sabato 26 gennaio 2008

IL CENTRO MODERATO FA CADERE IL GOVERNO

La crisi della politica ha toccato il fondo.

Si è consumata, infatti, una vera congiura di Palazzo senza alcuna relazione con i problemi reali vissuti da milioni di persone in questo Paese.

Il governo non cade sui salari che sono troppo bassi o su un altro contenuto importante. Il governo cade perché, alla fine, i cosiddetti moderati hanno scavalcato il fosso e hanno deciso di accodarsi alla corte di Berlusconi.
Non casualmente il governo cade nel momento che, anche grazie alla battaglia fatta dalla sinistra e dai sindacati, era stata posta all’ordine del giorno una verifica sulle politiche economiche e sociali per ridistribuire a salari e pensioni le risorse derivanti dal risanamento dei conti e dal recupero dell’evasione fiscale.
Non si tratta di poca cosa ma di ben 12 miliardi di euro, il valore di una intera finanziaria.

Il governo cade perché, finalmente, si era arrivati alla decisione di tassare le rendite finanziarie al 20%, almeno come è nella media europea.
Nessuno dimentichi, infatti, che mentre imprenditori e grandi manager prendono migliaia di euro di aumenti attraverso le stock options, tassate al 12,5%, i lavoratori, dopo lotte e scioperi che costano sacrifici e soldi, prendono poche decine di euro che sono tassate almeno al 27%. Per questo avevamo chiesto, tra l’altro, la detassazione degli aumenti derivanti dai contratti nazionali.

Questo centro moderato è contro l’Europa perché, non solo vuole impedire la redistribuzione del reddito e la tassazione delle rendite speculative, ma vuole impedire l’affermazione di diritti che vengono riconosciuti nei Paesi più avanzati d’Europa, come le Unioni Civili, e addirittura vuole levare diritti fondamentali alle donne come la legge sull’aborto.

Nel corso di questi mesi quelle stesse forze sono state la zavorra che ha impedito un rinnovamento del Paese, attraverso il sistematico svuotamento del programma concordato. Permeabili a poteri finanziari e imprenditoriali, in cerca permanente di legittimazione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, quelle forze risultano incompatibili per l'oggi e per il domani a ogni ipotesi di governo alternativo della società italiana.

Si apre una nuova stagione politica !

Ora e' tempo di costruire la Sinistra unita e plurale, aperta ai Movimenti ed alla società civile. Per dare alle giovani generazioni, alle lavoratrici e ai lavoratori di questo paese una rappresentanza reale e una speranza concreta di trasformazione.

In questo processo il ruolo di Rifondazione Comunista è fondamentale.

Fabio Panero
Segretario Provinciale di Rifondazione Comunista

6 commenti:

Anonimo ha detto...

DAL PROCESSO ALLA SINISTRA A "TUTTI A CASA". E ORA OCCORRE RICOSTRUIRE LA SINISTRA DI CLASSE

La caduta di Prodi al Senato è la conclusione di un disastro e di un fallimento che riguarda tutto il centrosinistra oggi sul banco degli imputati. La copertina dell'Espresso titola: "Processo alla Sinistra" mentre il manifesto con Gabriele Polo parla di "suicidio politico". E mentre Cannavò ricorda le frasi di Moretti - "con questi dirigenti non vinceremo mai" - allargando la platea anche ai vari Bertinotti, Giordano e Mussi, Giorgio Cremaschi semplicemente ricorda il titolo del film di Comencini per dare un consiglio alla sinistra: "Tutti a casa".

