venerdì 9 novembre 2007

Il cuore nel passato e lo sguardo nel futuro.

Le forze della sinistra cuneese si incontrano e danno inizio al processo per giungere ad un soggetto politico nuovo.

Il giorno: l’anniversario della Rivoluzione d’Ottobre. Il luogo: la Società Operaia di mutuo soccorso di Fossano. La scelta del tempo e del luogo per il primo incontro provinciale delle forze politiche della sinistra italiana, forse, non è del tutto casuale. Quando Livio Berardo lo ha ricordato, in apertura di serata, il sorriso si è aperto sul volto della ventina di intervenuti. I discorsi che si sono intrecciati durante la serata del 7 novembre non erano rivolti però al passato, quanto piuttosto al presente ed al futuro. La nascita del Partito Democratico è indubbiamente un elemento di dinamizzazione del sistema politico italiano, ma soprattutto è la situazione sociale e politica, italiana ed internazionale, che esige nuove analisi e nuove risposte. Per questo si sono incontrate le Direzioni provinciali di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Sinistra Democratica, affrontando i compiti che Berardo ha indicato nella sua introduzione: costruire una nuova forza politica e, contemporaneamente, sostenere questo Governo per far sì che attui il programma previsto.

Il Segretario di Rifondazione, Fabio Panero, ha escluso un’ipotesi che si riduca a trattative tra le segreterie dei Partiti oggi esistenti, e ha sollecitato un grande confronto pubblico, capace di coinvolgere anche tutti coloro che oggi costituiscono la sinistra diffusa, che operano nei movimenti e nell’associazionismo, che si collocano in modo diverso all’interno di un grande progetto di cambiamento economico e sociale.

Enzo Lisai, Segretario dei Comunisti Italiani, ha posto l’accento sulle difficoltà del mondo del lavoro, sulle fabbriche che chiudono anche nella nostra provincia, sulla necessità di dare vita ad una confederazione della sinistra. Altri hanno invece sostenuto che è fondamentale guardare oltre le forze esistenti, pensare alla sinistra come una realtà variegata e multiforme, non tutta riconducibile alla tradizione del movimento operaio e delle forze storiche che ad esso si sono riferite. Molti intervenuti hanno concordato sui limiti del Partito Democratico: il verticismo (un partito di apparati), il formalismo (prima si crea il contenitore e poi, forse, si parlerà di contenuti) e la delega fiduciaria (un partito senza iscritti e senza tesserati è un’organizzazione in cui non esiste nessuna possibilità di controllo sull’operato dei dirigenti, è la negazione della democrazia diretta che ha sempre caratterizzato i partiti italiani, almeno fino alla nascita di Forza Italia). La forza politica che si vuole creare deve andare esattamente nella direzione opposta. Su questa strada gli ostacoli sono tanti, a partire dall’enorme difficoltà che viene dallo stare in un Governo che è preso in ostaggio dalle forze più conservatrici della coalizione, quelle che stanno facendo di tutto perché il programma de L’Unione non venga attuato: che ne è, infatti, del “superamento della Legge 30”, o del conflitto di interessi, o dei DICO, o di molti altri punti qualificanti non realizzati? Nonostante questo, il dialogo nella sinistra è iniziato e deve procedere. Prossime tappe saranno le iniziative pubbliche che si andranno ad organizzare nei diversi centri della provincia, a partire dal capoluogo. Il processo per giungere alla creazione di una forza politica nuova e credibile, capace di portare a sintesi le differenze senza annullarle, è iniziato.

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