giovedì 24 gennaio 2008

Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita

La dichiarazione di voto di Giordano

Signor Presidente, è stata giusta e abbiamo, dunque, apprezzato la scelta di aprire la discussione in Parlamento. È segno di rispetto per le istituzioni democratiche ed è in questo luogo che, in maniera trasparente, ciascuno definisce le proprie responsabilità.In queste ore vi è tanto bisogno di segnali semplici e chiari, come da tempo andiamo sostenendo. Vi è un'inaffidabilità del centro moderato della nostra coalizione ed è in questo ventre molle che matura la rottura di un legame e di un mandato elettorale. Persino le modalità danno il segno di una giravolta, che parla di antiche forme di trasformismo. Nel giro di ventiquattr'ore si passa dal Governo all'appoggio esterno e dall'appoggio esterno all'opposizione. C'è una ragione di programma su cui si decide la rottura? Eppure, ci sarebbero tra di noi ragioni di confronto, di merito, visto che proprio da queste aree si è sempre teso a svuotare il programma concordato dall'Unione. Non è andata così su temi socialmente più sensibili o sui diritti civili?
Tuttavia, l'elemento di rottura avviene su un tema, quello della giustizia, grandemente delicato, ma in forme del tutto paradossali. Non entriamo nel merito di una vicenda personale su cui ci siamo già unitariamente espressi. Il paradosso è che viene depositata una relazione, frutto di un lavoro comune e condivisibile di mesi. In quel lavoro siamo entrati con il nostro bagaglio di cultura giuridica e garantista e, al contrario, contraddittoriamente si agitano giudizi sulla magistratura che alimentano conflitti istituzionali. Vogliamo ripeterlo qui solennemente ancora una volta: per noi il rispetto per l'autonomia e l'indipendenza della magistratura è un valore inviolabile (Applausi dei deputati del gruppo Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
Contrastiamo la logica cavalcata dalle destre qui e fuori di qui, di autoassoluzione ex post di una classe dirigente già giudicata in maniera definitiva e su cui è già stato espresso un giudizio politico dalla società italiana. Fa parte di un degrado della politica inaccettabile. Ha dell'incredibile, signori della destra, che un presidente di regione, Salvatore Cuffaro, festeggi una condanna a cinque anni di reclusione e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici per aver favorito mafiosi condannati a loro volta a quattordici anni di reclusione e che decide di continuare a svolgere quel ruolo, con una logica di impunità di ceto che dovrebbe fare indignare! Un bidello - mio padre e mia madre erano bidelli - con la stessa condanna perde il lavoro! Un imprenditore non potrebbe partecipare ad un appalto in Italia ed in Europa perché non gli consegnano il certificato antimafia. Non può continuare a governare un presidente di regione in queste condizioni (Applausi dei deputati dei gruppi Rifondazione Comunista-Sinistra Europea, Sinistra Democratica. Per il Socialismo europeo e Comunisti Italiani)!
Noi contrasteremo fino in fondo un'idea di giustizia che si vuole perseguire: debole, riverente e sottomessa con i potenti e forte, intransigente e spietata con i deboli, i disperati, gli ultimi. Dalle cronache politiche di questi giorni emerge una grande questione morale, che si impasta con la crisi sociale e alimenta disaffezione e distacco. La politica del Paese non può essere solo quella dei trasformismi di oggi, non può essere quella di Totò Cuffaro, c'è una passione di giovani lavoratrici e lavoratori che vogliono contare e cambiare. Su questa passione costruiremo la sinistra.Proviamo a spiegare meglio questa crisi: in un passaggio economico dirimente c'è una parte del Paese, tanta parte di famiglie del Mezzogiorno, che vedono i propri figli diplomati e laureati tornare ad emigrare: giovani senza reddito, precari, tanta parte di lavoro dipendente che ha i salari più bassi d'Europa. Qualche giorno fa vi è stato un segnale positivo con lo sblocco del contratto dei metalmeccanici, un primo passo in direzione di chi sperava che finalmente era giunto il momento buono per loro. Era l'oggetto del nostro confronto, vero signor Presidente del Consiglio?
Ci sono ingenti risorse da redistribuire; qualcuno ha pensato bene di bloccare questa possibilità, perché ci sono appetiti di soggetti forti, che vogliano ipotecare a proprio vantaggio tali risorse. Così come è tornato puntuale il monito delle gerarchie ecclesiastiche sui diritti di civiltà, da quello dell'autodeterminazione delle donne, con la legge n. 194 del 1978 da rimettere in discussione, a quelli del riconoscimento giuridico per le coppie di fatto di qualsiasi orientamento sessuale, che già esistono in tutta Europa, tranne che in Italia.Spieghiamola questa crisi! C'è un'emergenza democratica e istituzionale; ci sono riforme sospese che pesano come un macigno. Oggi qui il Presidente Napolitano ci ha parlato magistralmente, interpretando limpidamente e correttamente quei bisogni. C'è una legge elettorale fatta dalle destre, fatta da voi, che ha alimentato questa instabilità e ha determinato una grande frammentazione: ha dato un peso sconsiderato persino a partiti costituiti da singoli individui! E alle porte c'è un referendum che amplifica questa rissa e questa frammentazione. Si vuole negare per caso qui, da parte di qualcuno, l'urgenza di mettere mano rapidamente a questi temi?
C'è bisogno della ricostruzione di un profilo riformatore, di una idea alta di Governo democratico della società. Il ritrarsi di una politica alternativa della società ha determinato il prevalere di logiche di mercato competitive, logiche contrappositive; ha alimentato spaesamenti e solitudini, una perdita di socialità e di umanità, una sensazione di insicurezza alimentata dalla «fabbrica della paura», una crisi drammatica di senso della politica. Da queste vicende emerge la necessità di investire, qui ora, sulla sinistra unita e plurale, una sinistra che faccia dell'autonomia la sua forza per tenere aperto un profilo di alternativa, una cultura della trasformazione.La vicenda italiana, in questi giorni convulsi di agitazione nei palazzi, non può esaurirsi nel pericoloso ed aggressivo populismo e liberismo delle destre, in opzioni centriste ed elitarie. Questo Paese merita una sinistra unita, forte, pulita, innovata ed in grado di rispondere a speranze e passioni, in grado di essere un punto di riferimento morale ed intellettuale del Paese. Con questo impegno votiamo questa fiducia e con questa bussola e determinazione lavoreremo nella società italiana.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