"L'epilogo era ampiamente prevedibile. La crisi sociale e di credibilità alimentata dal governo Prodi si ritorce contro di lui, contro l'Unione e contro la sinistra di governo che ha ingoiato tutto rimanendo con un pugno di mosche in mano". Lo affermano in una nota Franco Turigliatto e Salvatore Cannavò, della Sinistra Critica.
"La difficoltà per la sinistra è evidente - dicono - il disincanto e il distacco dalla politica sono cresciuti con il governo Prodi e le complicità della sinistra ha accresciuto le difficoltà con i lavoratori. Bisogna lavorare per ricostruire questo rapporto e per far questo occorre una Sinistra di opposizione, nettamente alternativa, anticapitalista e di classe. Sinistra Critica, unica sinistra a saper mantenere il filo della coerenza dei contenuti - concludono - lavorerà attivamente su questa strada. A partire dal No alla missione in Afghanistan.
Intervistato dall'agenzia Agi, Cannavò è ancora più duro con il centrosinistra: "Aveva ragione Nanni Moretti, anche se a tre anni di distanza bisogna allargare la platea; con tutti questi dirigenti del centro-sinistra, da Bertinotti a Prodi, da Veltroni a Rutelli, da D'Alema a Mussi, da Giordano a Diliberto, e Pecoraro Scanio, non vinceremo mai"."Tutti nessuno escluso, quindi anche Prodi, hanno prodotto il disastro che - spiega Cannavo' - e' sotto gli occhi di tutti".
Adesso si tratta di "ricostruire la sinistra ma con una base politica nuova, chiara e netta - conclude Cannavo' - che riparta dai punti di riferimento fondamentali della sinistra antagonista come il conflitto sociale e il rapporto coi comitati territoriali da Vicenza a Pianura".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Giorgio Cremaschi, della Rete28aprile, Cgil: "Tutti a casa: la caduta del Governo e' il fallimento della classe politica e dirigente del centro-sinistra, dal Presidente della Camera, Fausto Bertinotti al leader del Pd Valter Veltroni, passando per Francesco Rutelli". Cremaschi concede invece l'onore delle armi a Romano Prodi.
Il riferimento è al film del 1960 di Luigi Comencini 'Tutti a casa', interpretato da Alberto Sordi e Edoardo De Filippo. Per Cremaschi "il bilancio complessivo di questi due anni circa di Governo e' semplicemente disastroso per la sinistra".
"E adesso si rischia sul serio di riconsegnare il Governo del Paese a Silvio Berlusconi che, se torna, riparte da dove lo aveva lasciato - nota Cremaschi - perche' nulla e' stato toccato delle cose da lui fatte sulla legislazione sociale ed istituzionale, sugli orari di lavoro e l'immigrazione, e sul conflitto d'interessi: la sola cosa in attivo e' la legge sulla sicurezza sul lavoro per la quale mancano pero' i decreti attuativi".
E da questo 'bilancio disastroso' non si salva nemmeno la Cgil che, "ha fatto la fine di quell'azionista che sbaglia i suoi investimenti - aggiunge Cremaschi - per aver puntato sul rapporto con il 'Governo amico' e si ritrova la rottura con la parte piu' combattiva del movimento mentre l'offensiva delle imprese sulla contrattazione e i diritti e' alle porte".
Insomma, "dopo questi due anni circa di Governo Prodi davvero disastrosi si apre una fase diversa per la sinistra" conclude il dirigente della Fiom che definisce "una bufala" l'ipotesi di un governo istituzionale che "utile soltanto ad aggravare la crisi politica e la crisi della stessa sinistra".

Anonimo ha detto...

ma per favore...
dopo essere stati trattati e truffati come dei ragazzini di 12 anni (e con tutto il rispetto per i ragazzini di 12 anni)dal piu' vecchio trucco del mondo, la politica dei due tempi, prima "risaniamo" (tradotto : vi facciamo del male ) ma poi ci sara' la "ricompensa" (c.zzo Mastella.. a rovinare tutto)
ora che tutto e' andato come non poteva altro che andare ci venite a parlare di "speranza"...
ma un minimo di serieta'
capisco la difesa del proprio posto di lavoro ma quando e' troppo e' troppo
non sarebbe meglio tacere e sperare nel passare del tempo e nella assodata coglionaggine del popolo della cosiddetta "sinistra radicale"??

