domenica 6 gennaio 2008

COMMENTI ALL'ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO

PUBBLICHIAMO ALCUNI COMMENTI ALL'ORDINE DEL GIORNO SUL GOVERNO, VOTATO DALL'ULTIMO COMITATO POLITICO DEL P.R.C. di CUNEO COME CONTRIBUTO ALLA DISCUSSIONE su Partito, Sinistra, Movimenti, Governo.

"Pur "non iscritto" mi sento profondamente coinvolto dall'evolversi della "vita" di PRC ed in generale di tutta la sinistra arcobaleno. Per questo sono molto felice della richiesta di coinvolgimento contenuta all'ultima riga dell'ODG sotto riportato. Tento perciò di entrare nel merito. Il bilancio del primo anno e mezzo del governo Prodi è certamente negativo se raffrontato con i contenuti del programma e le aspettative che aveva creato in ognuno di noi. In assoluto non è così: rispetto al precedente governo delle leggi ad personam, del becero asservimento agli USA ed agli interessi del capitalismo, delle "porcate"...... qualcosa è cambiato. Come ricordo sovente a Fabio, non ci dobbiamo mai dimenticare di essere minoranza nel paese e nel centrosinistra. Si può anche legittimamente pensare che una minoranza abbia maggiori possibilità di esprimersi dall'opposizione ma non è assolutamente scontato che una minoranza al governo sia impedita ad avere un suo ruolo autonomo nella società. L'essere minoranza deve convincerci della necessità di procedere a "piccoli passi" (i più lunghi possibili) compatibili con la forza che si dispone all'interno dell'istituzione. Nella società, insieme con i movimenti, si deve cercare ogni spazio possibile per coinvolgere (includere) il maggior numero di persone. Ma questo è un lavoro molto lungo, lento e non di sicuro risultato che può essere aiutato dai piccoli passi istituzionali. La democrazia dal basso richiede la consapevolezza e l'impegno di molti e non può essere "imposta" da una avanguardia. L'informazione è un mezzo indispensabile per raggiungere la consapevolezza ed in questo senso il tentativo di collaborazione tra Manifesto, Liberazione e Carta culminato con il 20 ottobre è la vera novità a sinistra.
Sul piano istituzionale è fondamentale che la verifica di gennaio punti a riportare al centro il lavoro, la cancellazione delle leggi 30 e Bossi-Fini, la riduzione degli armamenti (non credo sia realistico voler inserire il disarmo nel programma di governo) con la moratoria su Vicenza, l'ambiente, i diritti civili.......... .
A mio avviso però l'obiettivo non può essere quello della uscita dal governo se tutto ciò non troverà immediata realizzazione. Non solo per la paura che altrimenti tornano "gli altri" (anche se non la sottovaluterei), ma soprattutto per il venir meno della possibilità di incidere con i "piccoli passi" sul lato istituzionale a sostegno dell'azione dal basso.
Molta parte dei movimenti (che sono decisamente attivi ma fortemente minoritari) riconosce la necessità di questa doppia azione ed anche quando critica aspramente la politica rappresentativa di sinistra sa di rivolgersi all'unica parte disposta al dialogo.
Mi auguro che le iscritte/i valutino attentamente questo aspetto nella consultazione che i partiti dovranno mettere in atto. Se una parte stesse meditando l'uscita dal partito non sia aprioristicamente convinta di lavorare così per il "bene comune" e non si aspetti una trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti.
Perdonate la mia intromissione, ma ho preso alla lettera la vostra "apertura".
Buon anno a tutti,

Oreste"