BRAVI COGLIONI!
AVETE SVENDUTO I LAVORATORI IN CAMBIO DEL NULLA!
ED ORA VOLETE PURE UN GOVERNO PER LA RIFORMA ELETTORALE NON VOTATO DA NESSUNO!
SIETE VERGOGNOSI!
MIOPI, MA FURBACCHIONI

Anonimo ha detto...

«In Parlamento - ha spiegato Paolo Ferrero, ministro della Solidarietà sociale ed esponente di Rifondazione comunista - ci sarà una verifica sull'Afghanistan e discuteremo missione per missione cosa si deve fare». «Chiediamo la verifica in Aula - ha precisato Ferrero - Non l'ho fatto oggi in consiglio dei ministri perchè il governo è dimissionario. Ma in Parlamento la verifica sull'Afghanistan si farà».

Eccolo di nuovo il furbacchione, non vota contro lui, si astiene.
Così poi in parlamento il provvedimento passa lo stesso con i voti dell'Udc.

Dovrebbero mandare voi in Afghanistan sotto le bombe degli americani, poi magari quando sarete morti facciamo una piccola verifica in parlamento. Che ne dite?

Anonimo ha detto...

Che te ne puoi andare a fanculo.

Anonimo ha detto...

E mentre alcuni "compagni" festeggiano per la caduta del Governo Prodi leggete come festeggiano i fascisti alla caduta del governo guerrafondaio, servo deila confindustria e del vaticano...

"Ancora violenza fascista a Roma: aggredito militante dei Giovani Comunisti.

venerdì 25 gennaio 2008
Le imprese dell'estrema destra purtroppo ormai fanno notizia solo se riguardano la bolla di vetro del Grande Fratello, mentre passano sotto silenzio la aggressioni e le violenze che quotidianamente subiscono i migranti, gli attivisti della sinistra, tutti coloro che non si rassegnano a considerare normale la presenza di gruppi fascisti nella nostra città. L'ultimo episodio è di ieri sera, giovedì 24Gennaio. A subirlo Marco, un militante dei Giovani Comunisti di Rifondazione, che mentre tornava a casa in automobile è stato circondato e aggredito a colpi di spranga da personaggi a testa rasata che dopo il pestaggio sono fuggiti.
Contemporaneamente le squadracce di Fiamma Tricolore imperversavano per le strade di Roma, per "festeggiare" a modo loro la caduta del Governo Prodi.
Sono mesi e anni che come Giovani Comunisti denunciamo le continue violenze neofasciste e l'inagibilità delle strade di Roma, denuncia che rimane inascoltata da parte delle istituzioni.
Ancora una volta constatiamo come la politica del sindaco Veltroni non si faccia carico di chi mette veramente a rischio la sicurezza dei cittadini: i fascisti e chi li copre.
A Marco va la nostra solidarietà. Nelle prossime settimane saremo ancora nelle nelle scuole, nelle università, nei posti di lavoro, nei quartieri per costruire un'opposizione sociale al ciarpame fascista ripartendo dalla lotta alla precarietà e dalle lotte al fianco degli immigrati.
Le/i Giovani Comuniste/i di Roma"

La mia solidarietà a Marco e il più profondo disgusto per chi si diverte ad insultare Rifondazione...

Anonimo ha detto...

troppo facile nascondere le peggiori schifezze sempre dietro qualche spauracchio, una volta berlusconi, un'altra fini, un'altra volta forza nuova. siete a corto di argomenti, vi siete venduti pure il culo in cambio del nulla più totale e chi paga siamo noi lavoratori (ed il Marco di turno), non certo bertinotti e la compagnia dei furbacchioni.

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