Anonimo ha detto...

a proposito della pietosa e invereconda situazione di tracollo governativo, al di là delle pur nere previsioni che come Cobas in tempi non sospetti avevamo abbondantemente fatte e diffuse (scontrandoci con mezzo mondo di quel "popolo di sinistra" che per un po' ha provato a trattarci da lebbrosi e oggi verifica che il vero "lebbroso", ma di quelli terminali, è il governo Prodi e il centrosinista tutto), non ho da aggiungere niente nella sostanza a quanto abbiamo detto in questi mesi. Ma, oltre alla vicenda di un governo che ha distrutto quel poco di credibilità che la politica e le istituzioni avevano ancora (leggetevi, per quel che contano i sondaggi, i dati Eurispes con il tracollo vertiginoso in un anno della fiducia popolare in tutto ciò che sia istituzione), e che scodinzola per salvarsi dietro il re di Ceppaloni, applaudito e pregato a scena aperta da tutti, è sopratutto la penosa parabola della "sinistra radicale", del Prc in particolare e del suo profeta "in movimento" Bertinotti che mi hanno all'improvviso fatto venire in mente il CONTE MASCETTI.
Direte voi, chi cazzo è il conte Mascetti? E' quello spettacolare e patetico personaggio protagonista del film "Amici miei", interpretato da un Tognazzi al meglio della sua forma. Il conte Mascetti aveva dilapidato in poco tempo tutta la fortuna di famiglia per fare la "bella vita" ad alto livello; ma, come se non bastasse, dilapidava anche i patrimoni di chiunque venisse a contatto con lui, mogli, amanti, amici, parenti, insomma, tutta la sua comunità, che riusciva sempre a raggirare e a incantare impapocchiando storie fantasmagoriche ma funzionanti, e che lasciava completamente privi dei propri averi. Beh, la parabola del Bertinotti, giunto d'incanto alla bella vita della Presidenza della Camera, con gli onori conseguenti, mi pare oggi, alla luce del Mastella Day, tremendamente simile a quella di un Conte Mascetti di "sinistra": persino il Mascetti che va alla stazione a schiaffeggiare quelli che partono con i treni (tra cui il figlio del compagno di avventure Noiret), non pare proprio il Berti che schiaffeggia tutti quelli del movimento, i cui treni pieni alle manif avevano contribuito alle sue fortune? L'unica differenza è che alla fine il povero Mascetti-Tognazzi non riusciva a fregare più nessuno: mentre qualcosa mi dice che tra un po' il Berti riproverà a rifilare patacche a quello sconcertante "popolo della sinistra" così propenso al perdono e alla dimenticanza permanente. O no?

Anonimo ha detto...

"Si apre una nuova stagione politica !" ...

Eh sì ... continuate a pensare che qui siamo tutti coglioni! Una "nuova stagione politica" che secondo voi dovrebbe ripartire dagli stessi imbecilli che ci hanno svenduto in questi anni , Bertinotti Giordano Migliore Ferrero (il furbacchione astensionista) Menapace (la pacifista che vota la guerra).

Forse non lo avete ancora capito ma a voi non vi vota più nessuno!

Anonimo ha detto...

venerdì 16 novembre 2007
IL GIARDINIERE DI PRODI
Turigliatto e Sinistra Critica salvano il governo

La Finanziaria anti-operaia del governo Prodi è stata approvata dal Senato.
La responsabilità primaria della prosecuzione delle politiche contro i lavoratori, i giovani disoccupati e precari, gli immigrati, delle politiche di guerra coloniale dell'imperialismo italiano, ricade in primo luogo sulle forze della cosiddetta Sinistra, cioè i quattro partiti socialdemocratici (Prc, Pdci, Verdi e Sinistra Democratica) che sostengono il governo in parlamento e si adoperano, insieme alle burocrazie sindacali, perché le sue politiche non trovino un'opposizione di massa nelle piazze.
Ma a questa responsabilità primaria si aggiunge il ruolo di quelle organizzazioni e gruppi e dei loro parlamentari (definiti del tutto ingiustificatamente come "ribelli") che continuano ad annunciare una "opposizione" che nei fatti non praticano.
In questo campo si distingue Sinistra Critica di Turigliatto e Cannavò. Questo gruppo, che da mesi ha annunciato una scissione da Rifondazione per dare vita a una "costituente anticapitalista" e che organizzerà a dicembre una assemblea nazionale su questo tema, in realtà ha fino ad oggi votato o comunque sostenuto in parlamento il governo.
Ha votato l'anno scorso, criticandola, la prima Finanziaria "lacrime e sangue" di Prodi. Ha votato, criticandoli, i Dodici punti con cui Prodi ha rilanciato le sue politiche anti-operaie e le missioni militari. Ha poi proseguito -pur continuando a criticare e a lanciare proclami di "ribellione" sui giornali- ad alternare voti a favore e astensioni su ogni singola misura del governo (dal Dpef in poi).

