martedì 4 dicembre 2007

Rifondazione lancia il referendum "Ci dicano gli iscritti se stare al governo"


La proposta del segretario Franco Giordano approvata dalla direzione del partito "Dobbiamo andare al tavolo della trattativa con un mandato preciso"


Rifondazione lancia il referendum "Ci dicano gli iscritti se stare al governo"





Decidano gli iscritti. Con un referendum. Rifondazione serra le fila. La verifica di governo che Rc ha chiesto a Prodi per gennaio si terrà su un mandato programmatico deciso dai militanti, dopo un referendum condotto nelle sezioni. "Dobbiamo andare al tavolo della discussione - dice il segretario Franco Giordano durante la direzione del partito - con un mandato chiaro dopo aver proposto un referendum nel partito sui temi del mandato stesso".

Con la verifica, sottolinea Giordano, "va ricontrattato politicamente il programma, quel programma con cui eravamo andati alle elezioni e che adesso non c'è più". Rc propone, e lo farà anche sabato e domenica alle altre forze agli Stati Generali della sinistra, una consultazione sui temi da presentare per la verifica. Con Giordano che indica come prioritarie la questione del lavoro e della precarietà e poi quelle dei salari, del rapporto pace-guerra, dei diritti civili, della formazione e della ricerca e dell'ambiente, il tutto intrecciato con la riforma della legge elettorale.

E' severa la critica di Giordano al governo. A partire dalla riforma del welfare. "Questo governo ha perso il baricentro del programma e noi dobbiamo andare ad una ricontrattazione del vincolo politico" spiega il segretario. Avviando "una vasta campagna di mobilitazione nel partito proprio sul senso della nostra permanenza al governo".

E' palese il momento di disagio che sta vivendo Rifondazione. Stretto tra la fedeltà al governo e le tensioni causate dalle ultime scelte dell'esecutivo. "Prodi ha scelto il terreno meno indicato per dirsi il garante della coalizione, la legge elettorale riguarda tutto il Parlamento italiano. Avrei preferito che lo avesse fatto prima su passaggi delicati come i temi sociali".

Un'impostazione, quella del segretario, condivisa da molti. Anzi, c'è chi chiede di stringere i tempi. "Il referendum non può non prevedere la risposta alla domanda: dobbiamo stare o meno al governo? - dice Ramon Mantovani, esponente dell'ala bertinottiana - la verifica per essere tale deve essere vera e prevedere la rottura come un esito possibile". Replica Giordano: "Un sì o un no alla presenza al governo, si terrà dopo un lasso di tempo congruo per valutare i risultati eventualmente ottenuti dalla verifica".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

"Un sì o un no alla presenza al governo, si terrà dopo un lasso di tempo congruo per valutare i risultati eventualmente ottenuti dalla verifica"

Continuate pure a prenderci per il culo, tanto alle prossime elezioni non vi vota più nessuno. Altro che un lasso di tempo per verificare la verifica!!! E poi un altro lasso di tempo per riverificare la riverifica della verifica e così via! Il governo andava già fatto cadere da un pezzo, anzi non ci si doveva manco partecipare ad un governo del genere. Ma siete miopi, miopi e furbacchioni.

Anonimo ha detto...

Caro Anonimo,
la partecipazione a questo governo l'ha decisa la maggioranza degli iscritti (60%) di Rifondazione in un CONGRESSO (che in un partito politico è sovrano) i restanti 40% hanno preso atto della volontà della maggioranza, alcuni se ne sono andati, altri se ne andranno (la scelta dei gruppi a sinistra di Rifo c'è, per fortuna).
Ricordo ancora il 98 ed il voto contrario di Turigliatto al rifinanziamento sull'Afghanistan...
le stesse persone che il giorno prima ci davano dei venduti il giorno dopo mi chiamavano "amico dei fascisti".
Sicuramente questo governo è fallimentare su tutto, noi ci prendiamo la nostra parte di reponsabilità.
Fabio Panero

Anonimo ha detto...

A me sembra invece che qui le proprie responsabilità non se le assuma proprio nessuno, mai. Infatti i vari Giordano, Migliore, Bertinotti, Menapace ecc ecc sono ancora tutti quanti li, a vivere di rendita grazie ai voti rubati agli elettori con promesse mai mantenute. Miopi, ma furbacchioni.

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