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"Ho letto la riflessione di Oreste Delfino sulla situazione del Prc e del suo rapporto con il governo del quale fa parte. Sebbene neanch'io sia iscritto al Prc, e nemmeno un elettore (non voto da una decina di anni e ne rivendico la valenza), mi sento comunque profondamente coinvolto dall'evolversi della sinistra, l'arcobaleno lo lascerei agli astronomi.
Per questo non posso trattenermi dal dire la mia, anche se non sono iscritto alla lista (scusate l'intrusione).
Partirei dalla fine, dalla "non scontata trionfalistica accoglienza da parte dei movimenti". Vorrei ricordare che i movimenti Notav e Nodalmolin non hanno partecipato al 20 ottobre proprio per dare risalto alla loro contrapposizione a questo governo, e dopo l'approvazione del decreto sul welfare molti altri partecipanti a quella manifestazione hanno preso le distanze da questo governo, difficile immaginare che voltino le spalle a chi ora si assumesse la responsabilità di rappresentare le loro istanze anche a costo di uscire dal Prc o dal governo; quindi io a chi nel caso stesse meditando l'uscita dal partito invece che tarpare le ali con motivazioni tutte da verificare, farei un forte augurio.
Detto questo, riprendo dall'inizio ovvero dal paragone col governo Berlusconi. "Qualcosa è cambiato"? Sarà che sono diventato cieco, ma io non vedo molti cambiamenti; forse qualche legge ad personam in meno, ma asservimento agli Usa, agli interessi del capitalismo ed io aggiungerei a quelli della Chiesa del tutto invariati. Gli esempi di tutto ciò sono molteplici tendenti all'infinito: dal cuneo fiscale a tutto vantaggio delle imprese al rifinanziamento delle missioni di guerra, dall'abbandono della legge sui Dico all'aumento delle spese per armamenti, per continuare con la legge truffa sul Tfr, liberalizzazioni a senso unico, stralcio della norma anti-omofobia, scomparsa dal dibattito di un punto fondamentale del programma come la tassazione delle rendite ecc ecc. Se a tutto ciò aggiungiamo leggi addirittura peggiorative rispetto al governo precedente (come il decreto sul welfare) e i vari attacchi del ministro della giustizia alla magistratura (cosa inaudita quando a farlo era il governo Berlusconi) il bilancio forse pende addirittura a favore di quest'ultimo. Certo giudizi così in una discussione per email sono un po limitati e limitanti me ne rendo conto, ma testimoniano secondo me il fatto che non tutto può essere dato per scontato, manco la superiorità di Prodi su Berlusconi.
Il punto che però a mio parere è fondamentale, è come un partito possa presentarsi con un determinato programma agli elettori, raccoglierne la fiducia, per poi tradirla non su un provvedimento o poco più ma in maniera continuativa per un anno e mezzo su temi tra l'altro più disparati. In queste condizioni non si tratta più di tener conto del fatto di essere minoranza e quindi entrare in una certa logica di compromesso, si tratta di non rispettare la fiducia che una parte degli elettori hanno riposto nel Prc. Immagino che chi ha votato Rifondazione, lo abbia fatto in base ai cavalli di battaglia della campagna elettorale: lotta al precariato, aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, redistribuzione del reddito, no alla guerra ecc ecc. Allora la domanda è : è giusto rimanere in un governo che sistematicamente tradisce la fiducia di una buona parte dell'elettorato del Prc su più temi? Per non porre domande anche più esistenziali del tipo: é tutto ciò democratico? Io penso che non sia giusto e neppure democratico ricevere il voto in base a determinati principi per poi, una volta al governo, agire all'esatto contrario. Di più, non risulta neppure utile, anzi nel lungo periodo tutto ciò si rivelerà disastroso.
Per questo non sono per nulla d'accordo quando si dice che in ogni caso, anche se la verifica di gennaio avesse un esito negativo, non si dovrebbe uscire dal governo; al contrario a mio avviso alcuni dei principi del Prc e del suo elettorato (lotta al precariato e redistribuzione del reddito) dovrebbe almeno servire come linea di demarcazione oltre la quale si rischia di scambiare per piccoli passi quel che è soltanto uno strisciare ai piedi del capitale, ed a furia di strisciare si disimpara a camminare dritti.