Oggi il senatore di Sinistra Critica ha espresso una "non partecipazione al voto" al Senato. E' importante chiarire che questo voto, oltre a non essere politicamente (come è evidente) un voto di opposizione, equivale (per le modalità di calcolo del Senato) a un voto a favore del governo. Difatti il voto di chi "non partecipa al voto" (a differenza persino dell'astensione) è sottratto dal calcolo del quorum necessario alla maggioranza per vincere. Risultano perciò false le dichiarazioni di Sinistra Critica che proclama di "non aver sostenuto la Finanziaria". Ed è talmente falso che tutta la stampa borghese che sostiene il governo ha apprezzato il voto di Turigliatto come un voto di mancata opposizione, annoverandolo come una cosa che non disturba il governo facilitando il varo della Finanziaria.

Per parte nostra non ci aspettavamo nulla di diverso dai dirigenti di Sinistra Critica, che per anni hanno sostenuto la fase "movimentista" di Bertinotti che, come era chiaro a noi e a tanti, preparava il terreno alla fase governista. E' grave e ingiustificabile però che Sinistra Critica continui a presentarsi anche nel movimento che sta costruendo l'opposizione a Prodi (la manifestazioni del 9 giugno e le prossime a Vicenza) come una forza "di opposizione". Non solo: è paradossale che con una notevole faccia tosta i dirigenti di Sinistra Critica proprio nei giorni scorsi abbiano criticato il Prc perché ha sostenuto in parlamento il prossimo G8 mentre sabato parteciperà alla manifestazione di Genova.
Vorremmo che Turigliatto e Cannavò ci spiegassero in cosa consiste la differenza tra loro e il Prc. In parlamento nei mesi scorsi hanno criticato il governo esprimendo però un sostegno alternato, in un misto di astensioni e assenze, senza mai scegliere una linea di opposizione; oggi hanno espresso un voto critico che equivale a un sostegno; eppure si presenteranno alle prossime manifestazioni vestendo gli abiti di forza "di opposizione". E' sotto questa cappa di ambiguità che nasce questa "costituente anticapitalista": talmente "anticapitalista" da non riuscire nemmeno a votare contro la Finanziaria di un governo imperialista!

I lavoratori che hanno sostenuto senza paure il No (non una critica) al referendum sul welfare nelle scorse settimane; i giovani e i militanti che sono scesi in piazza in questi mesi contro la guerra e le politiche di precarietà del governo (non limitandosi a criticare); gli immigrati che quindici giorni fa hanno invaso (nel silenzio della stampa) le vie di Roma schierando i loro corpi (altro che critica!) contro le politiche razziste di Amato e Ferrero, sanno, noi tutti sappiamo, che l'opposizione di cui c'è bisogno è quella vera, che si esprime in primo luogo nelle fabbriche e nelle piazze e che anche nelle aule della democrazia delle casseforti non abbia paura di esprimere una posizione netta, chiara. Non solo una critica.
Quanto a Turigliatto, qualche mese fa ha approfittato dello spazio giornalistico per informarci diffusamente del suo desiderio di ritirarsi a curare le rose. Dopo l'aiuto fondamentale che ha offerto oggi al governo, un ruolo di giardiniere nel parco di casa Prodi se lo è meritato.

Anonimo ha detto...

2-3-4-5 anni del Berlusca 2-3-4-5 anni di Prodi.....questi qui finche' campano non ce li toglieremo piu' ed il problema grosso e' che uno vale l'altro...

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