venerdì 18 gennaio 2008

Comunicato No Pope

I Giovani Comunisti della Provincia di Cuneo hanno accolto con soddisfazione e preoccupazione il rifiuto del Papa a presenziare l'inaugurazione dell'anno accademico della Sapienza di Roma.
Soddisfazione perchè è stata una vittoria dei professori, dei collettivi universitari e delle tante associazioni gltb che lottano per la laicità dello stato e dei saperi, alla luce dei continui attacchi alla libertà sessuale delle persone e della limitazione della ricerca e sperimentazioni, che rivendicano giustamente i manifestanti, per motivi 'etici'.
Ma manteniamo forte preoccupazione per l'isteria collettiva che ha assalito i mezzi di comunicazione, sempre più asserviti ai voleri del Vaticano.
Dire che è "stato impedito" al papa di parlare è vittimismo gratuito quando primo è stato il Papa a rifiutare l'invito, e secondo il messaggio del pontefice trova spazi estremamente superiore sia alle voci critiche sia alle altre confessioni religiose.
Risibili sono le accuse di intolleranza mosse dal Vaticano, in altri tempi si direbbe "Da quale pulpito?".
Da quello che ha beatificato centinaia di "martiri" franchisti, da chi accusa di omicidio chi sceglie di abortire, da chi ha recentemente affermato che gli animali e i non battezzati non entreranno in paradiso, da chi considera l'omosessualità una malattia da curare?
Intollerante è chi rifiuta il dissenso.
Intanto la destra integralista e quella "moderata" ha subito convocato l'adunata in piazza San Pietro questa domenica, la paura che la nostra democrazia rischi di diventare una teocrazia modello Iraniano non è più tanto infondata.
Giovani Comunisti/e Provincia di Cuneo

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Annullamento della visita del Papa all'università di Roma turba anche il presidente del Consiglio, Romano Prodi, che esprime il suo grande rammarico, spigando che "Nessuna voce deve tacere, soprattutto quella del Papa". Prodi parla di un "clima che non fa bene all'italia". Parole di condanna anche dal ministro dell'Università, Fabio Mussi: : "È grave e sbagliato per l'università e per la sua missione. L'università è un luogo che deve accogliere, non respingere e non è necessario condividere quel che dice il Papa, ma era giusto che parlasse". Tra i commenti piú pesanti quello del segretario del Partito democratico, Walter Veltroni: "È una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee e il rispetto delle istituzioni. Ogni critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno della nostra convivenza, ma ogni atteggiamento di intolleranza, come quelli che si sono manifestati in questi giorni verso il Pontefice, fa male alla democrazia e alla libertà". Rincara la dose anche Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista: "Penso che il primo principio della laicità sia il libero confronto e la libertà di parola anche di esprimere contenuti diversi e distanti dall'uditorio"

Anonimo ha detto...

"Rincara la dose Franco Giordano" ma se è riportata una banalità che tutti pensano, compreso l'anonimo commentatore.
Se leggeste Liberazione, il giornale del Partito della Rifondazione Comunista, riportava sabato 19 gennaio a pagina 6
varie posizioni, una posizione del Partito sulla vicenda (giudizio più approfondito si può trovare anche sul sito www.rifondazione.it):

«La militarizzazione de "La Sapienza" in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico è un fatto gravissimo. Agli studenti è stato impedito l'accesso mentre ai giovani di An, Cl e Forza Nuova è stata garantita la libertà di movimento. Denunciamo le vere intenzioni di un sistema malato che vuole ridurre la più grande Università d'Europa in una fabbrica di subalternità e conformismo. Identifichiamo la responsabilità di quella triste giornata nella cattiva condotta del Rettore Guarini a cui chiediamo formalmente le dimissioni. Invitiamo studenti, ricercatori e docenti a continuare la loro lotta per rivendicare il diritto a un sapere critico e a una scienza libera».
Domenico Jervolino, responsabile Università e Ricerca Prc-Se

http://www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=19/01/2008

Intanto oggi c'è stata l'adunata simil-fascista sotto il balcone di Piazza s.Pietro con la geneflussione di buona parte del Parlamento e noi invece di contare sulla tua solidarietà, caro anonimo trovi un pretesto (sbugiardato dai fatti) per attaccare Rifondazione, mah...

Anonimo ha detto...

Gages. Depuis plusieurs jours, l’incident de La Sapienza a pris d’énormes proportions dans un pays où la présence de l’Eglise catholique demeure prépondérante. La protestation contre la visite papale avait été déclenchée en novembre par le physicien Marcello Cini qui dénonçait «l’incroyable violation de la tradition d’autonomie des universités». Une soixantaine de ses collègues, puis des collectifs d’étudiants, l’avaient rejoint reprochant à l’ancien préfet de la Congrégation pour la doctrine de la foi, son jugement sur le procès ( «raisonnable et juste») contre Galilée. Si les jeunes anti-papistes célèbrent aujourd’hui leur «grandissime» victoire, le président (ex-communiste) de la République, Giorgio Napolitano, s’est, à l’inverse, déclaré «blessé» et «amer». Les principaux responsables de la majorité de centre gauche lui ont emboîté le pas.«L’annulation est inacceptable pour un démocrate»,a déclaré le maire de Rome, Walter Veltroni, qui est aussi le chef du parti démocrate, la nouvelle formation de centre gauche née de la volonté de dépasser les vieilles fractures entre catholiques et laïques. De manière générale, les anciens communistes ont, depuis 1989, cherché à se rapprocher de la hiérarchie ecclésiastique. L’ancien démocrate-chrétien Romano Prodi, au pouvoir depuis 2006, n’a cessé de donner des gages à l’Eglise, notamment en repoussant sine die l’adoption de son projet d’union civile pour les homosexuels. Alors que le très conservateur Benoît XVI redouble d’attaques, en particulier contre l’avortement, nombre de laïques italiens se sentent abandonnés par leurs représentants politiques.

lundi 21 janvier 2008
Libération.fr

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