Valerio Martinengo"

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"Carissimi,
raccolgo le sollecitazioni di Oreste perchè sono convinto che, al di la della formalità, possa far bene anche a Rifondazione conoscere gli umori dei non iscritti che comunque si muovono nell'area del cosiddetto" movimento". Per chiarezza esplicito subito il mio parere sulla permanenza al governo di Rifondazione. Credo che uscire , pur in seguito ad un dibattito e con serie motivazioni, da questo governo sia un errore politico ed un errore tout court per due ordini di motivi :
1) le probabili alternative ( Dini, Veltroni, Berlusconi ) sarebbero senza dubbio peggiori di questo che gia é drammatico,
2) il processo faticoso e contraddittorio di costruzione di una sinistra unita subirebbe un'inevitabile rallentamento se non uno stop.
Per arrivare a questa opinione ho dovuto preventivamente separare la ragionevolezza dall'emotività perlomeno fin dove quest'operazione é possibile. Lo sdegno e l'offesa personale provata alla notizia dei provvedimenti razzisti della maggioranza del governo , la delusione per aver toccato con mano il fatto che il programma elettorale fosse , già nelle intenzioni, aria fritta , la consapevolezza che anche nella scuola ( il mio lavoro) sia continuato il taglio dei fondi, la precarizzazione, la mortificazione della professionalità, l'incentivo alla selezione di classe e l'invasione di "insegnanti" della religione cattolica a fronte di tagli agli organici.... tutte queste cose unite alle tante altre che è inutile continuare a citare non possono che portare a dirci il famoso "tanto peggio , tanto meglio" ; torni pure berlusconi così magari ricominciano le lotte, il movimento riprende slancio e via... .Questo ragionamento, seppure suggestivo, rischia però, di fronte alla complessità della situazione, di essere velleitario se non masochista ( e su questo terreno la sinistra non é seconda a nessuno).
La (mia) ragionevolezza ( mi rendo conto che il fatto di presumerne il possesso possa essere anche presuntuoso e magari non condiviso ma tant'è ) parte da una constatazione: la crisi della politica, del concetto stesso di rappresentatività, o in una parola della democrazia non é un problema italiano. Nella stragrande maggioranza dei paesi dell' Unione europea per non parlare degli USA, della Russia, della Cina e fino a ieri dell'Australia ( i paesi ricchi) ci sono governi liberisti e di destra , dappertutto cresce la povertà e lo sfruttamento fino alla schiavitù, dappertutto la tv è usata come arma di rimbecillimento di massa. Non é un caso che tentativi di uscire dalla dittatura del "pensiero unico" messi in atto in America del sud vengono concordemente ostracizzati o descritti in termini caricaturali dai nostri maitre a penser ex di sinistra ed oggi al soldo della destra.
L'italia quindi non fa eccezione se non per il ricatto del potere vaticano che impedisce qualunque tentativo di avere uno stato laico e dignitoso. Altro motivo è ( a mio parere) la triste constatazione che questo sia un paese che alla moderna insicurezza che porta alla chiusura ed all'egoismo unisce un'anima bigotta e codina che è la cifra della nostra storia nazionale e che con il berlusconismo ed il leghismo ha trovato chi , come dice Ellekappa " ha trsformato i peggiori difetti degli italiani in qualità delle quali vantarsi".
Data questa situazione e l'egemonia ( rileggiamo Gramsci) dell'ideologia liberista questo governo é, nelle condizioni date, il meno peggio ed al suo interno Rifondazione ( meglio; la sinistra) può evitare almeno di peggiorare la situazione.
Altro motivo che mi porta ( per ora ) a considerare un errore l'uscita dal governo é la distinzione che occorre fare fra partiti e movimenti ed il rapporto che dovrebbe esserci fra queste due realtà: la non chiarezza rispetto a questo rapporto può causare( ha causato) equivoci e può portare alla paralisi o alla reciproca scomunica fra realisti e utopisti. Io credo invece che se tutti ( im primis il sottoscritto) ci attenessimo all'insegnamento del colibrì (inprimapersona 15/12) ed imparassimo la difficile arte dell'ascolto......questo si, potrebbe essere utile ( tutto questo vale fino al 2 gennaio quello che capiterà poi ........lo scopriremo solo vivendo).
Saluti

