lunedì 14 gennaio 2008

Le cose vanno molto male

Oramai siamo arrivati alla verifica. Lunedì 14 gennaio si riunirà la direzione del PRC. Forse scriverò qualcosa per commentarne gli esiti. Comunque siamo arrivati ad un punto difficile delicato e forse definitivo. Alla fine di novembre il PRC ha deciso di votare la fiducia al governo per il welfare dichiarando, al contempo, la fine del proprio "vincolo politico" con il governo Prodi e annunciando la richiesta di una "verifica" per discutere di un’agenda per realizzare in tempi brevi provvedimenti sulla precarietà, sui salari, sui diritti ecc. Continuo a pensare che sarebbe stato meglio annunciare il voto contrario ed ottenere la verifica immediatamente. Gli organismi dirigenti del partito hanno deciso che dopo la verifica si svolgerà una consultazione referendaria per decidere della nostra permanenza o meno al governo. Poi c’è stata l’assemblea nazionale della sinistra (i famosi Stati Generali) che non ha discusso del tema del governo e non ha, conseguentemente, assunto impegni di alcun tipo, tranne quello di costruire un soggetto unitario e plurale "per pesare di più nella realtà politico-sociale del centrosinistra". Non poteva essere altrimenti visto che tre dei quattro partiti e gran parte dei presenti all’assemblea pensano che si debba stare sempre e comunque in un governo di centrosinistra qualsiasi politica faccia. Poi il governo ha ritirato l’infame decreto sulla sicurezza nonostante l’annuncio del voto favorevole dei gruppi parlamentari della sinistra (altro errore secondo me gravissimo). Salvo poi emanarne un altro ancora peggiore come ha giustamente osservato Giuliano Pisapia in un articolo su Liberazione del 29/12.( www.liberazione.it/a_giornale_index.php?DataPubb=29/12/2007 )

Intanto Prodi ha continuato a dichiarare che le cose andavano benissimo, che non ci sarebbe stata una verifica bensì una messa a punto, un tagliando. Così siamo arrivati all’inizio dell’anno e al chiacchiericcio messmediatico sulla verifica. In sostanza il clima torna ad essere quello di una discussione sul come trovare una mediazione, temo al ribasso, per mantenere in vita il governo. I quattro partiti della sinistra al contrario che in autunno hanno una piattaforma comune, è vero, ma non c’è la determinazione necessaria affinché la trattativa con Prodi, Padoa Schioppa e Damiano sia reale. Quale trattativa vera si può fare se, per Mussi Diliberto e Pecoraro Scanio, non è contemplata una possibile rottura? Mentre i temi delle spese militari, della precarietà e dei diritti sono, almeno per il momento, in secondo piano, la questione salariale sconta già impostazioni radicalmente contrapposte. Da una parte le nostre richieste di tassazione delle rendite finanziarie al 20% al fine di finanziare una detassazione generalizzata sui redditi da lavoro dipendente e dall’altra l’attesa della trimestrale di cassa (a fine marzo) per vedere quante risorse eccedenti le previsioni saranno disponibili per intervenire sui salari. Come dire che noi proponiamo una redistribuzione del reddito strutturale e continuativa nel tempo e loro di destinare una parte del nuovo tesoretto per un’elemosina. Ma anche l’elemosina la vorrebbero usare per detassare gli aumenti salariali ottenuti nella contrattazione aziendale legandola agli aumenti di produttività. Così dopo aver incentivato, nel provvedimento sul welfare, le ore straordinarie (che sono causa non secondaria delle morti e degli incidenti sui luoghi di lavoro) ora vorrebbero incentivare la produttività per ora lavorata e assestare un altro duro colpo al contratto nazionale di lavoro. Nel frattempo, come se non bastasse, il governo affronta l’emergenza rifiuti in Campania con De Gennaro e con l’esercito. E in queste ore in cui scrivo le agenzie di stampa sono piene della polemica sulle funzioni dell’esercito che secondo De Gennaro dovrebbe "presidiare le discariche". Come si può vedere le cose non vanno affatto bene. Proprio per niente!

Ramon Mantovani
deputato del PRC

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