni del reale che hanno compiuto, sulla paura che hanno tentato inutilmente di diffondere omettendo i fatti più importanti, cioè i motivi della manifestazione e la dissennata scelta del governo di concedere agli statunitensi il raddoppio della base senza nemmeno interpellare i cittadini di Vicenza. La maggioranza dei cittadini di Vicenza e dei comuni limitrofi, infatti, è fortemente contraria alla costruzione di una nuova base militare. Lo dicono i cittadini e lo dice anche un sondaggio della Demos (63% NO). I motivi del NO sono vari e possono essere riassunti nel fatto che il progetto è devastante, in primo luogo sotto il profilo etico – la base è comunque uno strumento di guerra – ma anche da un punto di vista ambientale e sociale, perchè una città Unesco come Vicenza non può fondare la sua esistenza su un’economia militare. L’imponente manifestazione di sabato ha ben scandito le sue ragioni e lo ha fatto nel modo più bello.
Colori, coriandoli, parole, suoni…l’unica miscela "pericolosissima" di quel corteo è stata la miscela davvero esplosiva di razze e religioni e bandiere e partiti in nome della pace. Quella per noi è stata l’espressione della vera politica, della politica alta: lotta comune per un bene comune, coniugando le diverse appartenenze e le belle e sacrosante specificità. In coerenza con ciò in cui si crede, per cui si spera, per cui si prega…Coerenza…parola che poco ha da spartire con le parole tanto in voga attualmente - interesse, economia, sviluppo – e sempre usate nelle loro accezioni e contesti peggiori. Ma esistono, fortunatamente, altri modelli e tipi di interessi, di economie, di sviluppo, compatibili con coerenza, equità, solidarietà, pace.
Quel corteo di Vicenza ne è una piccola, ma importante voce – il mondo ne è disseminato in tantissimi toni differenti - e andrebbe, per una volta, ascoltata.
Abbiamo cercato anche a Mondovì di esprimere il nostro piccolo, ma visibile sostegno alla manifestazione esponendo qualche bandiera della pace e distribuendo volantini che esprimono il nostro totale dissenso nei confronti di una politica che troppo spesso si mette al servizio delle logiche di guerra.
Non è facile smuovere la nostra sonnolenta ed apatica città su temi così importanti….comunque ci abbiamo provato…
Per qualche minuto, in mancanza di altre mani, i "bambini" della fontana di corso Statuto ci hanno aiutato a sorreggere le nostre bandiere colorate. Poi, all’invito cortese ma fermo dei vigili, le abbiamo rimosse.
Il giorno dopo altri colori ed altri suoni hanno invaso le strade ed almeno dietro la maschera …la città è parsa (così è se vi pare) meno indifferente.

Per il Partito della Rifondazione Comunista di Mondovì

Gabriella Barberis e Fabia Bessone

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