Gino Bertone"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

SINISTRA CRITICA: IL NOSTRO ADDIO A RIFONDAZIONE
conferenza nazionale

Sinistra Critica dichiara conclusa l'esperienza nel Prc e avvia la costruzione di un nuovo progetto politico. Si trasforma in Movimento e propone una fase Costituente per una coalizione anticapitalista a sinistra dell'Arcobaleno. Prioritario, l'impegno nel movimento a cominciare da sabato prossimo a Vicenza per proseguire nel Patto contro la precarietà, nel protagonismo femminista, del movimento Lgbtq, per la battaglia ecologista e antirazzista. Da gennaio parte la campagna di adesioni e di autofinanziamento per arrivare in primavera alla prima giornata nazionale di mobilitazione.

SINISTRA CRITICA – LA MOZIONE FINALE DELLA 1 CONFERENZA NAZIONALE

La Prima Conferenza nazionale di Sinistra approva la relazione introduttiva e in particolare:

1) Dichiara conclusa l’esperienza nel Prc e avvia la costruzione di un nuovo progetto politico. Una separazione che nasce dalla constatazione che due progetti diversi prendono strade diverse: da un lato Rifondazione chiude di fatto la propria storia, sequestrando il congresso ai suoi militanti, per dare vita a un nuovo soggetto politico, con un nuova identità, timidamente riformista a vocazione governativa; dall’altro, Sinistra Critica, propone di continuare a costruire una sinistra di classe, anticapitalista, di opposizione, centrata sui movimenti e in grado di riappropriarsi dello spazio teorico e pratico di una moderna sinistra rivoluzionaria lasciato oggi libero da Rifondazione. Una sinistra all’opposizione del Pd e quindi, oggi, all’opposizione del governo Prodi.
2) Nei prossimi giorni i militanti e dirigenti di Sinistra Critica si dimetteranno dal Prc e i suoi istituzionali costituiranno gruppi autonomi a partire dalla Camera dei deputati mentre al Senato il gruppo è già costituito. Questa scelta sarà annunciata al Cpn del Prc con una lettera pubblica e lo stesso sarà fatto a livello locale, dove saranno organizzati incontri provinciali per spiegare questa scelta agli iscritti e iscritte del Prc.
3) Sinistra Critica non si costituisce in partito ma in Movimento politico, un soggetto politico orientato al movimento. Costituirà circoli territoriali e tematici e coordinamenti provinciali. Da Gennaio avvierà una campagna di adesione e di autofinanziamento.
4) Con il progetto di costruire una forza politica adeguata ai tempi, si propone l’avvio di una Costituente Anticapitalista, a sinistra dell’Arcobaleno, che raccolga le esperienze migliori della rifondazione comunista, settori di movimento, del sindacalismo anticoncertativo, del femminismo radicale, dell’ecologismo e soprattutto forze giovanili. Una Costituente che rappresenti un progetto fecondo e reale, capace di dare vita nell’immediato, anche in forme esemplari o parziali, a una Coalizione della Sinistra di classe e anticapitalista basata su almeno tre coordinate:

a. il vincolo con i movimenti sociali, le loro dinamiche e i loro obiettivi;
b. l’alternatività alle destre ma anche l’indipendenza dai governi del centrosinistra e quindi l’opposizione al Partito Democratico;
c. la non dipendenza dalle istituzioni nel lavoro politico, pur non escludendo il terreno elettorale e gli strumenti necessari a quel livello, compreso l’utilizzo del simbolo della falce e martello, oggi ancora una volta abbandonato.

5) Per essere vitale la Costituente Anticapitalista deve essere legata ai percorsi di movimento, per questo Sinistra Critica si impegna nell’immediato:

