venerdì 28 dicembre 2007

Ordini del Giorno approvati dal Comitato Politico Federale del PRC di Cuneo (21 dicembre)

ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO

Ad un anno e mezzo dall'insediamento del Governo Prodi il bilancio della sua azione è certamente negativo. Il nostro partito decise di entrarvi sulla base di due assunti: un programma che avrebbe segnato una discontinuità rispetto ai governi precedenti e una permeabilità all'azione dei movimenti, a garanzia di questa discontinuità. Quindi politiche innovative socialmente indirizzate senza la politica dei due tempi e il rispetto dei diritti civili.
I fatti dimostrano come queste condizioni non siano state rispettate.
La nostra presenza congiuntamente a quella degli altri partiti della sinistra , ha scarsamente inciso nell'ottenere il semplice rispetto del programma di governo concordato; e l'attuale asse politico della coalizione, con la formazione e la discesa in campo del PD, ha invertito la rotta verso posizioni centriste e di carattere ultra moderato.
A riprova della limitatezza della nostra capacità di spostare a sinistra quell'asse politico-governativo, ci limitiamo ad indicare due dei provvedimenti più recenti varati dal governo Prodi: IL DECRETO SUL WELFARE E PENSIONI ED IL PACCHETTO SICUREZZA.
Entrambi rompono, nel merito e nel metodo di costruzione, la prassi democratica mettendo a rischio la soglia di civiltà (del lavoro e dei diritti) nel nostro paese.
Un Governo rivelatosi subalterno alle pressioni di Confindustria e per niente autonomo dagli Sati Uniti, che non dà risposte sul piano sociale rispetto alla perdita di potere d'acquisto dei salari, alle precarietà ed all'insicurezza sociale.
Un Governo che attuando provvedimenti punitivi verso le fasce più deboli di cittadini vecchi e "nuovi", ha "rotto il vincolo politico" e sociale con larga parte del popolo che l'ha sostenuto e votato, come di recente ha affermato il ns segretario nazionale.
Per questo, come federazione di Cuneo, lavoreremo affinchè la consultazione vincolante sulla piattoforma e sull'esito della trattativa con il Governo, sia per tutte e tutti gli iscritti occasione autentica di democrazia partecipata dal basso e decisionale.
La verifica di gennaio dovrà affrontare i nodi cruciali sinora disattesi, i punti del programma scomparsi dall'agenda, i contenuti per i quali crediamo possa e debba misurarsi la nostra cultura di governo e capacità politica.
Riportare al centro il lavoro, nei suoi aspetti normativi e salariali; cancellare la legge 30 e cancellare la Bossi Fini; predisporre una exit strategy dall'Afghanistan e rilanciare il tema del disarmo e della pace; attuare la moratoria della costruzione USA di Vicenza; riportare al centro della discussione il tema dei diritti civili e una politica della redistribuzione della ricchezza a favore del lavoro dipendente. Affrontare e dare una soluzione concreta al tema della sicurezza sociale e del lavoro, declinandolo in tutte le sue istanze civili e normative, dal lavoro alle politiche dell'accoglienza, come una società civile e avanzata ha il dovere di fare, per evitare il bollettino di una guerra infame che lascia sul terreno del lavoro migliaia di vittime all'anno.
Dalla verifica di gennaio dipenderà dunque il nostro rapporto con il Governo e con la maggioranza: chiediamo che la consultazione abbia realmente un'azione vincolante rispetto alla nostra collocazione politica al governo.
Se, nella verifica di governo,le nostre richieste non fossero soddisfatte,riteniamo che il partito,sentito il parere degli iscritti e delle iscritte,debba collocarsi fuori dal governo stesso e dalla maggioranza.
In questa verifica comunque bisognerà operare un coinvolgimento aperto dei soggetti politici, sociali e di movimento che animano il percorso dell’unità della sinistra, poiché questo passaggio è ineludibile non soltanto per il nostro Partito.

ORDINE DEL GIORNO SUL RINVIO DEL CONGRESSO

Il Comitato Politico Federale di Cuneo esprime il più fermo dissenso nei confronti della decisione del CPN del 16 dicembre di rinviare di vari mesi il congresso nazionale del Partito, ritenendola una grave violazione della democrazia interna e della sovranità degli iscritti/e
La giustificazione addotta per il rinvio – il ricorso ad una consultazione sul governo – appare risibile perché i termini di tale consultazione sono sempre più evanescenti e perché noi tutti sappiamo che nella "cosa rossa" prevale la volontà di rimanere comunque legati a questo governo
Lo slittamento del congresso, lungi dal demoralizzare e spingere al disimpegno, deve vedere impegnati/e tutte le compagne/i e i compagni a rilanciare il conflitto sociale, i movimenti, il ruolo, l’autonomia ed il radicamento territoriale del Partito della Rifondazione Comunista, in continuità con lo spirito con cui un milione di persone hanno manifestato a Roma il 20 ottobre.

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