a) Alla più ampia partecipazione alla manifestazione di Vicenza e alla lotta contro la base Usa ma anche nella ricostruzione di un movimento generale a partire dal Patto siglato lo scorso 25 novembre e che vedrà il 26 gennaio un’altra giornata di mobilitazione.
b) Allo sviluppo e l’articolazione del Patto contro la Precarietà costituito dopo lo sciopero del 9 novembre e che dovrà essere capace di intercettare e organizzare soggettività reali oltre la pur necessaria mobilitazione;
c) A dare continuità al rinnovato protagonismo femminista che si è espresso lo scorso 24 novembre a partire dalla lotta contro la violenza maschile e che vedrà un nuovo appuntamento nazionale il prossimo 12 gennaio;
d) A sostenere e costruire il movimento contro le ingerenze vaticane e le discriminazioni sessuali e per i diritti civili e la laicità dello Stato, a partire dal protagonismo Lgbtq e dalla giornata NoVat del 9 febbraio;
e) A proseguire nella lotta per i beni comuni e la difesa ecologista dei territori, generalizzando le vertenze e proponendo sedi più ampie di coordinamento e continuità delle lotte;
f) A rafforzare la battaglia antirazzista e per l’organizzazione dei migranti a partire dalla doverosa opposizione al “pacchetto-sicurezza” Prodi-Veltroni.

6) Decide infine di dare mandato al Coordinamento nazionale di preparare una Campagna nazionale basata sulla centralità del lavoro, dei diritti sociali, della difesa ecologista dei territori contro la logica del profitto. In particolare, la centralità del lavoro è ribadita dagli omicidi di Torino esemplificativi di quanto sia dura la quotidiana guerra del capitale contro lavoratori e lavoratrici. Una campagna nazionale, dunque, che sia strumento di costruzione di Sinistra Critica e che sfoci in una grande giornata di mobilitazione nella prossima primavera.

Approvata all’unanimità

Anonimo ha detto...

Che il governo di centrosinistra nato dalle elezioni del 2006 fosse
Finito nella poubelle de l'histoire molti lo sospettavano da tempo. Ma gli
Eventi napoletani degli ultimi giorni stanno trasformando la metafora in una
descrizione realistica. Sprofondano nell'immondizia.
La decisione di risolvere il problema della devastazione ambientale con
l'invio di un uomo come De Gennaro fa impressione. Vien da pensare che
il governo Prodi sia nel panico e non abbia più la capacità di riflettere,
di rendersi conto di quello che fa.
De Gennaro sarà certamente una degnissima persona, ma qual è la sua
professione, in cosa si è distinto nella vita? Questa è la sua
professione: manganellare la gente.
Cosa ti viene in mente quando dici De Gennaro? A me viene in mente la
mattanza di Genova.
E' questo il messaggio che il governo Prodi vuole mandare alle
Popolazioni meridionali?
Mandare De Gennaro a Pianura è una scelta idiota o una scelta
consapevolmente criminale. In questo modo si consegna alla camorra la
possibilità di moltiplicare la sua base sociale, di trasformarsi in
esercito popolare.

"Sparateci così fate prima" ho visto scritto su un lenzuolo esposto su
Un balcone di Pianura.
Il governo di centrosinistra ha deciso di mostrare la faccia torva oggi
A Pianura domani a Vicenza dopodomani in Val di Susa? E' questo quello
Che sanno fare?
La scelta di spedire De Gennaro a Pianura trasforma il governo
dell'impotenza in un governo di polizia.
Il ministro Damiano dichiara che gli unici aumenti salariali che gli
Operai possono aspettarsi sono quelli che derivano dalla detassazione del
Cottimo e dello straordinario.
Piangono lacrime finte per sei operai cremati nei forni della
ThyssenKrupp, ma sono loro, i ministri e i deputati del centrosinistra, che hanno votato una legge assassina che premia lo straordinario, che obbliga allo
straordinario, che restaura il cottimo come forma generalizzata di
rapporto tra capitale e lavoro.
Oggi mandano l'esercito a Pianura per sottomettere le popolazioni
Costrette a vivere nella spazzatura, domani lo manderanno a Vicenza per
Sottomettere le popolazioni destinate a vivere in una caserma americana.
E' ancora possibile chiedervi di ragionare, uomini e donne del
centrosinistra, deputati di Rifondazione comunista, del partito verde e
così via?
E' ancora possibile chiedervi di ripensarci finché siete in tempo?
E' possibile chiedervi di andarvene, prima di diventare degli
assassini?

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